Quando si parla di promuovere un libro online, i più interpretano quest’azione come qualcosa che è molto vicino allo spam. In alcuni casi invece lo è davvero, ma sono convinto che questi autori non lo sappiano, che agiscano senza la vera intenzione di fare spam.
Per essere scrittori visibili online occorre una strategia, che non significa sparare nel mucchio, né agire come spammer, né creare una pagina su Facebook né un profilo su Twitter né, tanto meno, aprire un blog e parlare sempre dei propri libri.
Un discorso che vale ancora di più per i social media che, se qualcuno ancora non l’ha capito, sono vere e proprie piazze pubbliche, niente di più. Tutto quello che scrivete e pubblicate sui vostri profili sociali è di dominio pubblico, è visibile a tutti. Questo da una parte dovrebbe entusiasmarvi (tutti vedranno il mio libro) e dall’altra invece dovrebbe preoccuparvi (tutti vedranno le scemenze e lo spam che pubblico).
1 – Scegliere i social media più adatti
L’ho scritto altre volte: è inutile iscriversi a ogni social che esiste, è infruttuoso e ingestibile anche. Lo scrittore è uno, è anche emergente, quindi non è famoso come i grandi autori americani, che possono permettersi un’agenzia di comunicazione alle spalle che gestisce loro i profili sociali.
Una persona sola, che ha un lavoro e magari anche una famiglia o studi universitari da portare avanti, non può essere presente su tanti social media, non ne ha il tempo e rischia di essere su tutti e male, anziché su pochi e bene.
Io ho scelto di non essere su Facebook, perché non faceva per me. Ho una fan page, certo, ma non sono io di fatto l’amministratore e pubblica in automatico. Non serve a nulla, quindi, e prima o poi la cancellerò. Io ho scelto alcuni social media, quelli in cui mi sentivo più a mio agio.
Conoscere i social media
Quali social media? Bisogna imparare a conoscerli, prima di valutarli. Almeno i principali permettono di leggerne i contenuti anche se non si è iscritti, come Twitter, Facebook, Google Plus, Pinterest, Linkedin, Instagram.
Ma non basta. Online ci sono oggi tantissimi blog che parlano di social media, in cui potete trovare informazioni interessanti, che ve ne faranno capire bene il funzionamento. Eccone alcuni:
- Il blog di Cinzia di Martino
- Il blog di Katia Anna Calabrò
- Social Daily di Roberta Gerosa
- Il blog di Brands Invasion di Ivana De Innocentis
- Il blog di Veronica Gentili
2 – Collegare i social media a un blog
Ha senso per uno scrittore essere presente sui social media e non avere un blog? No, per me non ha alcun senso. Un blog sarà sempre casa tua, un profilo social è dell’azienda che te lo ha concesso, è in comodato d’uso.
La promozione editoriale parte dal blog personale. Potrei dirvi che, se non avete un blog, è inutile continuare a leggere questo post. Oggi la comunicazione online di professionisti e aziende – uno scrittore è un professionista della scrittura – inizia dal blog.
3 – Personalizzare i profili sociali: siete scrittori
Quindi fatelo sapere a tutti. Ogni social media vi dà la possibilità di personalizzare quelle che chiamano copertine o cover, ognuna con le sue dimensioni. Un banner in cui poter inserire immagini e testi che richiamino la vostra attività. Avete pubblicato un libro? Due? In un angolo della cover le copertine di quei libri stanno bene.
La bio è il secondo elemento da personalizzare. Scrivetene una decente, non il solito “autore di” seguito dal link di Amazon. Se avete pubblicato 10 libri, non potete inserire 10 link. Scrivete un messaggio simpatico, curioso, siete scrittori, non devo essere io a dirvi come scrivere.
4 – Creare una strategia di promozione per il libro
Sui socia media ci sono anche i vostri lettori, ma il modo più veloce e diretto per farvi odiare è proporre loro il vostro libro appena pubblicato, magari sotto forma di “lettura interessante” o “storia originale”, termini che non significano proprio nulla.
Agire senza pensare non è la soluzione giusta per trovare lettori online. Bisogna mettersi seduti, prendere carta e penna, analizzare il mezzo e definire una strategia, ossia una serie di operazioni che vi porterà dei contatti.
Quando si parla di marketing editoriale, si intende un campo vasto, che contiene anche i social media e questo settore vuole la sua strategia, perché essere sui social significa sfruttare un mezzo di comunicazione sociale, non fare proposte di lettura a perfetti sconosciuti.
Risorse sulla promozione editoriale online
5 – Creare contenuti per i social media
Contenuti. Non spam, quindi, non richieste, non azioni di disturbo, non link buttati lì senza un testo che li contestualizzi. Sono tanti gli autori che non hanno ancora capito che i social media sono mezzi di comunicazione e non si comunica online senza scrivere e produrre contenuti di valore.
Il funzionamento non è diverso dai blog: anche sui social media bisogna creare un piano editoriale e seguire un calendario di pubblicazioni, senza trascurare i contenuti istantanei che rendono i social così diversi da altre forme di comunicazione.
Creare un contesto
Sono in pochi a considerarlo. Eppure, se dovete apparire sui social e mostrarvi come autori, il contesto è importante. Dovete definire tutta la vostra strategia di contenuti in modo che sia contestualizzata alla vostra attività.
6 – Creare un sistema di relazioni
È quello che funziona oggi. Ecco perché dico di non spammare e di stare attenti a ciò che si pubblica, perché dobbiamo creare relazioni e non allontanare i nostri potenziali lettori. Dialogare, pubblicare contenuti utili, condividere articoli di colleghi scrittori – se ritenuti validi, ovvio – significa creare relazioni.
Una relazione è più forte di un link, perché è umana. Il dialogo e la conversazione avvicinano le persone e danno più frutti di qualsiasi link a una fredda scheda libro su Amazon.
LiveALive
Io non la cancellerei la pagina facebook: i fans ultimamente sono aumentati con un certo ritmo. Io credo sia comunque importante averla, perché anche se ora non influisce molto sulla visibilità, credo che in futuro possa farlo.
Gli unici social su cui vale la pena essere presenti sono facebook e twitter: il resto sono miserie. Sicuramente è importante caricare le informazioni sui propri libri nel blog, e poi scrivere nei social aggiornamenti sulla posizione in classifica, segnalare le recensioni (anche le negative, commentando magari “apprezzo sempre i pareri onesti”, così si dimostra concretamente di non voler vendere e basta), anche semplicemente consigliare un testo di qualche anno prima.
La cosa davvero importante però è proprio quella di creare relazioni. Avere rapporti con gli altri scrittori e farseli amici aiuta sicuramente ad ampliare la propria cerchia, e mette in moto il passaparola (che, come riconoscono molte case editrici anche grandi, è l’unica cosa che permette di vendere davvero tanto).
Daniele Imperi
Sulla fan page sì, si può aspettare.
Il passaparola funziona sempre. Non è facile gestirlo, anzi non credo si possa fare, è una promozione spontanea. Creare relazioni aiuta di certo in questo senso.
Serena
Uhm. Allora, la casa online ci vuole. Per farne che, ancora non mi è chiarissimo. Se hai un blog e parli di scrittura, attirerai tanti amici scrittori, il che è bellissimo e ti porterà sostegno e condivisione, ma non farà aumentare in modo significativo le vendite del tuo romanzo. Potrebbe, invece, farti vendere qualche copia in più se hai scritto un manuale di scrittura o bookmarketing o offri servizi legati alla scrittura.
Quanto allo spam sui social, in un’altra vita e con un altro nome una volta scrissi uno stato tipo ” Se mi avete aggiunta per chiedermi la recensione o il mi piace o il link un attimo dopo, sappiate che con la stessa velocità sarete cancellati. ” Promuovo senza che me lo si chieda chi mi piace tanto e chi ho il tempo di leggere e apprezzare. Con le mie robe, ne parlo a casa mia e sui social al massimo metto l’avvertimento che ho pubblicato qualcosa. Molti scrittori e blogger americani cominciano a dichiarare che la presenza online NON serve a vendere di più, ma è per lo più gente affermata. Io credo che serva sicuramente agli emergenti e in generale a tutti per invitare amici ed essere invitati a bere un té di condivisione e di idee.
Daniele Imperi
Non è detto che non aumentino le vendite del tuo libro. Magari quegli scrittori lo comprano e ne parleranno nel loro libro.
Anche io sui social al massimo avviserò di una pubblicazione.
Chiara
IO vorrei sfruttare meglio la fanpage di Appunti a Margine su facebook, che ha quasi 7000 fan in quanto l’ho creata cambiando nome ad una vecchia pagina in disuso dal 2011. Purtroppo il tempo scarseggia, così mi limito a condividere i post del mio blog. è uno spreco, e dovrei pensare un po’ meglio a cosa farne.
Daniele Imperi
7000 fan? Che pagina era prima? Perché se hai cambiato argomento, non so se potrai sfruttare davvero quel numero.
Grazia Gironella
Utili considerazioni per imparare a non utilizzare i social come una zappa… da darsi sui piedi, magari. Un altro tassello al quadro lo aggiunge Judy, che questa settimana ha parlato sul blog Less is Sexy dell’importanza di non pubblicizzare i propri post (ma credo valga anche per i propri libri) in simultanea su tutti i social, per evitare l’effetto spamming.
La pagina FB secondo me serve, ma forse il mio è un caso particolare. Prima del blog è nata la pagina FB del manuale, che aveva un certo seguito. Ora la uso solo per avvisare gli utenti dell’inserimento di post sul blog, ma vedo dalle statistiche che le visite vengono in gran parte dalla pagina FB. Le persone, quindi, continuano a usare la pagina come tramite. Per questo la mantengo, anche se non ci posto niente di diverso da ciò che posto sul blog.
(P.S: non inerente: hai letto “In un milione di piccoli pezzi”, di James Frey? Lo sto leggendo e mi sono venuti in mente i tuoi gusti letterari. Forse – dico forse – potrebbe piacerti, come sta piacendo per ora a me.)
Serena
*si intromette* Ce l’ho lì da leggere anch’io, allora merita?
Daniele Imperi
Non ho visto quel post, andrò a leggerlo. Ha ragione, però.
Anche il mio blog ha ora molte più visite da Facebook.
(Non conosco quel libro, gli do un’occhiata e ti dico se mi attira).
Ryo
Secondo me quello che manca è una vera piazza dove comunicare in modo mirato. Voglio dire: facebook è un mezzo, ma se alla mia pagina sono iscritti 4 gatti, con 4 gatti comunicherò. Twitter da questo punto di vista è migliore perché più aperto, ma nei trend topic c’è sempre un mare di spazzatura (calcio, cantanti pop, programmi TV ecc.).
Fare rete: ecco che cosa ci vuole!
Daniele Imperi
Sì, ovviamente la piazza deve essere numerosa, altrimenti non te ne fai nulla. È vero che numeri altissimi non significano per forza enorme successo, perché dipende da quanto saranno coinvolti i tuoi iscritti.
Chi si iscrive a una fan page lo fa spesso senza un reale interesse. Deve essere coinvolto, altrimenti è solo un numero.
Salvatore
Per il momento il mio modo di usare i social è quello di condividere i contenuti del blog. Credo sia il modo sbagliato, ma non posso fare diversamente. Già pubblicare tre articoli di valore alla settimana sul blog è un grosso sacrificio, figuriamoci sfruttare a dovere pure i social media…
Daniele Imperi
Anche il mio, ma per ora non ho proprio il tempo né la testa per agire diversamente. Se devo sacrificare il tempo, allora preferisco farlo per il blog.
Banshee Miller
In poche parole ci vuole pazienza? Non nego di cadere spesso negli errori che descrivi tu, e il motivo è la fretta, la smania, l’illusione di non dover perder tempo. Perché per fare quello che spieghi ci vuole un bel po’ di tempo, mi sa, durante il quale le soddisfazioni possono essere poche. Certo, anche rasentando lo spam le soddisfazioni sono ancora meno. In definitiva ci vuole pazienza, tanta, ignorando la falsa velocità degli annunci lanciati a caso nei gruppi, dico bene?
Daniele Imperi
Certo, tanta pazienza. Concordo: ci vuole tempo e non funzionerà subito.
Che cosa è “la falsa velocità degli annunci lanciati a caso nei gruppi”?
Banshee Miller
Vuoi mettere quant’è più veloce buttare lì un po’ di annunci nei vari gruppi e community letterari, piuttosto che pianificare una lenta strategia? Definisco questa velocità falsa perché è illusoria, in quanto da pochissima visibilità e non porta da nessuna parte.
Daniele Imperi
Capito, sì hai ragione, quelle operazioni sono spam, non certo promozione che funziona.
Gianni Morgan Usai
La tenacia non è da “scrittore”.. Noto che i blog citati come esempio sono tutti femminili.. Perchè le donne scrittrici sono piu’ tenaci e determinate.. è assodato… Per cui chi vuole buone strategie editoriali si rivolga ad una donna scrittora, comunicatora.. o televisionara..!
Daniele Imperi
C’è anche un maschietto nei blog citati
La tenacia non è per forza femminile.
Gianni Morgan Usai
Sorry 4 donne.. La Roberta è in realtà Roberto..! La verifica sul campo è sempre ben spesa…!
robadaself
twitter: una volta un mio post è stato ritwittato da un giornalista che ha 11.000 follower e ho pensato “wow ora le visite avranno un boom”, e invece saranno arrivate 20 persone al massimo. è davvero così utile twitter? a me sembra solo rumore di fondo. per trovare una roba interessante devi spalare un sacco. per promuovere libri mi sembra ancora meno utile.
FB: anche per me parecchie visite arrivano da lì, anche se la pagina ha pochissimi fan (evidentemente sono affezionati).
sempre su fb è pieno di pagine in cui promuovere il proprio libro, ebook, ebook autopubblicato, romanzo, ebook che costa meno di 5 euro… l’impressione è che lì tutti postino e nessuno legga.
creare un sistema di relazioni è il metodo più efficace per promuoversi, probabilmente
Daniele Imperi
Ora neanche a me Twitter sembra così efficace per avere visite. Anche a me è capitato da vedere RT da persone con migliaia e migliaia di follower, ma le visite non sono cambiate.
Tenar
Non sono certo un buon esempio, da questo punto di vista. Ok per il blog. Ho una pagina fb personale che serve un po’ per tutto, dalle foto di gattini alla promozione e non riesco a usare decentemente nessun altro social. Come autrice self farei un disastro alla voce “promozione” (e non solo a quella voce…)
Daniele Imperi
Il problema è che per una gestione buona dei social o studi o fai un corso o ti affidi a un professionista.
Roberto Gerosa
Grazie mille Daniele per la citazione!
Sono assolutamente d’accordo con quello che scrivi. Ho amici scrittori, di talento, che non sfruttano blog e social media nonostante le mie insistenze e purtroppo i risultati sono la mancanza di popolarità e visibilità (che sotto certi aspetti non è poi così deleteria).
Però, a mio avviso, per fare un lavoro fatto bene, non serve solo un professionista, ma un professionista a tempo pieno. E in ogni caso questo professionista non sarà mai lo scrittore stesso. Il rischio sarà quello di creare una sorta di incoerenza, che prima o poi emerge (giustamente) sui social media.
Nel caso dei blog aziendali è diverso. Ma per quanto riguarda lo scrittore o l’artista, l’ideale è che sia lui stesso in prima persona a curare e presenziare queste forme di comunicazione.
Grazie ancora Daniele e a presto!
Daniele Imperi
Di nulla
Per uno scrittore penso anche io che sia meglio fare un corso sulla comunicazione sui social, perché deve essere lui a gestirli. In base al tempo che ha e ai social più adatti ne sceglie un paio al massimo e li segue bene.
Gianni Morgan Usai
Post politicamente scorretto.. Lo Stato – se fosse una cosa seria.. – dovrebbe provvedere per una Agenzia nazionale della Promozione Scrittoriale.. Visto che gli aspiranti scrittori sono sempre mal trattati e presi a pesci e totani in faccia.. dovrebbero poter avere un’Arena ( anche Verona.. ) dove difendersi e cazziare i critici fessi.. Meglio sarebbe ( come diceva il Duo di Piadena..) uno spazio tv dove inZultare manager, “monager” e critici.. Un compendio tra le bevute di Bukowski e Andrea Pinketts.. Propongo l’acronimo, in Inglish : POOWA > Pissed.Off Of Writers Agency…!
Daniele Imperi
Addirittura politicamente scorretto?
La vedo un po’ difficile creare un’agenzia statale per gli scrittori. In fondo dovrebbe nascere per ogni tipo di artista.
Loriana
Trovo i tuoi articoli davvero interessanti e volevo farti i complimenti. Sull’argomento in questione, che trovo difficile da concretizzare con delle strategie consolidate e che portano un reale riscontro, posso dirti che trovo internet e i social network utili per interagire e “farsi conoscere”. Ma per le vendite il discorso cambia: tanto lavoro per nulla e quasi zero interesse di lettori che poi realmente acquistano le pubblicazioni. La stessa cosa è stata ammessa anche da altri blogger: tanto lavoro senza molti risultati. Credo che per le vendite l’unica vera realtà siano le presentazioni dal vivo e incontri letterari; sul virtuale purtroppo si promuove senza esiti.
Daniele Imperi
Ciao Loriana, grazie e benvenuta.
Non so dirti nulla di preciso, perché è una cosa che ancora non ho vissuto. Mi senti però di dire: come hanno comunicato sui social? Che hanno fatto? Come si sono mossi?
Intanto provo a fare un sondaggio fra gli autori indipendenti esteri e, se riesco, lo pubblico nel blog.
mila orlando
Articolo molto interessante.
Io per il mio primo libro ho creato una pagina che ha avuto parecchi mi piace, dove ho postato contenuti che potessero incuriosire il lettore: citazioni del libro, canzoni riportate nel libro o foto di alcune ambientazioni. Ho postato anche le recensioni. L’unica pecca è che non riesco a farlo con costanza per mera mancanza di tempo, causa lavoro e altro romanzo da finire. Da questo ho imparato una cosa: la pagina fb legata a un libro diventa obsoleta dopo un po’ di tempo, ormai sono passati 7 mesi dall’uscita, il libro non è più in classifica, e mi sembra di fare spam postando ancora su quella pagina.
Credo che uno scrittore debba lavorare di personal branding, puntando sulla continuità del suo lavoro con blog e pagina legata ad esso oppure pagina con nome dello scrittore, dove c’è più possibilità di scelta dei contenuti da pubblicare. Io credo che la forza di fa nel portale contatti sia ancora maggiore rispetto ad altri Twitter, dove se non sei uno con migliaia di follower non riesci a incrementare vendite o traffico.
Daniele Imperi
Grazie.
Anche secondo me la pagina FB sul libro a lungo andare perde valore. Il problema è che per uno scrittore famoso questa pagina funziona, anche se non so dopo diversi anni quanto ancora potrà interessare.
Blog e pagina FB sull’autore: anche per me è meglio così.
mila orlando
La domanda ora è un’altra quale piano editoriale utilizzare per un blog autore. Io ho rifatto il mio blog, ma sto,riflettendo sui contenuti. Parlare solo di scrittura mi sembrerebbe riduttivo, il target non sono gli aspiranti scrittori. Parlare della vita da scrittore ok, ma c’è il rischio di diventare autoreferenziali. Non posso nemmeno pubblicare racconti e questo mi dispiace molto.
Daniele Imperi
Qual è il target del tuo blog? E perché non potresti publicare racconti?
mila orlando
Vorrei un blog che facesse capire quanto è bello leggere e raccontare. Non posso pubblicare racconti per motivi contrattuali
Daniele Imperi
Allora devi creare un piano editoriale su quei temi.
Fammi capire: hai un contratto che ti vieta di pubblicare racconti nel blog? Mai sentita una clausola del genere.
mila orlando
No, non è così. È un discorso più lungo e complesso.
Romina Tamerici
Sono di recente approdata anche su Fb per necessità più che per convinzione… bel post!
Daniele Imperi
Io credo invece che Facebook con me abbia chiuso definitivamente.
Gigi
Buongiorno Daniele,
ho scritto un libro. Mi sono affidato ad un editore a pagamento. L’uso che questo editore fa del social mi sembra demenziale e assurdo. Più volte mi ha detto che lo usa come cassa di risonanza per far rimbalzare in rete recensioni o manifesti di eventi o foto di presentazioni delle sue pubblicazioni. Ci ho litigato di brutto perchè gli ho spiegato che così facendo annoia i potenziali lettori e li fa scappare, se per puro caso capitano sulla sua pagina facebook. Quindi, così facendo, contribuiva a svalorizzare anche la mia pubblicazione, alimentando solo il suo ego e quello degli altri suoi autori drogati di presenzialismo. E’ così o mi sbaglio?
ciao e buon lavoro
Daniele Imperi
Ciao Gigi, benvenuto nel blog. Un editore a pagamento non è un editore, intanto. Ti ha solo tolto soldi che non spettava a te pagare.
Ma comunque hai ragione: bombardando così gli utenti li infastidisci e basta.