Quando finisci un libro, inizia sempre l’odissea per trovarne un altro da leggere. Ne ho iniziati e lasciati 2 in 2 giorni. Torno a cercare.
— Daniele Imperi (@Ludus) 26 Marzo 2014
In realtà non è vero quello che ho scritto, perché poi ne ho lasciato un terzo. Ho finito di leggere lo splendido libro di Oliver Sacks L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello che mi ha ispirato un articolo sullo storytelling e il racconto pubblicato giovedì.
Così ho iniziato un giallo, Una vacanza da cane di J.F. Englert, ma che ho abbandonato dopo 2-3 pagine. Cercando nella mia libreria ho scovato un libro dimenticato – ho tanti libri dimenticati, ne compro in continuazione e ovviamente non ricordo tutto quello che ho – e decido di leggere Omicidio a Road Hill House di Kate Summerscale. Ma non va neanche quello e lo abbandono dopo qualche pagina.
Poi vedo il gruppo di libri di Edizioni XII, la casa editrice che non c’è più, e prendo Opera sei di David Riva. A me sono piaciuti tutti i libri che ho letto di quella casa editrice e in effetti il romanzo di Riva colpisce subito sia per l’idea sia per lo stile di scrittura. E così lo lascio dopo alcune pagine.
Niente, non è aria, mi metto a cercare ancora, prendo la scala, salgo su e rovisto sulla libreria – i miei libri sono disposti su due file e sopra ce ne sono altri ammucchiati – ma alla fine, dopo un’ora e mezzo passata a cercare e a sfogliare libri – Limit di Frank Schätzing, Zanoni di E. Bulwer-Lytton, Drood di Dan Simmons, Mondo senza fine di Ken Follett, Moribito di Nahoko Uehashi, Il demone di Sherlock Holmes di David Grann, Discesa all’inferno di Doris Lessing e Discesa all’inferno di Jeff Long (!), Trattato sulle fate, elfi, gnomi e altre creature fantastiche di Ismaël Mérindol e Trattato di vampirologia ad opera di Abraham Van Helsing, Le storie della fantasia di Gianni Rodari, L’isola dei segreti di Scarlett Thomas, Vi mostrerò la paura di Nikolaj Frobenius, Vita e destino di Vasilij Grossman e chissà quanti altri – me ne sono andato a letto.
La lettura è uno stato dell’umore
Perché alcuni libri prendono subito e altri devi leggerli in momenti diversi? In passato, quando ho iniziato a leggere con costanza, non mi capitava di abbandonare libri. Ne finivo uno e ne iniziavo un altro.
@Ludus forse stiamo invecchiando. O stiamo diventando troppo snob non so, anche a me da un po’ capita lo stesso
— luca.sempre (@lucasempre_) 26 Marzo 2014
Forse ha ragione Luca, stiamo (sto…) invecchiando? Di certo non sto diventando snob. Forse sono più esigente? Ma questa esigenza da cosa dipende? Non credo sia questo il motivo, in fondo quei libri a me interessano ancora e prima o poi li leggerò.
Le mie letture dall’inizio dell’anno sono poche:
- La letteratura fantastica di Todorov
- 1Q84 (aprile/giugno e luglio/settembre) di Murakami Haruki
- Mechardionica di Dario Tonani
- 1Q84 (ottobre/dicembre) di Murakami Haruki
- La città e la città di China Miéville
- L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks
Ma ho iniziato anche Minuti Scritti di Annamaria Testa, che mi ha bloccato all’esercizio del capitolo 9, e La realtà nascosta, Universi paralleli e leggi profonde del cosmo di Brian Greene, che leggo qualche pagina ogni tanto.
La lettura, per me, è umorale. Scelgo un libro da leggere secondo l’umore del momento, è lo stato d’animo che decide. Il bello è che non so quale genere letterario associare al mio umore attuale – ma io non ho un umore preciso, questo cambia ogni minuto letteralmente.
La ricerca continua
Che cosa deciderò di iniziare a leggere oggi? Sono tentato di proseguire con Oliver Sacks, il suo Risvegli mi è arrivato da pochi giorni. Oppure continuerò la Trilogia della frontiera di Cormac McCarthy con Oltre il confine, ma non so se ho voglia di quel tipo di storia.
Mi andrebbe anche di leggere uno dei libri di Giampaolo Pansa, ma forse non è una lettura giusta per questo momento.
Un fantasy? Ho Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e La Dea della guerra di Marion Zimmer Bradley e Diana L. Paxson, ma non so se mi ispirano e La via dei re di Brandon Sanderson è un bel mattone di oltre 1000 pagine e forse ora non mi va di imbarcarmi in un’avventura colossale.
Come scegliete un libro da leggere?
Nel frattempo che io mi arrovello la mente alla ricerca del libro perduto, voi come scegliete le vostre letture? Passate da un libro a un altro in un nanosecondo o la vostra ricerca è più estenuante di quella di Proust?
LaLeggivendola
Hai tutta la mia comprensione T_T Quest’anno sto più rileggendo che leggendo, non riesco mai a trovare subito il libro giusto.
(Fortunatamente ho la memoria di un cotechino e dimentico le trame dopo pochi anni.)
Daniele Imperi
Sulla memoria dei libri mi hai fatto venire in mente che posso scrivere qualcosa a proposito. Io alcuni li ricordo anche dopo 20 anni, altri li dimentico dopo una settimana.
Alla fine, comunque, sto leggendo “Senza dirsi addio” di Barclay Linwood e mi sta prendendo molto.
Grazia Gironella
Che bello sentirlo dire da un altra persona! Credevo succedesse solo a me…
Francesca
Scegliere il libro da leggere a volte è più estenuante di decidere quale vestito indossare!
Per quanto mi riguarda, dipende.
Alcuni libri li leggo per i Gruppi di Lettura ai quali partecipo, altri a seguito di varie recensioni fidate, oppure romanzi appena usciti che mi intrigano.
Spesso seguo il mio personale trend – a seconda se ho voglia di narrativa, fantastico, ecc.
E non sempre la scelta cade sul libro giusto (sigh!), così anch’io lascio qualcosa a metà o trascino lettura decisamente “meh”.
Credo che qualche periodo di svoglietezza o indecisione capiti a tutti, soprattutto a chi legge molto. Forse si ha voglia di cambiare un po’ genere, oppure si è rimasti delusi dalle ultime letture.
A me è capitato poco dopo l’inizio dell’anno e per riprendere gusto nelle storie e focalizzare di cosa avevo voglia, ho seguito un ottimo consiglio, ossia rifugiarmi per un po’ nella rilettura di qualcosa che amo. Con me ha funzionato.
Daniele Imperi
Ecco, leggere libri a comando per me sarebbe impossibile
E anche io vado in genere a “trend”.
Proverò anch’io a rileggere, in fondo avevo ripreso un volume di racconti di Lovecraft letto nel 94 e uno di Sherlock Holmes.
animadicarta
Anche io attraverso periodi in cui non trovo nulla che mi prenda e passo da un libro all’altro senza pace. Un tempo leggevo di tutto, sarà proprio che con il tempo si diventa più esigenti… In questi casi comunque io mi affido ad autori che sono sicura che mi piacciano o rileggo, come dice Francesca.
Daniele Imperi
Ho provato anch’io con autori di cui mi è piaciuto tutto, ma niente da fare…
Francesca
anche per me la lettura è fortemente umorale. Lessi al liceo “la coscienza di Zeno” e fu una specie di luna di miele con Italo Svevo, l’ho riletto anni fa per un esame universitario, e, al contrario, ho avuto la sensazione di arrancare, e Zeno Cosini stava cominciando a darmi pesantemente sui nervi … poi per fortuna invece ci sono periodi in cui la mia mente è ricettiva come una spugna e affamata come un bambino, e allora riesco a divorare anche 2-3 libri parallelamente … in questo momento ho messo in stand by un libro di Foster Wallace e uno di Erri De Luca, probabilmente ho bisogno di un periodo di “decompressione” (che in genere per me significa leggere un romanzo britannico) per poi riprendere … il punto è che per avviare la decompressione devo prima superare il “blocco della lettrice” che m’è preso da dieci giorni, causa stress da trasloco
buon sabato Daniele!
Daniele Imperi
Mi spieghi la questione della decompressione e del romanzo britannico?
Buon sabato in ritardo a te.
Francesca
Intendevo dire che, in genere, per “ossigenare” mente e spirito dopo un romanzo particolarmente complesso e/o “barocco” nello stile e/o nella trama, devo leggere subito dopo qualcosa di autori britannici che adoro (Jonathan Coe, Nick Hornby, Welsh …)
Glauco
Ciao Daniele. Concordo sullo stato dell’umore.
Se sono arrabbiato cerco cospirazioni, se ripenso all’età cerco revival, quando mi illudo di allevare neuroni ritento L’Ulisse di Joyce e così via…
Poi credo che il continuo andirivieni dalla libreria faccia parte del manifesto sulla mia identità, del tipo “…io non sono come voi, IO LEGGO LIBRI!”. Ho anche da poco conosciuto uno psichiatra, poeta, e chissà…
Daniele Imperi
Addirittura in quel senso?
No, a me così no, nel senso che parlo di umore generale e permanente e non temporaneo come un’arrabbiatura, altrimenti dovrei leggere solo cospirazioni a vita
MikiMoz
Dipende da come mi gira. A volte sono tremendamente ispirato e “sento” di andare a colpo sicuro.
In ogni caso, preferendo saggi su argomenti che mi interessano, diciamo che il mio campo si restringe.
Moz-
Daniele Imperi
Quindi leggi più saggi che romanzi?
Loredana Gasparri
Io vado davanti al mio tavolino di lettura stracolmo e guardo i titoli. Quello che urla più forte, lo prendo. Altrimenti, se sono sorda, esco e vado nella mia libreria che “infesto” più spesso e ascolto le urla dei libri (o anche i sussurri): quello che mi colpisce, viene a casa con me. Non sono solo così umorale, almeno non sempre. Ogni tanto parto con un argomento preciso in testa e studio i titoli che vedo, per poi scegliere quello che mi convince maggiormente.
Daniele Imperi
A me non credo che i libri parlino, sai?
Alessandra
Ciao Daniele…mi trovi assolutamente d’accordo.
La lettura di un libro cavalca l’onda del nostro stato d’animo…un’onda che a volte è alta e possente e altre volte è bassa, debole.
Un libro è proprio come una tavola da surf, capace di cavalcare entrambe, anche se restarci sopra in equilibrio non sempre è semplice e così può capitare che la lasciamo andare…ma poi troviamo il momento giusto, in sincrono con il nostro umore e la cavalcata diventa meravigliosa proprio come la ricordavamo…
Buona nuova cavalcata, Daniele! ;.)
Daniele Imperi
Ciao Alessandra, bella metafora
Ora sto cavalcando un libro e sembra che l’abbia domato.
Ulisse Di Bartolomei
Ho perso la voglia di leggere racconti o romanzi da quando mi occupo seriamente di psicologia del comportamento, ovvero da qualche decennio. Finisco sempre per analizzare la congruità circostanziale e mi perdo il gusto dello spettatore. Peraltro sono un tecnicista a 360 gradi “non teorico” e se si narra di cose tecniche senza conoscerle a fondo, me ne accorgo… Si aggiunge adesso “il complesso dello scrittore”, se così si può definire. Mesi fa mia figlia mi ha “costretto” a leggere ad alta voce un intero capitolo di un libro di Terzani, secondo me scritto dal suo cane, e ho sofferto tantissimo! Poi magari sono io che scrivo da canide… Certamente un bel classico lo leggerei volentieri, avendo tempo…
Daniele Imperi
Non riesci più a leggere narrativa, quindi? Terzani non l’ho mai letto, non mi ha mai ispirato.
Ulisse Di Bartolomei
Sì, è praticamente così! Mi appare finzione e non riesco a trovare una dimensione fruitiva conveniente. O almeno non la cerco… ma se inizio un libro non posso lasciarlo a metà e devo conoscerne l’epilogo al più presto. L’ultima lettura che mi sono imposto e “Va dove ti porta il cuore” (l’ho trovato in un mercatino dell’usato tra i libri gettati via…) e ne sono rimasto deluso. Volevo conoscere il motivo di tanto scalpore. Mi è sembrata una speculazione sapientemente assemblata per suscitare forti emozioni e dal finale assurdo. Di Terzani invece, ho notato che osservava attentamente le realtà che incontrava, ma non chiedeva alle persone, ai protagonisti. La trasponeva adattandola ad un “film” già girato dentro di sé. In questo momento affrontare una lettura di narrativa mi è veramente complicato. Temo di perdere tempo. Forse dipende dalle peculiarità della mia saggistica, dove è intenso il mio desiderio di riscattarmi dalle “fregature” subite. Non riesco a rilassarmi insomma…
Lisa Agosti
Bel post! Mi viene voglia di avere una libreria al soffitto, o di trasferirmi in biblioteca. Purtroppo la mia casa è uno zaino e i tomi non ci stanno, per cui la mia libreria è il Kindle e la biblioteca è http://www.goodreads.com. In genere leggo 7 o 8 libri contemporaneamente, uno per ogni mia passione, nel senso: uno di psicologia, un classico, un mainstream appena uscito, ecc. Scrivo le recensioni su goodreads, scambio idee con gli altri che mi mandano suggerimenti su cosa leggere, vedo la bibliografia completa dei miei autori preferiti e posso scrivere direttamente un messaggio ai miei idoli! Quando non leggo ascolto audiobooks, al momento la biografia di Steve Jobs. Più che i successi tecnologici mi sono appassionata allo stile narrativo di Isaacson e non vedo l’ora di leggere la sua biografia su Einstein!
Daniele Imperi
Grazie, Lisa
7 o 8 libri insieme? Io al massimo 5, ma ho smesso. Ora solo 3
Tenar
Anch’io sono umorale nella scelta dei libri e dopo averne terminato uno soddisfacente spesso ne inizio e abbandono tutta una serie perché nessuno mi sembra all’altezza
Daniele Imperi
Forse è lo stesso che è successo a me: ho letto quel libro di Sacks e gli altri perdevano al confronto.
franco zoccheddu
Mi scusi Lisa: nel senso che lei è appassionata di Einstein?
Lisa Agosti
Franco, ho sempre desiderato avere una mente geniale come Einstein e anni fa ho letto una sua biografia, ma era molto tecnica e ci ho capito poco, evidentemente genio non sono
Temevo sarebbe capitato lo stesso per la biografia di Steve Jobs, non me ne intendo di tecnologia e computer. Invece, Isaacson è talmente bravo a rendere semplice la spiegazione tecnologica delle scoperte di Jobs che ho capito e imparato molto sul mondo della tecnologia.
Spero che lo stesso valga per la biografia di Einstein che Isaacson ha scritto nel 2008, dopo che nuove lettere del professore sono state rese pubbliche. Lei è appassionato di Einstein?
Daniele, sei in detox?
Daniele Imperi
Cos’è il detox? Detossificazione da città?
franco zoccheddu
Quando andavo a scuola sognavo di essere come Einstein: andare al di là dei semplici fenomeni e capire quello che la natura ci tiene segreto. Un po’ quello che in qualche modo fanno i grandi scrittori: riuscire a vedere e descrivere le profonde verità dietro all’apparente flusso inarrestabile delle vite e delle comunità di esseri umani. Se ci penso adesso, mi rendo conto che di tutti i miei sogni giovanili (diventare benestante, sconfiggere il male, far trionfare la libertà, prendere un premio Nobel, avere un sacco di amici, eliminare tutte le malattie, imparare a suonare il pianoforte, riuscire a volare, etc etc) solo due coltivo ancora come se fossi un bambino: scrivere romanzi e imparare tutta la fisica. Non so perchè ma ho sempre visto in Einstein una specie di modello di riferimento, un uomo che non si è arreso e ha realizzato dei sogni. Indipendentemente dalla realtà della sua vita, piena di aspetti contraddittori e oscuri, come, d’altronde, quella di ognuno di noi.
Attilio Nania
Ciao Daniele, in effetti quello di cui parli sembra un bel problema. Io, però, fortunatamente ne sono immune, e questo per un motivo molto semplice: non leggo moltissimo (certamente molto meno di te) e le mie letture preferite, tra l’altro, sono saggi di filosofia e politica. Capisci bene che un qualsiasi libro di Croce oTogliatti si presta a essere riletto più volte, e richiede parecchio tempo sia per la lettura che per la riflessione.
Con i romanzi è diverso, perché di solito li leggo a gran velocità (diciamo pure che li divoro), ma fra uno e l’altro lascio passare parecchio tempo.
Daniele Imperi
Non credo riuscirei a leggere saggi di quel tipo continuamente… ne leggo qualcuno, ma non di politica, bensì di storia.
Grazia Gironella
Di solito mentre finisco un libro so già quale si prepara dopo, ma anch’io faccio parte della schiera dei nuovi esigenti. Per il resto mi sono data un paio di regole di massima: non acquistare libri che non leggo subito (per evitare di affollarmi la casa di libri che non leggerò mai) e alternare generi e nazionalità degli autori, in modo da non leggere soltanto opere tradotte, oppure soltanto fantasy. Con tante deroghe, ma funziona abbastanza come antinoia.
Daniele Imperi
Anch’io alterno generi e autori e nazionalità, la lettura dev’essere sempre varia, specialmente per chi scrive.
Sandra
Al di là dell’umore del momento, a volte ho voglia di un giallo, altre di una commedia, altre ancora di un classicone, sto diventando abbastanza brava a non predere cantonate nella scelta, soprattutto se il libro lo compro quindi oltre al tempo di spendo anche dei soldi, e vado spesso a colpo sicuro con un titolo, rimanendo raramente delusa.
Daniele Imperi
Devo dire che anche io raramente sono deluso dai libri che compro, ma qualche volta capita. Comunque, anche per me al di là dell’umore ci sono periodi in cui sento il bisogno di leggere un genere piuttosto che un altro.
Kinsy
Quanto ti capisco! Hai descritto esattamente la mia affannosa ricerca di un libro da leggere. Ho anch’io montagne di libri tra cui cercare… solo che li ho letti praticamente tutti. Ultimamente mi sono però resa conto che ho molta narrativa e poca saggistica, ed in effetti in questi giorni leggerei qualcosa di un po’ più tecnico… Devo andare in libreria!
Ulisse Di Bartolomei
Buongiorno Daniele
Volevo evitare di dire la mia su Einstein, ma tanto “per parlare” si può dire “quasi” tutto. Nei primi anni del nuovo secolo mi sono occupato intensamente di brevetti e la faccenda “Einstein” (dal tedesco “una pietra”) è venuta in auge nei casi di definizione della novità in qualsivoglia scoperta o invenzione. In sunto Einstein non avrebbe scoperto nulla di nuovo, che i suoi predecessori non avessero teorizzato, ma soltanto “aggiustato le misure” e sapientemente confezionate nella forma “estetica”. Peraltro alcune sue teorie sono considerate errate e ostative allo sviluppo della fisica quantistica. Essendo però assurto a monumento della scienza, ogni tentativo di rivalutare o ridimensionare il suo apporto viene severamente scoraggiato. Se questa biografia di Isaacson si sofferma anche sugli aspetti controversi del personaggio, invece di magnificarlo a semidio, come già successo, allora sarà certamente interessante. Al tempo del suo nobel molti furono i malumori di altri scienziati o rappresentanze scientifiche che lo ritenevano ingiusto. Dopo le atomiche disse che le aveva “fatte” lui, dimenticando gli apporti di altri e soprattutto di Fermi che con la sua batteria aveva compiuto un passo decisivo. Nell’occasione della stesura del mio libro “La femmina in trappola” circa il depauperamento etico della femmina nelle religioni monoteiste, scoprì che sulle donne Einstein aveva un concetto estremamente minimale… Il personaggio insomma è una miniera di orgoglio e certamente anche di scienza… con qualche distinguo!
Buona Domenica a tutti
franco zoccheddu
Chiedo scusa se mi inserisco sempre, un po’ in automatico, quando si parla di fisica e, soprattutto, di fisici. Il fatto è che la Fisica è stata ed è buona parte della mia vita.
Purtroppo o per fortuna, dipende dalle prospettive, i fatti della vita di Albert Einstein non fanno che confermare la realtà degli esseri umani: inseriti in contesti sociali che non ci scegliamo (vi nasciamo!), a contatto con realtà che non ci costruiamo (sono già lì prima di noi), colpiti nella fantasia da figure di riferimento che poi influenzano un po’ tutto il nostro agire, insomma, noi siamo quello che siamo e non riusciamo a essere che noi stessi, pieni di tutti i nostri difetti e le nostre terribili contraddizioni. Siamo esseri umani, e questo credo dica tutto sulla nostra limitatezza, sulla nostra incredibile potenzialità, sul nostro essere qui per un istante del cosmo.
Einstein, dunque: che dire? Immagino che non servirebbe tentare di riscattare il suo assoluto menefreghismo per il destino dei suoi familiari, per la figlia di fatto semiabbandonata, per il suo (quasi inevitabile, per quei tempi) maschilismo, citare la profondità del costrutto matematico che regge tutta la Relatività Generale, anche se poi egli non ha inventato tutto ma ha utilizzato strutture appena “inventate” da matematici, tra l’altro italiani.
Non possiamo chiedere ad Einstein di essere stato un essere umano grande e invidiabile: è stato un grande e magnifico fisico, ogni volta che le porte di un ascensore non ci stritolano lo dobbiamo in sostanza alla sua comprensione dell’effetto fotoelettrico, e tanto altro con cui non voglio qui tediare.
Essere grandi fisici, grandi scrittori, grandi combattenti, significa solo questo, punto. Essere grandi Esseri Umani è semplicemente qualcosa di diverso.
Ulisse Di Bartolomei
Salve Franco.
Non avevo notato che avevi già inserito un commento critico su Einstein e con piacere ho letto il tuo ultimo. Visto che abbiamo mosso parecchia polvere circa il personaggio e spero che Daniele non ce ne voglia, ti chiedo lumi circa la teoria della relatività su un dettaglio che già alla scuola superiore mi apparve incongruo. Come può funzionare codesta teoria considerato che negli atomi avviene una progressiva perdita di energia: gli elettroni cadono sul nucleo unendosi ai positroni e formano i neutroni? Premetto che ho una cultura meccanica notevole ma di fisica, soltanto un’infarinatura utile a capire di cosa si parla…
Circa Einstein, appare interessante l’analogia esistenziale con Carlo Marx. Anche il filosofo si disinteressò delle sue donne, facendone addirittura morire qualcuna di inedia…
franco zoccheddu
Salve a te Ulisse, grazie del tuo implicito apprezzamento.
Immagina di assistere, nel buio assoluto, allo scoppio di un fuoco artificiale, e di dover poi comunicare dove e quando è scoppiato. Bene: lo osservi e ti scrivi su un foglio la posizione, diciamo le sue coordinate cartesiane, e l’ora esatta in cui è scoppiato.
Immagina ora che un tuo amico, che passa in auto ad una certa velocità lungo una strada vicina, faccia lo stesso: osserva uno scoppio nel buio del cielo e si segna posizione e ora.
L’indomani, passata la festa, vi incontrate. Domanda: come fate a sapere che avete osservato lo stesso scoppio? Perchè, attenzione, ho dimenticato di dire che intorno scoppiavano altri fuochi, ma voi ne avete registrato uno solo. State parlando dello stesso scoppio? Che criterio userete per saperlo?
In breve: la Relatività Speciale di Einstein è il criterio (fisico e matematico) che permette a voi due di verificare se avete osservato lo stesso evento o due eventi differenti. Aggiungo che questo criterio esisteva già dai tempi di Galilei, ma si è scoperto che quando il secondo osservatore è molto veloce (veramente molto, prossimo alla velocità della luce) allora Galilei sbaglia e il criterio rischia di dire che , sì, avete osservato lo stesso scoppio e invece erano due scoppi diversi. Einstein ha corretto il criterio perchè funzioni a tutte le velocità.
Detto questo: Einstein nella relatività ci parla di criteri di confronto tra osservazioni, non di atomi o energie che decrescono o altro.
Il fatto che l’elettromagnetismo di Maxwell implicasse la caduta degli elettroni sul nucleo con emissione di luce, e che la mancata osservazione di tutto ciò (il mondo non rimpiciolisce!!!) sia stata interpretata da Bohr con le due famose ipotesi quantistiche, è una storia quasi del tutto indipendente: Einstein descrive il foglio a quadretti su cui lo studente scrive, Bohr ti parla di una particolare frase che vi è stata scritta. Nessun diretto legame.
Quanto mi piacerebbe entrare nei particolari, ma credo di aver abusato enormemente della (infinita!!!!!!) pazienza di Daniele, e quindi ti auguro e gli auguro buonanotte. Vienimi a trovare nel mio spazio web!
Ulisse Di Bartolomei
Grazie Franco. Sono cose che avevo studiato, ma quando ho un po’ di tempo voglio rinfrescarmi in tema. Mi sembra che i dubbi sussistessero sulle validità matematiche degli assunti di Einstein, considerate le variabili anzitutto tra massa attiva e massa inerte nell’atomo. Buonanotte
Nereia
Anche io, come te, scelgo un libro in base all’umore. Il problema, come dici anche tu, è che spesso non riesco a capire di che umore sono e per cui capita che apro un libro, leggo un paio di pagine, poi lo abbandono. Magari lo riprenderò più in là, magari mai più. Il discorso per me si complica, per la storia delle stagioni. Sono convinta che i libri abbiano i periodi giusti anche in base al tempo. Alcuni autori sono chiaramente invernali, altri primaverili, altri ancora estivi, poi ci sono anche quelli adatti a più periodi.
Sebbene la stagione sia importante, l’umore è quello che ha la meglio. Solitamente, comunque, il mio umore non mi fa avvicinare a libri che sono chiaramente fuori stagione. Sì, lo so che sembra folle, ma ci credo realmente in questa cosa.
La ricerca solitamente dura un po’, circa una settimana, così comincio a pensare a quale libro leggerò la sera a letto, poco prima di addormentarmi, senza che abbia ancora terminato il libro che ho in lettura. Lo so, è da folli anche questo. E però, vabbè, che non sono normale lo sapevo già xD
Daniele Imperi
Anche io penso che ci siano libri estivi e invernali
Mi capita che d’estate ho più voglia di storie dell’orrore, per esempio e d’inverno di altro.
Luca.Sempre
Ma come?
Mi citi e non mi dici nulla?
Sì, lo so, avrei dovuto leggere questo post per tempo, ma ultimamente metto in coda anche gli articoli dei blog che seguo con attenzione (come il tuo…)
Secondo me il fatto di saltare da un libro all’altro (o non finirne neanche uno che fosse uno) dipende da varie ragioni:
1) Sovraccarico informativo. Siamo bombardati. Facciamo sempre più fatica a concentrarci. Saltare da un romanzo all’altro mi ricorda un po’ come saltare da un sito web all’altro alla ricerca di… Boh.
2) L’età. Con il tempo i gusti si affinano, e l’esperienza ci rende più selettivi ed esigenti.
3) L’umore. Conta tantissimo.
4) Il tempo. Io ad esempio ho in programma (ormai da mesi) di leggere due tomi-tomi, e rimando sempre perchè so già che se li iniziassi non riuscirei ad essere costante nella lettura. E così “metto in coda” (alla prossima estate o alle prossime ferie di Natale). Questo, inevitabilmente, mi fa ripiegare su scelte “secondarie” ma forse non del tutto azzeccate.
Tu che dici?
Daniele Imperi
Non mi ricordavo
D’accordo sul sovraccarico informativo. Bisogna decidere di darci un taglio.
Vero anche per l’età. Sono più esigente, ora.
E anche io vorrei leggere dei volumoni, ma ancora non mi decido, perché richiedono secondo me più attenzione e costanza.
Come scegliere un libro da leggere
[…] la fine di marzo quando ho scritto l’articolo “Come scegliete un libro da leggere?” Neanche me ne ricordavo più. A quel tempo avevo avuto non poche difficoltà a trovare il libro […]