Il tema predominante nel romanzo

Scrivere storie pensando a un tema centrale

Il tema predominante nel romanzo

Il tema è un concetto ricorrente all’interno del romanzo, è l’idea centrale, principale su cui ruota l’intera storia. Il tema è anche il significato più profondo del romanzo.

Nelle favole il tema è la morale, così come nelle parabole è l’insegnamento. Ma un romanzo non deve fare la morale né insegnare. Tuttavia il tema è uno strumento di cui si può servire l’autore per scrivere una storia.

Il tema può esistere anche al di là delle intenzioni dell’autore: il romanzo può mostrare un tema di fondo, un tema che emerge senza che l’autore l’abbia stabilito all’inizio.

Il mio romanzo di fantascienza, ho appena scoperto, ha un tema: la classica lotta fra il Bene e il Male. Ma non andrà letto in quel senso, bensì come pura storia di intrattenimento.

D’accordo, è un tema forse banale, che troviamo in una miriade di romanzi. Ma i temi a disposizione, alla fine, non sono così tanti.

Tema e argomento: quale differenza?

Il tema non è ciò che corrisponde alla domanda “Di cosa parla il romanzo?”, perché in quel caso intendiamo l’argomento, che non va confuso con il tema.

Di cosa parla La strada di Cormac McCarthy? Di padre e figlio che devono sopravvivere in un mondo postapocalittico. Questo è l’argomento del romanzo, ma il tema principale è la sopravvivenza, anche se esistono altri temi sottostanti, come il rapporto fra padre e figlio, la solitudine, la rovina dell’ambiente.

Dobbiamo scegliere prima il tema o prima l’argomento?

Quando mi viene un’idea per una storia, appunto su un foglio di carta quella che viene conosciuta come logline: la sintesi assoluta di una storia, che mi aiuta a focalizzarla. Non mi viene in mente un tema.

A me interessa trattare di un argomento, ma c’è chi ama scrivere per lanciare un messaggio, per far riflettere su un problema sociale, su una malattia, su un evento e allora è fondamentale scegliere il tema, su cui poi si andrà a inserire l’argomento, anche se a volte è abbastanza immediato il collegamento tema-argomento.

È necessario scrivere un romanzo con un tema centrale?

Assolutamente no. Molti sono convinti che un buon romanzo debba avere un tema. Melville, nel capitolo 104 di Moby Dick, ha scritto che per produrre un libro potente occorre scegliere un tema potente.

Alcuni sostengono che una storia, per sua stessa natura, deve avere un tema e che una storia da cui i lettori non possano imparare e su cui riflettere non è affatto una storia.

Queste per me sono esternazioni che non hanno alcun senso, perché puramente soggettive: non possiamo prenderle come verità assolute, altrimenti condanneremmo migliaia di romanzi relegandoli a storie di serie B.

La narrativa è varia e ogni scrittore sceglie liberamente cosa scrivere e se inserire o meno un tema centrale nei suoi romanzi e racconti.

Esiste un genere letterario, il romanzo sociale, che per sua stessa natura (questa volta l’espressione è adatta) ha un tema di fondo: parla dei ceti svantaggiati. Prendiamo Germinal di Zola (le condizioni dei minatori), o anche La giungla di Upton Sinclair (l’industria della carne), o Furore di John Steinbeck (lo sfruttamento della manodopera) o I Malavoglia di Verga (le condizioni dei pescatori).

In questi casi non solo il collegamento tema-argomento è immediato – lo scrittore fa quasi un lavoro giornalistico scrivendo un romanzo-denuncia sui problemi di una classe lavoratrice – ma l’argomento stesso è in funzione del tema, perché il tema è una sorta di incidente scatenante che innesca la storia.

Il tema del romanzo e la percezione del lettore

È superfluo ricordare che un racconto tende ad autonomizzarsi dalle intenzioni dell’autore – pur fondamentali per un’interpretazione – e si apre ad altre chiavi di lettura.

Edgar Allan Poe, La camera pentagonale – Tutto Poe, Volume 1 di Franco Pezzini

Quali che possano essere le intenzioni di un autore, qualsiasi storia, una volta scritta e pubblicata, si rende autonoma, vive la sua vita e ognuno può interpretarla come desidera.

Una storia, racconto o romanzo, può essere percepita da chi legge in modo del tutto personale. Il lettore potrebbe non cogliere il tema del romanzo o, pur cogliendolo, potrebbe non curarsene e decidere di leggere il romanzo come puro intrattenimento, semplice piacere nella lettura.

Il tema predominante, per concludere, non deve mai far perdere di vista il significato stesso di storia: una narrazione che deve prevedere un inizio, uno svolgimento e una fine. Deve portare cioè il lettore, attraverso un percorso narrativo fatto di personaggi e azioni, fino alla sua conclusione, che sia una vittoria o una sconfitta per il protagonista.

7 Commenti

  1. Orsa
    giovedì, 9 Giugno 2022 alle 14:24 Rispondi

    Ahimè mi sto sempre più dirigendo verso opere didascaliche, quasi del tutto prive di trama e finalizzate soltanto all’esposizione di nozioni o all’educazione morale. Mi sono stancata di viaggiare con la fantasia verso mondi lontani o immergermi in storie che parlano di personaggi inventati. È un’evasione che per me ormai non funziona più, non mi porta da nessuna parte, se non a schiantarmi con la realtà una volta chiusa l’ultima pagina. Mi sto ammalando di aphantasia ci vorrebbe un qualcosa di nuovo per scuotermi… tipo un romanzo fantascientifico che parla di 6 storie intrecciate con trama Bene Vs Male (ogni riferimento è puramente CAUSALE) :D
    Purtroppo non appartengo agli addetti ai lavori, ma l’immagine della copertina di oggi mi piace un sacco, riassume benissimo il concetto… anche se non vedo l’Orsa polare (spero non l’abbia mangiata lo squalo) :P

    • Daniele Imperi
      giovedì, 9 Giugno 2022 alle 14:27 Rispondi

      In questi ultimi anni anche io sto leggendo più saggi e libri di storia che narrativa. Secondo me dipende dai periodi.
      Il romanzo fantascientifico che parla di 6 storie intrecciate lo vedo sempre più lontano nel tempo futuro :D
      L’orsa polare sta dall’altra parte dell’iceberg.

    • Corrado S. Magro
      giovedì, 9 Giugno 2022 alle 17:35 Rispondi

      Un bel favo di miele turgido e l’orsa sarà di nuovo una plantigrade mooolto attiva.
      Argomenti, temi … non ho idea. Sto leggendo “Stalingrad” di Wassili Grossman, corrispondente dal fronte nella seconda guerra mondiale. All’inizio partito con l’idea di leggere la tragedia della città dal punto di vista russo-comunista, Grossman ne apprezzava il regime, ero deluso. Pian piano, grazie ai russi esperti nel modulare, intercalare, mischiare eccetera, i ritimi dei ronfi, mi sono trovato immerso in tematiche diverse e argomenti molteplici che si intrecciano sboccando in una visione globale e lo sto apprezzando.

      • Daniele Imperi
        giovedì, 9 Giugno 2022 alle 17:49 Rispondi

        Di Grossman avevo provato a leggere Vita e destino, bello, ma poi mi sono arenato. In opere come le sue credo che il tema sia fondamentale.

      • Orsa
        giovedì, 9 Giugno 2022 alle 18:29 Rispondi

        Io invece di Grossman conosco Uno scrittore in guerra, una splendida raccolta di taccuini di “trincea”. Niente miele, Corrado, c’è moria di api!

  2. Grazia Gironella
    domenica, 12 Giugno 2022 alle 20:57 Rispondi

    Sono convinta che un buon libro abbia sempre un buon tema alla base, ma quando scrivo non mi è così chiaro quale sia. Di solito lo scopro quando un lettore me lo segnala, oppure rileggendo a posteriori.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 13 Giugno 2022 alle 8:25 Rispondi

      Nemmeno a me è chiaro, ma solo perché non mi interessa scrivere basandomi su un tema.

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