Quanto tempo scriviamo ogni giorno?

Quanto tempo scriviamo ogni giorno?

Apelli fuit alioqui perpetua consuetudo numquam tam occupatum diem agendi, ut non lineam ducendo exerceret artem, quod ab eo in proverbium venit.

Plinio Il Vecchio, Naturalis Historia, Liber XXXV, 83

Dal testo citato proviene la famosa frase nulla dies sine linea, che liberamente viene tradotta “Non stare neanche un giorno senza scrivere almeno una riga”.

In quel caso Plinio parlava del pittore Apelle, che (di nuovo traducendo liberamente) aveva la costante abitudine di non trascorrere mai una giornata così impegnativa da non tracciare almeno una linea. Da questa sua abitudine è nato un proverbio.

Non so se Stephen King fosse a conoscenza di quella frase latina, ma più o meno ha suggerito la stessa cosa: “Write every single day”, scrivi ogni singolo giorno. Ne accennai nell’articolo “Consigli di scrittura da Stephen King”.

Scrivere ogni giorno: la vera palestra di scrittura

Prima di parlare di quante ore dedichiamo alla scrittura, bisogna parlare di quanti giorni le dedichiamo. Davvero Stephen King scrive ogni singolo giorno? Non va mai in vacanza? Scrive anche il giorno di Natale?

Non credo. Forse in quel consiglio, in quella frase divenuta proverbiale, si nasconde una delle verità sulla scrittura: scrivere ogni giorno significa scrivere con costanza, continuamente, anche quando non ne abbiamo voglia.

Significa imporsi – lo so, le imposizioni non piacciono a nessuno, a me per primo – significa imporsi una tabella di marcia, significa disciplina.

Senza disciplina, soprattutto nella scrittura e nelle arti in generale, non si va da nessuna parte. La scrittura è sacrificio e chi non ha voglia di sacrificarsi non concluderà nulla in campo editoriale.

Mi sono imposto di scrivere ogni giorno e, a parte il fine settimana, scrivo davvero ogni giorno, anche quando non me la sento.

La palestra della scrittura è come la palestra che conoscono tutti, il luogo in cui ci si allena. Nel nostro caso è la scrivania, o un tavolo, e una tastiera di computer su cui digitare.

Scrivere ogni giorno è un allenamento vero e proprio, che fortifica il cervello – ma anche le mani: io ormai da tempo scrivo senza quasi più guardare la tastiera.

Se prima mi chiedevo se sarei riuscito a scrivere il racconto che avevo in mente, adesso mi chiedo quando lo finirò di scrivere. Passare dal “se” al “quando” è stato un bel passo in avanti.

Scrivere ogni giorno: accorciare i tempi

Quali tempi? Quelli della pubblicazione, ovviamente.

Scrivere ogni giorno ci permette di essere sempre più vicini all’ultima pagina del nostro lavoro. Non sappiamo quale sia: potrebbe essere la 30°, se si tratta di un racconto, o la 300°, se stiamo scrivendo un romanzo.

La preoccupazione che non si finirà mai di scrivere un romanzo è una preoccupazione inutile: come quella di leggere un libro di 1000 pagine. Leggendone 40 al giorno, in meno di un mese l’abbiamo terminato.

Scrivendo qualche centinaio di parole al giorno, pian piano finiremo di scrivere il nostro romanzo. Scrivere non è una gara a chi arriva prima.

Quanto tempo scriviamo ogni giorno?

Ogni giorno scrivo per lavoro, ma in questo articolo parlo di un altro genere di lavoro, quello che non ci farà guadagnare denaro – non molto, almeno, anzi molto poco – un lavoro che si tradurrà soltanto in soddisfazione personale.

Qui intendo quanto tempo scriviamo ogni giorno per portare avanti il nostro libro. È il tempo della nostra sessione di scrittura. Come ho scritto in quell’articolo, non ho mai preso in considerazione il numero di parole per sessione. Per me è un concetto che non regge.

Chi parla di scrivere 2000 o perfino 5000 parole al giorno sono quegli scrittori americani che vivono scrivendo romanzi, che prendono un sostanzioso anticipo per il romanzo che stanno scrivendo. In quella situazione anche io potrei scrivere 5000 parole al giorno.

Nel tempo reale – l’Italia di oggi e l’editoria italiana – ho un tempo preciso da dedicare alla scrittura ogni giorno: dalle due alle tre ore. Capita anche che in quel tempo non riesca a scrivere che poche righe, perché mi sto documentando.

I frutti si vedono, perché ogni giorno ho meno lavoro davanti rispetto al giorno prima.

C’è chi può scrivere soltanto nel fine settimana: più che normale, ognuno deve prima di tutto fare i conti con la propria vita e i propri impegni. Ma anche in quel caso c’è la costanza – tutti i fine settimana. E prima poi si arriverà all’ultima pagina del libro.

Quanto tempo scrivete ogni giorno?

27 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 23 Novembre 2023 alle 11:45 Rispondi

    Alla scrittura, se posso, dedico anche mezza giornata (in casa devo fare tutto da me). Beh Daniele, se scrivere ogni giorno qualcosa per soddisfazione personale è quasi indispensabile, nutrirsi è una necessità! Aho, se ho fame e non ci sta nessuno che mi prepara il cibo (il ristorante resta escluso), qualcosa da fare arrivare in pancia, che tu sia d’accordo o meno, ha priorità assoluta.
    Essere pagati per scrivere? Appannaggio per “anime pie”, il mecenatismo. E la sai l’ultima? Un plurireferenziato, pluridecorato, pluri-plurimo che non ha ancora pubblicato nulla, ha avanzato la proposta di farsi pagare per scrivere dietro contratto su un argomento che forse interessa solo a lui. Insomma avrà letto di King e di Kong e si è proposto. Perché no?

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Novembre 2023 alle 13:24 Rispondi

      Mezza giornata sarebbe bello. Invidio quelli che vivono scrivendo narrativa, tutto il giorno a fare qualcosa che ti piace davvero.
      Quel tipo vuole qualcuno (chi? Una casa editrice?) che lo paghi per scrivere quello che vuole? E dove lo trova?

  2. Fabio Amadei
    giovedì, 23 Novembre 2023 alle 13:19 Rispondi

    Ciao Daniele,
    io scrivo tutti i giorni ma per poco tempo. Dedico ai miei racconti all’incirca mezz’ora. Il mio problema è di non riuscire a mantenere la concentrazione e l’attenzione per due o tre ore di fila. Senz’altro è un mio limite. In compenso leggo molti libri. Mi lascio influenzare da impegni quotidiani e da svariate cose che mi distraggono. Scrivo alla mattina molto presto e a volte anche la sera tardi. Durante la giornata rifletto su come migliorare il testo, quale parti aggiungere e quali togliere. Ci penso e ci ripenso, magari è un modo per sentirmi meno in colpa.
    Si dice che è la quantità a fare la qualità. Sarà vero?

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Novembre 2023 alle 13:26 Rispondi

      Ciao Fabio, se scrivi tutti i giorni è positivo, anche se solo per mezz’ora. Non è facile restare concentrati a scrivere. Anche io mi distraggo.
      E riflettere su come migliorare il testo fa sempre parte del lavoro di scrittura.
      In che senso è la quantità a fare la qualità? La quantità di cosa? Di tempo?

    • P. Nestore Falchieri
      venerdì, 24 Novembre 2023 alle 18:08 Rispondi

      Buona sera a tutti,
      io ho il problema contrario: la prima mezz’ora mi serve per rientrare nel contesto, nello spirito di ciò che sto scrivendo e, poi, posso andare avanti per ore e ore.
      Questo è un problema perché non riesco a scrivere nei ritagli di tempo: quando comincio a scrivere è finito il tempo.
      Nei ritagli riesco soltanto a fare revisione e correzione.
      Quando ho provato a scrivere un racconto un po’ lungo – una trentina di facciate – mi sono accorto che nei mesi che ho impiegato a scriverlo si erano accumulate molte incoerenze.
      Sono destinato a racconti brevi o ad aspettare la pensione.

      • Daniele Imperi
        venerdì, 24 Novembre 2023 alle 19:07 Rispondi

        Ciao Nestore, benvenuto nel blog. Secondo me devi solo riuscire a cambiare metodo. Non sempre si possono avere ore e ore per scrivere, eccetto che nel fine settimana magari.
        Che intendi per rientrare nel contesto?

        Quando riprendo a scrivere la storia che ho interrotto il giorno prima, mi basta rileggere l’ultimo brano.

        Sulle incoerenze il discorso è diverso. Forse hai bisogno di una trama da seguire, e un elenco di eventi da raccontare.

        • P. Nestore Falchieri
          martedì, 28 Novembre 2023 alle 22:50 Rispondi

          Rieccomi.
          Per rientrare nel contesto intendo dire che non mi basta leggere a che punto ero arrivato; devo reimmergermi nella scena se questa era d’azione, riallinearmi al fatto che stesse parlando una persona giovane o vecchia, riprendere lo stile della narrazione.
          Io non scrivo una serie di accadimenti – dopo A succede B e poi C – e alla fine di tutto controllo lo stile e l’organicità. L’omogeneità cerco di mantenerla durante la scrittura.
          Le incoerenze, poi non riguardano la trama, ma i dettagli: com’era vestita una persona quando s’erano conosciuti, gl’intercalari caratteristici. Queste cose è facile gestirle se quando decido di caratterizzarle le uso; dopo settimane o mesi non è facile ricordarsene e appuntarsi tutte tutte le “idee caratterizzanti” richiederebbe comunque una lettura a ogni reinizio: tanto vale leggere (e rivedere) tre o quattro pagine precedenti e tornare a immedesimarsi nella situazione.
          Ma questo richiede tempo iniziale.

          Poscritto
          Davvero non ho mai commentato prima? Ero convinto d’averlo fatto almeno un paio di volte nei 5 o 6 anni da che seguo il suo blog.

          • Daniele Imperi
            mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 8:14 Rispondi

            Se riprendi a scrivere dopo settimane o mesi, allora sì, è comprensibile che devi rileggere tutto.
            PS: ho cercato nei commenti passati, ma non c’è nessun Nestore né la tua email. Forse hai usato un altro nome o un’altra email?

            • P. Nestore Falchieri
              mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 23:18 Rispondi

              Durante il giorno le regole aziendali bloccano il sito; io apro le pagine la sera e le leggo con calma di giorno. Probabilmente avevo pensato di commentare e poi alla sera non l’ho fatto.
              Complimenti comunque per il sito e come vengono trattati gli argomenti.

  3. Franco Battaglia
    giovedì, 23 Novembre 2023 alle 14:30 Rispondi

    A scrivere scrivo.. e capita anche di scrivere tanto, sfruttando momenti d’attesa, spostamenti in metro.. ma è importante anche il tempo del solo pensare a cosa scrivere, a carpire l’idea. E questo può accadere guardandosi attorno, leggendo altro, parlando con diverse persone.. poi c’è il rileggere, il correrggere, il riscrivere.. tutto un piacere comunque, quello sempre.. ;)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Novembre 2023 alle 14:35 Rispondi

      Nei momenti di attesa o in metro non riuscirei mai a scrivere. Il tempo per pensare è sì importante, certo, perché fa parte della scrittura.

  4. Fabio Amadei
    giovedì, 23 Novembre 2023 alle 15:05 Rispondi

    Sì, intendevo di tempo da dedicare alla scrittura.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Novembre 2023 alle 15:15 Rispondi

      Attento, perché pensare e ripensare troppo può essere dannoso, nel senso che rischi di allungare inutilmente i tempi di stesura. Scrivi e poi, quando la storia è finita, rileggi e revisioni, decidendo se tagliare o integrare.

  5. Orsa
    giovedì, 23 Novembre 2023 alle 16:05 Rispondi

    Sono d’accordo con il discorso della disciplina. Tuttavia bisogna fare i conti con le interferenze generate della quotidianità, dalle preoccupazioni, dalla salute. La scrittura esige la mente sgombra più che spirito di sacrificio. Ma parlo per me eh. Il pluri-plurerrimo di Corrado mi ha fatto morire, beata convinzione!😂 Chissà se non riesca davvero, perché la vita spesso li premia a ‘sti convintoni da premio Amazon!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Novembre 2023 alle 16:12 Rispondi

      Le interferenze della quotidianità (quindi preoccupazioni e salute e lavoro) purtroppo non si possono eliminare. Anche io devo avere la mente sgombra, ma alle volte devo sgombrarla per forza, altrimenti non scriverei mai nulla.
      Per il pluri-ecc esiste la “demeritocrazia”, che premia le nullità.

  6. Luciano Cupioli
    venerdì, 24 Novembre 2023 alle 9:55 Rispondi

    Il mio lavoro mi impegna moltissimo e trovare del tempo da dedicare alla scrittura non è facile, anche se al mio romanzo penso sempre. Al momento ritengo di avere passato più tempo a pensarlo (che riesco a fare quando cammino, guido o vado in bagno, e persino prima di addormentarmi) piuttosto che a scriverlo, purtroppo quasi solo nel fine settimana. Devo tuttavia constatare che pensare molto serve a risolvere situazioni, ideare soluzioni, creare personaggi e altro ancora, in modo da essere piu pronto a scrivere, quando posso. In sostanza sono costante (scrivo quasi tutti i fine settimana), perdendo meno tempo per approfondimenti e ricerche, perché le ho già fatte. Diciamo che ho trovato una mia forma di disciplina. Oggi è venerdì, che bello, domani si scrive!

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Novembre 2023 alle 10:40 Rispondi

      La scrittura è fatta anche di pensieri e riflessioni. Scrivere solo nel fine settimana va bene, l’importante è la costanza, che tu hai. Anche io penso molto, di rado prima di addormentarmi.

  7. Barbara
    venerdì, 24 Novembre 2023 alle 13:18 Rispondi

    Il tempo che dedico ogni giorno alla scrittura è inversamente proporzionale al tempo che sono in ufficio al lavoro. Storia vera, e storia triste. :(
    Non sono certa che, anche avendone il tempo, riuscirei a scrivere ogni giorno. Vedo che comunque ho bisogno di pause di riflessione, per capire se sto andando nella direzione giusta. Quindi se consideriamo la scrittura nella sua accezione più ampia, compresi i momenti in cui “pensiamo” ad essa, si, scrivo già ogni giorno.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Novembre 2023 alle 13:21 Rispondi

      Be’, per forza, se lavori in ufficio in quelle ore non puoi certo scrivere, come non possono farlo gli insegnanti, i medici, ecc.
      I momenti spesi a pensare e riflettere su ciò che si sta scrivendo valgono per me, perché la scrittura non è soltanto l’azione meccanica dello scrivere, ma un prodotto dell’intelletto.

  8. Paola
    venerdì, 24 Novembre 2023 alle 13:52 Rispondi

    Ciao Daniele. Argomento spinoso! Ne parlavo proprio qualche giorno fa con un’amica ed entrambe esprimevamo la frustrazione per non riuscire a programmare nella giornata un tempo da dedicare alla scrittura perché tutto occupato dai doveri: figli piccoli, casa, preoccupazioni varie. Io mi sono imposta un tempo per leggere la mattina all’alba ma per scrivere ce ne vuole di più e più concentrazione. E così per settimane non riesco a posizionarmi davanti al pc e quando lo faccio il tempo a disposizione è molto risicato, stretto tra compiti dei figli e l’uscita del cane. Di contro, anch’io come Luciano, per un lungo periodo riuscivo ad organizzare nella mente la trama dei miei racconti mentre correvo in montagna. Al momento ho interrotto questa attività e mentre guido o pulisco casa riesco solo a pensare a cosa cucinare per cena! 😄

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Novembre 2023 alle 14:21 Rispondi

      Ciao Paola, il tempo a disposizione è sempre un argomento spinoso. La mattina presto va benissimo per leggere, lo faccio anche io. Ma anche per scrivere, se ci riesci. I compiti devono farli i figli, non tu, però :D
      Potresti provare a registrare anziché scrivere, mentre guidi. Ma poi devi trovare il tempo per “sbobinare”.

  9. Luciano Cupioli
    sabato, 25 Novembre 2023 alle 9:38 Rispondi

    L’unico vantaggio del lockdown fu proprio quello di dare a tutti il tempo di coltivare i propri hobby. La vita normale, almeno per tutti coloro che lavorano, non ne lascia troppo. Scrivere, ma anche leggere, richiede tempo, ma anche capacità di isolarsi, mentre tutte le distrazioni, cellulare, postino di amazon, figli e animali domestici, rendono quel tempo frammentario. Meglio la notte, per chi riesce, riuscire a trovare la dimensione e la continuità per coltivare la passione della scrittura, anche se il rischio è quello d ritrovarsi con la testa addormentata sulla tastiera e sette pagine di źzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

    • Daniele Imperi
      sabato, 25 Novembre 2023 alle 12:03 Rispondi

      Bisogna organizzarsi. Il problema del cellulare e delle malefiche notifiche si risolve disabilitandole o spegnendo il cellulare.

  10. Francesco
    mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 12:19 Rispondi

    Purtroppo da quando ho finito il mio romanzo non scrivo da molti giorni, ma potrei ricominciare. L’ispirazione mi viene dopo aver letto dei buoni libri. Grazie per questo post.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 14:49 Rispondi

      Appena finito di scrivere un libro è normale che si abbia bisogno di far riposare la mente. Dipende anche da persona a persona. Io, appena finito un lavoro, sento invece il bisogno di iniziarne un altro.

  11. Marco
    mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 14:41 Rispondi

    Io spesso finisco per scrivere da una frase, al correggere e basta fino allo scrivere un’intero capitolo di getto. In base a come mi sento…ma almeno una o due frasi al giorno le scrivo. Il problema è che quando scrivo poco mi sembra di esseremi bloccato.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 29 Novembre 2023 alle 14:51 Rispondi

      Anche a me dispiace quando scrivo poco, mi sembra di non aver concluso niente.

Lasciami la tua opinione

Nome e email devono essere reali. Se usi un nickname, dall'email o dal sito si deve risalire al nome. Commenti anonimi non saranno approvati.