Quanto costa il marketing editoriale nel 2023?

Quanto costa il marketing editoriale nel 2023?

Quando ho scritto il mio primo articolo sul marketing editoriale era il gennaio 2011: sono trascorsi oltre 12 anni da quel giorno e molte cose sono cambiate in editoria e anche nel mondo di internet.

Soprattutto, sono aumentati i libri in circolazione, sono nate nuove case editrici, l’autopubblicazione ha visto sempre più nuovi adepti e sono aumentati anche gli scrittori, a fronte dei lettori che sono sempre gli stessi.

Oggi promuovere un libro ha un costo maggiore rispetto al passato.

Vecchie pratiche di marketing editoriale

Rileggendo quel primo articolo, quei consigli non sono ancora tutti validi come lo erano a quel tempo. Per esempio, consigliavo una pagina su Facebook dedicata al libro, che tempo dopo avevo già sconsigliato.

Basta e avanza il proprio profilo personale, che di sicuro ha in partenza più contatti rispetto a una pagina appena nata che ne ha, ovviamente, zero. Senza contare, poi, i famosi algoritmi di Facebook, con cui fare i conti.

Consigliavo anche il sito dedicato al libro, cosa che invece ora sconsiglio in molti casi. Quando pubblicai il mio primo (e unico) libro, preso dall’entusiasmo registrai il dominio e creai un sito promozionale, per eliminarlo poco tempo dopo.

Già quella spesa mi costò diverse decine di euro (fra dominio e tema grafico). Non ne valse la pena, considerando sia la nicchia del libro, sia la tiratura, sia la percentuale sulle vendite. E adesso quel sito vive come sottodominio di Penna blu, senza alcuna spesa aggiuntiva.

Se e quando pubblicherò una versione aggiornata del mio saggio, quel sito quasi sicuramente sparirà del tutto.

Guest post e article marketing sono nell’elenco dei consigli di allora. L’article marketing ha perso forza con il tempo e quindi, almeno per un libro, oggi non è assolutamente da inserire in una strategia di promozione editoriale.

Forse possono funzionare gli articoli scritti per altri blog, ma dipende dal pubblico di lettori che hanno. Se un blog è seguito da 1000 persone, probabilmente saranno incuriosite dal vostro libro soltanto cento o poco meno. Se è seguito da una cinquantina di lettori…

È lo stesso motivo per cui le case editrici chiedono a blogger seguitissimi di recensire i loro libri.

Il dialogo fra autore e lettori – che proponevo creando nel blog categorie dedicate ai propri libri pubblicati – resta valido: se non attuando quel mio consiglio (che non mi sembra più sensato), quanto meno instaurando un rapporto di simpatia, fiducia, stima grazie al proprio blog e ai profili sociali.

Il book trailer del libro ha un costo e resta, secondo me, una pratica valida per le case editrici, e non certo piccole.

Chi legge i comunicati stampa? Un tempo, cercando i comunicati stampa su Google, si trovavano parecchi siti dedicati alla loro pubblicazione, mentre adesso è pieno di pagine di comunicati delle agenzie e dei siti istituzionali. Insomma, se pubblicassi un libro, non lo annuncerei più con un comunicato.

La firma nei forum… seguite qualche forum letterario? Un tempo ero attivo nei forum: ne seguivo uno per webmaster (di cui ero uno dei moderatori), due di illustratori (idem) e tre letterari. Ho smesso da anni di seguirli.

Inserire in firma il proprio libro pubblicato ha senso se si è molto attivi in un forum (quindi l’esposizione della firma sarà elevata) e allo stesso tempo se quel forum è molto frequentato.

Vecchie pratiche di marketing editoriale ancora valide

Dei 12 consigli che diedi restano validi soltanto 3:

  • il sito dell’autore, che per me oggi è fondamentale, al di là delle piattaforme sociali;
  • una newsletter, che ha senso e porta benefici soltanto se già esiste un sito e ha un buon traffico di visitatori;
  • la firma personalizzata nell’email, in cui segnalare il proprio libro.

Avevo parlato anche dell’estratto del libro da pubblicare nel proprio sito. Ancora oggi si trovano case editrici che non pubblicano un’anteprima dei libri. Mi chiedo come sia possibile vendere un libro online oggi senza offrirne un assaggio.

A queste pratiche bisogna aggiungere qualche profilo sociale, quelli più consoni alla propria personalità.

E le presentazioni del libro dal vivo? Sono scettico, devo ammetterlo. E non soltanto perché non mi sentirei a mio agio a parlare in pubblico, ma perché per un autore andarsene in giro per l’Italia a presentare il proprio libro richiede una spesa enorme.

Viaggio, vitto e alloggio che non vengono ripagati dai diritti d’autore. E non credo, correggetemi se sbaglio, che siano a carico della casa editrice.

Da cosa dipende il costo del marketing editoriale?

In termini di costi oggi è possibile realizzare un sito – con proprio dominio e grafica professionale – con poche decine di euro.

I professionisti del settore mi odieranno, ora, ma bisogna considerare che un autore non si arricchisce con uno o più libri pubblicati, che spesso non ha un lavoro fisso o comunque guadagni che permettano di investire centinaia di euro in un sito.

Il sito dell’autore è soltanto il punto di partenza per iniziare a promuoversi come scrittori. È una base, che richiede prima di tutto un progetto per essere avviata e poi lavoro periodico per aggiornarla.

Quindi da cosa dipende il costo del marketing editoriale?

Essenzialmente dal pubblico di destinazione e dalla concorrenza nel mercato editoriale.

Più è vasto quel pubblico e più libri concorrenti esistono e più alto sarà il costo delle operazioni di marketing da affrontare. E i costi aumentano per chi decide di autopubblicarsi, perché non ha le risorse di cui dispone una casa editrice.

Tornando alla domanda del titolo dell’articolo: quanto costa il marketing editoriale nel 2023?

Forse oggi i costi sono maggiori in termini di tempo da dedicare alla promozione del libro, piuttosto che di risorse economiche vere e proprie.

  • La gestione di un sito, con relativo blog, richiede tempo.
  • La gestione dei profili sociali richiede tempo.
  • Se si crea una newsletter, gestirla richiede tempo.

Il problema principale, oggi, è l’affollamento: c’è una folla di gente che scrive, le librerie sono affollate di libri sempre nuovi, le case editrici devono sfornare libri per non farsi sopraffare dalla concorrenza, c’è una folla di gente che intasa le piattaforme sociali e il tempo massimo di attenzione per ogni contenuto pubblicato è sempre più breve.

Il marketing editoriale, nel 2023, costa moltissimo tempo.

12 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 27 Aprile 2023 alle 11:43 Rispondi

    Mi soffermo solo su alcuni aspetti:
    – Un sito a pochi euro? Se non si opta per piattaforme tipo WP e si sceglie una grafica di un certo livello, gli Euro diventano subito qualche migliaio.
    – In Italia più che altrove domina la tendenza a “spennare l’allocco”. Se l’autore si affida a un distributore, questi non corre rischi contando sulle ritenute sulle vendite. Il servizio va pagato in anticipo. I grandi distributori internazionali non chiedono l’obolo.
    – La distribuzione è una “catena di S. Antonio”. Solo chi viene promosso da certi canali può essere presente su alcune vetrine. È normale! Tutti devono sopravvivere grazie a chi si presta al giuoco.
    – Google: Per anni posizionato in prima pagina non mi è servito a nulla. Oggi poi il posoizionamento poggia su parametri robotizzati e del tutto nuovi. In alternativa l’Host che attualmente ospita il sito mi permette di vedere chi, quando, da dove e per quanti minuti, ore o secondi si è intrattenuto/ ha curiosato. Risultato: Interessi moltiplicati di chi vuole vendere un servizio rimunerato, non dall’R.O.I. ma sempre in anticipo (la prassi del legale). Ho rinunciato a investire nel posizionamento senza riceverne danno.
    – Livello di consapevolezza quasi nullo di tanti/molti: Hanno android o iPhone vanno su Internet dove tutti dispongono dei loro dati ma scappano davanti alla richiesta di una sempice registrazione per accedere a un servizio offerto gratis. Si denudano ma gridano alla “privacy”!
    E per chiudere: A mio podesto parere vige la sindrome dell’influencer: figura germogliata e consolidata dal multimediale, non ingiustificata ma spesso infesta.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 27 Aprile 2023 alle 13:34 Rispondi

      Per il sito intendevo infatti WP. I temi costano a partire da 19 euro, più o meno.
      Della distribuzione si lamentano in molti.
      Posizionamento: come dovrebbe posizionarsi una casa editrice? Con la parola chiave “libri” o per generi letterari?
      E un autore?
      Secondo me in questi settori valgono altre regole per ottenere visibilità.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 27 Aprile 2023 alle 13:52 Rispondi

    Anche se Pierino disegnando alla lavagna i genitali con la didascalia “la reclame è alla base del successo”, ottenne successo con la sua insegnante, lo sforzo per il posizionamento influisce ben poco. Parole chiavi e tipologia, google le pesca “quasi” in autonomia (bot , IA o altro, affermazione di un professionista a commento di un risultato positivo inaspettato)

  3. Orsa
    giovedì, 27 Aprile 2023 alle 14:22 Rispondi

    “Si denudano ma gridano alla privacy” parole sante, Corrado!
    Sentivo, proprio qualche giorno fa, di una piccola associazione che organizza eventi, promozioni e presentazioni di libri. Volevano invitare in città una nota giornalista Rai per presentare il suo nuovo libro. L’autrice sarebbe venuta in cambio di viaggio, vitto, alloggio e di MINIMO 30 copie vendute! Ovviamente l’organizzatore ha rinunciato, sarebbe stato disposto ad accordarle vitto, alloggio e tirando anche il viaggio, ma le 30 copie vendute no.
    Ecco, magari un autore emergente può approfittare di queste associazioni, può accordarsi con le piccole librerie e abbattere i costi di un calendario di presentazioni dal vivo. Si può fare… a patto di superare l’ansia di parlare in pubblico ;)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 27 Aprile 2023 alle 14:29 Rispondi

      All’associazione costavano meno le 30 copie del libro del vitto, alloggio e viaggio…
      Che ci guadagnava l’associazione?

      • Orsa
        giovedì, 27 Aprile 2023 alle 14:37 Rispondi

        Ma penso nulla, inoltre queste piccole associazioni campano di patrocini e sponsor.
        Mhh… metti 30 copie a minimo 20 euro erano le prime 600 euro a volare via. No, vitto e alloggio sarebbero costati molto meno. Però ora mi hai incuriosita, m’informo meglio.

  4. Luciano
    lunedì, 1 Maggio 2023 alle 9:58 Rispondi

    In effetti è davvero difficile pubblicizzare un romanzo nella maniera dovuta. Come scelgono i lettori che cosa leggere? In base al genere, all’autore, magari influenzati da un estratto coinvolgente e da una bella copertina, ma tutte queste cose come possono essere presentate nel modo e nel momento giusto? Se ci fosse un sistema che garantisca quantomeno il recupero della cifra investita, qualunque essa fosse nei limiti delle proprie disponibilità, chi non lo perseguirebbe? Purtroppo anche mandando mail e sms a tutti i parenti e conoscenti il ritorno rischia di essere scarso o nullo. Scrivere un romanzo per vendere solo sette copie non è il massimo, e ridursi a fare decine di tentativi incerti serve a poco. Ilfatto è che vendi bene il tuo libro solo se sei famoso, quindi, a meno di un colpo di fortuna, l’unico modo è diventare famoso e poi pubblicare un libro. Magari è questa la via più semplice…

    • Daniele Imperi
      martedì, 2 Maggio 2023 alle 8:25 Rispondi

      I lettori scelgono i libri da leggere in base a vari fattori: autori che conoscono, generi che amano, tendenze del momento, trame, ecc.
      Purtroppo nel marketing e nella pubblicità in generale non esiste alcuna garanzia che funzioni qualcosa.
      Una delle strade per vendere tante copie è proprio quella: prima diventi famoso e poi scrivi un libro. Ecco perché si pubblicano spesso libri di personaggi famosi: perché vendono.

  5. Grazia Gironella
    lunedì, 1 Maggio 2023 alle 10:40 Rispondi

    Forse non sono la persona giusta per commentare, visto il mio pessimismo attuale, ma credo che tu abbia centrato problemi più che reali. Gli strumenti a disposizione dell’autore, quando non ha alle spalle un editore importante, sono tanti quanto inutili. Tempo fa non si sapeva, ora sì, un po’ perché le situazioni sono cambiate, un po’ perché le illusioni sono crollate alla luce dei fatti. Se qualcuno mi chiedesse oggi quale sia la strada migliore per far conoscere il proprio lavoro, gli direi che una strada del genere non esiste, e che gli conviene scrivere per soddisfazione personale, oppure sperare nella fortuna, o rivolgersi ad aiuti superiori se è credente.

    • Grazia Gironella
      lunedì, 1 Maggio 2023 alle 10:49 Rispondi

      Le presentazioni fanno andare regolarmente in perdita, a meno che non si rimanga nel proprio paesello e non si abbiano spese di trasporto e alloggio. Anche così, ammesso che la sala non sia offerta a pagamento, spesso viene chiesta un’offerta libera. Va da sé che nessuno si sente di offrire cinque euro, e via che vanno i lauti proventi delle vendite. Inoltre, a meno che non si sia degli istrioni nati, per reggere dignitosamente la presentazione è utile avere una spalla simpatica e/o stimata, tutt’altro che facile da reperire gratis. Conclusioni simili ho dovuto trarre anche per gli Amazon Ads e per la promozione su Facebook: possono funzionare, almeno in teoria, ma quanti riescono a non andare in perdita? Naturalmente la mia è esperienza personale, quindi di validità limitata. E’ bello sapere che ad altri va meglio. :)

      • Daniele Imperi
        martedì, 2 Maggio 2023 alle 8:22 Rispondi

        Infatti sono molto scettico sulle presentazioni dei libri, proprio per via delle spese. E sulla lettura hai ragione: io non potrei mai leggere ciò che ho scritto, altrimenti perderei lettori. Devi per forza affidarti a qualcuno che sappia leggere benissimo. E che si presti a farlo gratis, altrimenti sono altre spese.
        Sulle pubblicità su Amazon e Facebook concordo: almeno nel settore editoriale, dove i guadagni sono bassi, credo sia più probabile andare in perdita.

    • Daniele Imperi
      martedì, 2 Maggio 2023 alle 8:19 Rispondi

      Devo concordare con te: oggi ci sono tantissimi strumenti per gli autori, ma sono pressoché inutili perché richiedono competenze specifiche e tantissimo tempo. Oppure tantissimo denaro, se ci si rivolge a professionisti del settore.

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