Curare un inedito di F.T. Marinetti

Curare un inedito di F.T. Marinetti

Domani sarà in uscita la mia prima curatela, comunque già disponibile nelle librerie online. Dalla mia proposta alla casa editrice (28 aprile 2022) alla pubblicazione del libro (3 novembre 2023) è trascorso poco più di un anno e mezzo.

Non si tratta, in questo caso, dei caratteristici templi biblici editoriali. Anzi, il redattore mi ha chiamato 4 giorni dopo e io, non riconoscendo il numero, neanche ho risposto, convinto fosse il solito “marketing” telefonico. Per fortuna ha richiamato il giorno dopo.

L’inedito di F.T. Marinetti che ho “riportato alla luce” è un componimento poetico tipicamente futurista. Anche se il titolo può essere giudicato tendenziosoAeropoema vissuto della Rivoluzione Fascista – in realtà, come per altre opere marinettiane, il testo è più memorialistico che improntato sul Ventennio.

In effetti di Ventennio non c’è molto, a parte due accenni alla guerra d’Etiopia. La “rivoluzione” è limitata all’evento del 15 aprile 1919 che terminò con la distruzione della sede dell’«Avanti!».

A dominare la narrazione è invece il “vissuto”, i ricordi di Marinetti, che come al solito si lascia andare divagando fra luoghi e tempi, con frequenti salti spaziotemporali. Difficile, a volte, poter individuare una collocazione nel tempo degli avvenimenti narrati.

In cosa consiste questa curatela?

Il mio lavoro è stato prima di tutto trascrivere il manoscritto, 108 fogli di scrittura pressoché chiara e leggibile. Dico “pressoché” perché in alcuni casi l’interpretazione delle parole è stata difficoltosa, specialmente nei punti in cui Marinetti ha cancellato una parola o una frase, o perfino interi versi, riscrivendoli da capo.

Il secondo passo è stato un controllo accurato: affiancando il manoscritto in pdf al mio documento, ho controllato di aver riportato ogni parola, di non aver commesso errori di battitura e di aver inserito tutte le note necessarie.

Essendo, poi, un testo futurista (parole in libertà e assenza di punteggiatura), l’interpretazione delle frasi non è così agevole: puoi trovare di tutto nel testo, anche parole inventate da Marinetti, come ha fatto spesso nelle sue opere: frescagili, per esempio, o setacarne.

Successivamente ho creato l’apparato delle note: a dire la verità, man mano che trascrivevo il testo, inserivo una nota a fondo pagina quando necessario. Nomi di personaggi storici, eventi, luoghi e tutto ciò che avrebbe chiarito alcuni passi ai lettori e che esigeva una spiegazione.

Seppur breve come scritto – è un aeropoema – testo e saggio d’introduzione hanno totalizzato oltre cento note. E qualche mese di lavoro.

E adesso veniamo al saggio introduttivo, in cui ho parlato inizialmente degli eventi storici trattati nell’Aeropoema e del tentativo dei futuristi di entrare in politica. Era necessario inquadrare storicamente e anche politicamente alcuni brani del testo. Questa è stata la parte più difficoltosa, perché ha richiesto molta documentazione (qualche decina di libri letti e anche articoli).

Ho concluso con un’analisi dell’Aeropoema, che se dal titolo appare come un testo celebrativo politico-ideologico – è vero che contiene richiami in tal senso – in realtà è un chiaro esempio di aeropoesia, invenzione futurista del 1931, caratterizzata da precisi meccanismi di composizione che Marinetti precisò nel suo Manifesto futurista ai poeti e agli aviatori.

Infine il manoscritto: dalla numerazione dei fogli agli interventi successivi alla prima stesura e qualsiasi informazione utile ai fini filologici.

La scoperta dell’aeropoema inedito

Risale al settembre 2018. O ai primi mesi di quell’estate. A quell’epoca mai avrei pensato non solo di farlo pubblicare, ma che quella pubblicazione sarebbe avvenuta ben 5 anni dopo.

Come l’ho trovato? Non lo ricordo più, ormai. Ho letto per caso il titolo da qualche parte, perché quel titolo è apparso qui e là in vari libri nel corso degli anni. Mi colpì perché non pensavo esistessero testi inediti di Marinetti e quindi, incuriosito, lo cercai.

Trovandolo, infine, addirittura negli Stati Uniti (virtualmente, visto che me ne stavo comodamente a casa), perché l’originale è conservato in una biblioteca di New Haven, in Connecticut.

Ma fu solo nell’ottobre del 2021 che mi tornò in mente quell’aeropoema inedito. E decisi di trascriverlo, all’inizio senza l’intenzione di farlo pubblicare. Pian piano invece mi sono appassionato, soprattutto per i tanti rimandi a episodi storici e personaggi che contiene.

E così, in sei mesi di lavoro fra trascrizione e scrittura del saggio introduttivo e delle note, l’inedito era pronto per essere proposto a una casa editrice.

Quale? Ho scelto Diana edizioni, che già aveva pubblicato la prima traduzione italiana integrale delle poesie di Marinetti, che avevo letto. Nella casa editrice ho trovato persone preparate nel Futurismo e i loro consigli hanno migliorato decisamente il mio saggio introduttivo.

Le revisioni

La prima revisione è iniziata a settembre 2022. La prima di tre o quattro, neanche ricordo più quante. So solo che il giorno stesso della consegna delle bozze di stampa in tipografia ero al telefono con il redattore per le ultime correzioni.

Ho apprezzato il fatto che hanno sempre parlato di revisione e non di editing, che poi è una delle traduzioni della parola revisione.

Rispetto alla prima stesura il mio lavoro è cambiato molto. Avevo inserito una biografia dettagliata di Marinetti, 7000 parole in tutto, che è stata giustamente eliminata. Ho utilizzato quel testo per il sito creato l’anno successivo.

Alle revisioni è seguita ovviamente altra documentazione, quindi altri libri da leggere e altre fonti da consultare. Ma ho imparato molto, quindi alla fine è stata anche un’esperienza formativa.

E ricevere le copie fresche di stampa dopo pochi giorni è stata una bella sorpresa!

Incipit dell’Aeropoema

Grazie Lucetta per i fogli del tuo quadernino armonizzano nell’immensa casa del cielo divenuta famigliare coi suoi nostri aeroplani sonnecchiano facendo le fusa gattoni di nichelio maestri delle nuvole d’argento

Sorvegliare dall’alto folti d’alberi erbe casolari verdi vigneti brillanti ferro piombo zinco fosfati carbone e terra terra terra

Si sa che fanno così purtroppo le rosee campane sorprese in flagrante peccato di voluttuosa sonorità dal meriggio duro senza pietà e gemendo ammutolire silenzio e castità

Piangi madre pure ma di felicità poiché tuo figlio morì saziato amava tanto la guerra da stendervi dentro per sempre il suo corpo scottato da avventure e rischi saporiti fastosi da raccontare

Piangi e fa’ sì che i tuoi occhi divampino di arenaria vermiglia come il Uork Amba ormai paterno

Amava tanto la guerra da confondere le tue lunghe rughe con le sue lunghe strade baciando le une nelle altre per l’eternità

– Caro Azari questo celebre telescopio della specola di Milano si propone certamente di sopravalutare astronomicamente la terra e il suo punto più palpitante piazza del Duomo con noi giganteschi rivoluzionari o meglio pensanti dinosauri della rivoluzione tanto più che non accetto di considerarmi un briciolo di polvere siderale

– Ma caro Marinetti come e dove trovare autentici motivi di un nostro orgoglio cosmico

– A volontà li troveresti nella virile instancabile sensibilità nostra creativa che ci permette di transfigurare epicamente la battaglia d’oggi 15 aprile 1919 e darle le dimensioni e folgoranti colorazioni di una collisione d’astri e così il nostro sguardo modellatore vale ora molto più di quel metallico ma anticreativo e sempre plagiario globo di mare

Il libro

 Aeropoema vissuto della Rivoluzione Fascista

15 Commenti

  1. Franco Battaglia
    giovedì, 2 Novembre 2023 alle 9:07 Rispondi

    Bellissima notizia e grande onore portare alla luce questo testo di un autore rivoluzionario e, da troppi, sempre avvicinato erroneamente al fascismo. Unica cosa, mi chiedo, come mai nessuno prima avesse pensato a pubblicarlo in stampa, pur essendo disponibile online..

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Novembre 2023 alle 13:08 Rispondi

      Hai ragione, infatti dopo la sua morte per quasi 25 anni non hanno più pubblicato nulla di Marinetti.
      Per rispondere alla tua domanda, non ho una risposta… Considera che è stato un lavoraccio trascrivere il testo, e un altro bel lavoro documentarsi per scrivere un saggio di introduzione e le tante note.

  2. Orsa
    giovedì, 2 Novembre 2023 alle 10:21 Rispondi

    È già nel carrello ;)
    Ma infatti, trovo anch’io che di fascismo ci sia solo qualche eco (forse). Resta comunque un documento straordinario “vissuto” che rivivrà ancora una volta grazie al tuo lavoro.
    Congratulazioni e aeroauguri :)
    E che Diana ti mostri il sentiero (senza abbattere Orse però)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Novembre 2023 alle 13:08 Rispondi

      Grazie :)
      Qualche eco c’è, altrimenti quel titolo non avrebbe senso. Ma per il resto è futurista.

  3. Corrado S. Magro
    giovedì, 2 Novembre 2023 alle 11:20 Rispondi

    Complimenti! Ma chi se ne frega di che sapore è! Cosa diceva il Giusti? “Con l’arte in mezzo e col cervello dato all’arte le ubbie si buttan là”. E di “ubbie” il globo straripa! Marinetti, parafrasando A. Scurati, è un figlio del secolo. Era il 1953 quando lessi alcuni suoi versi. Ebbi le stesse sensazioni sconnesse, come a prima vista ci sembra cogliere dai termini che non sono parole ma rumori, lamenti, bestemmie, carezze. La metrica classica, l’endecasillabo sciolto o meno, lasciava definitivamente posto a espressioni “ermetiche”, appianate per controreazione (vedi Ungaretti) nel periodo post crisi. Marinetti restava quasi isolato, scomunicato ma la sua influenza sui “figli del nuovo secolo” visse. Il brano pubblicato, trattato con arte, mi ha trasportato in un mondo, pregno di un immanente pizzico di follia creativa che il contemporaneo disintegrante e fumoso, prova ad annichilire.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Novembre 2023 alle 13:11 Rispondi

      Grazie, Corrado. Marinetti è un figlio del secolo, giustissimo. Ti ricordi che versi avevi letto? Per forza su edizioni originali.
      In tutte le sue opere c’è un “pizzico di follia creativa”.

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 2 Novembre 2023 alle 13:37 Rispondi

        Putroppo molto vagamente, Daniele. Era una poesia, meno di dieci versi, integrata verso la fine di un capitolo (questo lo vedo ancora) nelle prime 50 pagine circa del testo di stilistica e analisi letteraria: “La parola e la vita” del Papini. Avevo sì e no 13 anni, ma mi sconvolse e travagliò. Per anni, quei monosillibi o “rutti letterari” (perdona, provo a rendere l’idea) hanno fatto capolino nella memoria ora affievolita.

  4. Fabio Amadei
    giovedì, 2 Novembre 2023 alle 12:05 Rispondi

    Complimenti vivissimi per il libro. Di Marinetti avevo letto Lo zar non è morto (del gruppo dei dieci) e mi era piaciuto molto.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 2 Novembre 2023 alle 13:12 Rispondi

      Grazie, Fabio.
      Poi ho letto anche io “Lo zar non è morto”. Il bello è che non si capisce che dietro ci siano state ben 20 mani!

  5. Marco
    sabato, 4 Novembre 2023 alle 15:08 Rispondi

    Dico solo una cosa: Grande lavoro “curare” uno scritto che forse sarebbe andato perso. Io lo considero un grande poeta che tra 100 e 200 anni sarà ancora studiato,invece chi stupidamente lo insulta(come ho visto fare online) non sarà ricordato nemmeno tra 1 anno.

    • Daniele Imperi
      domenica, 5 Novembre 2023 alle 9:25 Rispondi

      Sono d’accordo: fra un secolo sarà ancora ricordato, ma di chi lo critica non resterà nulla. È sempre stato così.

  6. Andrea Perin
    mercoledì, 8 Novembre 2023 alle 11:41 Rispondi

    Ciao Daniele. Tra le mie letture non ci sono gli scritti di Marinetti, ma vorrei comunque farti i miei complimenti per la determinazione nel seguire la passione per la letteratura e il Futurismo. Un bel risultato qualitativo.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 8 Novembre 2023 alle 12:05 Rispondi

      Ciao Andrea, grazie. Il Futurismo mi aveva colpito da ragazzo, quando ne lessi sull’enciclopedia. Negli ultimi anni è diventata una passione.

  7. Barbara
    sabato, 11 Novembre 2023 alle 17:51 Rispondi

    Ottimo lavoro! Non conosco l’autore, se non per quello che ne hai scritto qui sul tuo blog anche in altri post, ma mi rendo perfettamente conto di quanto hai dedicato a questa pubblicazione, tra trascrizione e ricerca per le note. Complimenti! :)

    • Daniele Imperi
      sabato, 11 Novembre 2023 alle 19:30 Rispondi

      Grazie. Il lavoro più tosto è stato la trascrizione, specialmente quando non riuscivo a decifrare qualche parola.

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