Cosa vi spinge a leggere un romanzo?

Ovvero: come ci attraggono i libri

Cosa vi spinge a leggere un romanzo?

Indice degli argomenti
  1. L’autore
  2. L’ambientazione
  3. Il titolo

Domanda forse insolita per me, che ultimamente preferisco leggere più saggistica che narrativa. L’ultimo romanzo letto è Fairy Tale di Stephen King, che ho trovato purtroppo noioso.

Tanto vale che risponda io per primo alla domanda. Cosa mi ha spinto a leggerlo?

Due motivi:

  1. l’autore, che conosco da anni e di cui ho letto molto (27 libri)
  2. il titolo, che evoca un mondo fiabesco, immaginario

Alla fine ciò che ho trovato in quel romanzo è stata solo una grande delusione. A pagina 160 ancora non succedeva nulla. Di fairy non c’era neanche una traccia.

E il mondo fiabesco e immaginario? C’era, certo, ma non come me l’aspettavo. Pazienza.

Torniamo alla domanda: cosa ci spinge a leggere un romanzo?

Credo siano 3 gli elementi che ha a disposizione un libro per attrarre i lettori: il nome dell’autore, l’ambientazione della storia e il titolo.

1) L’autore e il suo stile di scrittura

Più volte ho scritto che ci sono autori che mi spingono a comprare la loro opera omnia: Emilio Salgari, F.T. Marinetti, E.A. Poe, H.P. Lovecraft, Philip K. Dick, Len Deighton, Friedrich Nietzsche, per citarne alcuni.

Questo non significa che io abbia apprezzato tutto ciò che questi autori hanno scritto, però il nome dell’autore, se sono stato positivamente colpito da una o due opere lette, è quasi una garanzia.

Sono autori che voglio comunque conoscere in toto, magari anche leggendone una o più biografie.

Lo stile di scrittura non è assolutamente da sottovalutare: per quanto possa essere interessante una storia, lo stile usato dall’autore può allontanarci da quella lettura. Tanto per fare un esempio, non leggerei mai una storia narrata in seconda persona. Credo mi sia capitato un racconto scritto a quel modo e è stata una lettura… fastidiosa.

2) L’ambientazione della storia

Più volte ho scritto che non amo leggere storie ambientate nell’Italia di oggi, semplicemente perché non amo questo secolo e come si è trasformato il mio paese. Potrei ritrovarmi a leggere di Facebook e altri social: no, grazie. La lettura è per me evasione, quindi devo evadere da questo periodo storico quando leggo.

L’ambientazione può anche essere legata al genere narrativo: se leggiamo un romanzo storico, sappiamo cosa troveremo. Questo non sempre accade con la fantascienza, che non significa soltanto astronavi e alieni.

Mi piacciono le storie ambientate nella Chicago del Proibizionismo, o quelle delle inquietanti comunità montane degli Stati Uniti. Non amo leggere storie di mare, anche se ho una nutrita collezione di romanzi di Patrick O’Brian e C.S. Forester (tutti ancora da leggere, infatti).

Adoro le storie medievali, sono curioso di leggere storie sulla Preistoria. Mi piacciono le storie ambientate nell’800, italiane, inglesi e statunitensi.

Insomma, per farla breve ho un vasto assortimento di ambientazioni a cui attingere.

3) Il titolo del romanzo

Un libro non si dovrebbe mai scegliere dal titolo. Eppure il titolo è la prima cosa che si legge, visto che sta sulla copertina.

Come non notarlo?

C’è stato un tempo in cui mi facevo conquistare dai titoli dei libri. Oggi non è più così, grazie anche a internet: prima di acquistare un libro dal “titolo interessante” faccio una ricerca per leggere qualche informazione.

Probabilmente avrei comunque letto Fairy Tale, perché preferisco decidere io se vale la pena o meno leggere un romanzo, ma magari non mi sarei aspettato un capolavoro.

Cosa vi spinge a leggere un romanzo?

L’autore? L’ambientazione? Il titolo? O avete altre motivazioni?

15 Commenti

  1. Patrizia Belleri
    giovedì, 24 Novembre 2022 alle 8:05 Rispondi

    Condivido i tre elementi che ti invitano alla lettura e a questi aggiungo l’opinione delle persone che stimo.
    Se una persona di cui apprezzo il gusto letterario e il pensiero mi parla di un libro che ha gradito, spesso leggo quel libro sicura che mi piacerà: quasi sempre è così.
    È vero che un libro, oltre che dal titolo, non si dovrebbe scegliere dalla copertina, ma devo ammettere che anche questa è un richiamo, almeno iniziale.
    La copertina non basta, da sola, a farmi acquistare il libro, ma mi incuriosisce e mi invita almeno a vedere di che si tratta.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 24 Novembre 2022 alle 13:58 Rispondi

      L’opinione vale se so che quelle persone hanno i miei stessi gusti. Raramente ho usato questo elemento.
      Tanti anni fa anche io ho scelto alcuni libri per la copertina e in genere mi è andata bene.

  2. Luciano
    giovedì, 24 Novembre 2022 alle 10:17 Rispondi

    Aggiungerei la copertina, la prima cosa che ti attira in libreria se non cerchi qualcosa di specifico e, se sei uno scrittore, il fatto che abbia contenuti affini a quelli che stai scrivendo. Tuttavia sono il genere e la trama le caratteristiche determinanti nella mie scelte.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 24 Novembre 2022 alle 14:00 Rispondi

      Vero, la copertina nei tempi moderni – forse a causa della mole di libri pubblicati – è un grande richiamo, perché attira l’attenzione. Dopo conviene sfogliare il libro, prima di comprarlo.
      Sui contenuti concordo: quando leggo la saggistica, trovo sempre libri citati interessanti.

  3. Corrado S. Magro
    giovedì, 24 Novembre 2022 alle 12:30 Rispondi

    Una volta apprezzato un autore sono incline a conoscerlo meglio. È stato così nei confronti di U. Eco. La storia non è stata il motivo delle scelte successive: ero e sono interessato allo stile. Per la gran parte mi limito al singolo testo di un autore, curioso di scoprire una fonte nuova. Leggo narrativa quasi esclusivamente italiana, importante per me la lingua, vivendo in un paese oltr’alpe e se rivolgo la mia attenzione ad autori stranieri preferisco leggerli nell’originale, conoscenze permettendo. La copertina non è mai stata un criterio di scelta, titolo e autore, incipit hanno avuto più peso. Tengo d’occhio autori nuovi, li scelgo assieme agli assodati e dico che sono quasi sempre caduto in piedi. La saggistica italiana non mi ha convinto. Spesso è una brutta copia degli originali in altre lingue. Forse la conosco male.Tedeschi, francesi e inglesi li ritengo più sostanziosi.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 24 Novembre 2022 alle 14:02 Rispondi

      Anche per me lo stile è importante. Ormai ho smesso di leggere in inglese, anche perché non mi aiuta con la mia lingua e ci metto il triplo del tempo per leggere un libro.
      L’incipit anche per me è un elemento valido. Leggo sempre l’anteprima prima di comprare un libro.

  4. Orsa
    giovedì, 24 Novembre 2022 alle 14:04 Rispondi

    Buon pomeriggio a tutti. Nel mio caso sceglievo esclusivamente in base ai contenuti, a prescindere da titolo, copertina e opinioni lasciate da latri utenti. Dico sceglievo perché è da qualche anno ormai che mi riesce sempre più difficile acquistare romanzi, purtroppo ho sviluppato una vera e propria avversione alla storia romanzata. Anche io come te mi lascio affascinare da saggistica, diaristica e biografie. I diari di guerra vergati dai soldati della Grande Guerra (sto prosciugando un intero archivio) sono tra i pochi testi che attualmente riescono a intrattenermi e soddisfare la mia voglia di lettura. Li trovo coinvolgenti, commoventi, emozionanti. Tutto il resto mi annoia :( Troverò prima o poi il romanzo che riuscirà a farmi riconciliare con quel tipo di evasione? Magari il tuo! :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 24 Novembre 2022 alle 14:23 Rispondi

      Ultimamente anche io scelgo in base ai contenuti, per via di documentazioni e interessi vari sopraggiunti.
      Per i romanzi sto preferendo i classici o anche la narrativa italiana dal secondo dopoguerra agli anni ’60.
      Saggistica, diaristica e biografie anche per me. Ora sono sulla biografia di Umberto Boccioni, appena uscita.

  5. Alessandro
    venerdì, 25 Novembre 2022 alle 8:55 Rispondi

    Buongiorno Daniele
    Buongiorno tutti
    Interessante argomento, ci si potrebbe scrivere per ore. Io vado a periodi, e in questi anni mi sto impegnando a leggere classici che magari avrei dovuto leggere da ragazzo. Due anni fa ho letto Anna Karenina, l’anno scorso è toccato a Guerra e Pace, e quest’anno con alta probabilità mi butterò sui Fratelli Karamazov (spero di uscirne vivo…). A parte questi, e a parte qualche giallo/thriller giusto per relax, il mio interesse sta andando verso gli scrittori italiani del secondo dopoguerra, (Moravia Gadda Landolfi Camon Ortese e altri).
    Per quanto riguarda altri criteri di scelta, tipo il titolo, devo dire nel mio caso funzionano in negativo. Per farvi un esempio, non potrei mai leggere un libro intitolato “Vado a fare due passi”, oppure “Scusa ma ti chiamo amore”, perché mi danno subito l’idea di libri per giovani/giovanissimi, e la cosa non mi interessa. Per lo stesso motivo anni fa mi ero rifiutato di vedere un film col titolo (idiota) di “Basilicata coast to coast”, e ho fatto male, perché magari era un bel film.
    Un’altra cosa che guardo è la casa editrice, se è la Newton Compton ho qualche pregiudizio, se è Adelphi di meno

    • Daniele Imperi
      venerdì, 25 Novembre 2022 alle 9:02 Rispondi

      Ciao, Alessandro, quei classici ben voluminosi vanno bene uno all’anno…
      Anche per me alcuni titoli funzionano in negativo: se non mi comunicano nulla o, peggio, come nel tuo caso evocano qualcosa che non fa per me, me ne allontano.
      Per i film io aggiungo “Pomodori verdi fritti, ecc.”, mai visto.
      Concordo anche sulle case editrici. Ho infatti smesso di comprare libri di 3 case editrici che mancano di correzioni di bozze, viste le decine di errori che trovavo nei libri.

  6. vonMoltke
    venerdì, 25 Novembre 2022 alle 22:09 Rispondi

    Beh, non ho molto da aggiungere a quanto elenchi. Adesso ad esempio ho appena iniziato la “Récherche” di Proust, in edizione Pléiade, perché era anni che desideravo leggerlo in francese e perché sono un patito di quell’edizione. Lo conoscevo appena di fama, avevo letto oltre 25 anni fa in traduzione il primo volume ma senza che mi avesse lasciato molto, e però da qualche anno sto cercando di leggere classici in lingua originale che siano piacevoli innanzitutto per lo stile di scrittura. Non mi ha deluso: nonostante non succeda quasi nulla, il modo in cui costui descrive le cose, la lingua che usa, sono incantevoli. E gli autori che amo sono così.
    Anche io sto leggendo molta saggistica, come sai, da oltre un anno leggo filosofia. Anche qui conta quel che già so di un autore, mi attrae la temperie idealistica dal neoplatonismo ad Hegel mentre non leggerei mai Schopenhauer.
    E poi ci sono le edizioni: molte volte voglio una determinata copertina, o una certa edizione. Pléiade per i francesi, Penguin per gli inglesi, BUL preferibilmente per i filosofi. Da qualche anno sto comprando o addirittura ricomprando in edizione rilegata i miei autori preferiti. Ma qui dalla lettura si sconfina nella bibliomania.

    • Daniele Imperi
      sabato, 26 Novembre 2022 alle 8:35 Rispondi

      Auguri per la “Récherche”… ho visto un’edizione in 7 volumi.
      Anche io in certi casi preferisco leggere un libro in base a una certa edizione. Per alcuni libri, magari di autori che non conosco, prendo le edizioni del Club degli Editori – che comunque per i classici latini e greci ha fatto dei bellissimi volumi – ma per altri preferisco le edizioni originali e con sovraccopertina.
      Si sconfina sì nella bibliomania! Ma io sono un bibliomane.

  7. Roberta Fausta Ilaria Visone
    martedì, 3 Gennaio 2023 alle 16:15 Rispondi

    Buon pomeriggio!
    Personalmente sono spinta da altri fattori rispetto a quelli di questo post, cioè la tematica e l’aiuto che penso quel libro possa darmi.
    Nel primo caso cerco libri su argomenti che mi interessano, tra cui i giochi di potere, il femminismo e le relazioni.
    Per quanto riguarda il secondo aspetto a me succede (più in passato che ora) di andare in libreria e sentirmi istintivamente attratta da un libro per il fatto che penso mi possa aiutare a sciogliere dei dubbi, a risolvere una determinata situazione, a migliorarmi e a ritrovarmi quando mi sento smarrita. Il titolo e la copertina del libro aiutano in questo, ma è più il titolo ad attrarmi.

    • Daniele Imperi
      martedì, 3 Gennaio 2023 alle 16:29 Rispondi

      I fattori di cui parli sono però più attinenti alla saggistica e ai manuali, oppure li estendi anche ai romanzi?

      • Roberta Fausta Ilaria Visone
        martedì, 3 Gennaio 2023 alle 17:58 Rispondi

        Sì, spesso estendo questi criteri anche ai romanzi, soprattutto il primo (la tematica).

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