Siete scrittori di situazioni?

Creare storie dalla domanda “Che cosa accadrebbe se…?”

Siete scrittori di situazioni?

Ci sono 2 modi per scrivere una storia:

  1. Parlare di fatti ordinari e creare una storia che non va da nessuna parte
  2. Parlare di situazioni straordinarie e creare una storia che prevede un arco drammatico

Non esiste un modo migliore dell’altro per scrivere storie: ci sono tantissimi esempi di storie del primo tipo che hanno avuto successo e altrettante del secondo.

Esistono semplicemente tipologie di scrittori: c’è chi ama scrivere di personaggi comuni in situazioni ordinarie e chi ama scrivere di personaggi, comuni o meno, in situazioni straordinarie.

Che cosa accadrebbe se…?

È quello che nel mondo anglosassone chiamano What if, intraducibile in italiano: l’ho reso con “situazione”, perché di fatto è un modo di scrivere narrativa basandosi su una situazione.

  • Che cosa accadrebbe se dei rapinatori restassero bloccati dentro la banca appena rapinata?
  • E se un uomo venisse accusato di un crimine non commesso e non avesse un alibi valido?
  • Che cosa accadrebbe se si spegnessero i motori di un aereo di linea con 300 passeggeri a bordo?
  • E se gli astronauti allunati non potessero più decollare per tornare sulla Terra?

Le situazioni su cui scrivere sono davvero tante, infinite mi azzardo a dire. E non devono essere necessariamente estreme come l’ultima.

Scrivere basandosi su una situazione

È ovvio che questo tipo di storie si riscontri più facilmente nei romanzi e nei racconti di genere: nei 4 esempi su riportati, infatti, troviamo un poliziesco, due storie drammatiche e una di fantascienza.

È facile essere scrittori di situazioni? No, perché comporta forse un lavoro maggiore rispetto ad altri tipi di storie, e richiede anche molta documentazione. Non credo, comunque, che la difficoltà possa derivare dall’ordinarietà o dalla straordinarietà della situazione.

4 elementi + 1 per creare una storia

Scrivere di situazioni ci permette di spaziare in tutti i generi narrativi, stimolando la nostra creatività a trovare una soluzione che sblocchi e risolva la situazione drammatica che abbiamo immaginato.

Per creare una situazione di cui scrivere possiamo scegliere fra 4 elementi:

  1. Personaggi
  2. Ambientazione
  3. Oggetti
  4. Eventi

Oppure possiamo usarne un quinto, per storie più fantasiose: il binomio della fantasia.

Personaggi

La situazione può essere qualcosa che accade a un personaggio o inerente a una sua caratteristica.

  • E se un uomo si svegliasse al mattino ritrovandosi trasformato in un insetto? Metamorfosi di Frank Kafka.
  • E se uno scienziato creasse una creatura con pezzi di cadaveri e gli donasse la vita? Frankenstein di Mary Wollstonecraft Shelley.
  • E se un falegname costruisse un burattino che prende vita? Pinocchio di Carlo Collodi.
  • E se un bambino venisse allevato dalle scimmie? Tarzan delle scimmie di Edgar Rice Burroughs.

Ambientazione

La situazione è l’ambiente. Viene subito da pensare a una catastrofe, un cataclisma, ma non sempre la situazione deve essere così disastrosa.

  • E se gli animali di una fattoria si ribellassero al loro padrone? La fattoria degli animali di George Orwell.
  • E se esistesse un villaggio del XIX secolo isolato dal mondo moderno? The Village di M. Night Shyamalan.

Oggetti

Anche sugli oggetti è possibile costruire una situazione.

  • E se ci fossero degli anelli che danno poteri magici a chi li indossa? Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien.
  • E se un ritratto invecchiasse al posto della persona ritratta? Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Eventi

Forse su un fatto, un episodio, un avvenimento non è così difficile creare una storia, ma deve rispondere sempre alla domanda “Che cosa accadrebbe se…?”.

  • E se i matti di un manicomio riuscissero a rinchiudere il direttore e i suoi collaboratori spacciandosi per loro? “Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma” di Edgar Allan Poe.
  • E se la Germania di Hitler avesse vinto la guerra? SS-GB (La grande spia) di Len Deighton.

Binomio della fantasia

Ho parlato molto tempo fa del binomio della fantasia ideato da Gianni Rodari. Anzi, dei vari binomi che possiamo usare. Prendete due elementi, fra loro non correlati, e inseriteli in una storia.

  • E se i dinosauri vivessero ancora oggi? Jurassic Park di Michael Crichton.
  • E se i dinosauri non si fossero estinti ma avessero creato una specie umanoide? La trilogia Il libro degli Yilanè di Harry Harrison.
  • E se un vampiro arrivasse in una città degli Stati Uniti? Le notti di Salem di Stephen King.

Siete scrittori di situazioni?

Preferite scrivere di fatti ordinari o di situazioni straordinarie? Il mio romanzo di fantascienza, eternamente in fase di “lavori in corso”, parla di situazioni straordinarie, che più straordinarie non si può.

E tanto per cambiare sto leggendo L’incendiaria di Stephen King: e se una bambina potesse sprigionare fuoco col pensiero?

Se non scrivete, quali storie preferite leggere fra i due tipi?

4 Commenti

  1. Orsa
    giovedì, 2 Giugno 2022 alle 12:30 Rispondi

    Entrambe le storie, ma ultimamente leggo pochissimi romanzi perché una volta letta l’ultima pagina accuso tantissimo il ritorno alla realtà. Però mi hai appena fatto rendere conto che soffro di una curiosa contraddizione in termini: mi piacciono i romanzi storici, quelli con le ricostruzioni fedelissime e conformi alla realtà e, allo stesso tempo, ho debole per l’ucronìa… cosa sarebbe accaduto se quel giorno ci fosse stata una frana tra i tornanti di Dongo? Perché purtroppo solo nei romanzi si può sovvertire la storia.
    A proposito, cosa accadrebbe se… in quel prato scorgessi Renzi vestito da boy-scout? Io chiuderei la porta immediatamente e rimarrei in compagnia del mostro. Perché dietro quella porta bianca c’è un mostro, vero? :P
    Offri sempre degli ottimi spunti per riflettere, anche ai non addetti ai lavori come me :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Giugno 2022 alle 14:30 Rispondi

      Per non accusare il ritorno alla realtà basta iniziare subito un altro romanzo.
      L’ucronia deve essere fatta bene, altrimenti può risultare banale.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 2 Giugno 2022 alle 13:26 Rispondi

    E mettiamola come meglio vogliamo. Forse il “se…” è qualcosa di specifico che differenzia l’essere umano dall’essere che definiamo solo animale. Chisssà “se” quest’ultimo si pone il quesito: se mio nonno non fosse morto… sarebbe vivo🙃! Parafrasando, avevo da ragazzo una mucca che non si poneva di sicuro tali domande e d’estate, quando in Sicilia tutto era secco, saltava il muro del prato individuando il verde irrigato oltre🤣, causandoci non pochi guai. Essere o non essere! Il “se…” arma universale a doppio taglio amata da tutti, capace di evirarci, trovò anche posto nella ricottina di Matilde della favola fin quando non cadde al suolo. Buon divertimento se… il riferimento calza e vi piace.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Giugno 2022 alle 14:32 Rispondi

      Il “se” è qualcosa che l’uomo si è sempre chiesto. Anche gli storici si pongono domande del genere per fare una sorta di riscrittura della Storia.
      Lo scrittore, invece, con i “se” inventa mondi alternativi.

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