Come la tecnologia ha influito sulla mia scrittura

Come la tecnologia ha influito sulla mia scrittura

Negli anni ’70, fino agli ’80, la mia generazione non aveva molta tecnologia a disposizione. Di sicuro non esisteva quella digitale.

Non c’erano i cellulari, né gli scanner, né i computer. Se volevi scattare fotografie, dovevi usare una macchina fotografica – io la uso ancora, non c’è paragone fra le foto di un cellulare e quelle di una reflex.

Ricordo che se chiamavi qualcuno, un amico o i nonni, e nessuno rispondeva al telefono, non te ne curavi e richiamavi più tardi. Adesso, se non rispondi a un messaggio entro un nanosecondo, ti scambiano per un neanderthal.

A quell’epoca muovevo i primi passi nella scrittura, scribacchiando poesie, barzellette, filastrocche, storie, titoli di romanzi e racconti su blocchetti o carta da riciclo. Qualche computer aveva iniziato a circolare, ma non era alla portata di tutti. I miei vicini, per esempio, avevano comprato un Sinclair ZX Spectrum, che costava oltre 300.000 lire all’inizio degli anni ’80.

Ho dovuto attendere l’inizio del 1996 per iniziare a smanettare su un personal computer, come venivano chiamati a quel tempo. Non ricordo però che esistessero dei public computer. E da allora molto è cambiato nella mia scrittura.

L’influenza del computer sulla mia scrittura

In passato ho usato molto la macchina da scrivere, ma per fare un “giornalismo amatoriale”, mai per scrivere storie. Avevo anche creato una mia rivista – come scrissi tanto tempo fa in un articolo dedicato agli anni ’70, ’80 e ’90 – che non vide altri numeri all’infuori del primo.

Quando cominciai a usare il computer eravamo agli albori di internet. Strano a dirsi, iniziai a usarlo per creare immagini e scrivere i testi del mio primo sito.

I primi scritti che digitalizzai furono le mie poesie macabre, che da allora giacciono sepolte in una cartella, trasferita negli anni di computer in computer. Fu soltanto dopo il 2000 che usai il computer per scrivere le mie storie, iniziando – se i ricordi non mi tradiscono – con un racconto umoristico.

Da allora non ho più scritto a penna su carta né racconti né inizi di romanzi (sì, proprio inizi, perché ne ho iniziati diversi e mai finiti), anche se non ho abbandonato questi “antiquati” strumenti di scrittura.

Se mi viene qualche idea – il titolo di una storia o di un articolo, una ricerca da fare, un libro da comprare – l’appunto su carta. Qui a fianco ho due mazzetti di carta da riciclo e una penna a portata di mano.

Grazie al computer sono diventato più veloce a scrivere storie, dopo aver acquisito padronanza con la tastiera. Non devo più ricopiare in bella copia il testo, perché con i testi digitali si è perso il concetto di brutta e bella copia: la copia è adesso solo una.

Mi rendo conto delle ripetizioni cercando automaticamente una parola e scopro gli errori più macroscopici che il correttore del programma rivela. Non vengono meno la correzione delle bozze e la revisione, ovviamente, che hanno per fortuna ancora la loro importanza.

Risparmio spazio fisico, perché non sono più costretto a tenere le mie storie nei quaderni o nei blocchi di fogli. Soprattutto, adesso posso archiviare ciò che scrivo inserendolo in apposite cartelle.

L’influenza di internet sulla mia scrittura

Internet è stata una bella sorpresa. L’ho scoperta tra il 1997 e il 1998, quando “entrò” nell’ufficio in cui lavoravo all’epoca. Subito cercai di infiltrarmi “dietro le quinte” e realizzai e pubblicai la mia prima pagina web… usano Word! Quello avevo a disposizione.

Ricordo però una frase premonitrice che scrissi in quella pagina: “Questo è soltanto l’inizio”.

Era il periodo in cui avevo accantonato la scrittura e infatti il primo sito che creai fu sulla mia collezione di etichette della frutta – grazie a internet scoprii in quegli anni di non essere l’unico al mondo a seguire quella collezione. Poi mi creai un sito per le mie vignette e dopo qualche anno mi contattò «Gente Motori» e per un paio di anni disegnai vignette per loro.

Siti rozzi a quei tempi, che migliorarono quando decisi di studiare l’HTML e fare le cose per bene.

Quando ripresi a scrivere, intorno al 2008, mi furono utili dei forum dedicati alla scrittura, che presi a frequentare, pubblicandovi anche qualche racconto e ricevendo le prime stroncature e i primi complimenti – più le prime che i secondi.

Ma soprattutto ho potuto documentarmi moltissimo sulla scrittura e l’editoria, leggendo articoli in italiano e in inglese.

Posso dire che grazie a internet sono riuscito a pubblicare due libri, un saggio sul fare blogging, nato sulla mia esperienza nel creare e gestire blog, e un inedito di F.T. Marinetti, nato sul manoscritto scoperto in rete.

Senza internet quei due libri non sarebbero stati pubblicati: il primo perché non sarebbero esistiti neanche i blog; il secondo perché, se anche avessi saputo dell’esistenza dell’inedito, non avrei avuto i soldi per andare negli Stati Uniti a trascriverne il testo.

Oggi, grazie a internet, posso inviare un manoscritto a una casa editrice con la posta elettronica e non più spedendo una raccomandata. Posso scoprire nuove case editrici e seguirne le uscite.

La tecnologia ha influenzato la mia scrittura per la velocità di composizione dei testi e per la praticità di archiviazione, per la semplicità di documentazione e di ricerca. Ma per la qualità hanno contato e continueranno a contare i tanti libri che leggo e i tanti testi che scrivo.

9 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 11 Aprile 2024 alle 11:00 Rispondi

    Il mio approccio multimediale ha un percorso diverso. Nella seconda metà degli anni 80, andavo in giro per l’Europa con un Compac di circa 14 Kg e una panoplia di apparecchiature (schermo, lettori di banda magnetica, proiettori, eccetera). Il sistema operativo era il DOS, stabile e sicurro. Word quello di scrittura (non quello di Microsoft). Usavo con parsimonia il radio telefono mobile. Da privato avevo saldato i componentti per un PC collegato a uno schermo Eizo costruito le interfacce per le periferie. Il linguaggio (alla base ieri come oggi) era Assembler. Quando dal CERN wenne fuori il www (o il wau,wau,wau) il costo del collegamento con l’host era in funzione dei chilometri del cavo di collegamento. Il primo PC dallo scaffale fu un Tulip. Per la scrittura, come passatempo, usavo (e uso per fissare concetti mentre bollono le pentole) carta e penna, raramente il PC. Oggi i programmi di testo si sono evoluti (ma non troppo), si può scrivere a mano libera sul pannello digitale o trascrivere per intermediazione di programmi audio. Sembra che vada tutto più veloce ma non si ha la percezione del guadagno ti tempo o di qualità. Innegabile è il vantaggio di potere correggere senza cestinare tutto, di archiviare idee repentine utili o ciarpame, di accedere senza ostacoli all’informazione o lo svantaggio per la disinformazione (vedi Emily, la bella pugliese creata con l’AI), come di restare invischiato nella frammentazione. Nessuno, al presente, in grado di costruire una medaglia con una sola faccia senza doverne ignorare l’opposta.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 11 Aprile 2024 alle 13:29 Rispondi

      Non riuscirei a “scrivere” dettando a un programma. Non riuscirei a concentrarmi se devo parlare.
      Preferisco il “vecchio” metodo della tastiera o della penna.

  2. Orsa
    giovedì, 11 Aprile 2024 alle 19:30 Rispondi

    Peccato per quello che poteva essere e che invece non è stato. Infatti concordo con l’analisi di Corrado: è tutto più veloce a discapito della qualità.
    Cosa mi hai fatto ricordare, io sono nata in ambiente DOS, epoca pre Windows.
    Allora eccome se si scriveva al PC! Mi riferisco ai comandi che dovevi digitare nel prompt, altroché oggi con la voce e a momenti con gli occhi…
    Io mi divertivo tantissimo a scrivere non storie e racconti, ma “avventure testuali”, se non le conosci ti invito a informarti, erano note anche come “interactive fiction”. La più famosa in lingua italiana era Avventura nel castello del 1982 se non sbaglio.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 12 Aprile 2024 alle 8:11 Rispondi

      Con la fruizione di programmi e piattaforme per scrivere e pubblicare da parte di chiunque, la qualità si è necessariamente abbassata.
      Mi ricordo che dovevi digitare i comandi! Conosco solo di nome quella conosciuta come “interactive fiction”.

  3. Luciano Cupioli
    sabato, 13 Aprile 2024 alle 13:30 Rispondi

    La tecnologia ha sicuramente agevolato la velocità di scrittura e di ricerca, ma non necessariamente la qualità. E se oggi scrivo più velocemente, è vero anche che torno più volte (a volte troppe volte…) a rivedere parole e frasi, e questo mi rallenta più di quanto facessi prima. Sono ben note le agevolazioni dei programmi di scrittura rispetto alla macchina da scrivere, ma ricordo ancora con piacere gli anni da pendolare in treno con un quaderno e una penna da scrivere . Difficilmente fermerò nella memoria le volte che ho acceso il portatile in situazioni analoghe, con cui distrarsi e finire per navigare in rete è troppo facile. Sicuramente la tecnologia ha aggiunto qualcosa di più rispetto a quello: nulla infatti mi vieterebbe di tornare a scrivere con i vecchi strumenti.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 15 Aprile 2024 alle 8:12 Rispondi

      Anche io torno più volte a rileggere di quanto facessi prima, forse perché è più semplice al computer piuttosto che sfogliare pagine di quaderno. E è anche vero che al computer le distrazioni sono maggiori. Per concentrarsi meglio bisognerebbe disconnettersi da internet.

  4. Luciano Cupioli
    sabato, 13 Aprile 2024 alle 13:34 Rispondi

    Gli anni da pendolare in treno erano quelli dell’università, quando oltre alla voglia di scrivere si coltiva anche la speranza di poter vivere solo di essa.

  5. Laura Rondina
    mercoledì, 17 Aprile 2024 alle 9:47 Rispondi

    Sono approdata alla scrittura digitale nel 2000, dopo che mio figlio è andato a vivere fuori casa e mi ha detto che era ora che imparassi a camminare da sola ripetendomi sempre che il computer è una macchina, programmata dall’uomo, che io sono più intelligente di una macchina che non ha vita propria….facile a dirsi, ma io sono una vecchia boomer. Scrivo tuttto e ribadisco tutto a mano, su quaderni, poi ricopio su computer. Ho il terrore che i miei scritti vadano perduti.
    L’anno scorso mi si è fuso il blocco di accensione, danneggiando l’hard disk del pc; ho recuperato la maggior parte degli scritti, ma non tutto e per fortuna avevo i quaderni.
    Ora sono in lotta per imparare un uso decente del portatile.
    Bello leggere gli altrui approcci alla scrittura digitale.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 17 Aprile 2024 alle 10:18 Rispondi

      Per non rischiare di perdere quello che scrivi al computer, allega i documenti a un messaggio di posta elettronica e salva in bozze il messaggio. Oppure stampa quello che hai scritto.

Lasciami la tua opinione

Nome e email devono essere reali. Se usi un nickname, dall'email o dal sito si deve risalire al nome. Commenti anonimi non saranno approvati.