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C’è un’enorme differenza fra una storia di finzione e ciò accade nella vita quotidiana. Sebbene la vita sia piena di storie, difficilmente si può trasformare una biografia in un romanzo.
E questo per due motivi:
- Una storia deve avere una struttura per funzionare.
- La vita funziona benissimo senza alcuna struttura.
Tuttavia le storie e la vita hanno in comune un arco temporale, scandito da un inizio (incipit/nascita), uno svolgimento (eventi/esistenza) e una conclusione (fine/morte).
Qualcuno dirà che sono sufficienti quest’arco temporale e i suoi 3 atti per rendere la vita di una persona una storia che funzioni. Purtroppo no.
In una storia tutto deve avvenire al momento giusto. L’arco temporale è in realtà l’arco drammatico di Freytag: c’è un climax e c’è un momento nero che non possono essere situati quando vogliamo o a caso. La tensione scende, poi, fino alla conclusione della storia.
Nella vita non esiste un climax, non sempre almeno, ma possono esistere molti momenti neri. E avvengono quando avvengono, non in funzione della storia.
Storia e vita quotidiana sono piene di ostacoli: ma in una storia non possiamo inserire ostacoli a non finire e tenere i lettori col fiato sospeso per centinaia pagine. Nella vita reale una persona sfortunata può vivere eventi negativi anche per 70 anni consecutivi.
Tutto ciò che inseriamo in una storia deve avere una giustificazione, una vera utilità ai fini della storia stessa. Nella vita troviamo fatti e fatterelli che non cambiano di una virgola la nostra esistenza.
Facciamo un piccolo esempio: squilla il telefono, rispondiamo, hanno sbagliato numero. Nella vita reale è un fatterello che tutti noi abbiamo vissuto. In una storia chi sbaglia numero lo fa per un motivo preciso: magari per scoprire se il personaggio è in casa.
Romanzare la propria vita ha senso?
Più volte ho scritto che è bene lasciare le autobiografie alle persone famose – è sicuro al 100% che vengano pubblicate, e lette da moltissimi lettori. Gli sconosciuti, invece, possono scriverle a patto di aver compiuto un’impresa o un’avventura memorabile.
Facciamo un altro esempio: la velista australiana Jessica Watson ha circumnavigato il globo in solitaria, a 16 anni. Ha tenuto un diario di bordo e ne ha tratto un memoriale, pubblicato due mesi dopo il suo ritorno. 12 anni dopo quel memoriale è diventato un film su Netflix.
Romanzi e film basati su storie vere
L’editoria e il cinema sono pieni di storie simili a quella di Jessica Watson. Ma attenzione: ricordate quale frase compare dopo il titolo di quei film?
Tratto da una storia vera.
Tratto da eventi realmente accaduti.
Tratto da…, appunto. Non significa che hanno modificato i fatti – mi auguro di no, almeno – ma che hanno creato una struttura adattandovi la vicenda.
Si tratta sempre di adattamenti.
Vita reale e finzione: due realtà differenti
La vita non è un romanzo né un film. Quando si vuole trasformare un evento reale in un romanzo, bisogna capire e decidere quali elementi mantenere e quali eliminare, perché si allontanano dalla trama.
Nel nostro romanzo nessun personaggio può sbagliare numero, a meno che non abbia un motivo preciso per farlo.
Orsa
A me piace molto leggere gli adattamenti (non romanzati però, ma il più fedeli possibile) tratti dalle storie vere. Ad esempio mi piacerebbe leggere un libro/guardare un film tratto dalla vita avventurosa del compianto Ambrogio Fogar!
Ma oggi il fisso non ce l’ha più nessuno, ci sono modi più semplici ed efficaci per scoprire se una persona è a casa… CIA docet 😂
Daniele Imperi
Un saggio biografico su Fogar sarebbe interessante. Tempo fa lessi un libro su Matteotti… pessimo, secondo me. A metà fra romanzo e saggio (anche se c’era scritto romanzo), pieno di cambi di soggetto tanto che spesso non capivo di chi stesse parlando.
Insomma, bisogna essere fortunati a trovare un adattamento ben realizzato.
Grazia Gironella
Mi sentirei a disagio raccontando una storia vera modificata per diventare un buon romanzo. Anche per questo nel mio ultimo libro ho deciso di essere del tutto aderente alla realtà, facilitata dal fatto che la protagonista ha avuto, nel bene e nel male, una vita da romanzo. C’è stato un momento in cui ipotizzavo di mescolare realtà e fantasia, ma ho capito presto che non faceva per me. O l’una, o l’altro.
Grazia Gironella
(* l’altra.)
Daniele Imperi
Quindi è una sorta di biografia romanzata?
Grazia Gironella
Biografia pura. Mescolare realtà e fantasia, volevo dire, non fa per me.