Qui abbiamo parlato varie volte dellʼimportanza di avere una presenza sui social media per uno scrittore. È la solita questione dellʼautore eremita che scompare per lasciare il posto allʼautore 2.0, lʼautore dellʼera della connessione e della socializzazione.
Perché oggi, lo sappiamo bene, non basta più avere un blog se vogliamo farci notare come autori di narrativa – ma anche di saggistica, certo. Oggi serve essere presenti in rete là dove sono presenti le persone, quindi i nostri potenziali lettori.
Le persone frequentano i social media. Che sia una cosa positiva o negativa conta poco, ora. Lʼabuso dei social non è certo positivo e io sono il primo a criticarlo. Ma un uso ragionato non può che far bene.
Come scegliere i social media, se siamo scrittori?
Bella domanda. Se provate a chiedere al primo che incontrate di nominarvi i primi 3 social network che gli vengono in mente, scommetto quello che volete che vi farà il nome di Facebook per primo. Perché Facebook è passato dallʼessere uno dei vari social a “il” social network.
Ma non dovete iscrivervi a Facebook soltanto per questo. Dovete scegliere il vostro social – o i vostri social – in base a una serie di fattori. Prima di tutto dobbiamo però rispondere a una domanda cruciale.
Che cosa vogliamo ottenere da un social?
Uno scrittore cerca lettori, inutile girarci intorno. Cerca il suo pubblico, cerca gente interessata a leggere i suoi libri, a seguirlo nella sua carriera letteraria. Dai social media non venderà direttamente i suoi libri, questo è ovvio. Però avrà una cerchia di contatti potenzialmente interessati alle sue opere.
A questo punto possiamo facilmente capire quali caratteristiche debba avere il social network che scegliamo.
- Ampio pubblico: non ha senso iscriversi a un social sconosciuto, in rete ne trovate davvero tantissimi, ma a noi interessa un social frequentato da un gran numero di persone.
- Ampio pubblico italiano: perché noi scriviamo in italiano, quindi non possiamo perdere tempo in un social in cui gli italiani sono 4 gatti.
- Contestualità: che intendo? Che non tutti i social sono adatti a ogni argomento. Se ho unʼagenzia di pompe funebri, non sono così idiota da creare una pagina fan. Mi auguro, anzi, che non ne esistano. Esempio estremo, lo so, ma a me piace fare esempi del genere, rendono subito lʼidea.
- Adattabilità: a cosa? Non a cosa, ma a chi: alla persona. Facebook non fa per me, per esempio, e non intendo tornarci. Non mi adatto alle politiche di Facebook e Facebook non è interessato a scendere a compromessi con me e con tutti voi.
Quali social media per gli scrittori?
Gestire la promozione editoriale sui social non è facile, non basta iscriversi a Facebook o Twitter e aver risolto tutto. Siamo in cerca di lettori, è vero, ma sui social media troveremo prima di tutto relazioni. Senza quelle non ci sarà alcun lettore.
Eppure vedo in continuazione autori che si trasformano in spammer o peggio sui social. Non appena pubblicano il loro primo libro, iniziano un bombardamento a tappeto sui loro profili. Ma questo è un altro discorso.
Ora voglio fare un elenco dei social media più conosciuti, che ho provato per capire quale di questi possa andare bene per uno scrittore.
La domanda che ci si pone sempre è: profilo personale o pagina? Secondo me, come ho già scritto giorni fa, la pagina Facebook di un libro non è più conveniente, non ci sono più le condizioni per aprirla e forse non cʼerano nemmeno prima.
Molti preferiscono aprire la pagina del libro perché vogliono avere un profilo privato, aperto solo per i veri amici e conoscenti. Scelta che condivido. Allora si possono aprire due profili, uno personale e un altro professionale.
Il problema, ora, è gestire il profilo professionale: perché va curato, con un piano di contenuti che intrattengano le persone. Intrattenere non significa propinargli il vostro libro ogni giorno né fare sempre autopromozione. Ma questo è chiaro, suppongo (povero illuso).
A molti non piace per via del limite dei 140 caratteri, eppure sono molti a dire che per uno scrittore andrebbe bene, visto che stimola la sintesi. Cʼè anche chi dice che è popolato solo dai tecnici del web, ma in realtà cʼè di tutto.
La t-shirt che ogni social media manager vorrebbe ma che non ha il coraggio di indossare #socialmedia #social #smm pic.twitter.com/3n88xw7eqV
— Daniele Imperi (@Ludus) 21 Aprile 2015
Twitter è immediato, veloce, io lo uso per condividere gli articoli che ho apprezzato e ogni tanto, non sempre a dire la verità, anche i miei. Se dovessi pubblicare un libro, lo annuncerei su Twitter, ovvio, ma una sola volta, non certo ogni settimana.
È un social professionale, serioso. Sono iscritto da tempo, anche se non ne ho mai cavato alcun contatto di lavoro. Esistono però allʼinterno i gruppi di discussione, piccoli forum in cui parlare di vari argomenti, quindi può essere un buon modo per farsi conoscere.
Ma anche qui vale il solito discorso: studiare bene la piattaforma, i gruppi e creare buoni contenuti, senza spammare il solito linkino al proprio post o la solita sfacciata pubblicità al proprio romanzo.
Google Plus
Qui non so davvero che dire. Lʼho messo perché esiste, ma – e qui mi farò qualche antipatia – per me resta un social morto in partenza. Io davvero non vedo interazione su Google Plus.
Ci sono le community, ce nʼè una sugli autori emergenti, che conta poco meno di 1000 iscritti, quindi pochissimi, perché fra quei mille cʼè chi sʼè iscritto ma non frequenta e chi non comprerà mai i vostri libri. Inoltre manca del tutto lʼinterazione.
Copyblogger è il blog sul copywriting più famoso al mondo e la sua pagina su Google+ conta appena 19.000 membri, ma, cosa più drammatica, non cʼè alcuna interazione, eccetto qualche “+” ai post condivisi e pochissime ricondivisioni.
È il social che preferisco in assoluto. Lo uso per pubblicare foto naturalistiche, paesaggi, fiori, insetti, gatti, raramente altro come libri, cibi e monumenti. È un profilo personale e basta.
Va bene per uno scrittore? Non saprei, anche se pubblicherei di certo la foto del mio libro. Instagram va bene come social per mostrare il lato umano dello scrittore, secondo me. No, nel mio non troverete i selfie, quelli proprio non li sopporto.
Altro social dedicato alle immagini. Ho letto vari articoli su quanto sia utile Pinterest per gli scrittori, ma neanche uno era convincente. Erano i soli post generali sullʼuso di Pinterest, ma di fatto non si intravedeva alcuna utilità per promuovervi sul serio un libro.
Segui la bacheca Writing di Daniele su Pinterest.
Tumblr
Lo scorso anno sono stato a un evento a Roma, la social birra, e fra i relatori cʼera un esperto di Tumblr. Il giorno dopo ho cancellato il mio account su Tumblr: non avevo capito niente di come funzionava.
Anche Tumblr è un social per immagini. Ma soprattutto è meglio per un pubblico in inglese. Lettura consigliata: un articolo sulle prospettive future di Instagram e Tumblr di Alessia Savi sul blog di Narcissus.
Quindi quali social media scegliere come scrittori?
È davvero possibile rispondere a questa domanda? Io sarei propenso a mantenere soltanto Twitter e Instagram, sinceramente.
Voi quali social usate come autori? Funzionano, hanno dato qualche frutto? In quali vi trovate meglio?
nani
Proprio in questi giorni ho letto un articolo di un tizio che suggerisce l’uso di Pinterest per sponsorizzare il proprio libro. Lui e’ sembrato convincente. Del tipo: metti il titolo del libro ad una board e infilaci tutte le foto che ti hanno ispirato, magari mettendoci brevi frasi del romanzo stesso. Lo stesso si potrebbe fare per i personaggi, per le letture che si stanno portando avanti, relazionate o meno al libro, etc. Devo essere sincera, mi ha convinto. Ma poi sono andata a vedere le board che metteva come esempi e sono rimasta un po’ delusa. Non rende un granche’, a meno che non lo si faccia davvero bene e ci si perda parecchio tempo, certo.
Daniele Imperi
Ecco, io Pinterest proprio non lo capisco. Ho un profilo, ma non lo uso più. A me non è mai stato utile come utente.
A me invece non convince promuovere un libro come dice quel tipo: non andrei mai a vedermi una board del genere né mi invoglierebbe a comprare un libro.
Ferruccio
Per me quello che funziona meglio è il profilo personale facebook. Le pagine o paghi o non servono a nulla. Twitter e google plus vanno tra alti e bassi, ma bisogna averli. Linkedin a volte è strepitoso ma solo per le visite che ti invia al blog. Purtroppo gli scrittore e blogger (se non sono famosi) non sono ancora visti come professionista e molti di quelli famosi sputtanano il mercato.
Sulle immagini non punto, faccio lo scrittore non il fotografo
Daniele Imperi
Sulle pagine hai ragione. Linkedin non mi porta molte visite. Ma i social in genere non me ne portano.
monia
Più che per immagini il mio libro si connetterebbe bene a una playlist musicale, ma non so se esiste una piattaforma analoga su questo versante (spotify? itunes?) (per non parlare del problema dei diritti d’autore).
Per il resto, personalmente uso solo Facebook, ma ancora non ho impostato nulla riguardo al mio libro, e mi sa che imparare ad usare anche un paio di altri social sarà necessario.
Barbara
YouTube. Si può creare un canale personale e crearci delle playlist, aggiungendo i video musicali (sperando che ci siano in versione ufficiale, per evitare problemi di copyright). Da lì si può condividere la playlist singola.
monia74
Grazie!
Youtube non ci avevo pensato! Facile, e agevole. Mi piace
grazie
Daniele Imperi
Se usi Facebook, lascia solo il tuo profilo, la pagina del libro è inutile.
Giulia
Secondo me, Twitter è piuttosto adatto. Non sono una scrittrice, quindi non parlo per esperienza personale, ma tutti i giorni vedo come si comportano gli autori sui vari social. Twitter è un’arma a doppio taglio perché alcuni scrittori emergenti si limitano a spammare solamente i propri libri e risultano subito fastidiosi, ma allo stesso tempo, se usato bene, può suscitare l’interesse dei potenziali lettori.
Daniele Imperi
Parecchi scrittori emergenti usano Twitter per spammare e basta. Ne ho trovato uno che in ogni tweet pubblicato linkava un suo libro. E basta, solo il link.
Monia
(Immagina una frase in Caps Lock in cui ti invito a comprare il mio libro, ok?)
Allora, diamo per scontato che si stia sui social sì per farsi vedere ma che lo si faccia con lo stesso buonsenso che ci spinge a NON girare per la città con un cartellone addosso come invito all’acquisto. (Diamolo per scontato anche se vediamo tutti i giorni che scontato non è).
Io uso davvero praticamente solo twitter ma…
– Mi piace molto l’idea delle board con immagini ispiratorie. Anche perché lo faccio già di mio e infatti poi sul blog per il racconto c’è un collage.
– Mi piace forse ancor di più quello che ha detto la mia omonima sopra: è bello abbinare parole e musica (so che il padrone di casa non sarà d’accordo).
Ciò detto, credo che le generalizzazioni lascino il tempo che trovano. Inutile pensare di riuscire a star dietro a tutti i social con una promozione accurata limitandosi a mettere in pratica dei consigli standardizzati.
Quello che è troppo standardizzato non può, per definizione, funzionare con tutti.
Se un’azione non ha “barriere d’ingresso” e dà risultati semplicemente facendo esattamente ciò che viene prescritto (prescrizione identica per tutti, senza alcun attenzione alle attitudini e alle vere aspirazioni del soggetto) allora è un’azione che porterebbe troppo presto alla saturazione. Quindi tende all’autodistruzione.
Per questo, secondo me, la cosa in primis più importante è trovare la propria personalissima matrice che delinea il proprio modo di esprimersi. Poi, a partire da essa, si può costruire un percorso social in cui è importante scegliere dove esprimersi e come farlo.
Daniele Imperi
Non potrei usare le board, perché non saprei cosa metterci. Finora non credo ci siano state storie ispiratemi da un’immagine.
La musica già è tanto che la ascolto un’ora l’anno
Stare dietro a ogni social è impossibile. E sono d’accordo sui vari consigli tutti standardizzati.
Il social, proprio perché tale, deve essere adatto e adattato per ogni utente.
Enrico
Buongiorno Daniele,
i grandi social stanno facendo la guerra a chi promuove se stesso e i propri progetti, vogliono essere pagati. Credo che abbiano anche tutto il diritto di farlo.
Purtroppo, questo porta a ridurre l’utilità generale dei social per tutti, Quello che sta per succedere nei gruppi Linkedin è solo l’ultima “semplificazione”.
Preferiscono danneggiare tutti e tutto, pur di bloccare ogni uso utile dei gruppi o di qualsisia strumento gratuito, che sia utile a promuovere i propri progetti.
Ci vogliono mandare sulle loro inutili pagine, dove poi, si aspettano che paghiamo la pubblicità.
Credo che possedere un blog e una comunità online, sia la soluzione migliore per promuovere i propri progetti. Il tuo blog è già un social e una comunità online.
Io stesso, che sono “nato” sui social, ho sentito la necessità di avere un blog e in futuro di farne una comunità online indipendente dai grandi socil network.
Dal blog posso liberamente criticare i Social e i potenti, e posso proteggere i mie contenuti e i mie futuri iscritti.
Daniele Imperi
Ciao Enrico,
anche altri social oltre Facebook? Non ho seguito cosa è successo sui gruppi di Linkedin, perché non li seguo.
Il blog resta sempre il migliore strumento, anche per me.
Enrico
Daniele, sì, anche altri social.
1 Linkedin sta “sabotando” i gruppi nella speranza di eliminare un concorrete delle sue pagine. I cambiamenti nei gruppi sono molti e radicali, alcuni saranno positivi per chi inizia ora, tipo le foto nei gruppi. Ho fatto una analisi cruda di questi cambiamenti.
2 Google+, forse non ha mai preso piede, proprio perché fin dall’inizio non ha dato buoni strumenti gratuiti di promozione. In pochi ci hanno investito e mi sembra molto più serio il comportamento di google.
Altri social li conosci meglio tu di me.
Tenar
Il mio problema è il non riuscire (o il non volere) vedere i social come promozione, ma come interazione. Facebook non mi è simpatico, ma è oggettivamente comodo per tenere contatti, mandare messaggi a persone di cui non si ha il numero di telefono, creare gruppi. Il blog è casa mia, è un bisogno, più che un mezzo per promuovermi. La mia speranza di autrice è che nel comunicare passi anche il fatto che scrivo, cosa scrivo e che, quindi, qualcuno si incuriosisca. È una speranza, non una strategia.
Daniele Imperi
Non hai torto per niente a vedere i social come sola interazione.
D’accordo anche che il blog sia un bisogno, lo vedo anche io così.
La tua speranza anche se non è strategia, però alla fine lo è. Il fatto che tu non l’abbia pensata come tale la fa essere più spontanea e quindi migliore.
Irene Sartori (Erin Wings)
Io cerco di utilizzare più social possibile: facebook,google plus (anche se lo considero unutile) twitter e alcuni siti per scrittori tipo 20lines. Il problema è sempre come intrattenere oltre che pubblicizzarti, perché appunto se pubblichi sempre e solo per pubblicizzare il tuo romanzo o le attività del tuo blog poi la gente com’è ovvio si stanca.
Instagram non lo trovo molto utile per gli scrittori, ma io che per esempio amo anche la fotografia potrei farmi conoscere anche lì. In ogni caso credo che i più efficaci, tra quelli che io conosco, sono twitter e facebook, ma bisogna lavorare molto, iscriversi a gruppi, e soprattutto interagire con gli altri. La pubblicità fine a se stessa non serve a nulla.
Io utilizzo anche wattpad, ci pubblico il mio “romanzo” a puntate. Come strategia utilizzo una raccolta di segnalazioni. Lì ci segnalo e recensisco le altre storie, in questo modo mi faccio conoscere, sono utile, e poi ricevo dei lettori per la mia storia. Direi che infine dipende un po’ da come sappiamo gestirsi, più che dall’uso del social in sé.
Grazie per l’articolo molto interessante, che mi ha fatto riflettere!
Daniele Imperi
20lines ancora non mi decido a usarlo. Instagram per gli scrittori è inutile, per me è solo un modo per condividere le mie foto naturalistiche e qualche volta altri soggetti. G+ lo vedo inuitle anche io…
Amelio
Allora, premetto, non sono uno scrittore, non ho un libro da promuovere.
L’unica mia presenza sui social si chiama Twitter, ho un migliaio di followers e per mia decisione non faccio mai io il primo passo, ma aspetto sempre che qualcuno segua me per ricambiare. Altrimenti ad oggi avrei avuto sicuramente più seguaci.
Facebook non lo calcolo proprio. Rimango dubbioso su Instagram, la tentazione di iscrivermi però poi dovrei dividermi con Twitter proprio perchè Instagram, concordo con te, è un social più adatto alla versione “personale” che di “business”. Stiamo già troppo sui social che non vorrei cimentarmi a passare tutta la giornata anche su un altro.
Ma sto divagando.
Riguardo al tuo post penso che il più adatto come potenziale sia Google Plus. Strano a dirsi ma visto fin dove arriva Google nella vita delle persone, non penso esista un miglior modo per farsi pubblicità. Ma è un social mai decollato. Nella mia home di G+ vedo un sacco di post nuovi ogni giorno ma, non lo so, rimane come dici tu un social morto.
Alla fine mi tengo Twitter visto che oltre a piacermi è una fonte di informazioni assoluta e impareggiabile nemmeno da Facebook.
Daniele Imperi
Instagram lo uso soltanto quando ho foto decenti da pubblicare. Capita quindi che per alcuni giorni non pubblichi nulla. Di solito pubblico il fine settimana. Quindi non mi prende per niente tempo.
G+ come dici non è mai decollato, io continuo a vedere zero interazioni anche nei profili che hanno svariate decine di migliaia di seguaci.
Concordo su Twitter.
Amelio
Il problema di G+ è che se sei iscritto a google sei automaticamente iscritto anche al social. Ergo sembra ogni anno che gli utenti aumentino. Ma non è cosi. Paradossalmente quando era un social “chiuso” e si entrava solo su invito, G+ per un tempo tenne l’onda di Facebook. Eppure ancora oggi lo reputo il social con più potenzialità sul pianeta. Avere mail, motore di ricerca, cloud e quant’altro collegati non è da tutti. Io sapevo che Google voleva chiuderlo ma poi l’hanno lasciato cosi, nel limbo.
Ps. i tuoi profili twitter? cosi ti aggiungo.
Daniele Imperi
Sì, ne avevo parlato tempo fa di questa cosa, basta farsi una gmail e ecco che appare un nuovo utente G+.
I miei profili social li trovi tutti in alto a destra.
Andrea Cabassi
Siete sicuri? Ricordo che io per creare un utente G+ ho duvuto seguire una serie di passaggi… ma forse perché l’account google lo avevvo da prima della nascita del social network?
Amelio
per @Andrea
Si adesso è cosi, Google ha unificato tutti i suoi servizi con un unico account.
Nuccio
Ho anche inserito quattro poesie su You Tube col nome Nucciopoesia , ma per puro divertimento.
Daniele Imperi
Anche? Nel senso che hai usato i social per fare altre promozioni?
Come sono andate quelle poesie su Youtube? Ma in che modo le hai inserite? Testo o voce narrante?
Nuccio
Alcuni tentativi abbandonati. Quache commento (uno o due). Voce recitante. Se vuoi le puoi ascoltare su you tube, basta che non ridi troppo! N.B.: ce n’è una che parla di ridere a crepapelle (ironica, credo).
Andrea Torti
Bella domanda!
Probabilmente, Twitter è quello che dà più soddisfazioni: tutti possono vedere più o meno tutto, il pubblico è molto vario, e la comunicazione è veloce.
Inoltre, ho notato che i contatti si creano quasi da soli; ogni giorno vengo seguito da almeno due-tre nuove persone, qualche volta si tratta di spammer o piazzisti, ma tante altre sono utenti che condividono i miei stessi interessi e obiettivi.
Daniele Imperi
Twitter mi dava soddisfazioni, ora non più, forse perché non lo uso più molto. Ora è soltanto un modo per condividere i propri contenuti. Non vedo più l’interazione che c’era prima.
Andrea Torti
Questo purtroppo è vero: facendo il conto, interagisco regolarmente con al massimo una dozzina di contatti su cinquecento…
massimiliano riccardi
Bah! Facebook lo ritengo adatto per il cazzeggio e poco altro, da twitter ho ricavato soddisfazioni, pinterest lo uso per divertimento curiosando tra le raccolte di foto antiche, tumblr credo sia stato fondato da uno che se la ride mentre si gode noi che cerchiamo di usarlo in modo costruttivo, grazie a linkedin ho conosciuto molti autori o editori con cui ho intrattenuto rapporti più o meno utili. Altro non so che dire, per ora continuo a giocare e a divertirmi con il blog, un mondo per me nuovo e veramente molto bello e interessante.
Daniele Imperi
Facebook anche per me è cazzeggio e basta, ci sono stato qualche anno e c’era solo quello. La situazione ora è la stessa. Su Pinterest anche io vedo ogni tanto foto antiche
Ivano Landi
Non mi sento pronto a rispondere a questa domanda, non avendo ancora pubblicato. Per ora i social li uso solo per avvertire dell’uscita degli articoli sul blog e i maggiori riscontri per il momento li ho su Google Plus.
Ho comunque aperto da poco una bacheca su Pinterest dove pubblico piccole anteprime del mio romanzo accompagnate dalle relative immagini.
Daniele Imperi
L’unico finora che ha riscontri su G+
Fammi sapere come andrà la bacheca su Pinterest.
Ivano Landi
Volentieri!
massimiliano riccardi
Per quello che riguarda il blog in effetti anche io ho molti riscontri grazie a google +
Gas
E’ su blogspot, Daniele. Anche Chiara Solerio ha riscontri da g+. Chiunque altro sia su blogspot e commenta/entra su un blog blogspot, viene notificato come utente g+.
Andrea Cabassi
Sono dell’idea che nei social non si possa vendere altro che se stessi: fare personal branding per vende dopo (qualsiasi cosa più o meno).
Come mai su Linkedin sei un contatto di secondo grado… di te stesso ?
PS: Tumblr è un mistero anche per me, a partire dal modo in cui va pronunciato!
Daniele Imperi
Anche per me sui social vendi te stesso. Io sono un contatto di secondo grado di me su Linkedin?
Tumblr è un social per immagini.
Andrea Cabassi
Lindedin –> quel “2nd” sul tuo badge da dove salta fuori?
Daniele Imperi
Il “2°” lo vedi tu, perché io e te siamo collegati (credo), io vedo “1°”
Andrea Cabassi
Wow che potenza *_*
Vorrà dire che ti chiederò il contatto, così vedrò l’1 anche io
Daniele Imperi
Ti rispondo qui per G+: anche io avevo l’account Google prima di G+, ma il passaggio è stato automatico, non ho fatto nulla.
Andrea Cabassi
Eppure ho un altroaccount google al quale non ho fatto nulla e infatti non è collegato a nessun account G+ (ogni tanto mi chiede se lo voglio aprire ma gli rispondo sempre picche)
Barbara
Mi sto scontrando proprio ora con questo tema. Quali social attivare?
Ogni social, per essere usato al meglio ed ottenerne risultati, richiede parecchio tempo di gestione. Aprire un nuovo canale e poi lasciarlo vuoto è peggio che non aprirlo.
Ragionando in termini di numeri, la classifica italiana di maggior utilizzo delle piattaforme a gennaio 2015 era: Facebook, Twitter, Google+, Instagram, LinkedIn e Pinterest (dati We Are Social).
Non posso permettermi di dare consigli, perchè non ho al momento un blog (arriverà) e non ho pubblicato niente da vendere. Però osservo come si muovono gli altri, “quelli che ce l’hanno fatta” oppure “quelli che comprano e leggono”.
Perchè il punto da cui partire secondo me è questo: cosa volete dai social? CHI state cercando di contattare nei social? Lettori o scrittori? (case editrici le escluderei: si fanno vive dopo che il social ti ha già notato, che di mole di scritti da leggere ne han lo stesso).
E’ facile (da quel che vedo) partecipare a community, forum, e social di nicchia per scrittori… ma poi loro acquistano il vostro libro? In quanti?
E se cercati invece lettori “semplici”, di certo non ce li trovate lì! Dovete stanarli nei social “comuni” ed è molto più difficile dei tartufi.
Attivare un solo social? Pericoloso. Perchè difficilmente un utente si iscrive ad un social a cui non è avvezzo solo per voi. Attivarne troppi, inutile e dispendioso, le energie si disperdono.
Il primo che posso escludere per questo scopo è Linkedin. Almeno che non siate scrittori per il web professionisti (e quindi un ufficio marketing possa cercarvi per reclutarvi in azienda), lì non si muovono lettori.
Su Pinterest/Instagram ne sto ancora discutendo: qualcuno sostiene che sono utili, ci si trovano le copertine dei libri, si ma di Patricia Cornwell, non di Pinco Pallo (se sei un autore affermato, puoi permetterti un giornalista pubblicista che si arrangia con tutti i social).
Rimane sempre il trio: Facebook, Twitter, Google+.
Una volta scelti i social, rimane in realtà il punto più dolente: come mantenerli vivi? Cosa pubblicare? Come incuriosire le persone a farci un salto e leggere?
Questo è il campo del marketing.
Monia74
Metto un “mi piace” ?
Daniele Imperi
Concordo su tutto, Barbara. Linkedin per scrittori anche secondo me non è molto adatto, se sei agli inizi e cerchi lettori.
I social per immagini idem, tu vendi parole, non immagini.
Per me restano Facebook e Twitter.
Per mantenerli vivi devi ossertvarli, studiarli, vedere cosa pubblicano altri scrittori, sperimentare e poi buttarti.
Gas
Hai detto la cosa più saggia che abbia letto da un po’ di tempo a questa parte. Ci si iscrive a gruppi di LETTORI, si discute da LETTORI, si fa amicizia coi LETTORI, quindi quando pubblichiamo qualcosa in tema, essendo nostri conoscenti e comunque lettori, si interessano.
I gruppi di scrittori o di promozione si sbrodolano a vicenda, e nessuno legge l’altro :).
Lo dico per esperienza provata: mi sta funzionando parecchio essere parte di gruppi di lettura (o altri gruppi se è per questo).
Diventa un binomio, cmq: leva Google+. In Italia non facciamo la sola cosa proficua che offre, cioè gli Hangouts. E’ come levare il tasto “Mi Piace” a Facebook.
Barbara
Hangouts io lo uso, pure a livello aziendale. Ed è pari ad un Messenger, non ad un Mi Piace di Facebook. E ci sono metà dei miei contatti che sono iscritti a Google+ e non a Facebook.
Grazia Gironella
Oltre al blog, ho i miei due account personali su FB, più la pagina FB dedicata alla scrittura. Qui posto sporadicamente messaggi sulle mie pubblicazioni e diffondo il blog, come su Pinterest. Ho conservato l’automatismo di Blogger che collega ogni nuovo post a Twitter e Google+, dove condivido anche altre cose. Tempo dedicato, minimo; efficacia, scarsa. Mi piace però restare in contatto con la gente, anche in modo così limitato. Sono comunque convinta che che queste presenze non spostino una virgola nella mia riuscita complessiva come autrice.
Daniele Imperi
La condivisione automatica sui social è sconsigliata, perché non naturale. Ma sai tu se porta frutti o meno. Però hai detto che è scarsa l’efficacia, quindi
Anche per me le presenze sui social non determinano il successo di un autore.
Grazia Gironella
In che senso, Daniele? Io metterei comunque sia su Twitter che su Google+ l’avviso del nuovo post. Perché se è automantico è peggio?
Grazia Gironella
…automatico…
Andrea Cabassi
Credo che il limite sia l’impossibilità di differenziare nei vari social: su Twitter potro scrivere un breve titolo, i llink e poco altro, su G+ invece posso scrivere una lunga descrizione. Col post automatico penso non si possa fare questa distinzione (credo, almeno).
In ogni caso credo che il post automatico sia meglio di niente, però lo si deve tener presidiato e rispondere a eventuali commenti.
Gas
Per risolvere del tutto il problema, si scollegano le notifiche del blog e si usa KUKU.io Lo notifichi con quello, all’ora che vuoi, sui canali che vuoi, e con descrizione che vuoi per singolo canale.
E’ gratis, lo uso da una settimana, va che è una meraviglia.
Il post di ieri è quello finora più seguito, l’ho scritto alle 3 di notte, notifiche programmate sui social a orari diversi.
A me fa strano tu dica la programmazione delle notifiche è sconsigliata: da chi? Online i social media manager è la prima cosa che consigliano. A me sta rendendo un buon servizio.
Daniele Imperi
In un certo senso anche io condivido in modo automatico, perché appunto condivido il post e basta, ma per avere più efficacia dovresti adattare il messaggio al social in cui vuoi condividere il tuo post e questo richiede ovviamente più tempo e anche sperimentazione.
Grazia Gironella
Grazie a entrambi, adesso ho capito.
Mara Cristina Dall'Asen
Allora io ho fatto il blog, ho una pagina facebook personale e una col nome da autrice, sono iscritta a linkedin e non l’ho mai capito. Non mi piace twitter e comunque non riuscirei a seguire anche quello. Ho google+ e non lo so usare, sono su wattpad (da poco), ma se non vai a leggere gli altri nessuno legge te. Ho l’account anche su bookme… risultati 0. Pinterest mi ispirerebbe ma come la mettiamo col copyright sulle immagini? Io sono una pessima fotografa e dovrei sempre stare su con le antenne a ogni immagine correlata ai miei libri che pubblico. In pratica uso facebook interagendo con molti scrittori emergenti e molte persone che abitano relativamente vicino a me. A qualcosa serve, di certo non si fanno numeri stratosferici, ma un pò di visibilità c’è. Dovrò pensare di collegare il blog a google+ dai commenti sopra. E’ una giungla e tutto può dare un pò di visibilità, ma è tanto difficile, ci vuole tanto tempo e anche dimestichezza con la tecnologia! Ciao.
P.s. Per quel che riguarda la musica io su di un post del mio blog ho inserito i link da youtube (originali e senza pubblicità, c’è un plugin per toglierla) di tutte le canzoni inserite nel primo romanzo.
Daniele Imperi
Perché due profili su Facebook? Uno privato e uno come autrice?
Gas
(stanotte ti arrivano mille notifiche di commenti miei, scusa sul serio, ma sono in arretrato)
Vediamo cosa mi hanno dato i social in quasi due mesi. Mi riferisco all’edizione digitale in promozione perché di quella cartacea non ho ancora dati (saremmo a 22 da Twitter questa settimana, secondo bit.ly, ma non l’ho usato per Facebook quindi boh, per certo 10, il resto non so davvero).
Facebook: 168 downloads dal profilo personale. Non ho la pagina autore, ho aperto la pagina libro 4 giorni fa, ha 3 like e 1 commento. Per la pagina autore aspetto di avere più credito. Facebook mi ha anche portato un’intervista e tre citazioni non richieste su altri siti. Su Facebook però ci ho passato tempo, e tanto.
Twitter: 36 downloads (ma usato pochissimo)
Tumblr: 0
G+ :0
Il miracolo di 1 download da Quora (mi merito degli applausi)!
Quag: 2 downloads e non ho postato nemmeno nulla
Pinterest: mi ha chiesto l’amicizia su Facebook un’autrice, ma fine là. Peraltro ho pinnato solo alcune copertine di autori che conosco da Amazon (anzi, chi volesse…).
Ah, il blog!: 22 downloads ma ho postato si e no 8 articoli.
Tecnicamente parlando, Twitter è molto più performante per la promo diretta, mentre Facebook per la creazione di contatti.
Comunque faccio i conti finali a Febbraio, col piano editoriale completo. Là posso dire con certezza.
Daniele Imperi
Bravo, stai monitorando tutto. Tieni d’occhio la situazione, così al prossimo ebook, secondo me, potresti intensificare l’attività sui social che ti hanno dato più riscontri e lasciar perdere gli altri.
Ulisse Di Bartolomei
Buongiorno Daniele
circa le “amicizie” su fb, quando ricevo una richiesta, solitamente faccio una piccola ricerca e scarto tutti quelli che palesano scopi pubblicitari, servizi particolari o sospetti. Ultimamente mi hanno chiesto l’amicizia, uno pure insiste, due editori (presumo a pagamento) di cui uno denunciato per truffa agli scrittori. Di “amici” che usano fb per pubblicizzarsi ne ho soltanto uno, ma è una cara amica della mia infanzia… La questione è… per il proprio scopo promozionale è bene accettare tutti oppure no?
Daniele Imperi
Ciao Ulisse,
per me non è mai un bene accettare tutti. Anche io vedo che qui e là mi seguono editori, ma la maggior parte sono convinto lo facciano per essere seguiti e quindi per ampliare il pubblico a cui mostrare contenuti promozionali.
PS: attento al link che inserisci nei commenti, perché non compare il tuo profilo Facebook, ma solo facebook.com (che tolgo, per non dare traffico inutile a FB).
Ulisse Di Bartolomei
Grazie per l’avviso (link). Mi sembra ovvio che un editore che cerca di farsi notare, non può essere la Mondadori…
Renzo
Ciao Daniele, vedendo le date sembra che questa discussione sia un po’ vecchia, per me è molto attuale. Praticamente sto facendo tutte le cose che tu sconsigli di fare. Ho aperto un profilo F.B. con il nome del mio libro, accetto l’amicizia di tutti e chiedo l’amicizia a tutti per spanare il mio libro una volta al giorno. Comunque non è semplice farsi conoscere, mi metto nei panni dei potenziali lettori, io non ho mai cercato niente che riguardasse i libri, le mie scelte di lettura erano determinate dal mio stato d’animo e da quello che mi veniva regalato. Io leggo tutto, dal fantasy (forse la mia unica vera passione) allo storico passando per il politico e l’ harmony. Sono convinto che la maggior parte dei lettori sia come me, per cui il solo fatto di “sapere che esiste” è una bionda cosa. Io devo promuovere un libro non me stesso, non ho mai comprato un libro perché lo scriveva “tizio”. Sono d’accordo con chi scriveva che iscriversi a gruppi di scrittori sia la peggior cosa che si possa fare.
Daniele Imperi
Per me aprire un profilo FB con il nome del libro non porta a nulla, al massimo lo devi aprire con il tuo nome.
Flavia
Per il momento, uso solo whatsapp per il mio profilo personale. Ero iscritta a facebook, ma mi sono cancellata e non ne sento la mancanza. Ho anche pinterest ma non ci guardo mai.
Giuliana Vallarola
Ho pubblicato due libri, di uno dei quali ho dovuto rinnovare l’edizione, in quanto la precedente casa editrice aveva chiuso i battenti. Sono una pessima promoter delle mie opere o semplicemente sfigata, visto che le copie vendute sono state pochissime. Mi ero iscritta a facebook, ma senza alcun risultato… Non solo per questo ho chiuso il profilo. Non sono ipocrita, e vorrei avere riscontri positivi… Se fosse possibile farei pubblicità nei gruppi di lettura… Perché bisogna sentirsi colpevoli di esibizionismo o avidi, se si propone il frutto della propria fatica? Cosa c’è di più azzeccato dell’abbraccio tra domanda e offerta?
Daniele Imperi
Ciao Giuliana, benvenuta nel blog. Proporre le proprie opere è lecito, ma ci sono modi e modi. Il rischio è ricorrere nello spam o infastidire potenziali lettori.
Giuliana Vallarola
Un attore disse che recitare è un lavoro e che promuovere un film è un altro lavoro, altrettanto impegnativo… Mancano vetrine legittimate per i libri o comunque sono insufficienti a soddisfare la richiesta di visibilità delle numerose pubblicazioni che offre il mercato dell’editoria, spazi che vengono accordati generosamente ad alte espressioni artistiche (musica, cinema, moda ecc.); eppure la scrittura è molto importante… Io devo gratitudine ai miei “maestri” e amici di carta, hanno contribuito in misura maggiore dell’esperienza a formarmi e a permettermi di evolvermi… Comunque condivido sul garbo e la misura… Sono necessari