Il primo passo da seguire durante la creazione di un’ambientazione fantastica – per un romanzo fantasy quanto per una storia di fantascienza – è pensare al periodo storico e ai luoghi in cui collocare le vicende narrate. Non ha alcuna importanza, secondo me, che il mondo sia posto in un universo immaginario. Lo scrittore deve avere chiaro in mente non solo dove ambientare la sua storia, ma anche in quale tempo. Un tempo che può essere immaginario, ovviamente, ma deve esserci.
Il tempo e lo spazio definiscono la nostra storia, perché tempo e spazio condizionano la vita dell’uomo, concorrono a trasformare la sua storia personale e stabiliscono precise regole di vita. Nel Far West americano si viveva in modo diverso da un villaggio vietnamita di oggi, come nelle nostre campagne ottocentesche c’era una vita differente da quella di una tribù amazzonica del XV secolo.
Se tempo e spazio hanno e hanno avuto un ruolo fondamentale nella realtà, dovranno avere lo stesso ruolo anche nelle realtà che creiamo in narrativa. Tempo e spazio definiranno anche i nostri personaggi, inquadreranno la storia che dobbiamo scrivere all’interno di precisi confini, facilitandoci e ostacolandoci il lavoro.
Il periodo storico nel fantasy
Sono molti i romanzi fantasy classici che utilizzano un’iconografia medievale. Tuniche, armature, castelli, spade, mazze ferrate, picche, menestrelli, banchetti, intrighi di corte, ecc. Quest’ambientazione, anche se si tratta della Terra di Mezzo di Tolkien, delle Quattro Terre di Brooks o dei Sette Regni di Martin, fa parte di un Medioevo che abbiamo vissuto.
Esistono però altre ambientazioni, come quella del Regno d’Italia in Zeferina di Riccardo Coltri: un fantasy fuori dagli schemi ambientato in Italia e in un preciso periodo storico. Ma possiamo anche citare il continente di Zamonia, dove tutto è possibile, di Walter Moers. Oppure le terre incantate di Fantàsia create da Michael Ende nel romanzo La storia infinita.
In tutte queste ambientazioni lo scrittore aveva in mente non solo i luoghi, ma anche e soprattutto il tempo, il periodo storico. Perché non è sufficiente abbozzare una mappa delle terre in cui vogliamo far svolgere le nostre vicende, ma dobbiamo stabilire un contesto storico che, anche se inventato, dovrà rifarsi a uno esistente. O essere una miscellanea di più periodi storici.
Il periodo storico nella fantascienza
Quale futuro per la fantascienza? Ho già scritto alcuni post su questo genere letterario e sul fatto che una storia di fantascienza può essere benissimo ambientata a pochi anni nel futuro, anche se per me non è logico né credibile, ma questo è un altro discorso.
Un romanzo di fantascienza, per definizione, potrà includere un possibile futuro, la presenza di alieni e robot, i viaggi interspaziali, l’ordine sociale e politico differente dal nostro, poteri paranormali, tecnologia futuristica, scenari apocalittici o anche un passato alternativo.
Tutte queste caratteristiche pongono una storia di fantascienza in un preciso contesto storico. Possiamo prendere come esempio Isaac Asimov, che ha ambientato le sue storie a migliaia e migliaia di anni nel futuro. O Philip K. Dick, con Ubik ambientato ad appena 20 anni nel futuro.
La saga di Pern di Anne McCaffrey è sì fantascienza, si parla di un pianeta colonizzato, ma la società ricalca caratteristiche medievali. Anche nei romanzi di John Carter di Burroughs, una fantascienza un po’ particolare, siamo nel XIX secolo e un uomo viene “catturato” da Marte, costumi e società sono ancora antichi.
Questi esempi fanno capire come sia importante stabilire in quale futuro – o passato alternativo – ambientare la nostra storia. Perché il futuro possibile influenzerà personaggi e storia, collocherà la storia in un mondo preciso, con regole sue.
Mondi di fantasia
Accanto al contesto storico uno scrittore deve definire il mondo in cui ambientare le proprie storie. Quindi parliamo di una geografia immaginaria – o anche reale – in cui far muovere i propri personaggi.
In un fantasy classico siamo di fronte a luoghi inventati, come la Terra di Mezzo, che si trova nel nostro pianeta ma rappresenta una sorta di passato alternativo, così come le Quattro Terre della saga di Shannara sono il nostro pianeta dopo la catastrofe. Ma i Sette Regni delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco costituiscono un universo inventato. Così come il regno di Fantàsia e il continente di Zamonia.
Lo scrittore si improvvisa geografo? Sì, perché uno scrittore del fantastico è prima di tutto un avventuriero, un esploratore di mondi immaginari, fittizi, reali ma riplasmati, alternativi, incantati. La storia deve essere credibile e la sua credibilità si fonda su una geografia stabile e ben definita.
Uno scrittore dovrà sapere sempre dove si trovano i suoi personaggi, dove li ha lasciati nel capitolo precedente, come potrà farli spostare da un luogo all’altro e quanto tempo potranno impiegare per questi viaggi. I mondi di fantasia, come quelli reali, non devono essere improvvisati durante la stesura del romanzo, ma creati nei dettagli prima.
Mondi futuri
Galassie conquistate e mondi popolati, razze e specie aliene, oppure la nostra Terra vista nel futuro, un futuro possibile secondo le idee dell’autore. Questa è la fantascienza e questi sono i mondi futuri. Ma come crearli?
L’Impero Galattico di Asimov ha confini smisurati, la Terra di Dick in Ubik è un futuro dietro l’angolo. Pern è un pianeta conquistato secondo la McCaffrey e il pianeta Marte di Burroughs ha un’atmosfera respirabile e una tecnologia più avanzata di quella terrestre.
Ecco i mondi futuri: una geografia futuristica, possibile, probabile, lontanissima nello spazio. Ma una geografia chiara e dettagliata. Disegnata dallo scrittore nella sua mente prima e su carta dopo. Un mondo che va creato e che deve combaciare col periodo storico.
I mondi futuri hanno la stessa funzione di quelli fantasy, possono anche essere totalmente immaginari, una galassia inventata posta a impensabili anni luce dalla Terra, ma comunque quella galassia va definita, va popolata di stelle e pianeti, di città e territori.
La mia esperienza nell’ambientazione fantasy e fantascientifica
Per il mio romanzo fantasy – lo definisco così, anche se ci sono contaminazioni dell’avventura e del romanzo storico – ho definito un preciso periodo storico, le vicende si svolgono nel nostro passato, un passato reale quindi, e in un paese estero, ugualmente reale, anche se poi… poi c’è qualcosa di immaginario.
Ma è un immaginario che risente del paese che ho scelto. L’ambientazione quindi è simile a quella di questa nazione, anche se sto modificando qualcosa per renderla più distaccata e autonoma, in un certo senso.
- Tempo: il periodo storico che ho scelto è ottimale per la mia storia, perché è un’epoca che definisce meglio il mio protagonista, che in parte giustifica, anche, l’intera storia. Il personaggio che fa quelle scelte risulta credibile, perché allora esisteva gente come lui.
- Spazio: i luoghi scelti hanno qualcosa di magico, anche se non c’è magia nella mia storia, ma comunque affascinano. Provengono da vecchie mie idee di un mondo semi-inventato, poi ridefinito per la storia che volevo scrivere.
C’è quindi una precisa collocazione temporale e geografica, che mi permette di inquadrare meglio il mondo in cui si svolgeranno i fatti e che mi fa capire soprattutto che tipo di documentazione dovrò affrontare.
Le vostre ambientazioni
Come avete costruito le realtà delle vostre storie fantasy e fantascientifiche? Avete stabilito il periodo storico? Avete immaginato una geografia dei luoghi in cui si svolgono le vicende?
Lucia Donati
Nel mio post “All’interno del tempo” tratto del rapporto tra storia e tempo. Certo una storia va collocata all’interno di quest’ultimo in qualche modo. E, chiaramente, deve esistere un luogo in cui la vicenda posa svolgersi. Interessante excursus, il tuo.
franco zoccheddu
Non ho scritto ancora storie strettamente fantasy né fantascientifiche nel senso del tuo post. Però nel mio romanzo a sfondo scientifico spazio e tempo risultano interscambiabili, per lo meno nel mondo delle particelle elementari.
Daniele Imperi
Bene… ti sei capito da solo, ma fa lo stesso
franco zoccheddu
Puoi barattare un po’ di tempo cedendo in cambio un po’ di spazio e viceversa: immagina un carcerato al quale si proponesse di raddoppiare la cella in cambio di metà del tempo che gli resta da vivere.
Salomon Xeno
Il mio mondo fantasy è, finora, l’unico che ha raggiunto un livello di coerenza accettabile. I popoli hanno tratti simili ai popoli della Terra, così come alcuni eventi importanti sono ispirati a fatti storici del periodo a cui mi sono ispirato (e non solo). Secondo me è comunque opportuno, nel caso di mondo fantasy, di caratterizzarlo in maniera un po’ diversa. Per esempio, Martin ha creato la religione dei Sette Dei ispirandosi al cristianesimo medievale, ma ne ha modificato gran parte della dottrina. Oppure i Drenai di Gemmell, che sono a metà tra Roma e la cultura anglosassone. Certo, bisogna scegliere tratti che stiano bene insieme, non basta prendere dettagli a caso! ^^
Daniele Imperi
Sì, condivido che bisogna di dare un’impronta diversa e più originale possibile al mondo fantasy creato.
Romina Tamerici
Interessante davvero! Ci sono così tante cose da imparare!
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Andrew Next
Chi vuol prendersi la briga di leggere il mio blog troverà ben chiaro cosa significa per me curare l’ambientazione. A cominciare dal numero di dimensioni: sei, alle razze senzienti presenti, decine di popolazioni differenti con lingua, folklore, usi & costumi e numerosi eccetera.
Daniele Imperi
In che senso sei dimensionI?
Eleonora
Io sono indecisa per l’epoca storica da cui ispirarmi per il mondo fantasy fra l’antichità e il basso medioevo. Però leggendo l’articolo ho capito che volendo si può fare una miscela di più epoche. Devo decidermi subito perché altrimenti con la documentazione non si inizia mai, come hai detto tu alla fine devi decidere lo spazio e il tempo. Se puoi darmi un paio di consigli in più che possa aiutarmi con la mia scelta
Daniele Imperi
Difficile dare consigli sulla scelta perché è personale. Quale periodo storico ti attrae di più? Io, per esempio, non scriverei mai un fantasy alla Harry Potter ambientato nei giorni nostri, perché non riuscirei proprio a infilare nel mio romanzo smartphone, Facebook e tutte le idiozie del XXI secolo.
Potresti anche ambientarlo a cavallo fra Medioevo e Evo moderno. O, come hai scritto nell’altro commento, al tempo degli Etruschi.