L’intelligenza artificiale non è uno strumento di scrittura

L’intelligenza artificiale non è uno strumento di scrittura

Da più parti si parla delle piattaforme di intelligenza artificiale come di strumenti di scrittura. Negli ultimi mesi queste piattaforme sono proliferate moltissimo e sempre più persone – anche professionisti della scrittura, purtroppo – si sono lasciate conquistare dalla meraviglia del secolo.

Alcuni definiscono queste piattaforme “strumenti di scrittura basati sull’intelligenza artificiale” e sostengono che l’IA “non sta usurpando il ruolo dello scrittore; lo sta facilitando”.

Ecco perché il mio lavoro è enormemente diminuito…

Che cosa sono gli strumenti di scrittura?

Detto in breve, sono “oggetti” che permettono di scrivere. Per secoli l’uomo ha usato carta e inchiostro per la scrittura. Finché sono nate le prime macchine per scrivere. Anche quelle sono state strumenti di scrittura.

Le macchine per scrivere hanno semplicemente sostituito la penna – non del tutto, perché molte persone, me compreso, hanno continuato a usarla. Inizialmente il processo di scrittura non era veloce con queste macchine, perché bisognava imparare a usarle.

Poi sono nati i computer, con tastiera e mouse, e relativi programmi di scrittura (o elaboratori di testi). Anche questi sono strumenti di scrittura, che hanno sostituito carta e penna – non del tutto, perché molte persone, me compreso, le usano ancora.

Possiamo annoverare fra gli strumenti per scrivere anche il vocabolario e la grammatica, magari più come accessori che come veri e propri strumenti per la scrittura.

Se cerchiamo sul vocabolario – ho per l’ennesima volta interpellato il Treccani – il significato di “strumento”, ci viene fornita questa definizione:

arnese, congegno, dispositivo e sim., necessario per compiere una determinata operazione o svolgere una attività.

Carta e penna sono arnesi; la macchina per scrivere è un congegno; il computer, con i suoi accessori, è un dispositivo. Tutti ci permettono di compiere l’operazione della scrittura, di svolgere l’attività di scrittura.

Che cosa accomuna tutti questi strumenti per scrivere?

Carta, penna, macchina per scrivere, computer ci hanno permesso di scrivere, cioè di trasmettere su carta (naturale o virtuale) i nostri pensieri.

Il frutto della nostra intelligenza.

Che cos’è una piattaforma d’intelligenza artificiale per la scrittura?

Possiamo cercarne in rete la definizione, ma comunque una piattaforma di IA dedicata alla scrittura è un programma in grado di creare contenuti per noi, cioè può generare testi in base ai suggerimenti o alle indicazioni che forniamo.

Un’intelligenza artificiale completa questo tipo di attività in pochi minuti, se non addirittura in pochi secondi, rispetto alle ore che possiamo trascorrere a fare ricerche e scrivere da zero.

L’IA non può essere definita uno strumento di scrittura

Vista la definizione di “strumento di scrittura”, visti anzi i vari strumenti usati fino a oggi, e vista anche la definizione di piattaforma di intelligenza artificiale dedicata alla scrittura, comprendiamo bene come questa non possa essere assolutamente considerata uno strumento.

Ecco un esempio di come funzionano i veri strumenti di scrittura:

Strumenti di scrittura

Che cosa notate? Che cosa, anzi, accomuna di nuovo tutti questi strumenti?

Il cervello umano. L’intelligenza naturale, dunque.

Ecco invece come funziona una piattaforma di intelligenza artificiale sulla scrittura:

Intelligenza artificiale

Possiamo sostenere che in fondo l’intelligenza artificiale genera un testo dopo che le abbiamo fornito delle indicazioni più o meno dettagliate, indicazioni frutto della nostra intelligenza. Ma questo non significa che possiamo appropriarci della paternità di quel testo.

Non può essere definito un testo autoriale, perché l’autore – termine in questo caso improprio – è un programma. Un programma di proprietà di un’azienda. E questo, secondo me, potrebbe in futuro far insorgere problemi di diritti.

Gli strumenti di scrittura permettono di trasmettere velocemente il pensiero umano su carta (naturale o virtuale). L’intelligenza artificiale, invece, genera velocemente il suo “pensiero” su carta virtuale.

Non chiamate, quindi, l’intelligenza artificiale strumento di scrittura.

L’intelligenza artificiale sostituisce di fatto l’intelligenza umana nella scrittura generazione di testi.

Le piattaforme di IA sulla scrittura sono un mezzo comodo, gratuito anche (o comunque molto economico), furbo per creare testi.

15 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 7 Dicembre 2023 alle 11:03 Rispondi

    Non mi pronuncio in dettaglio e sono restio a schierarmi. Se domani il prodotto dell’IA sarà suscettibile di CopyWrite, potrebbero cambiare molti aspetti. Su questo sentiero si muovono diversi centri di ricerca tra cui, già da un pezzo, il Politecnico di Zurigo. Siamo tutti consapevoli che i generatori di testo attingono nello stagno comune, quasi quasi azzardo a scrivere che simulano il processo di maturazione dello “scrittore” che “deve” leggere tanto. Alla domanda sulle emozioni, sulla creatività e sull’originalità del prodotto, al presente non si ha alcuna risposta e non so se ce ne sarà una soddisfacente in futuro e quando arriverà.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Dicembre 2023 alle 13:29 Rispondi

      Anche in Italia qualcosa stava cominciando a muoversi, ho letto da qualche parte. I generatori di testo attingono per forza qui e là, ma non possono attingere ovunque, perché non tutto è stato digitalizzato, cosa che invece l’essere umano può fare.

  2. Orsa
    giovedì, 7 Dicembre 2023 alle 14:05 Rispondi

    Considerando che anche Google abbia la sua AI proprietaria mi domando come intenderà muoversi a livello di indicizzazione. Premierà gli utenti che pubblicheranno contenuti generati con Bard penalizzando tutti gli altri? Ormai io sono rassegnata, ho perso tantissimo lavoro. L’idea di “strumento furbo” per scrivere (non per generare – come si dovrebbe definire correttamente) è sempre più diffusa tra scrittori, utenti, studenti, perdenti.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Dicembre 2023 alle 14:10 Rispondi

      Google ha Bard, infatti, che mi sembra più scaltra delle altre. Ci sono infatti diverse riflessioni sulla questione “SEO” dei contenuti generati dalle IA. Ma Google deve essere in grado di scoprirne la natura.
      “Perdenti” è la giusta definizione di chi si fa produrre testi dalle intelligenze artificiali.

  3. Luciano Cupioli
    giovedì, 7 Dicembre 2023 alle 19:31 Rispondi

    IA il nuovo “Ghost Writer” per chi non vuole fare fatica a scrivere, o non è in grado di farlo bene, con la differenza che il Ghost Writer è sempre una persona che scrive, a meno che anch’egli non si avvalga di una IA. A parte la mancanza di eticità in tutto questo (trovo persino peggio far scrivere a un altro, come molti vip fanno: ma pensate davvero che il 99% degli sportivi famosi che pubblicano la propria biografia scrivano i libri di proprio pugno?), se non scrivi da solo, con la tua mente e le tue forze, fatto salvo l’ausilio di un editor, NON sei uno scrittore. Quindi, l’IA NON è uno strumento per scrivere, ma l’immaginifico inganno che essa possa esserlo. Già mi vedo nel prossimo futuro tanti genitori che dicono ai propri figli di far scrivere i compiti all’IA: in una manciata di generazioni diventeremo degli analfabeti incapaci di scrivere il proprio nome, ma saremo tutti muniti della propria IA-personal incorporata dalla nascita in una zona nei pressi del cervello, che ci guiderà in tutto. NON sarà il mondo dei robot, ma il mondo degli uomini robotizzati. “Sai nipote, una volta c’era l’inverno e la gente scriveva..”. “Certo nonno, certo. hai preso le medicine?”

    • Daniele Imperi
      venerdì, 8 Dicembre 2023 alle 8:15 Rispondi

      Sì, in effetti possiamo definire l’IA proprio un cosiddetto “ghost writer”: qualcun altro scrive per te e tu ci metti la firma. Sarebbe il colmo se uno chiedesse a un “ghost writer” di scrivere un libro e quello se lo facesse “generare” da una IA.
      Anche per me c’è una totale mancanza di eticità, ma anche du dignità. Riguardo agli sportivi, di sicuro ci sono dietro altri a scrivere. Per esempio il libro di Bruno Conti è stato scritto assieme a un giornalista.
      Un giorno, se continua così, davvero gli studenti si faranno fare i compiti dalle IA.

  4. Marco
    sabato, 9 Dicembre 2023 alle 3:34 Rispondi

    Cosa ne pensi invece dell’intelligenza artificiale utilizzata durante la fase di documentazione? Per fare ricerche non troppo approfondite, sembra essere molto utile. Certo, bisogna sempre controllare le informazioni che si leggono, ma questo accade con ogni sito se si vuole esser certi di fare un buon lavoro. Personalmente, uso tantissimo le intelligenze artificiali nonostante non scrivano nemmeno una parola dei miei testi. Alla fine, credo sia come avere un grande setaccio in un’enciclopedia, che ci permette di arrivare direttamente alle informazioni che ci servono senza investire tempo solo per cercare la pagina giusta.

    Sarebbe molto interessante leggere un tuo articolo sull’intelligenza artificiale utilizzata per questo scopo; per ciò che concerne la creazione testuale, c’è davvero poco di cui discutere. E pensare che c’è gente che la usa per “trovare” idee…

    • Daniele Imperi
      sabato, 9 Dicembre 2023 alle 14:30 Rispondi

      Per la documentazione l’intelligenza artificiale è anche peggio. L’ho provata varie volte per scoprire cosa avrebbe scritto e ha tirato fuori imprecisioni, inventando perfino.
      Chi scrive saggi e biografie non può avvalersi di queste piattaforme di IA, sia perché sono molto limitate – non tutto è stato digitalizzato e forse non lo sarà mai – sia perché non potrebbe scrivere una bibliografia, d’obbligo per simili opere.

      • Marco
        sabato, 9 Dicembre 2023 alle 19:17 Rispondi

        Bing è abbastanza decente per queste cose (quello di microsoft edge)…ma per ricerche veloci e un’infarinata è buono…ovviamente AI tipo chatgpt 3.5 no.

        • Daniele Imperi
          domenica, 10 Dicembre 2023 alle 8:18 Rispondi

          Dipende dal tipo di documentazione. Devi sempre verificare le informazioni che generano.

  5. Marco
    sabato, 9 Dicembre 2023 alle 19:20 Rispondi

    Riguardo come aiuto per il brain storming, cosa ne pensi? è uno strumento utile? Nota: per questo sono utili anche IA tipo quelle per il roleplay (specie se li metti in situazioni fuori dal loro mondo o in situazioni strane)

    • Daniele Imperi
      domenica, 10 Dicembre 2023 alle 8:20 Rispondi

      Ho testato ChatGPT, Writesonic e Bard per vedere che idee mi suggerivano per gli articoli del blog: banali, prima di tutto, e idee che ho ampiamente già sfruttato da anni. Soprattutto idee che trovi in rete senza problemi.

      • Marco
        lunedì, 11 Dicembre 2023 alle 16:33 Rispondi

        Non dico le idee da parte sua, ma come “amico” con cui chattare e fare proprio brain storming…a me spesso una chiaccherata tra amici fa venire nuove idee (oppure con un bot ad su un sito partendo da una situazione “normale” e poi diventa altro)

  6. Barbara
    giovedì, 14 Dicembre 2023 alle 10:30 Rispondi

    L’altro giorno un amico ha fatto un test con un’AI (mi sfugge il nome, forse a pagamento) creata per leggere grandi testi (in questo caso un manuale di 600 pagine, mi pare norme su certificazioni di sicurezza) e rispondere a domande specifiche sul contenuto. Gli serviva comprendere un caso particolare, applicazione di norma + un calcolo. E’ andato avanti per mezz’ora, l’interrogatorio, e alla fine la risposta è stata: rivolgiti a un professionista. :D
    Il che va a sommarsi alle altre segnalazioni che mi arrivano, come ricerche storiche sballate (fatte da professori di Storia che vanno a vedere perché gli studenti gli hanno scritto quella cosa strana nel compito) e riferimenti matematici controversi (lì un amico mi ha detto di aver scritto almeno sei volte “ma sei sicuro? la teoria non dice questo e quest’altro?” e l’AI risponde “sì, scusa, mi sono sbagliato” :O ). A questo stadio, l’AI può solo rielaborare informazioni prodotte da umani, e non fa nemmeno un’elaborazione decente (a parte spostare le frasi o confondersi, perché “legge” anche testi sbagliati, in giro per la rete, non può valutare la qualità delle fonti).
    Il risultato che comincio ad osservare è un certo “appiattimento” dei contenuti in rete. Se già prima dell’AI certi articoli sembravano uno la fotocopia dell’altro, ma almeno con un intervento umano e qualcuno riusciva a distinguersi per empatia, adesso leggo più fuffa e zero idee. Perché l’AI non ha fantasia e immaginazione. Non può, almeno a questo stadio, generare contenuti nuovi, non può valutare le fonti, non può nemmeno valutare se stessa.
    Credo che alla fine anche l’AI si sgonfierà, come qualsiasi altra bolla speculativa tecnologica…

    • Daniele Imperi
      giovedì, 14 Dicembre 2023 alle 11:04 Rispondi

      Sulle ricerche storiche sballate parlerò a gennaio, perché due IA interpellate hanno sfornato assurdità colossali che un bambino, cercando su Google, non avrebbe mai scritto.
      Infatti l’intelligenza artificiale non riesce a interpretare ed elaborare correttamente i dati che scova.
      Nel prossimo articolo ci sarà anche una chicca sulle fonti consultate.
      Io spero che si sgonfi, ma in giro, specialmente su LinkedIn, leggo entusiasmo. Uno mi ha contestato questo mio articolo, dispiaciuto che io “non abbia trovato le grandi utilità di questa rivoluzione epocale”. Ha detto che usa le IA nella sua azienda “per scrivere meglio” e per “le ricerche redazionali”, ma quando gli ho chiesto esempi, ha evitato di rispondere.

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