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Ogni tanto mi imbatto in una copertina sbagliata.
Mi era capitato qualche anno fa con una raccolta di racconti di Poe, Obscura, edita da Mondadori, neanche l’ultima arrivata nell’editoria. In copertina c’era una frase ben nota: “E se guarderai a lungo nell’abisso l’abisso guarderà dentro di te”.
Il problema è che quella frase non è di Poe, ma di Nietzsche. Ho scritto alla Mondadori segnalando l’errore, ma ovviamente nessuno ha risposto.
Quando l’errore in copertina è grave
Qualche settimana fa ho trovato un’altra copertina sbagliata, questa volta di una piccola casa editrice, Passaggio al Bosco. A farne le spese è un altro autore del passato, Marinetti. L’opera: L’alcova d’acciaio, un romanzo sull’esperienza dell’autore nella Prima guerra mondiale.
Una casa editrice che voglia pubblicare i libri di Marinetti – o di qualsiasi altro autore del passato – dovrebbe conoscere bene sia l’autore, sia l’opera che intende pubblicare.
Che cosa intendeva Marinetti per alcova d’acciaio? La sua autoblindomitragliatrice Ansaldo-Lancia 1ZM.
E allora?
E allora quel cingolato che compare in copertina non c’entra assolutamente nulla, perché l’autoblindomitragliatrice non ha i cingoli, ma le ruote. E non è un carro armato.
Non so come sia potuto accadere. Eppure Marinetti ne dà una descrizione:
Dolce aggressività delle ruote. Pneumatici danzanti.
Facile capire che non si tratti di un cingolato.
Chi controlla le copertine dei libri?
Qualcuno ha commissionato quella copertina a un grafico, che ha tutto il diritto di non conoscere l’autore e l’opera. Qualcuno, però, che ha suggerito un carro armato.
E il grafico in copertina ha inserito il carro armato Fiat 3000… che iniziò a essere usato nel 1921, 3 anni dopo la fine della Prima guerra mondiale. Dunque anche un errore storico, cosa ancor più grave.
La copertina del libro è il suo biglietto da visita
Ho sempre detto che il primo elemento che si vede dei libri sono le copertine:
- le vediamo nelle vetrine delle librerie
- le vediamo sugli scaffali delle librerie
- le vediamo sui siti delle librerie e su Amazon
- le vediamo nei blog letterari
- le vediamo su Instagram, su Facebook e su altre piattaforme
- le vediamo in televisione
- le vediamo nei cataloghi e nelle riviste e nei quotidiani
- le vediamo dappertutto
Possiamo dunque sostenere che le copertine dei libri sono un elemento ben visibile, che non passa certo inosservato.
3 regole per una copertina professionale
Ho pensato a 3 regole base da rispettare per creare una copertina professionale per i libri.
- Estetica: la copertina deve risaltare nell’infinito oceano di libri che sgomitano nel mercato editoriale. La grafica deve essere pulita, professionale, originale. Direi bella a vedersi, ma è un giudizio oggettivo.
- Attinenza al tema: vi ricordate gli errori delle copertine dei libri? Ce n’erano molte non attinenti al tema e all’argomento del libro. Un esempio recente è quella raccolta dei racconti di Poe che mostra una frase di Nietzsche.
- Accuratezza: un errore in copertina è gravissimo, non grave. Come appunto il carro armato nella copertina di Marinetti. Dimostra che la casa editrice non conosce l’opera che sta pubblicando.
Ma allora chi controlla le copertine dei libri?
Era una domanda che mi ero posto dopo aver visto quella copertina sbagliata del romanzo di Marinetti e mi ero detto che, forse, è un compito che spetta all’editor.
La risposta è giunta pochi giorni dopo in una delle ultime lezioni del corso di editing e correzione di bozze che ho frequentato.
Avevo supposto bene: è l’editor che deve controllare le copertine dei libri.
Una figura che, assieme a quella del correttore di bozze, spesso manca nelle case editrici, specialmente piccole.
MikiMoz
La frase credo sia stata messa giusto in modo “evocativo”, non credo volessero spacciarla per una frase di Poe ma come semplice “detto” (ormai è tale, riportato in tanti modi dalle leggere sfumature diverse) per descrivere il contenuto della raccolta.
Almeno credo.
Nel senso, leggendola in copertina avrei pensato a questo.
L’altra copertina è oggettivamente bruttina, nella composizione (quel cagnolino…).
Sembra più una cosa assemblata a caso da un grafico, che una immagine studiata per essere performante sul piano della comunicazione visiva…
Comunque sì, certe copertine sono davvero imbarazzanti, specie tra i libri autopubblicati (effetti da Windows 98, cose già vecchie e che invecchiano malissimo…).
Una volta vidi un romanzo su qualcosa di Roma Imperiale, e c’era una lupa con due bambini col pannolino (Romolo e Remo), bambini di oggi, ovviamente.
Moz-
Daniele Imperi
Certo, potrebbe anche essere voluta la frase di Nietzsche. Ma non ne sono sicuro.
Il cagnolino anche per me è fuori luogo, ma comunque c’era, Marinetti ne parla nei taccuini scritti in guerra e anche in quel libro. Ma comunque non avrei messo la cagnetta nella copertina.
Romolo e Remo in pannolino: una visione futuristica di Roma Imperiale
Orsa
Il grafico… per la serie “una cosa dovevi fare”😂 Anche il cagnolino stilizzato così non c’azzecca e non concorda con lo stile del resto della tavola. L’errore storico poi è imperdonabile, ma ancora più imperdonabile è piazzare in copertina il volto di una persona diversa dall’autore.
Mi riferisco al caso di John Fante, che sulla copertina del suo “Lettere (1932-1981)” si è visto pubblicare una foto con il volto di un’altra persona, tale Stephen Spender, poeta inglese. La Einaudi si scusò pubblicamente e ristampò il libro con la foto corretta.
Tornando al cingolato, il grafico sarà stato un obiettore, non l’ha fatto secondo me il servizio militare! 😂
Daniele Imperi
Il cane, poi, Zazà, ha una piccolissima parte nel libro. Se vogliamo definirla parte. Più una comparizione.
L’errore su John Fante me lo ricordo.
Luciano
Personalmente ritengo che la copertina di un libro debba avere una forza evocativa, senza necessariamente essere filologicamente corretta. Concordo sull’inesattezza della macchina da guerra nella copertina del libro di Marinetti, ma trovo ad esempio più fuori luogo il cane. Una cosa che non sopporto, invece, è il cambio di copertina dopo che il romanzo diventa un film di successo. Ad esempio posseggo una prima edizione del libro “The Martian” di Andy Weir con una bel disegno colorato che rappresenta un astronauta su Marte. In seguito la stessa è stata sostituita con una fotografia a piena pagina del faccione di Matt Damon dietro la visiera di un casco. Per quanto possa trattarsi di un bell’uomo la copertina fa schifo, e sono certissimo che non rappresenti l’idea che aveva l’autore, ma evidentemente era più funzionale alla commercializzazione di massa.
Daniele Imperi
Evocativa va bene, ma per me anche filologicamente corretta. Ricordo la copertina del numero 500 di Tex, che mostrava Tex, il figlio Kit, Carson e Tiger Jack. Peccato che Tiger Jack non compariva nella storia. Per me questo è un errore.
Il cambio di copertina con la locandina del film neanche io lo sopporto. Una volta pensa fosse uscito un nuovo romanzo di Patrick O’Brian e lo comprai, per poi riportarlo indietro perché ce l’avevo già. In copertina c’era la locandina del film appena uscito.
Sulla copertina di “The Martian” concordo: pura commercializzazione.
Luciano
A mio avviso una copertina è sbagliata anche quando non fa capire al volo, non dico il contenuto, ma, il genere di un romanzo. Copertine che sembrano romanzi rosa e invece sono dei thriller, altri che sembrano saggi e invece sono romanzi di fantascienza. Persino i caratteri urilizzati per i titolo talvolta non sembrano indicati al genere. Così si rischia di snaturare e banalizzare l’opera di qualsiasi scrittore.
Daniele Imperi
Concordo anche su questo: il genere deve trasparire dalla copertina e i caratteri utilizzati devono essere appropriati al genere.
Daniela
Ho pubblicato finora due libri. Nel primo, una biografia di un celebre autore francese, la casa editrice ha accettato di mettere in copertina un mio disegno. Nel secondo libro, una fiaba, la casa editrice mi ha chiesto di scegliere tre immagini prese da un sito tipo Pinterest. Quella scelta alla fine mi piaceva abbastanza. Resta il fatto che era un’immagine presa dal web, esattamente come potrei (mai) fare io se decidessi di autopubblicare il mio libro.
Daniele Imperi
Pinterest è un aggregatore di immagini, prese da vari siti. Non è stata corretta né professionale quella casa editrice.