Dobbiamo innanzitutto differenziare la narrativa apocalittica dalla narrativa post-apocalittica: nel primo caso si tratta di storie incentrate su una catastrofe – guerra mondiale, virus, caduta di meteoriti, ecc. – mentre nel secondo caso le storie si concentrano sui sopravvissuti alla catastrofe, ambientate spesso anni dopo l’evento catastrofico.
Quindi storie e racconti apocalittici sono ambientati durante la fine del mondo e storie e racconti post-apocalittici, invece, dopo un evento disastroso e sono incentrati sulle lotte per la sopravvivenza.
A partire dal primo romanzo di questo genere letterario, L’ultimo uomo di Mary Shelley, la narrativa apocalittica e post-apocalittica ha visto nascere sempre più autori, fornendo moltissimi spunti di riflessione sulle reazioni dei sopravvissuti al nuovo mondo in cui sono costretti a vivere.
Esempi esplicativi sono La peste scarlatta di Jack London, La morte dell’erba di John Christopher, L’ultima spiaggia di Nevil Shute, La Terra sull’abisso di George R. Stewart
Leggi i miei racconti apocalittici e post-apocalittici
La lettura del romanzo La strada di Cormac McCarthy mi ha aperto un mondo nuovo, che ho voluto esplorare per conto mio scrivendo racconti che analizzassero il rapporto fra l’uomo e la catastrofe.
Quale futuro ti aspetta quando tutti, attorno a te, cominciano a scomparire senza lasciare traccia? Quando arriverà il tuo turno?
In un mondo dove non esiste più nulla come si potrà sopravvivere? Un uomo e una donna cercano un senso nelle terre estreme in cui vivono.
C’è ancora una possibilità per sopravvivere e sfuggire ai crolli: superare i Livelli e raggiungere Stratus, il mondo rinato dalla distruzione.
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