Narrativa letteraria e narrativa di genere

Differenze a confronto

Narrativa letteraria e narrativa di genere

Le generalizzazioni sui romanzi cosiddetti letterari e i romanzi di genere: quali sono le reali differenze fra i due tipi di narrativa?

Anche se il significato della narrativa è soltanto uno, la narrazione di storie inventate, sappiamo tutti che viene suddivisa in due grandi categorie:

  1. Narrativa letteraria
  2. Narrativa di genere

E sappiamo anche che per molti la narrativa di genere è considerata superficiale, popolare, quasi di serie B rispetto alla narrativa letteraria, vista invece come “alta” e più seria.

Di sicuro siamo di fronte a due tipi differenti di narrazione, che ovviamente creano nei lettori differenti esperienze di lettura.

Generalizzazioni comuni sulla narrativa

Le più frequenti generalizzazioni sui due tipi di narrativa vedono la narrativa di genere incentrata sulle trame e quella letteraria sui personaggi.

Cosa c’è di sbagliato?

La serie fantasy di George R.R. Martin Le cronache del ghiaccio e del fuoco, per esempio, è incentrata invece sui personaggi: ogni capitolo dei vari romanzi ha come titolo proprio il nome di un personaggio.

È pur vero che possiamo fare diversi esempi di narrativa letteraria focalizzata sui personaggi, intuibile già dal titolo:

  1. La coscienza di Zeno di Italo Svevo
  2. I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij
  3. David Copperfield di Charles Dickens
  4. Piccole donne di Louisa May Alcott
  5. Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde
  6. Anna Karenina di Lev Tolstoj

Allo stesso tempo possiamo fare esempi di narrativa di genere incentrata sui personaggi:

  1. Il corsaro nero di Emilio Salgari (Avventura)
  2. Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll (Fiaba)
  3. Kim di Rudyard Kipling (Avventura)
  4. Robinson Crusoe di Daniel Defoe (Avventura)
  5. Dracula di Bram Stoker (Horror)
  6. Ben Hur di Lew Wallace (Storico)

Ma esistono anche esempi di narrativa di genere non basata sui personaggi:

  • Desperation di Stephen King (Horror)
  • La storia infinita di Michael Ende (Fantasy)
  • Dune di Frank Herbert (Fantascienza)
  • Nel bosco di Tana French (Poliziesco)
  • Funerale a Berlino di Len Deighton (Spionaggio)
  • Roma senza Papa di Guido Morselli (Storico)

Ecco perché parlo di generalizzazioni.

Narrativa letteraria e narrativa di genere: caratteristiche a confronto

Purtroppo esistono altre generalizzazioni sulla narrativa, riportate da alcuni siti, su cui non sono d’accordo:

Narrativa letteraria

  • Nessuno stereotipo
  • Valore culturale
  • Finale infelice o poco chiaro
  • Prosa unica e fresca
  • Narrazione non lineare
  • Pubblico specifico
  • Difficile o lunga da scrivere
  • Vita interiore del protagonista

Narrativa di genere

  • Stereotipi
  • Intrattenimento
  • Lieto fine
  • Prosa semplice
  • Narrazione lineare
  • Ampio pubblico
  • Facile da scrivere
  • Vita esteriore del protagonista

A quanto pare va tutto a svantaggio della narrativa di genere: forse chi ha stabilito queste caratteristiche è un critico che ama la narrativa letteraria.

Davvero la narrativa di genere è caratterizzata da quegli elementi?

Stereotipi

Di sicuro un tempo alcuni generi letterari, come il fantasy, ma anche il western, avevano stereotipi: il saggio o il mago anziano e dalla barba lunga e bianca; lo sceriffo buono col cappello bianco e il bandito con quello nero; l’eroe alto e bello che salva la principessa, bella anche lei.

Sono poi nati i cosiddetti antieroi, divenendo col tempo stereotipi anch’essi. Prendiamo il poliziesco americano degli anni ’50, con il detective scanzonato, fumatore e bevitore di whisky, sempre attorniato da belle “pupe”.

Ma se leggete i nuovi polizieschi, americani e non, come per esempio quelli di Tana French e Dennis Lehane, non troverete più stereotipi del genere.

Intrattenimento

Sì, la narrativa di genere di sicuro è una narrativa di intrattenimento (ma non solo!), e allora? Può esser visto come un lato negativo della narrativa?

Intrattenere con un romanzo significa offrire una storia piacevole e interessante da leggere. Ho trovato piacevoli e interessanti da leggere Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, Siddharta di Hermann Hesse, Uomini e topi di John Steinbeck, Don Camillo di Giovannino Guareschi, L’uomo dai denti tutti uguali di P.K. Dick e L’isola dei segreti di Scarlett Thomas, eppure possiamo considerarli tutti narrativa letteraria.

Lieto fine

Una storia horror può mai avere un lieto fine? Dracula si può dire che sia finito bene, perché il vampiro è stato sconfitto, ma ricordo poche storie dell’orrore a lieto fine. I classici western finiscono bene, anche il giallo americano anni ’50 ha più o meno un lieto fine, ma non è sempre così.

Anche molta narrativa letteraria è a lieto fine. Ma perché la narrativa letteraria deve avere poi un finale poco chiaro o perfino infelice?

Prosa semplice

Dune di Frank Herbert e Roma senza Papa di Guido Morselli non sono affatto esempi di prosa semplice. L’atlante delle nuvole di David Mitchell idem. Il nome della rosa di Umberto Eco è prosa semplice?

Piccole donne ha invece una prosa semplice. La prosa riguarda lo stile dell’autore. Se prendiamo i romanzi di John Dos Passos (narrativa letteraria), altro che prosa semplice, con i cinegiornali e gli “occhi fotografici” che si alternano alle storie dei vari personaggi.

Narrazione lineare

Secondo questi critici la narrativa di genere non ha flashback? Quindi sono tutti romanzi in modalità fabula, senza alcun intreccio?

Posso scomodare nuovamente Dune di Frank Herbert, anzi tutti e 6 i romanzi della saga, che non hanno una narrazione lineare. Il Signore degli Anelli di Tolkien è lineare? La saga di George Martin è lineare?

Ampio pubblico

Come per dire “romanzi popolari, per la massa incolta”? La narrativa letteraria è dunque riservata a pochi lettori, ma buoni. A chi è in grado di capirla, di percepirne il valore. Un pubblico specifico.

Ma anche la narrativa di genere ha un pubblico specifico di lettori. Fra i generi letterari più venduti c’è il genere rosa, le storie d’amore. Non è un pubblico specifico, quello? Bisogna sfatare il mito che la narrativa letteraria sia solo per intenditori.

Facile da scrivere

La narrativa letteraria è difficile e anche lunga da scrivere. Tolkien ha impiegato oltre 10 anni per scrivere Il Signore degli Anelli. Ma come si può stabilire a priori che i romanzi di genere siano facili da scrivere?

C’è un altro mito da sfatare: il fantastico è facile da scrivere perché è tutta fantasia, appunto. Ma proprio lì sta la difficoltà: quella di dover inventare un mondo, una società, una tecnologia.

La difficoltà dipende dalla storia, che appartenga alla narrativa letteraria o a quella di genere, ma anche dall’esperienza dell’autore e dalle sue abilità narrative.

Vita interiore o esteriore del protagonista

Dunque la narrativa letteraria si concentra sulla psicologia del protagonista, sui suoi problemi interiori, le sue emozioni, le sue sensazioni, i suoi sentimenti, le sue angosce e le sue paure, i suoi dubbi, il suo sconforto e i suoi momenti di gioia.

Non troviamo nulla di tutto questo nella narrativa di genere, che ci propina personaggi piatti, amorfi, sintetici più che umani. Vi suona corretto? Mi auguro di no, perché non lo è.

Narrativa letteraria e narrativa di genere: quale preferite?

Conoscete già la mia risposta: preferisco leggere e scrivere narrativa di genere, ma leggo e scrivo anche altro.

Di sicuro non giudico migliore la narrativa di genere, perché la preferisco, né peggiore quella letteraria perché non incontra i miei interessi.

La narrativa, per me, è narrativa. E per voi?

12 Commenti

  1. Franco Battaglia
    giovedì, 3 Giugno 2021 alle 8:15 Rispondi

    Hai chiosato l’articolo esattamente con il concetto che andavo via via pensando durante tutta la lettura: “la narrativa, è narrativa”. Certo non leggo robette smaccatamente rosa od horror trash, ma in una letteratura di livello credo non esistano linee di demarcazione che definiscano il genere, sarebbe come porre limiti e confini al buon scrivere. Per questo amo King, lui contamina le sue pagine con ogni scibile letterario, se ne frega di chi stabilisce l’esistenza di “generi”, e dovrebbe essere sempre così, a mio avviso.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Giugno 2021 alle 14:26 Rispondi

      L’esistenza dei generi a me sta bene, ma non demonizzandoli rispetto ad altra narrativa.
      Come hai detto, c’è narrativa di livello in qualsiasi tipo di storie.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 3 Giugno 2021 alle 10:19 Rispondi

    Leggo con piacere ciò che considero ben scritto sia nella forma e sia nella sostanza, anche il “rosa” purché non melenso, noioso o celebrativo. Una distinzione prima di scegliere in rapporto? Francamente non lo so, forse incosciamente.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Giugno 2021 alle 14:27 Rispondi

      Ragiono alla stessa maniera, su forma e sostanza. La distinzione la faccio in base alla storia o all’autore.

  3. Ferruccio
    giovedì, 3 Giugno 2021 alle 11:10 Rispondi

    Di solito valuto la narrativa in base a cosa mi rimane dentro o all’interesse che suscita. Per esempio l’interesse per l’evoluzione umana nel mio caso è nato dopo aver letto La valle dei cavalli molti anni fa e a dirla tutta si tratta di narrativa di genere. Molti autori postmoderni mischiano il tutto ma alla fine di mettono davanti dei capolavori, penso a Wallace.. Frankenstein è un romanzo horror o gotico ma per me travalica il genere e io stesso in alcuni racconti o anche in un paio di romanzi uso stereotipi di genere ma il messaggio di fondo vorrebbe essere universale.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Giugno 2021 alle 14:29 Rispondi

      Frankenstein è infatti horror, gotico e fantascienza.
      In genere mi lascio guidare dall’istinto o dalle sensazioni del momento. M’è capitato di leggere capolavori fra la narrativa letteraria e anche fra quella di genere.

  4. Orsa
    giovedì, 3 Giugno 2021 alle 21:41 Rispondi

    Buonasera, preferisco anch’io la narrativa di genere, però penso che la cosa stia degenerando. Se un tempo la narrativa di genere era utilissima per far incontrare il lettore giusto con lo scaffale giusto, ora la distinzione è diventata illusoria e ingannevole. Infatti non stiamo parlando di una scienza esatta, lo dimostra il fatto che ormai generi e sottogeneri non si contano più tra contaminazioni, incroci e classificazioni assurde tipo quelle che fa Amazon. Solo per farti un esempio ho scoperto che all’interno della categoria Narrativa di genere ci sono le sottocategorie Narrativa Provinciale e rurale, Narrativa delle Festività, Afroamericani (!!!), Vita urbana, l’attualissima Narrativa medica… Più leggo e più mi viene da ripudiare questa distinzione plutocratica e globalista, la narrativa è narrativa: è trasversale e attraversa qualunque genere, anche il non-genere. Oggi l’unica distinzione ovvia e sensata che possiamo fare, è quella tra narrativa noiosa e non noiosa (ad esempio in trincea non mi annoio mai) ;)
    Cosa ne pensano in merito gli accademici di Twitter, sono curiosa :D

    • Daniele Imperi
      venerdì, 4 Giugno 2021 alle 8:13 Rispondi

      Sì, ho notato anche io che spesso c’è poca distinzione, e sinceramente non mi piace.
      Netflix sulle classificazioni assurde batte Amazon.
      Narrativa Provinciale e rurale e Narrativa delle Festività mi mancavano.
      Afroamericani come genere lo reputo razzista. Pensa se come genere avessero scritto Europei.
      Più che Narrativa medica conosco il thriller medico, che ha un senso.
      Gli accademici di Twitter?

  5. DarkAlex1978
    sabato, 5 Giugno 2021 alle 14:07 Rispondi

    Sui due punti “Ampio pubblico” e “Facile da scrivere”, sono della ragionevole ipotesi che sia uno stereotipo nato nell’800.
    In quell’epoca andavano veramente di moda un tipo di romanzetti corti, oppure pubblicati ad episodi e dal costo irrisorio che erano concretamente popolari in tutti i sensi. (ed in questo hai centrato il punto)
    Nonostante nel mucchio ve ne fossero anche di validi, in generale la qualità era abbastanza bassa perchè venivano scritti e venduti praticamente un tanto al chilo, spaziando fra il genere avventuroso, l’orrore e via dicendo.
    Quindi a parer mio da questa situazione si sono affermati quei due luoghi comuni, divenendo talmente radicati da attraversare prima i decenni ed ora i secoli.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 7 Giugno 2021 alle 8:07 Rispondi

      Metti anche in conto i romanzi d’appendice, una puntata a settimana nelle riviste. La letteratura da due soldi, di cui ho parlato tempo fa.
      Tutto questo potrebbe aver creato la percezione che la narrativa di genere sia di serie B.

  6. Alice
    sabato, 5 Giugno 2021 alle 17:27 Rispondi

    Personalmente non ho un genere preferito…se non ricordo male nello stesso mese ho letto “il ritratto di Dorian Gray” e “i tacchini non ringraziano” di Camilleri. Però non sopporto chi giudica in base a ciò che ritiene più colto e più giusto da leggere o ritiene migliore un opera solo perché ha vinto premi o perché è “un classico”. Posso dire che non riesco a leggere cent’anni di solitudine di Marquez? Posso dire che è uno stile,insieme a quello di Saramago, che proprio non riesco a capire? Eppure
    Ho letto Erich Maria Remarque e Hannah Arendt.
    Allo stesso tempo non mi vergogno di aver letto la saga di Twilight e Harry Potter…sicuramente non sono paragonabili ma ciò non significa che da loro non si possa imparare qualcosa o che chi legge solo quel genere è un lettore di serie B.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 7 Giugno 2021 alle 8:10 Rispondi

      Io mi sono annoiato a leggere “Cent’anni di solitudine” di Marquez e ho fatto confusione coi personaggi, che avevano lo stesso nome.
      Erich Maria Remarque l’ho letto da poco e ho altri suoi romanzi. Mi piace.
      Di Twilight faccio volentieri a meno.
      La narrativa è molto varia e incontra i gusti di tutti: chi legge perché vuole anche imparare a scrivere è bene che legga di tutto, però.

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