Torna la censura nei libri

Torna la censura nei libri

La notizia: i libri dello scrittore britannico Roald Dahl, scomparso nel 1990, saranno riscritti “per rimuovere il linguaggio ritenuto offensivo”. Chi prima era grasso, sarà enorme, chi era brutta e bestiale, sarà solo bestiale.

La decisione è della casa editrice Puffin – di comune accordo con la Roald Dahl Story Company (fatto ancora più grave) e con la società Inclusive Minds – e a condurre lo scempio sarà una squadra di “lettori sensibili”, assunti per riscrivere parti dei libri, aggiungere passaggi e sostituire parole ritenute sconvenienti, per far sì che i romanzi di Dahl possano essere apprezzati da tutti i lettori di oggi.

Scompariranno i riferimenti a personaggi femminili (“female” diverrà “woman”) e saranno inseriti termini neutri: per esempio non più “piccoli uomini”, ma “piccole persone”. Quindi, è in atto una vera censura su quei libri, in pieno XXI secolo.

Il motivo

A monte c’è la solita inclusione, che sta facendo più danni che altro. Inclusive Minds svolge “un ruolo prezioso nell’aiutare a sensibilizzare sull’importanza di un’inclusione migliore e più autentica nei libri per bambini”.

I loro cosiddetti “ambasciatori dell’inclusione” hanno il compito di “includere e incorporare autenticità e voci ed esperienze inclusive sin dall’inizio”. Tradotto? Non si sa bene cosa intendano.

Un autore scrive ciò che vuole. Non è normale che esistano simili collettivi, e è ancor meno normale che esistano editori e autori che si prestino a dargli ascolto. Tutto questo a me puzza di Tribunale della Morale. Un moderno MinCulPop.

La scrittura è libera.

Rovinando in quel modo i romanzi di Roald Dahl, ne hanno snaturato la portata, facendo perdere a quei testi la loro autenticità.

Come al solito, con la scusa dell’inclusione si esclude tutto il resto. Si esclude la storia di quei libri, si escludono le parole che hanno reso famosi quei libri, che hanno divertito migliaia di bambini.

Bambini che non si sono sentiti esclusi leggendoli, né offesi trovando un personaggio grasso. Bambini che non si sono fatti alcun problema a leggere quei romanzi.

La beffa

Nei libri sarà presente quest’avviso dell’editore:

Le meravigliose parole di Roald Dahl possono trasportarti in mondi diversi e farti conoscere i più magnifici personaggi. Questo libro è stato scritto molti anni fa, quindi rivediamo regolarmente il linguaggio per assicurarci che possa continuare a essere apprezzato da tutti oggi.

A questo punto mi chiedo: se considerano le parole di Dahl meravigliose, perché le cambiano? Perché riscrivono interi pezzi? Perché aggiungono brani?

Oltre al danno, anche la beffa.

Il risultato

È presto detto: cosa leggeremo in realtà, se questa mania di cancellare la nostra cultura – e quindi la nostra storia e la nostra identità – dovesse estendersi a ogni opera letteraria del passato?

Cosa resterà dei classici della letteratura? Cosa resterà del legittimo modo di esprimersi degli autori? Cosa resterà dell’originalità di quelle opere?

Il rischio

È facile da intuire: epurando le opere letterarie, si sta di fatto creando prodotti editoriali amorfi, non più legati all’autore che li ha pensati e scritti, perché saranno defraudati dell’anima stessa dell’autore.

La cultura della cancellazione non è solo una sorta di ossimoro – non ha assolutamente nulla di culturale, poiché tende proprio a distruggere l’oggetto culturale – ma un vero pericolo sia per la libertà di espressione (nella forma scritta, ma non solo) sia per la stessa libertà di lettura.

Chi decide cosa debbano leggere i bambini di oggi? Chi ha il diritto di espellere parole, frasi, espressioni da un testo letterario in nome di una non ben chiara inclusione?

Il rischio è che la censura sui libri si possa propagare, a dispetto dell’articolo 21 della nostra Costituzione, che dice chiaramente che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Il potere della narrazione

Sostiene Suzanne Nossel, amministratrice di PEN America:

La letteratura vuole essere sorprendente e provocatoria. Fa parte della sua potenza. Decidendo di rimuovere qualsiasi riferimento che potrebbe causare offesa, diluisci il potere della narrazione.

È un potere che proviene dalla mente stessa di un autore, perché un libro, un romanzo, è frutto delle idee e della personalità di chi l’ha scritto.

Le parole usate in un libro sono state scelte dall’autore per un motivo preciso. Soprattutto, l’autore le ha ritenute valide, opportune, utili, irrinunciabili. L’autore stesso vive in quelle parole.

Nessuno, nessuno ha il diritto di modificarle, sostituirle. Nessuno, nessuno ha il diritto di aggiungere brani a suo piacimento.

Il Medioevo è finito ufficialmente il 12 ottobre 1492, mezzo millennio fa.

Scrivere libri significa ancora fare cultura?

Il dizionario Treccani dà una bella definizione del termine “cultura”:

L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo.

L’ultima parte di questa definizione è, secondo me, appropriata al danno che gli “ambasciatori dell’inclusione” stanno creando alle opere di Dahl oggi – e che altri “ambasciatori” creeranno ad altre opere domani, magari anche nostrane.

Le parole scritte da Dahl rappresentano parte “della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico” e, sostituendole, Dahl perderà quella consapevolezza di sé e del suo mondo.

Le parole che usiamo ci rappresentano, sono parte di noi stessi, della nostra cultura, della nostra identità e personalità, del nostro vissuto. Quelle parole vivono nei testi che scriviamo. E non possono essere censurate da chi, mascherato e nascosto dall’etichetta della sensibilità, dimostra soltanto la propria ignoranza.

21 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 11:54 Rispondi

    Scandaloso. Viva i Torquemada contemporanei con dottorati di ricerca in psico-scemenza! Medioevo moderno e dittature social-democratiche sono l’espressione dell’attuale ciclo vichiano. Auguriamoci che non saturi l’atmosfera con la messa all’indice della consapevolezza. Vedremo allora i fautori di oggi strisciare nel fango e concimare assieme al resto i prati dei futuri baroni.
    Mal comune mezzo gaudio? Triste, molto triste e criminale!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 13:20 Rispondi

      Sì, è scandaloso e anche criminale. Viviamo in un’epoca in cui la logica e il buonsenso sono andati in pensione. Se davvero qualcuno teme che quei testi possano offendere (e non vedo come), è sufficiente dare qualche spiegazione in una prefazione.

  2. Orsa
    giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 14:17 Rispondi

    Ma mi faccia il piacere… direbbe un certo principe De Curtis. Questa storia va solo ridicolizzata, fatti un giro su #riscriviamoli (Twitter) e fatti due risate.
    No, non è più fare cultura, ma è diffondere un’ideologia che sa di ipocrisia e opportunismo. E il fatto che nessun bambino sia rimasto traumatizzato dalla letture di queste opere dimostra come tutto questo sia un abuso, un capriccio che sta sfuggendo di mano. Purgare un libro è un atto politico, non è certo un’operazione intellettuale, a mi viene da ridere perché questi sono gli stessi intelligentoni che condannano a squarciagola la censura di giusto un secolo fa. Concordo in pieno con Corrado e con te, gran bell’articolo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 14:30 Rispondi

      Non conoscevo #riscriviamoli di Twitter, ma gli do sicuramente un’occhiata.
      Infatti ormai si tratta di una vera ideologia, pericolosa e ridicola. Quando ci sono questi fatti, mi chiedo come abbiano fatto a vivere i bambini di un tempo, che non erano sottoposti a queste assurde attenzioni.
      Hai detto bene, è un atto politico, non culturale.
      Grazie :)

  3. Fabio Amadei
    giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 14:24 Rispondi

    Ciao Daniele,
    ti segnalo le parole della scrittrice iraniana Nafisi che ha rilasciato questa dichiarazione ripresa dal Giornale a proposito di R. Dahl. “Cambiare il linguaggio nei libri di Dahl cambia la storia così com’era e crea una storia falsa. Dobbiamo conoscere il passato, comprese le parti offensive. È così che evitiamo di ripetere l’offesa. Dobbiamo conoscerlo per cambiarlo, piuttosto che riscriverlo eliminandolo”.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 14:32 Rispondi

      Ciao Fabio, concordo con la scrittrice Nafisi. Anche qualcun altro ha detto qualcosa di simile.
      Bisogna poi vedere, nel caso dei romanzi di Dahl, se ci sono davvero delle parti offensive.
      Scrivere che una dei personaggi è “brutta e bestiale” non rappresenta un’offesa.

  4. JohannesN58
    giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 18:36 Rispondi

    La rincorsa ossessiva e paranoica al politically correct sta generando una devastazione culturale inimmaginabile. Si riscrivono libri, di rieditano film, canzoni. Mi ricorda tanto il mondo distopico di 1984 di George Orwell. Crediamo di essere nel 2023, ma forse è un’illusione

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 8:11 Rispondi

      Infatti, la sensazione è proprio simile a quella descritta in 1984. Per qualcuno sarà un’esagerazione, ma la deriva che si sta prendendo ne ha tutti i sintomi. E la definizione di “devastazione culturale” è appropriata.

  5. Corrado S. Magro
    giovedì, 23 Febbraio 2023 alle 19:11 Rispondi

    Additare, reclamare, gridare è giusto ma non incide. “ei fu” al nuovo giorno! È necessario agire! Se dalle parole passiamo ai fatti forse potremmo sì, scuotere, svegliare l’interesse di qualcuno o di altri che contano. Perché non costruire con i mezzi che i media mettono a diposizione un centro d’azione finanziato con pochi Euro all’anno da tutti i simpatizzanti che si riconoscono nel fine proposto? Sono troppo vecchio e non ho le basi necessarie per prendere l’iniziativa eppure stimo il momento opportuno. Il processo è ancora agli inizi. Il dissenso si manifesta ovunque e non si limita ai confini geografic o linguistici. Il malessere esiste anche a livello accademico. Chi è disponibile a essere una delle teste dell’ariete?

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 8:12 Rispondi

      Cosa dovrebbe fare questo centro d’azione? Un mezzo per contrastare certe iniziative è boicottarle. Un altro è scrivere come abbiamo sempre scritto.

      • Corrado S. Magro
        sabato, 25 Febbraio 2023 alle 14:18 Rispondi

        Creare un sito o utilizzarne uno esistente dove pubblica gratis chi scrive senza accettare o rifiutando il dictat culturale insulso moderno. Non è certo una passeggiata ma sono convinto che ne valga la pena. Mille adepti a 10 Euro annui sono già sufficienti a finanziare l’iniziativa. All’inzio è chiaro che bisogna investire per sensibilizzare.

  6. Andrea Perin
    venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 7:37 Rispondi

    L’avevo sentita… accidenti; devo sbrigarmi a rileggere “Il Signore della Terza Età e il mare” prima che lo modifichino senza che me ne accorga! ;-)

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 8:13 Rispondi

      Non l’ho capita subito :D

  7. Luciano
    venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 9:43 Rispondi

    E piove su i nostri volti
    tristi,
    piove e sulle nostre mani
    chiuse,
    su i nostri investimenti
    pesanti,
    su i comuni pensieri
    che l’anima schiude
    novella,

    cara Gertrude

    Il nuovo finale de “La pioggia nel ginepraio” di Gabriele che adesso si gira nella tomba… qui arriveremo?

    • Daniele Imperi
      venerdì, 24 Febbraio 2023 alle 10:14 Rispondi

      Poesie, racconti, romanzi, novelle, saggi… la censura avrà lavoro per i prossimi secoli.

  8. Antonio Zoppetti
    lunedì, 27 Febbraio 2023 alle 16:39 Rispondi

    Mi tornano in mente le edizioni del Decameron emendate da Salviati (la guida della nascente Accademia della Crusca), e le operazioni post-medievali come i roghi di libri e degli autori in pieno Rinascimento. Quello che accade in nome del politicamente corretto e dell’inclusione si dovrebbe chiamare con il suo nome: revisionismo e fondamentalismo. A quando il ritorno all’imprimatur e all’indice dei libri proibiti? (PS: bellissimo il tuo nuovo sito dedicato a Marinetti).

    • Daniele Imperi
      lunedì, 27 Febbraio 2023 alle 17:23 Rispondi

      Ciò che è grave è anche questo: che vengano in mente simili operazioni che si sono verificate in passato, in passati lontani anche. È peggio del revisionismo, che dovrebbe fondarsi su nuovi studi per arrivare a verità più complete. È vera censura. Ma è integralismo a tutti gli effetti, perché vuole cancellare la pluralità delle parole, delle idee, delle espressioni a favore di un unico pensiero.
      Se continua così all’indice dei libri proibiti ci arriveremo.
      (Grazie!).

  9. Davide
    lunedì, 27 Febbraio 2023 alle 21:41 Rispondi

    Censurare i libri per motivi così ipocriti è sempre sbagliato. Inoltre ti segnalo che ora persino i romanzi di 007 di Fleming sono passati sotto il mirino di questi moderni “inquisitori”…

    • Daniele Imperi
      martedì, 28 Febbraio 2023 alle 7:58 Rispondi

      Ho appena letto dei romanzi di 007 di Fleming… assurdo. Hanno detto che ci sarà un’avvertenza: “Questo libro è stato scritto in un momento in cui termini e atteggiamenti che potrebbero essere considerati offensivi dai lettori moderni erano all’ordine del giorno” e che “le modifiche riportate nei libri elimineranno il linguaggio razzista, sessista e omofobo originariamente scritto negli anni ’50”.
      Orami siamo alla follia pura.
      Presto censureranno tutti i classici e tutti i romanzi pubblicati come minimo fino agli anni ’80 del Novecento.

  10. vonMoltke
    giovedì, 2 Marzo 2023 alle 20:58 Rispondi

    Si tratta di una parte di quella enorme operazione di condizionamento, manipolazione mentale e lavaggio del cervello ideologico a cui l’intero mondo occidentale, quello sedicente libero, è sottoposta da anni. Si sono sempre visti tentativi di far sdraiare il passato sul letto di Procuste dei pregiudizi presenti, pensa alle braghe dipinte sulle pudenda del “Giudizio” di Michelangelo. Ma stavolta non se ne può ridere o aspettare che passi, perché se in passato, almeno per la carta stampata, da un esemplare scampato ai roghi era possibile ristamparne altri, oggi stiamo assistendo alla sostituzione della carta col virtuale, che è, come ben sappiamo, un ambito in cui censurare, falsificare e cancellare è semplicissimo, mentre ristabilire un’altra versione difficile e a volte inutile, dato che la gran massa degli utenti non la leggerà mai e, se pure la leggesse, ne aggredirebbe gli autori tacciandoli di complottismo o anti-scientificità. Arriveranno a mettere le mani sui classici antichi, sui testi sacri, su tutto ciò che è Bello, Buono, Vero, perché ormai lo stesso affermare che esiste qualcosa di Bello (contrapposto al Brutto) è visto come offesa a chi, o cosa, Bello non è, dato che per essere accettati bisogna considerare tutto “bello”. E così per il resto. Solo un collasso generale di quella che sta diventando la società più ridicola e delirante di tutti i tempi fermerà questo scempio.
    P.S. fa senso che abbiano iniziato da Dahl e non da un Bukowsky, che come livello di linguaggio potenzialmente offensivo è parecchio oltre.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 3 Marzo 2023 alle 8:20 Rispondi

      Hai ragione. Prima un libro scampato al rogo poteva essere ristampato. Con le operazioni di oggi, invece, viene modificato e restituito ai lettori in un’altra versione, ideologica, così che, col passare del tempo, quel libro modificato diventa la versione ufficiale, l’unica accettata dalla Storia.
      Quindi è un’operazione ancor più grave e pericolosa.
      Concordo sul Bello e Brutto. Amano la diversità, però dobbiamo essere tutti uguali, specialmente nel pensiero.
      Vedrai che arriveranno anche a Bukowsky. La società delirante è una piovra.

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