Scrivere più velocemente o scrivere meglio?

Tutti pazzi per l’intelligenza artificiale

Scrivere più velocemente o scrivere meglio?

“Intelligenza” è un termine improprio. L’intelligenza artificiale in realtà non pensa come noi. Bob Bly

Siamo nell’era della velocità. Oggi bisogna portare a termine qualsiasi azione più presto possibile, neanche fossimo alle soglie di un’apocalisse. La scrittura non si salva da questa folle corsa a chi arriva prima.

E da quando sono nate le tante piattaforme di intelligenza artificiale, tutti gli appassionati di questa nuova tecnologia l’apprezzano per la velocità con cui sforna – genera, non scrive – testi di qualsiasi tipo, anche racconti.

L’obiettivo primario è il risparmio di tempo.

Scrivere più velocemente porta vantaggi?

Già con la scrittura a mano c’è stata un’evoluzione che ha portato vantaggi in termini di risparmio di tempo: dalla penna d’oca e il calamaio siamo passati alla penna biro, che ci ha permesso di scrivere in modo più continuativo senza bisogno di attingere ogni minuto la penna nell’inchiostro.

Il successivo passo in avanti è stata la macchina da scrivere, che ha velocizzato ancor più la scrittura, anche se all’inizio ha richiesto per tutti un periodo di tempo per imparare a usarla.

L’avvento del computer e dei programmi di scrittura ha portato notevoli progressi: intanto un risparmio di carta, poiché non eravamo più costretti a sprecare fogli su fogli quando gli errori di battitura erano tali da non poter essere cancellati. E, una volta imparato a battere le dita sulla tastiera, la scrittura è divenuta più veloce rispetto alle macchine da scrivere.

Fin qui i vantaggi ci sono stati, eccome. Ma c’era sempre l’essere umano a manovrare quegli strumenti di scrittura.

Il fatto innegabile – che molti non comprendono o non voglio comprendere – è che i programmi di intelligenza artificiale non sono strumenti di scrittura, perché l’essere umano si limita a dare delle indicazioni (che gli anglofili si ostinano a chiamare prompt). Il resto è affidato a un’accozzaglia di informazioni che i programmi di IA assemblano senza un minimo di ragionamento “alle spalle”, perché non possono ragionare.

Senza contare i limiti della loro “conoscenza”, vista l’impossibilità di sfogliare e leggere libri, di accedere agli archivi digitali, di vagliare soprattutto le fonti consultate.

Alla luce di tutto ciò, scrivere più velocemente non porta alcun vantaggio.

La velocità non è sinonimo della qualità

Da molti anni la qualità dei contenuti online è andata calando, proprio in virtù della facilità con cui si possono pubblicare su blog e piattaforme sociali. Tutti possiamo scrivere e pubblicare – e su questo siamo d’accordo – ma ciò non significa che tutti sappiamo scrivere contenuti di qualità.

L’avvento della cosiddetta intelligenza artificiale sta peggiorando la situazione.

Un programma di IA non ha personalità, dunque non può scrivere con un personale tono di voce; non ha esperienza, dunque non può fornire opinioni sui testi che genera; non ha un cervello, quindi non può comprendere i testi su cui si “documenta” e che genera.

Un programma di intelligenza artificiale è un assemblatore di nozioni arraffate qui e là.

Ho chiesto a Gemini – ex Bard, di Google – di scrivermi un articolo sulla gengivite di almeno 700 parole (è un articolo che dovrò scrivere per un cliente). Me ne ha generato uno di poco più di 400 parole in 5 secondi. Allora ho chiesto a Gemini quali fonti avesse consultato e mi ha dato un elenco di 9 fonti, fra cui anche due libri, che ovviamente non può aver consultato.

Gliel’ho fatto notare? Ma certo! Gemini ha anche scritto: “Tempo impiegato per la ricerca e la scrittura dell’articolo: circa 30 minuti”. Ti prende pure per scemo! Ma se gli fai notare che ha scritto falsità, allora ammette col solito “Hai ragione, hai ragione”.

Non è possibile ottenere in appena 5 secondi un articolo di qualità di 400 parole. E infatti l’articolo sulla gengivite generato da Gemini era banale.

Siamo entrati nell’era della mediocrità.

L’intelligenza artificiale è il Bignami del web. Chi vuol capire capisca.

Scrivere meglio è il nostro obiettivo

Se per generare 400 parole Gemini impiega 5 secondi, per generarne 700 ne impiegherà circa 9. Io, essere umano, che devo documentarmi prima di scrivere (e non inventare le fonti), impiego invece almeno 7.200 secondi, vale a dire almeno due ore, se l’argomento è semplice.

È inutile dire che in 9 secondi un essere umano non riesca a scrivere che una manciata di parole, senza contare gli errori di battitura. In 9 secondi ho scritto infatti appena 7 parole.

Qualsiasi testo richiede un tempo preciso per essere scritto. E quel tempo si allunga in funzione sia della lunghezza sia della complessità del testo da scrivere.

Di sicuro non esiste un testo di qualità che richieda al massimo 5 secondi per essere scritto.

Alla domanda “Scrivere più velocemente o scrivere meglio?” rispondo che è preferibile di gran lunga scrivere meglio.

20 Commenti

  1. Patrizia Belleri
    giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 7:11 Rispondi

    Scrivere meglio, naturalmente e, soprattutto, non scrivere sciocchezze.

    Giusto per iniziare la giornata con un sorriso, riporto la conversazione tra me e Chat gpt )e rimango con il dubbio: di chi è la citazione?)

    Io: Chi ha dichiarato di possedere solo tre oggetti: una ciotola, un saio e un orologio?

    Chat gpt: La persona che ha dichiarato di possedere solo tre oggetti: una ciotola, un saio e un orologio è San Francesco d’Assisi. Questa è una delle sue famose citazioni, che riflette il suo stile di vita semplice e ascetico. San Francesco d’Assisi è stato un religioso e predicatore italiano del XII secolo, noto per il suo impegno nella povertà e nella predicazione del Vangelo.

    Io: San Francesco è vissuto nel 1200, c’erano già gli orologi a quell’epoca?

    Chat gpt: Hai assolutamente ragione, mi scuso per l’errore. San Francesco d’Assisi è vissuto nel XII e XIII secolo, quindi è improbabile che possedesse un orologio come lo conosciamo oggi. Gli orologi meccanici come quelli che conosciamo sono diventati diffusi solo molto più tardi, nel XV secolo. La citazione potrebbe quindi essere interpretata in senso metaforico o riferirsi a un oggetto simile a un orologio, ma non a uno specificamente meccanico come quelli che utilizziamo oggi. Grazie per la correzione!

    Io: Se la citazione si riferisse al Dalai Lama?

    Chat gpt: Sì, esatto! La citazione si riferisce al Dalai Lama, che ha affermato di possedere solo tre oggetti: una ciotola, un saio e un orologio. Il Dalai Lama è noto per il suo stile di vita semplice e per il suo impegno verso la spiritualità e la compassione. La sua scelta di possedere solo pochi oggetti riflette il suo distacco dai beni materiali e il suo focus sulla ricerca interiore e sulla pace interiore. Grazie per la correzione e la chiarezza!

    • Maura
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 11:54 Rispondi

      Il tuo contributo è illuminante, ora mi chiedo: se Chat gpt fosse anche solo vagamente intelligente e possedesse almeno una delle doti che appartengono alle persone intelligenti, dopo la tua interrogazione e la registrazione dell’errore, dovrebbe essere in grado, a distanza di tempo ed a chiunque la ponga, di poter rispondere correttamente questa domanda, come un bambino che sbaglia lo correggi ed impara dai suoi errori.
      Vi risulta sia così?
      Perché se così fosse, sarebbe ancora più inquietante, avremmo un bambino elettronico di 5 anni che viene considerato ed usato come un esperto su tutto lo scibile umano e che chiunque può manipolare a suo piacimento.
      Per quanto riguarda la velocità per me vale sempre il solito vecchio andiamo, “presto e bene non vanno insieme”!

      • Daniele Imperi
        giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:17 Rispondi

        In teoria sì, dovrebbero apprendere. Il problema è che potresti impartire alle IA nozioni sbagliate, volutamente o meno.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:14 Rispondi

      Le IA hanno sempre sbagliato con le notizie storiche. Considera poi che moltissime citazioni che si trovano online sono erroneamente attribuite ai vari personaggi.
      Anche Gemini ha risposto che la citazione è di San Francesco…

  2. Maddalena
    giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 7:15 Rispondi

    Buongiorno e grazie,
    è importante continuare a scrivere da sé, continuando a godere del piacere e anche della fatica nel farlo.
    Maddalena

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:18 Rispondi

      Condivido in pieno. Se ci facciamo sfornare i testi dalle intelligenze artificiali, ci viene a mancare il piacere di creare da noi i testi.

  3. Giuseppe Vitale
    giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 9:20 Rispondi

    Tutto questo mi ricorda i dibattiti ricorsivi ogni qualvolta una nuova tecnologia si affaccia: i pittori, per esempio, dicevano che la fotografia avrebbe distrutto la pittura, e poi abbiamo visto come è andata. Quando è arrivato il cinema si credeva che nessuno sarebbe più andato al teatro. A sua volta nella televisione si vide ciò che avrebbe distrutto il cinema. E via di questo passo. ChatGPT, Gemini e le altre sono qui per generare un certo tipo di scrittura, diversa da quella manuale che sopravviverà. Saggio è, secondo il mio punto di vista, chi sa mescolarle.

    • Maura
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 12:18 Rispondi

      Scusami ma di fatto la fotografia ha distrutto la pittura fino al quel momento conosciuta. Infatti si è passati dal cercare di raggiungere la perfezione del reale alla scomposizione del reale fino all’astrazione, al considerare opera d’arte una singola opera ed artista quel maestro con qualcosa in più, al considerare arte tutto quello che fa l’artista in quanto tale ed artista chiunque venga quotato come artista. Che questo sia stato evoluzione e un bene per la pittura se vuoi possiamo discuterne fino alla fine del mondo. Secondo me l’AI è un software evoluto e va usato come tale, come Canaletto usava la camera oscura per ricopiare rapidamente il reale e poi alterarlo con la sua conoscenza della scenografica per rendere i suoi paesaggi unici, apparentemente realisti ma di fatto scenografici.
      Da quando c’è il cinema si va molto meno a teatro, da quando c’è la televisione si va molto meno al cinema, si, l’industria del cinema ha minato il teatro, ma molto di più la televisione ha minato il cinema ed il teatro, si è persa la varietà e dinamicità che una volta c’era sia nel teatro che nel cinema. Le scuole di recitazione sono sempre meno, il tutto per abbracciare l’omologazione, io francamente non riesco a vederlo come un progresso, è progresso quando si alzano la varietà ed il livello culturale e diventano alla portata di una platea ampia non quando si abbassano o diventano destinati ad un pubblico elitario.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:20 Rispondi

      È diverso. La pittura è arte, e lo è anche la fotografia. L’una non sostituisce l’altra, perché sono differenti.
      Cinema e teatro idem: sono forme di rappresentazione diverse, l’una non esclude l’altra.
      Idem con la televisione.
      Le IA, invece, sostituiscono di fatto l’uomo sia nella creazione di testi sia di immagini.

      • Maura
        giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 18:24 Rispondi

        Ogni opera dell’uomo è arte, la fotografia non fa parte delle belle arti così come il teatro. Modificare un’arte come è successo alla pittura, al punto tale da non considerare più arte l’opera ma l’artista equivale a distruggere quell’arte, se la tv impoverisce il cinema non lo sta sostituendo lo sta soppiantando. Un software AI usa quanto l’uomo ha prodotto per simulare la creatività dell’uomo come un braccio meccanico simula il braccio e conoscenze umane per montare un’auto. Il problema non è quanto bene ci riesca o quanto sia affidabile il risultato come invece ci si aspetterebbe e si pretende dal braccio meccanico, il problema è che a nessuno interessa quanto sia ben scritto o affidabile un testo, lo vediamo già con il giornalismo processo iniziato ben prima delle AI. Alla letteratura, succederà quello che è successo alla pittura, perché al mondo sembra non interessare che un testo sia ben scritto, originale o affidabile. Per questo io credo che un AI vada usato come uno strumento per dimostrate che quello è e quello rimane.

  4. Corrado S. Magro
    giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 11:17 Rispondi

    Ogni medaglia ha due facce. Nel caso dell’IA la medaglia è poliedrica. Sta a chi la osserva e impiega scegliere e gestire “con senno” l’aspetto che stima convenevole. Avete letto dei papiri semidistrutti, residui dell’evento che travolse anche Ercolano? Ebbene fino al presente le fatiche per scoprire il loro contenuto sono state vane. Oggi grazie all’intelligenza artificiale, non chiedetemi come viene applicata, il processo di identificazione del contenuto lo permette. Non è il nuovo, in quanto tale, da demonizzare ma l’ignoranza, l’egoismo, la corsa al suc-cesso (permettetemi l’ortografia) e la sete smodata di ricchezza e potere dell’essere.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:23 Rispondi

      Nel caso che citi la tecnologia va bene e aiuta l’uomo. Ma se fai scrivere un racconto a un programma, non ti stai aiutando, ma stai regredendo.

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 15:00 Rispondi

        Pienamente d’accordo! Il problema, come implicitamente ammetti, non è l’IA ma sono “io”. E poiché i miliardi di “io” sono ingestibili anche nei regimi dittatoriali, l’unico rimedio sarebbe abolire l’IA o vietare ogni simile risorsa all’uso indiscriminato anche di tutto il resto.

        • Daniele Imperi
          giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 15:09 Rispondi

          Sì, la colpa è di chi si fa scrivere i testi e vietare le IA non risolve il problema. Il discorso è simile agli studenti che copiano o a quelli che si comprano la laurea.

  5. Laura Rondina
    giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 13:40 Rispondi

    Scrivere meglio. Vagliare fonti penso sia indispensabile, capita di vedere scritti sconnessi, banali e con cose inesatte.Poi ci sono scritti come pensierini da elementari…Stavo partecipando a un contest di racconti brevi e illeggibili: errori di composizione e grammaticali che fanno male agli occhi. Sempre interessanti e utili i tuoi consigli, grazie.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Febbraio 2024 alle 14:24 Rispondi

      Ciao Laura, benvenuta nel blog.
      Vagliare le fonti è un passo irrinunciabile, specialmente se si trovano in rete.
      Ai concorsi letterari partecipano tutti, chi sa scrivere e chi no.

  6. Luciano Cupioli
    lunedì, 4 Marzo 2024 alle 9:24 Rispondi

    Tutto sta nell’orgoglio e nell’autostima. Chiunque scriva, come prima cosa vuole farlo al meglio delle proprie possibilità. Per riuscirrci deve impegnarsi tanto, faticare, sudare. E’ solo scrivendo e riscrivendo che il risultato potrà migliorare, ed è solo dopo avere imparato a scrivere al meglio che si potrà diventare anche un po” più veloci. Nulla di paragonabile alle IA, però. Ma in quel caso non significa essere diventati più veloci, ma non scrivere più. Non mi sentirei mai orgoglioso di un bel romanzo scritto in poco tempo da un’ IA a cui ho solo dato qualche input. Molto meglio il mio modesto romanzo che ha richiesto qualche anno e tante arrabbiature, ma che è tutta farina del mio sacco, e di cui posso sostenere qualsiasi parola. Tutto sta nell’orgoglio e nell’autostima, peculiarità imprescindibili dell’uomo che vuole essere artista.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 4 Marzo 2024 alle 9:54 Rispondi

      Certo, la velocità dipende anche dall’esperienza e dalla bravura ottenuta, ma poi dipende sempre dalla difficoltà di ciò che si sta scrivendo.
      Usando le IA significa davvero non scrivere più, perché si delega addirittura a un programma la storia da scrivere.
      Orgoglio e autostima non vanno a braccetto con l’uso delle intelligenze artificiali.

  7. Seo Pigro
    giovedì, 7 Marzo 2024 alle 15:31 Rispondi

    Ho provato a sperimentare più di una volta l’AI dando in pasto all’algoritmo varie richieste più o meno fantasiose per capire cosa realmente riuscisse a tirare fuori e devo ammettere che in qualche mese, riproponendo gli stessi temi senza variare le richieste o magari cambiandole solo un pochino, le risposte hanno avuto una sorta di miglioramento, ma:

    – Almeno per l’italiano, siamo ancora indietro dal punto di vista lessicale e di errori ortografici ne leggo ancora troppi;

    – La struttura che arriva in risposta è spesso troppo simile per ogni format, quindi paragrafetto iniziale che fa molto letterina di benvenuto piuttosto scarna, punti elenco non troppo legati tra loro e paragrafetto finale a chiudere;

    – Richiedendo formati medio-lunghi, quindi sopra le 7-800 parole, per molti argomenti è sempre un rimescolare le due tre cose che “conosce” cambiando gli avverbi.

    Sicuramente può essere di aiuto ma come spunto, perché in circa 5 secondi hai una panoramica di argomenti da sviluppare, ma almeno per quello che riguarda il testo vero e proprio, davvero non ci siamo. Se invece la vogliamo provare lato sviluppo, posso dire che per costrutti anche non semplicissimi, più di una volta mi ha risolto delle cosette senza che mi mettessi proprio a studiare la knowledge.

    Utile e sicuramente veloce quindi, ma per esperienza personale, solo per PHP o JQUERY XD

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Marzo 2024 alle 15:36 Rispondi

      Benvenuto Seo Pigro, anche se ci conosciamo da un pezzo :D
      Il miglioramento dovrebbe esserci perché l’IA impara man mano che lavora.
      La struttura che usano le IA è sempre la stessa. Questo forse dipende dall’addestramento: è stato impartito loro di usare sottotitoli ed elenchi e lo fanno. La chiusura, poi, ho notato che è sempre un arrangiamento del paragrafo iniziale.
      A me non hanno mai rispettato la lunghezza richiesta.
      Magari la provo anche io per PHP.

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