Fare marketing editoriale nel 2018 (e negli anni a venire)

Cosa è lecito fare per promuovere un libro oggi?

Strillone

Don’t confuse the word “marketing” with advertising, announcing, spamming, or giving away branded crap. Derek Sivers, “Marketing just means being considerate

Questo articolo di Sivers si sposa bene con le “4 odiose facce dello spam letterario” lette su «Anima di carta». Chiunque abbia un blog letterario (che parli di libri o scrittura) ha ricevuto spam letterario. È inevitabile, perché gli autori di oggi mancano di educazione.

Social media, email, commenti nel blog: ogni strumento informatico è ideale per spammare il proprio libro. Oggi si sgomita per emergere come autori.

Come promuovere oggi un libro? Come fare marketing editoriale? Ho deciso di mettere in evidenza le pratiche sbagliate, ciò che non funziona né potrà mai funzionare.

Social media marketing editoriale

Il marketing editoriale sui social media si vede raramente. E questo perché non è chiara la differenza tra pubblicità, marketing e spam. Spesso non è chiara neanche agli stessi professionisti del marketing, quindi come può esserlo a un semplice scrittore?

I social sono visti per lo più come un mezzo veloce per ottenere senza sforzi un ritorno di immagine, di soldi, di fama.

La gente vuole tutto e lo vuole subito, neanche avessero annunciato la fine del mondo da qui a momenti.

C’è però un concetto che sfugge, quello che viene abbreviato in ROI, che in inglese sta per “Return on Investment”, il cui significato è facilmente intuibile.

Ritorno sull’investimento. Significa che bisogna investire in tempo, denaro, azioni per ricavarne un risultato. Il concetto del “tutto, subito e gratis” non porta a nulla. A parte il fastidio in chi lo subisce.

Twitter

  • Annunciare la pubblicazione del libro con un tweet non è marketing, ma un annuncio. Quindi pubblicità.
  • Consigliare a uno dei contatti il proprio libro non è marketing, ma spam.
  • Pubblicare tweet ogni giorno annunciando l’uscita del proprio libro non è marketing né è più pubblicità, ma spam.
  • Dire a tutti che il proprio libro è nella Top 10 di Amazon si chiama fanatismo e non è marketing.

Facebook

  • Aprire una pagina Facebook sul proprio libro per me è inutile, ma è comunque marketing.
  • Pubblicare contenuti di valore nella pagina per i fan è marketing.
  • Incitare all’acquisto del libro, invece, è spam.
  • Acquistare spazi pubblicitari su Facebook non è marketing, ma appunto pubblicità.

Instagram

  • Pubblicare la foto del pacco che contiene le copie del proprio libro è pubblicità, non marketing.
  • Pubblicare la foto del proprio libro è ancora pubblicità, non marketing.
  • Gli autoscatti (quelli che molti chiamano, chissà perché, selfie) con in mano il proprio libro sono di nuovo pubblicità, non marketing.

Email marketing editoriale

L’email marketing si traduce in una sola parola: newsletter.

C’è un solo modo per spedire una newsletter: avere degli utenti che si sono iscritti consapevolmente. L’iscrizione a una newsletter è un atto volontario, non coatto.

Mi sono ritrovato iscritto alla newsletter di alcune case editrici medio-piccole, solo perché li avevo contattati per chiedere un’intervista. Si sono sentiti, cioè, in diritto di iscrivermi alla loro newsletter.

Questo si chiama spam.

Scrivere a perfetti sconosciuti per chiedere una recensione è spam, non marketing.

Se volete spedire una newsletter, dovete avere degli iscritti. Per avere degli iscritti dovete avere prima di tutto un sito o un blog e un modulo per l’iscrizione alla newsletter.

Il vero email marketing non si limita a spedire email di natura commerciale, ma anche (e in numero maggiore) email informative, contenuti quindi utili e di qualità.

L’email marketing non funziona se avete una manciata di iscritti. Dovete calcolare che almeno il 70% neanche apre le newsletter che riceve. Del 30% che resta, poi, solo una minima parte cliccherà su un eventuale link, che porta magari alla pagina di vendita del vostro libro. Facendo due calcoli, se avete 50 iscritti, è probabile che solo 3 persone arrivino a quella pagina di vendita e che nessuna delle 3 acquisti poi il vostro libro.

L’email marketing richiede un numero enorme di iscritti per funzionare.

Ecco perché è più facile arrivare dritti alla pagina dei contatti del blogger e chiedere una recensione.

Tutto, gratis e subito.

Comment marketing editoriale

Se della tua storia vuoi farne un audiolibro a costi contenuti, posso aiutarti. Sono uno speaker di professione e lavoro molto con Audible.

Questo, evidentemente, è ciò che qualcuno considera comment marketing, mentre in realtà è puro spam. Commento ricevuto a gennaio e marcato subito come spam, appunto.

Il blog è visto come un mezzo da sfruttare: c’è chi copia i testi e se li pubblica nel suo sito, chi ti scrive per spedirti il libro e avere una recensione nel blog. E chi ci prova nei commenti: butta l’amo, come il tipo citato, che è sicuro di aver fatto un’operazione di marketing.

Commentare nei blog porta benefici a livello di marketing, ma solo se i commenti lasciati sono utili, stimolano la discussione, creano conversazione. Se invece sono lasciati con l’intento di vendere, sono solo spam.

Il blog book tour

Parecchio tempo fa avevo parlato del blog tour del libro. Portare a spasso il proprio libro nei blog letterari. Ogni settimana, per esempio, libro e autore sono ospiti in un blog, che pubblica un’intervista, un aneddoto, parlando dell’argomento del libro e così via.

Il blog book tour funziona, perché il blog book tour è marketing editoriale. Trovate dei blog propensi a ospitarvi e organizzate il vostro giro.

E il blog

Il blog è un potentissimo strumento di marketing, in genere. Quindi anche di marketing editoriale.

Uno scrittore è un professionista atipico, perché i libri stessi sono prodotti commerciali atipici. Non esiste il blog perfetto per uno scrittore, esiste soltanto il blog ideale per se stessi.

Nel mio articolo, che risale ormai a due anni e mezzo fa, mettevo a confronto pro e contro delle varie tipologie di blog per uno scrittore. E da allora mi trovo ancora in linea con quei pensieri.

Molti sono erroneamente convinti che uno scrittore debba parlare dei temi che tratta nei propri romanzi. Se davvero riuscissi a scrivere e pubblicare la serie di romanzi che ancora ho voglia di scrivere, dovrei davvero seguire quell’opinione? Ecco la lista:

  1. Fantascienza: universi alternativi
  2. Fantascienza: robot
  3. Fantasy: Medio Oriente
  4. Fantasy: Italia del ’400
  5. Fantasy alla Harry Potter
  6. Fantasy: terre artiche
  7. Avventura: vita in Italia nell’800
  8. Poliziesco: gangster anni ’20 a Chicago
  9. Noir: Italia degli anni di piombo

Dovrei scrivere di quest’accozzaglia di argomenti nel mio blog? Ma mi faccia il piacere!, direbbe Totò.

Il mio consiglio, quindi, è di scoprire quale sia il blog adatto a voi. È in quel modo che farete marketing.

Come fare marketing editoriale nel 2018 (e negli anni a venire)?

Ve lo dice quel breve articolo di Derek Sivers.

  1. Fate in modo che le persone vi notino: non obbligatele a notarvi.
  2. Fate in modo che si ricordino di voi: non perché le avete disturbate.
  3. Scoprite di cosa hanno bisogno: non imponete loro ciò che avete scritto.
  4. Create contatti e relazioni: senza alcuna forzatura da parte vostra.

A me non sembra così difficile da capire.

25 Commenti

  1. Barbara
    giovedì, 1 Marzo 2018 alle 9:32 Rispondi

    Pure a me non sembra così difficile da capire. Che poi basterebbe anche farsi solo venire qualche dubbio, cercare su Google e ci sono molte risorse che spiegano, con i termini veri del marketing, come queste azioni siano in realtà deleterie. Più fai spam, più vieni isolato (anche dalle stesse piattaforme social) e minore è l’attenzione che ricevi.
    L’ultimo caso che mi è capitato di osservare è ancora più curioso: in un gruppo chiuso di Facebook dedicato ai fans di Outlander (libri e serie tv), circa 40 mila iscritti, arriva una scrittrice a pubblicare un piccolo estratto di un suo libro chiedendone un parere. Oltre ad essere sbagliato il target (non c’entrava nulla con Outlander, nemmeno lo stesso periodo storico), era zeppo di errori grossolani di punteggiatura, grammatica, ortografia. Davvero, illeggibile. Con garbo, perché poi ci sono lettrici forti in quel gruppo, le è stato detto di lasciar perdere. E di mettersi a studiare molto. Sono seguite delle scuse, dicendo che il libro è già correttamente editato e pubblicato. Per curiosità, sono andata a vedere: è su Amazon con YouCanPrint, a 3,99 euro, un’unica recensione che afferma che il libro è indecente. Ho aperto l’estratto: gli stessi errori.
    Mi sarei aspettata un comportamento del genere da una ragazzina, invece dalle foto è una signora di media età, e se è in grado di “pubblicare” su Amazon, dovrebbe essere in grado di trovare qualche buona grammatica online.
    Al suo post, sono arrivati un bel numero di commenti entusiasti della sua trama, da account fake spudoratamente creati al volo. A cosa le è servito tutto questo?
    A niente, perché dopo due giorni ci ha riprovato. Sperava che su 40 mila utenti di non ritrovare le stesse persone. Le è andata male…

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Marzo 2018 alle 14:05 Rispondi

      Sì, in effetti non è certo difficile, oggi, trovare info su come muoversi nella promozione.
      La scrittrice è un chiaro esempio della tecnica “sparo nel mucchio, qualcuno colpirò”… Su YouCanPrint so che ci sono editor, quindi o non c’è stato editing o l’ha fatto chi non conosce la grammatica.
      Ci ha riprovato? Secondo me c’è gente che non ci arriva proprio con la mente, cioè è limitata, quindi non serve a nulla spiegare come si agisce, perché non recepisce.

      • Donato
        mercoledì, 2 Maggio 2018 alle 13:21 Rispondi

        Ciao Daniele, è interessante il tuo articolo, molti concetti li condivido, ho scoperto da poco il tuo blog ho letto per ora solo due articoli quindi non so se ne hai pubblicati altri dove specifichi invece cosa fare per fare un corretto marketing editoriale, ad ogni modo volevo puntualizzare che youcanprint.it è una piattaforma di sefl publishing (autopubblicazione) e come tale quindi la signora l’ha usata per pubblicare il suo libro, ahimè pieno di errori, su youcanprint però ci sono degli editor e dei servizi professionali di correzione bozze ed editing, ma sono servizi aggiuntivi ed a pagamento (costi cmq accessibili) che evidentemente la signora ha deciso di non usare, perché facoltativi.

  2. SILVIA ALGERINO
    giovedì, 1 Marzo 2018 alle 10:24 Rispondi

    D’accordissimo. Il marketing è un vero e proprio lavoro che richiede studio e impegno. Oltre al fatto che non è una scienza esatta, quindi non è sempre detto che funzioni nemmeno con studio e impegno.
    Io penso che in molti casi ci sia a monte ingenuità e superficialità, a volte anche pigrizia e superbia. Ed è un peccato perché è veramente soddisfacente quando si ottengono anche piccoli risultati: vedere il proprio blog pian piano crescere, acquisire pian piano attorno a sé una piccola comunità interessata a ciò che si ha da dire. Secondo me vale la pena davvero di metterci tanto impegno e tanto tempo sebbene si sappia che non si diventerà mai famosi né si potrà vivere di questo. Ma come in ogni passione, l’obiettivo dovrebbe essere esercitare quella passione e, al limite, condividerla con altri. Non la fama e la gloria per il bisogno di appagare la propria vanità.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Marzo 2018 alle 14:07 Rispondi

      Non potrà mai essere una scienza esatta, credo anzi che, poste alcune regole base, il resto sia tutto tentativi e correzione della rotta.
      I risultati si ottengono con l’impegno, appunto, non con la filosofia del “tutto, gratis e subito” :)

  3. Maria Teresa Steri
    giovedì, 1 Marzo 2018 alle 10:54 Rispondi

    D’accordo su tutto, in modo particolare sul fatto che certi comportamenti vengono fatti passare per marketing ma sono solo pubblicità, spesso sgradita. Per fare una promozione a un livello diverso occorre tantissimo tempo e impegno, inoltre i frutti si vedono solo con il tempo.
    C’è molto da riflettere anche sul discorso del blog visto come strumento di marketing, è verissimo che non si deve mai generalizzare in questo campo, ogni autore è diverso e deve porsi nel modo che più sente affine ai suoi interessi e alla sua personalità. Non esiste un modo giusto e uno sbagliato, peccato solo che oggi tutti si sentano di diritto di dirti cosa devi fare e come.
    Sto pensando proprio in questi giorni a un blogtour, il tuo link capita proprio al momento giusto, preziosissimo come sempre :)
    Grazie per aver citato il mio post!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Marzo 2018 alle 14:08 Rispondi

      Il blog è anche uno strumento di marketing, ma saputo gestire come tale, cioè dando contenuti gratuiti e di qualità e poi anche promuovendo la propria attività.

  4. Laura
    giovedì, 1 Marzo 2018 alle 12:32 Rispondi

    Riassumendo: i punti da 1 a 4 dell’ultimo paragrafo sarebbero da ripetere come un mantra, a maggior ragione quando il percorso si fa più duro e solitario. Sono d’accordissimo su tutta la linea. Buon lavoro Daniele.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Marzo 2018 alle 14:08 Rispondi

      Merito di Derek Sivers, quei punti :)

  5. Grazia Gironella
    giovedì, 1 Marzo 2018 alle 18:13 Rispondi

    Sinceramente non vedo come negative tutte le pratiche che hai elencato. Alcune sì, sono pesanti, fastidiose e parlano male dell’autore, ma molte altre sono soltanto forme di utilizzo dei social media. Se si creano situazioni in cui le persone possono – almeno in teoria – acquisire visibilità, è impensabile che non ci provino, perché i mezzi a disposizione alternativi spesso non esistono, o sono ridottissimi. Sarebbe un po’ come mettere un affamato davanti a un buffet e poi criticarlo perché mette le mani su tutto. Porsi dei limiti è comunque importante; oltre c’è sempre la possibilità di non leggere, non acquistare eccetera.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 2 Marzo 2018 alle 8:06 Rispondi

      Anche sui social media ci vuole moderazione. Finora non ho visto autori che si muovono bene sui social, almeno secondo il mio metro.

  6. Sharon Vescio
    venerdì, 2 Marzo 2018 alle 11:02 Rispondi

    Ciao Daniele;
    Hai perfettamente ragione, purtroppo al giorno d’oggi è difficile cadere nell’errore di infastidire, invece che di farsi pubblicità.
    I mezzi di comunicazione sono tanti e tutti offrono dei metodi pratici e utili.
    Però bisogna sempre cercare di mantenere un proprio limite.
    Non è facile comunque farsi conoscere, nemmeno avendo un blog.
    Sono nuova in questo ” mondo ” e ancora devo capire come funziona.
    Grazie per l’articolo.
    Sharon.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 2 Marzo 2018 alle 12:56 Rispondi

      Ciao Sharon, farsi conoscere, oggi, è difficile, anche con il blog, perché siamo in tantissimi online e si sgomita :)

  7. Sharon Vescio
    venerdì, 2 Marzo 2018 alle 13:08 Rispondi

    Hai detto bene!
    Si potrebbe anche aggiungere che ci si scanna.
    Ho visto di quelle cosa assurde, cioè ognuno ha il suo spazio, perché criticare gli altri?
    Ma fossero poi critiche costruttive, ed invece, sono semplicemente calunnie!
    Sharon.

  8. Tiade
    lunedì, 5 Marzo 2018 alle 14:05 Rispondi

    Ti leggo e mi perplimo. Di solito non dovrebbero essere gli editori a fare marketing? O no? Forse? Quasi mai o mai proprio?
    Per quanto riguarda il non editato, il caos regna sovrano, per ora.
    Odio lo spamming.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 5 Marzo 2018 alle 14:34 Rispondi

      Sì, dovrebbero essere gli editori, ma anche l’autore, nelle sue possibilità, qualcosa (di intelligente) può e deve fare.

  9. Andrew Next
    mercoledì, 7 Marzo 2018 alle 7:18 Rispondi

    Ecco, non esiste il blog perfetto.
    Il mio è uno zibaldone un po’ caotico dove ad articoli anche piuttosto tecnici sul worldbuilding si alternano pagine di diario, racconti, e qualcosa di quello che mi frulla in testa.
    Solo nell’ultimo anno ho separato un pochino i racconti dal resto relegandoli a wattpad.
    Ne ho uno in cantiere e che voglio sviluppare meglio.
    La bozza è finita come articolo sul blog, ma solo mentre ci lavoro. È una specie di esperimento. Ci ripasso domani e aggiungo un pezzetto, dopodomani e ancora un altro pezzetto. Alla fine lo metterò su wattpad. Il titolo… be’, quello stavolta l’ho deciso subito, riguarda una nostra comune “amica”. La Duchessa, penso che te la ricordi bene.

    Per tornare al tuo, di articolo, devo dire che ho limitato parecchio lo spam, ma non troppo.
    Alla fine ho “spammato” il Torto a tutti i miei contatti di facebook, ma per avere più chanche di essere letto ho inviato il racconto ad ognuno solo nel giorno del compleanno.

    Ho più di 1500 “amici” (contatti selezionati nel tempo) e che hanno tra gli interessi la lettura, la scrittura e il fantasy.
    Lentamente, perché ognuno ha la sua coda di lettura e i suoi interessi, qualche recensione su amazon è arrivata e (incredibile) qualche copia è stata venduta fuori del circuito degli amici. I blogger cominciano ad interessarsi e qualcuno mette su delle recensioni fatte bene.

    In tutto questo la pubblicità di facebook ne esce con le ossa rotte.
    Proprio ieri ho lanciato il giveaway del mio “ultimo” libro (che non è il Torto), che insieme al blog-tour è un must da portare avanti. Stesso sistema: tutti coloro che hanno ricevuto una copia del Torto hanno ricevuto l’invito (scritto a manina) a partecipare al giveaway, visto che facebook ti permette di invitare con “l’invito” solo un numero limitato dei tuoi amici.
    Poi ti invita a comprare la pubblicità.
    E allora mi sono detto: perché no? C’erano 30$ di credito “gratis” e ho provato ad approfittarne.
    Ho tentato eh? Appena ho cliccato su “usa i 30$” mi è stata richiesta la carta di credito, ho inserito i dati e indovina un po’? Il server si è bloccato. I dati però li ha presi.
    Da che ho inserito la carta di credito la pubblicità con i “30$ in omaggio” è sparita e mi è stato chiesto solo se volevo fare pubblicità all’evento.
    Così ho comprato la pubblicità su facebook, ma non sta andando benissimo.
    Il Giveaway inizierà lunedì prossimo, ci sono 41 partecipanti e 58 interessati, ma di questi solo 5 e 12, rispettivamente, li ha portati la pubblicità, il resto viene dai miei contatti.

    Fa molta differenza il target della campagna pubblicitaria, ma penso di averlo impostato correttamente: età 13-30, Italia e Svizzera, interessi Lettura, Fantastico e Gioco di Ruolo. Gli stessi presenti nella mia lista… o be’, ci sono anche 40enni e 50enni, ma sono di meno.

    A fine campagna saprò dirti meglio come è andata.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 7 Marzo 2018 alle 8:12 Rispondi

      La Duchessa? No, non la ricordo :)
      Riguardo la pubblicità su FB, devi considerare quanto ti costa e a quanto vendi l’ebook: conviene?
      Fammi capire, hai perso i 30$ di omaggio? Scrivi all’assistenza.
      Sono sempre più felice di essere uscito dal mondo di FB.

  10. Andrea Venturo
    mercoledì, 7 Marzo 2018 alle 8:28 Rispondi

    Quando hai detto “no, non la ricordo” per un pelo ci cascavo.
    Quanto ai 30$ di omaggio proverò con l’assistenza. Per ora la pubblicità mirata di FB non mi sta dando una grande impressione.

  11. luisa
    martedì, 13 Marzo 2018 alle 22:00 Rispondi

    Ok, adesso ho le idee più “chiare” sulla differenza tra pubblicità e marketing.
    Il blog richiede veramente molto impegno se si vuol dire qualcosa di interessante.
    Grazie

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 14 Marzo 2018 alle 8:27 Rispondi

      Il blog, come strumento di marketing, forse è la strategia che ne richiede di più.

  12. Fabio Guerrini
    venerdì, 22 Febbraio 2019 alle 21:14 Rispondi

    Detto francamente. condivido la diagnosi, non la cura.

    Ho fatto parte di alcuni forum di discussione importanti quando non esistevano ancora i blog. Sono stato blogger quando non c’erano ancora i social. Poi mi sono stufato tremendamente e ho ignorato i social fino alla fine del 2018. Per esigenze lavorative ho deciso di aprire un account Facebook l’ottobre scorso e di iniziare a usare Youtube non come la tv di casa, ma come un social. Quello che ho trovato è stata un’evoluzione (involuzione?!?) incredibile della comunicazione via web.

    I social media sono spam, le persone ci spammano tutti i giorni in continuazione. La maggior parte non ha un prodotto, quindi spamma brandelli della sua ostentata personalità. C’è anche del buono, non fraintendetemi, ma il livello medio è imbarazzante. Visitando per la prima volta i profili di persone che conoscevo nel mondo reale, mi sono sentito in imbarazzo per loro. La dicotomia con cui queste persone scindono la loro immagine reale da quella social mi ha lasciato sorpreso e turbato. “Povero cavernicolo digitale” mi sono detto, “capisci ora?”

    Nel mondo reale io mi occupo di marketing e vendite. In un settore molto di nicchia che non usa affatto i social, ma dove le relazioni tra clienti e fornitori sono esclusivamente dirette. La technologia viene usata solo per la comunicazione, ma la propaganda (termine italiano per marketing) si fa ancora come nell’800. Ed è proprio questo il nodo del discorso. Se la chiamiamo col suo nome senza futili inglesismi, la propaganda non è troppo diversa dalla pubblicità. Questo blog presentato bene e garbato è il tuo metodo Daniele per fare propaganda e guadagnarti pubblicità. Hai stile e mi piace, ma nel tuo intento di istuire i poveri autori ignoranti che si comportano come selvaggi digitali, pecchi un po’ di superbia a parere mio. Loro non sono in grado di fare quello che hai fatto tu e consigliarglielo è superbia.

    Detto questo mi hai dato molti spunti interessanti su cui riflettere, ti ringrazio. La tua propaganda ha avuto effetto su di me e penso che tornerò a visitare il tuo blog.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 25 Febbraio 2019 alle 16:24 Rispondi

      Ciao Fabio, benvenuto nel blog.
      Anche io ho iniziato coi forum prima dell’avvento dei blog. Anzi, ho iniziato coi newsgroup, nati prima dei forum.
      Sono d’accordo che i social media siano adesso solo spam. Oppure, se non hai un prodotto, spammi te stesso, il fanatismo e l’egocentrismo portati all’estremo.
      Bisognerebbe iniziare a sostituire la parola marketing con propaganda. Eppure in politica si dice fare propaganda e non marketing :)
      Non voglio peccare di superbia verso i selvaggi digitali come li chiami, ma dire solo le cose come stanno, come si dovrebbe fare propaganda. Poi vale il detto: chi vuol capire, capisca.

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