Content marketing per scrittori

Content marketing

Che cos’è il content marketing

Per content marketing si intende la creazione di contenuti di valore e la loro condivisione per poter attrarre lettori e trasformarli in clienti. I contenuti da scrivere dovranno ovviamente essere a tema con il tipo di attività svolta.

Con la produzione continua di contenuti informativi e originali aumenterà la fiducia dei lettori, si stabiliranno relazioni e contatti, si andrà a formare un pubblico che tornerà volentieri a leggere. Tutto ciò aumenterà le cosiddette conversioni.

Content marketing per scrittori

Per uno scrittore il content marketing è importante perché lo aiuta a creare un suo pubblico. Con la semplice creazione di informazioni gratuite, di articoli a tema, di post di intrattenimento sull’attività dello scrittore, grazie a una presenza online che non può mancare, i lettori potranno beneficiare di contenuti di qualità.

La scrittura continua di contenuti permette all’autore di essere trovato online, di entrare in contatto coi suoi probabili lettori. Permette un dialogo continuo coi lettori: e questo è l’obiettivo primario del content marketing.

Uno scrittore, oggi, non può permettersi di pubblicare un libro e attendere che qualcuno lo acquisti. Oggi lo scrittore deve andare a cercare i suoi lettori e grazie al content marketing può farlo. Scrivendo contenuti di valore, utili ai lettori, lo scrittore avrà creato una sua cerchia che, anche se inizialmente ristretta, potrà aumentare grazie a un involontario passaparola. Chi legge un libro e frequenta il web, parlerà di quel libro.

Il content marketing è copywriting?

Se il content marketing è scrittura di contenuti validi per ottenere un pubblico, quindi è scrittura di contenuti a scopo promozionale, e il copywriting è una scrittura persuasiva, poiché deve far compiere un’azione ai lettori, come l’acquisto di un prodotto o l’iscrizione a una newsletter, possiamo definire il content marketing una forma di copywriting?

Le due discipline, i due tipi di scrittura, sono legati fra loro. Il content marketing deve avere la sua giusta dose di copywriting, o meglio di web copywriting. Il copywriting deve avere contenuti di qualità, altrimenti vende aria fritta.

Non si può fare content marketing senza conoscere le basi della scrittura per il web.

Quale content marketing per gli scrittori?

Uno scrittore non deve limitarsi a scrivere storie da vendere o da regalare ai suoi lettori. Anche quelle – le storie regalate, intendo – sono una parte del content marketing, ma non basta. Un aspirante scrittore è una persona sconosciuta, che deve farsi prima conoscere e poi apprezzare.

Il primo passo, dunque, per farsi apprezzare come scrittore di storie è quello di farsi apprezzare come scrittore di contenuti utili ai propri lettori. Il primo passo è quello di costruire un rapporto di fiducia coi lettori, di ampliare il proprio pubblico.

  • Articoli: costituiscono l’elemento più numeroso all’interno del content marketing. Uno scrittore potrà scrivere un numero considerevole di articoli, non soltanto sulla scrittura, ma anche sull’editoria in genere, su temi che lo appassionano, sui temi trattati nelle sue opere. Sono articoli che può pubblicare sul suo blog o su portali a tema.
  • Social networking: accanto alla produzione di contenuti sul suo blog, c’è la scrittura di contenuti – di qualsiasi genere – sui vari social media come Facebook, Twitter, Google Plus e Linkedin. Sono social media che non vanno usati soltanto per condividere ciò che lo scrittore ha scritto nel suo blog o altrove, ma richiedono anche una produzione dedicata di contenuti.
  • Guest post: uno scrittore potrà farsi ospitare in altri blog e scrivere articoli di qualsiasi genere. Non importa che siano attinenti unicamente al tema scrittura e letteratura. Se un suo libro tratta delle spedizioni polari, potrà benissimo scrivere articoli su quell’argomento e farli pubblicare su blog a tema.
  • Serie di post: considerare una serie di articoli da scrivere nel proprio blog è senz’altro una soluzione ottima per assicurare al blog una pubblicazione continua di contenuti e soprattutto un ritorno di pubblico.
  • Newsletter: esistono newsletter gratuite che si limitano a inviare agli iscritti il link dei post pubblicate. Creare invece una newsletter che invia ai propri lettori dei contenuti che non potranno trovare sul blog è un modo per fidelizzarli. È una sorta di premio, in cambio di visite e frequenza nel blog. È content marketing.
  • Casi studio: le storie personali, come esperienze personali in ambito scrittura ed editoria, sono ben viste dai lettori, perché sono articoli di vita reale, vissuta, che offrono al pubblico soluzioni, ma anche riflessioni, che creano dibattiti e discussioni. È importante che non si scenda in toni polemici. La polemica a volte è necessaria, ma entro i giusti confini.
  • Video: anche un video rappresenta un contenuto e può essere un contenuto promozionale. Quale video potrà produrre uno scrittore? Al di là di book trailer e presentazioni online di proprie opere, lo scrittore potrà creare dei video tutorial, delle video recensioni, delle video interviste, ecc.
  • Ebook: non parlo di ebook di racconti e romanzi, ma di di guide, per esempio, di compendi di articoli incentrati su un tema. E rilasciati gratuitamente.
  • Blog sul libro: rappresenta una sorta di minisito e ha una doppia utilità. La prima è quella di pubblicizzare il libro direttamente in un sito dedicato, in cui creare una pagina di vendita, una scheda del libro, una sezione news per le continue informazioni sulla pubblicazione e prevedere anche la scrittura di articoli di approfondimento. La seconda è quella di promuovere lo scrittore, perché rappresenta una piattaforma in più.
  • Corsi: creare un corso gratuito online, sulla scrittura, sulla pubblicazione, su un qualsiasi argomento inerente all’attività di scrittore, costituisce un’attività a cui uno scrittore deve dedicarsi, poiché avrà seguito fra il pubblico e lo stesso pubblico potrà aumentare.
  • Commenti in altri blog: commentando nei vari blog, con testi sensati, completi, si ha un ritorno di visite e si aumenta la possibilità di farsi conoscere.
  • Recensioni: scrivere recensioni di libri rappresenta come sempre un campo fertile per i contenuti, dal momento che uno scrittore è, obbligatoriamente, un gran lettore.
  • Racconti: e per concludere siamo arrivati ai racconti. Anche questo è content marketing, ma non può certo stare al primo posto, specialmente se lo scrittore è nella fase di “aspirante” ed “emergente”. Però, essendo uno scrittore, dovrà pur farsi conoscere per quell’attività e quindi pubblicare nel proprio blog storie su storie.

Investire in contenuti: il succo del content marketing

Il content marketing rappresenta dunque un investimento in termini di tempo: produrre contenuti per aumentare la propria visibilità e il proprio pubblico. Lo scrittore investe in contenuti. Dà qualcosa di sé gratuitamente ai propri lettori per ricavarne seguito.

Non è detto che grazie al content marketing un aspirante scrittore potrà vendere migliaia di copie del suo libro, quando ne pubblicherà uno. Ma nessuno al mondo potrà mai garantire al 100% la vendita anche di una sola copia di quel libro. È senza dubbio più proficuo dedicarsi al content marketing che aspettare che il libro si venda da solo.

28 Commenti

  1. Content marketing per scrittori: come farlo? | Diventa editore di te stesso | Scoop.it
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 10:25 Rispondi

    […] Per content marketing si intende la creazione di contenuti di valore e la loro condivisione per poter attrarre lettori e trasformarli in clienti. I contenuti da scrivere dovranno ovviamente essere a tema con il tipo di attività svolta.   Con la produzione continua di contenuti informativi e originali aumenterà la fiducia dei lettori, si stabiliranno relazioni e contatti, si andrà a formare un pubblico che tornerà volentieri a leggere. Tutto ciò aumenterà le cosiddette conversioni.   Uno scrittore, oggi, non può permettersi di pubblicare un libro e attendere che qualcuno lo acquisti. Oggi lo scrittore deve andare a cercare i suoi lettori e grazie al content marketing può farlo. Scrivendo contenuti di valore, utili ai lettori, lo scrittore avrà creato una sua cerchia che, anche se inizialmente ristretta, potrà aumentare grazie a un involontario passaparola. Chi legge un libro e frequenta il web, parlerà di quel libro.   Il content marketing rappresenta dunque un investimento in termini di tempo: produrre contenuti per aumentare la propria visibilità e il proprio pubblico. Lo scrittore investe in contenuti. Dà qualcosa di sé gratuitamente ai propri lettori per ricavarne seguito.   Non è detto che grazie al content marketing un aspirante scrittore potrà vendere migliaia di copie del suo libro, quando ne pubblicherà uno. Ma nessuno al mondo potrà mai garantire al 100% la vendita anche di una sola copia di quel libro. È senza dubbio più proficuo dedicarsi al content marketing che aspettare che il libro si venda da solo. Leggi tutto: http://pennablu.it/content-marketing/ […]

  2. Il Moro
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:32 Rispondi

    Io ci sto già provando, con il mio blog. Peccato che anche il blog stesso avrebbe bisogno di promozione… XD

    • Daniele Imperi
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:34 Rispondi

      Devi provare con Facebook, Twitter e commentando altrove.

      • Il Moro
        martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:52 Rispondi

        Con facebook ci provo già, ma per motivi legati agli orari di lavoro non posso accedervi tanto quanto mi servirebbe (lì bisogna postare alle ore giuste per non rischiare che il tuo post venga sbattuto giù da una valanga di stupidaggini). Twitter devo ancora imparare a usarlo… applicazione, serve, applicazione… :-D

        • Daniele Imperi
          martedì, 9 Ottobre 2012 alle 12:27 Rispondi

          Io uso un’app installata su FB e tutto quello che scrivo su Twitter finisce nel mio profilo. Poi ho un’app sempre su FB che automaicamente mi riversa i post dei vari blog sulle rispettive fan page.

          • Il Moro
            martedì, 9 Ottobre 2012 alle 13:08 Rispondi

            L’avevo messa anch’io. Ma di twitter c’è ancora qualcosa che mi sfugge. Cioè, tu puoi seguire chi ti pare, ma gli altri per vedere cosa posti tu devono seguire te. Per convincere gente a seguirti, devi essere già noto. Cioè, secondo me va bene per pubblicizzare il singolo post sul blog o il racconto o comunque un singolo contenuto presso chi già ti conosce, ma non puoi raggiungere nuovo pubblico con quello. Almeno credo.

  3. marina
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:29 Rispondi

    Sono perfettamente d’accordo. Io sono una novellina ma faccio già gran parte delle cose che descrivi. Siamo i primi venditori di noi stessi. Con umiltà e tanta tanta passione

    • Daniele Imperi
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:34 Rispondi

      Venditori di noi stessi è la giusta definizione :)

  4. marina
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 11:37 Rispondi

    lo scambio tra blogger è un suggerimento interessante…penna blu se hai proposte non hai che da dirlo:) buona giornata

  5. Daniele Imperi
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:06 Rispondi

    Il Moro
    Cioè, tu puoi seguire chi ti pare, ma gli altri per vedere cosa posti tu devono seguire te. Per convincere gente a seguirti, devi essere già noto.
    0  0

    Non proprio. Quello che scrivi su twitter è comunque rintracciabile dal motore di ricerca. Puoi facilitare la cosa usando le hashtag, ossia se scrivi “#scrittura” quella parola è direttamente collegata alle ricerche. Inoltre seguendo una persona, fai sapere a quella persona che esisti pure tu ;)

    • Il Moro
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:15 Rispondi

      Ne faccio tesoro, prossimamente proverò ad applicarmici di più…

      • Daniele Imperi
        martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:25 Rispondi

        Eh, sì… il tuo ultimo tweet risale a luglio LOL

  6. Kinsy
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:40 Rispondi

    D’ora in poi questo post sarà la mia Bibblia!
    Sono alla disperata ricerca di lettori che critichino (sì, non ho sbagliato termine) i miei scritti e fin’ora non ne ho molti…

    • Daniele Imperi
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:48 Rispondi

      Grazie :)
      Hai provato a postare qualcosa in qualche forum?

    • Alessandro C.
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 15:41 Rispondi

      non preoccuparti, hai già trovato un commentatore criticone e parecchio str**zo :P

    • Kinsy
      domenica, 14 Ottobre 2012 alle 20:18 Rispondi

      No, non ci ho mai pensato… Puoi darmi qualche suggerimento?

  7. Lucia Donati
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 14:49 Rispondi

    Che dire? Ottimi consigli, ovviamente.

  8. Alessandro C.
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 15:39 Rispondi

    Sebbene espressioni come “content marketing” mi diano la pelle d’oca, in effetti un libro non può vendersi da solo. Diciamo però che la standardizzazione delle piattaforme web – su di tutte i blog – è abbastanza triste.
    I vari Robin Good/Gavello di sta’ ceppa hanno fatto sì che si creasse una mandria di proseliti convinti che il blog sia solo una vetrina per i propri “infoprodotti” (altro termine orribile quanto odioso), che si debba concludere sempre e comunque un post con una domanda ai lettori, che si debbano farcire i post e i loro titoli con liste di ogni tipo, dai 10 consigli per farla impazzire a letto ai 5 errori da evitare quando si entra nel cesso di un Intercity.
    Resto dell’idea che non solo la scrittura dei propri libri, ma anche tutto ciò che comunichiamo tramite una qualsivoglia piattaforma dovrebbe essere dettata dalla passione e dalla voglia di comunicare, non dalla necessità di trovare un “pollo” in più a cui piazzare una copia del nostro nuovo racconto. Altrimenti si diventa solo mercenari, gente come quella che organizza convegni sul web marketing dicendo che “tutto nella rete dovrebbe essere gratuito” e poi si fa pagare botte di 200-300 euro per i dvd dei loro farneticanti workshop.
    Insomma, farsi conoscere si ma non diventare dei venditori in giacca e cravatta pronti a prostituire forma e contenuti al verbo dell’economia 2.0.
    Non riuscirò mai a vedere un mio libro come un semplice “prodotto”. Magari è una visione illusoria, però ho la netta sensazione che i guru del “web marketing” stiano rendendo la blogosfera fredda e povera di sentimenti e contenuti.

    • Daniele Imperi
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 15:59 Rispondi

      In parte condivido quello che hai scritto. Soprattutto sui cosiddetti esperti di web marketing, che spesso scrivono cose del tutto errate.

      Sulla domanda a fine post, io la uso, non sempre, ma la uso. Trasformare il blog in una vera e propria vetrina di vendita, no. Il blog è altro.

      • Lucia Donati
        martedì, 9 Ottobre 2012 alle 16:41 Rispondi

        All’inizio non usavo mai la (o le)domanda a fine post, poi ho visto che c’erano da te e l’idea mi è piaciuta: una domanda coinvolge maggiormente il lettore e, anche se non vuole rispondere, però ha occasione di riflettere sull’argomento. Ora la uso quasi sempre ma non è obbligatorio, chiaramente.

    • Lucia Donati
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 16:38 Rispondi

      Speriamo che i contenuti e i sentimenti non diventino freddi e poveri: anch’io, a volte ho una simile sensazione. Bisogna sempre badare alla qualità e a non impoverirsi, ognuno per quel che riguarda sé stesso; poi, tutto il resto è collegato.

  9. Alessandro C.
    martedì, 9 Ottobre 2012 alle 18:19 Rispondi

    non volevo demonizzare l’uso della domanda a fine post. Il mio commento era una critica generalizzata al rendere il proprio blog esclusivamente una vetrina studiata in ogni minimo dettaglio per diventare una macchina da visitatori/follower.
    Chiaro che se ci si rivolge direttamente al lettore solo per invogliarlo a esprimersi non c’è nulla di male. Anch’io ho spesso concluso dei post con una domanda ai lettori, anch’io ho usato delle liste. Il problema non è lo strumento in se, ma le intenzioni con cui lo si utilizza.

    • Lucia Donati
      martedì, 9 Ottobre 2012 alle 20:31 Rispondi

      Per me era chiaro cosa intendi e sono d’accordo.

    • Frank Spada
      mercoledì, 10 Ottobre 2012 alle 12:16 Rispondi

      http://blog.robinedizioni.it/frank-spada
      dopo aver visitato il blog di Alessandro C., con il quale condivido l’abitudine del Lei, un principo in relazione all’età che mi trattiene in vita, forse senza darmene ragione.

  10. Romina Tamerici
    giovedì, 11 Ottobre 2012 alle 23:10 Rispondi

    Seguo quasi tutti questi punti, ma ovviamente si può sempre migliorare in ogni cosa e poi cercare di raggiungere i punti mancanti. Questi elenchi sono sempre molto utili per capire su cosa si può puntare!

  11. Il meglio del 2012
    lunedì, 7 Gennaio 2013 alle 13:51 Rispondi

    […] Content marketing per scrittori: che cosa può scrivere uno scrittore per farsi conoscere e migliorare la sua presenza online. […]

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