Per essere scrittori originali bisogna copiare

L’emulazione come prima fase della scrittura creativa

Per essere scrittori originali bisogna copiare

Chiunque si accinga a scrivere storie per la prima volta imita qualcun altro.

L’ho fatto anche io, tanti anni fa: inizialmente imitavo Terry Brooks, folgorato dai suoi romanzi fantasy; poi ho imitato Cormac McCarthy, folgorato dal suo stile di scrittura.

Ognuno di noi ha avuto i suoi scrittori preferiti, scrittori che hanno lasciato un segno e ci hanno magari fatto desiderare di scrivere come loro. Difficilmente si comprende che non è la nostra voce, ma quella di altri.

Imitare, emulare, cercare di copiare uno stile di scrittura – sottolineo “cercare” di copiare, perché secondo me è impossibile copiare perfettamente lo stile altrui – è del tutto normale: anche gli scrittori famosi di oggi e di ieri l’hanno fatto.

Perché si tende a copiare altri scrittori?

Nel mio caso la risposta è semplice: perché avevo pochissime letture alle spalle. Quando si copia uno stile di scrittura, si è convinti che quello stile sia il massimo dell’estetica, del ritmo, della combinazione delle parole, dell’uso stesso delle parole.

È una convinzione errata, ovviamente. Ogni scrittore ha forgiato il proprio stile di scrittura combinando centinaia di letture (e di autori letti) con centinaia di pagine scritte.

Che altro non è se non il vecchissimo consiglio di Stephen King: “Se vuoi essere uno scrittore, devi fare due cose sopra tutte le altre: leggere molto e scrivere molto”.

A forza di leggere libri, differenziando le mie letture e scoprendo sempre nuovi autori, quella tendenza è scomparsa. Ciò non significa che abbia finalmente trovato il mio personale stile di scrittura: forse non lo troverò mai.

Forse lo stile, come ho detto altre volte, va adattato al tipo di storia che dobbiamo raccontare – è infatti quel che cerco di fare. Forse varia continuamente per qualcuno, mentre per altri si “stabilizza”.

Copiare è una sorta di bussola

Perché si tende a copiare altri scrittori? C’è anche un’altra risposta altrettanto valida: perché abbiamo bisogno che qualcuno ci indichi la strada.

Chi copia ha bisogno di orientarsi nel mondo delle parole: non riesce a scrivere la prima frase della sua storia perché ignora dove andare; ogni frase suona amatoriale, ogni parola inadatta, ogni verbo banale.

Copiare un modo di scrivere è una sorta di bussola: ci dà l’orientamento iniziale, ma poi dobbiamo camminare con le nostre gambe e abbandonare ogni aiuto esterno.

Dobbiamo trovare dentro di noi la nostra personale bussola, dobbiamo essere in grado di trovare la strada da soli, senza più interferenze altrui.

Coltivare la propria scrittura

Credo che tutti gli scrittori siano passati per la fase dell’emulazione. È del tutto normale restare affascinati da un modo di scrivere o da alcune storie.

Sono i semi – quegli stili e quelle storie – da cui nascerà la nostra scrittura, che va coltivata con assidue letture e assiduo esercizio.

E magari verrà il giorno in cui saremo noi a essere copiati, emulati, imitati.

12 Commenti

  1. Marco
    giovedì, 21 Luglio 2022 alle 7:14 Rispondi

    Copiare è una specie di omaggio che, in modo maldestro e inconscio (?), rivolgiamo a quegli scrittori che ci hanno folgorato. In seguito cerchiamo di allontanarci da essi. Io desideravo essere come Dostoevskij, scrivere come lui, e non era un bell’esempio perché (l’ho scoperto dopo) scriveva “male” (anche secondo Tolstoj). Adesso che ci penso: volevo essere anche come Tolstoj!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Luglio 2022 alle 14:27 Rispondi

      Possiamo anche vederlo come un omaggio: visto che copiamo, riteniamo quegli autori più che meritevoli.
      Di Dostoevskij ho letto poco, non sapevo che scrivesse male: ma male in che senso?

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 21 Luglio 2022 alle 11:29 Rispondi

    Non ho le idee chiare a riguardo. Gli scrittori (sarebbe più appropriato dire ‘gli scritti’) che mi hanno affascinato sono stati e rimangono tanti, molti, come il loro modo variegato di costruire la storia. A volte mi chiedo: In cosa consiste lo stile? Forse è quella caratteristica personale in grado di legare il lettore o che sia l’espressione della nostra quotidianità, della nostra esperienza e conoscenza? Non lo so. Verga, Eco, Manzoni, Sciascia, Silone, Svevo, Boccaccio, Veronesi, Tolstoj o Dosto… Sartre, Moravia, Camus eccetera, schiumando, tutti mi hanno affascinato e non ho mai provato/pensato a imitare qualcuno di loro; l’avrò fatto magari inconsapevolmente. I loro scritti, almeno quelli che ho letto, si pongono su un piano più elevato del mio. Forse è per questo che striscio in basso.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Luglio 2022 alle 14:29 Rispondi

      La “caratteristica personale in grado di legare il lettore” è una buona definizione dello stile.
      Anche se non hai emulato quegli autori, di sicuro ti hanno lasciato qualcosa.

  3. Orsa
    giovedì, 21 Luglio 2022 alle 14:43 Rispondi

    Dalla tua hai anche la prestigiosa rivista scientifica Science, secondo la quale “copiatura ed emulazione sono i metodi di apprendimento più rapidi ed efficaci, una tendenza spesso considerata da perdente, ma che può invece essere la chiave del successo”.
    L’importante è non trascendere: sì all’ispirazione, no al diventare proprio un epigono.
    “Verrà il giorno”… a te da mo’ che ti copiano! :P

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Luglio 2022 alle 15:08 Rispondi

      Ho letto altrove che nelle scuole americane si facevano copiare dei testi, come metodo per migliorare la scrittura.
      Eh, vero, mi hanno copiato pari pari vari racconti :D

      • Corrado S. Magro
        venerdì, 22 Luglio 2022 alle 16:04 Rispondi

        All’elementare anni 1940 si esercitava il “copiato”. Lo ricordo benissimo: “Piricopio, tu lo scrivi e io ti copio”, lo dicevamo facendo il “marameo”.🤣

        • Daniele Imperi
          venerdì, 22 Luglio 2022 alle 16:11 Rispondi

          Il copiato me lo ricordo anche io, alle elementari! Ma non negli anni ’40…

  4. Grazia Gironella
    sabato, 23 Luglio 2022 alle 18:04 Rispondi

    Imitare non ha niente di male quando rientra nella ricerca del proprio modo di scrivere, anzi, può essere utile; e hai ragione, succede più spesso quando si hanno poche letture alle spalle.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 25 Luglio 2022 alle 8:09 Rispondi

      “Ricerca del proprio modo di scrivere” è l’esatta definizione di copiare gli altri scrittori. Più leggi e meno sei portato a copiare.

  5. Luciano
    mercoledì, 27 Luglio 2022 alle 9:49 Rispondi

    Stando a quel che dici, un Silone avrebbe potuto copiare da Verga, e a suo modo Verga avrebbe copiato da qualcun altro prima di lui. In pratica, tutti gli scrittori famosi avrebbero copiato da altri. Nella letteratura, a mio avviso più che copiare ci si ispira, e non é proprio la stessa cosa. Bello o brutto che sia, ciascuno ha il suo stile, che è il risultato di tutte le conoscenze letterarie che ha acquisito nel tempo. Anche in un mio modesto scritto ci trovo non uno ma tanti scrittori, nessuno copiato o imitato. La scrittura è diversa dalla pittura.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 27 Luglio 2022 alle 12:46 Rispondi

      Non sappiamo come abbiano lavorato quegli autori. L’ispirazione è una cosa diversa, poi.

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