
Non si crea una storia a partire da un personaggio, ma da una situazione. Qualcuno non sarà d’accordo con quest’affermazione, ma una storia non è fatta solo di personaggi. Eppure oggi voglio andare in un certo senso contro quanto avevo detto.
Se proviamo ad aprire un qualsiasi libro e ci chiediamo di cosa parli, quale sarà la risposta più comune?
- È la storia di un ragazzo che…
- È la storia di una donna a cui…
E così via. È una storia, sì, ma di chi? Di un personaggio.
Raccontare una storia
Dove sono tutti gli elementi a contribuire
La storia è del personaggio, ma esistono anche altri elementi all’interno che definisco e completano il racconto. Raccontare una storia, però, è tracciare un percorso nella vita di uno o più personaggi. E questo deve far riflettere sulla famosa regola del mostrare e non raccontare. O, come ho scritto in un mio post recente, del mostrare e non informare.
Il personaggio ha una parte fondamentale nella storia, ecco perché è a lui che bisogna prestare la massima attenzione. I personaggi danno colore a un racconto molto più della scenografia.
È il personaggio il motore della storia
Tempo, ambiente e oggetti sono solo un contorno
Di cosa parla Tarzan delle scimmie? E Tom Sawyer? E Cuore? Non parlano tutti di uno o più personaggi che, grazie alle loro vicende, creano una storia? Non è più, dunque, lo scrittore a scriverla, ma i personaggi stessi. Il motore stesso della storia.
Ecco perché parlare del tempo atmosferico – a meno che il romanzo non tratti di un tifone distruttore – va limitato allo stretto necessario. Ecco perché dilungarsi con le descrizioni dell’ambiente rischia di annoiare il lettore.
Il metodo Martin
Cambiare punto di vista per ogni personaggio
Leggendo Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco si nota una struttura inusuale dei romanzi. Non esistono capitoli numerati, bensì denominati: non Capitolo 1, Capitolo 2, ecc., ma Arya, Jon, ecc.
Ogni capitolo ha un personaggio come protagonista. Che cosa accade, allora? Che Martin cambia il punto di vista a ogni capitolo. Non so quanto una scelta del genere sia funzionale a ogni romanzo. In quelle storie però funziona.
L’azione è la parte viva del racconto
Come in un film, le azioni ravvivano la storia
Avete mai visto un film lento? Dove ci sono solo sequenze di scene e musica di sottofondo. Una noia mortale. Oppure lunghe, interminabili scene di dialogo.
Che cosa manca in quei film? L’azione.
E chi crea azione in un film, in una storia? I personaggi.
L’azione è movimento. Determina e definisce un percorso di vita nel personaggio. Percorso inteso anche in senso spaziale. Non abbiamo una storia piatta, ma geometrica e tridimensionale.
La storia è del personaggio
Troppe volte questo aspetto passa in second’ordine. Dobbiamo invece restituire il racconto al personaggio, perché è suo. Una storia forte è fatta da personaggi forti. Se una storia non funziona, è perché non funzionano i personaggi.
Le vostre storie
Quanto peso date ai vostri personaggi nelle storie che scrivete? Siete d’accordo con le mie affermazioni?
Luciano Dal Pont
Ciao Daniele, sono assolutamente e totalmente d’accordo con quanto affermi nel post. I miei libri sono fatti di personaggi, personaggi che poi agiscono, compiono scelte e azioni e si muovono in un contesto ambientale e tutto ciò contribuisce a creare la storia, a renderla viva e dinamica, ma sono comunque i personaggi a scriverla. Figurati che nel mio primo romanzo, che sta per essere pubblicato, ci sono solo due personaggi, ma sono così forti e caratterizzanti da essere più che sufficienti a costruire uan storia articolata e significativa e, credo, abbastanza avvincente. Almeno questo è il giudizio del mio editore, poi vedremo quale sarà quello dei lettori. Intanto colgo l’occasione per fare a te e a tutti i lettori del blog gli auguri di buone feste.
Daniele Imperi
Ciao Luciano,
se hai letto La strada di Cormac McCarthy, anche quel romanzo ha solo 2 personaggi, più qualche piccola comparsa senza peso, e la storia funziona benissimo proprio grazie alla forza dei 2 personaggi.
Auguri anche a te, per le feste e per il romanzo
Luciano Dal Pont
Purtroppo non ho ancora letto quel romanzo, ma lo farò senz’altro. Grazie per gli auguri. A presto.
Fabrizio Urdis
Ciao Daniele,
Articolo interessante e sono d’accordo con quello che dici ( approfittane perché in questo periodo non capita spesso
Una delle difficoltà quando si delinea la trama di un libro è proprio quella di capire quale sia il suo protagonista onde evitare forzature.
In linea generale mi piace descrivere i personaggi principali man mano che la storia va avanti.
Nel mio primo romanzo però, scritto in prima persona, volevo che ognuno potesse immedesimarsi nel protagonista, quindi ho tralasciato volontariamente molte informazioni sul suo conto.
Daniele Imperi
Grazie Fabrizio,
alle volte in effetti potrebbe succedere che qualche personaggio abbia troppa visibilità nei confronti del protagonista.
Salvatore
Le storie ruotano per lo più attorno ai personaggi, inoltre la struttura narrativa si tesse con le loro azioni, con i loro dialoghi, ecc. Quindi il ruolo del personaggio è fondamentale. Tuttavia mi sento di dissentire su un unico punto: “Le storie parlano di ciò che capita ai personaggi”. Non è completamene vero, perché lasceremmo fuori un certo numero di possibilità narrative. Piuttosto direi che una storia parla di “fatti” in generale; a chi capitano questi fatti, ammesso che ci sia un protagonista, ce lo narrerà la storia.
Daniele Imperi
Sì, ma i fatti sono proprio ciò che capita ai personaggi, no?
Giorgia
A proposito di personaggi, ma quando si decide di scrivere una storia Fantasy e magari si usano personaggi come non so Alieni, o Folletti ecc. Che nomi bisogna dare? cioè ha senso che uno Gnomo per dire si chiami Paul? o sarebbe meglio indirizzare i nomi verso qualcosa tipo Blue sky o magari stranieri ma poco noti? e una domanda che mi chiedo spesso.
Daniele Imperi
Bella domanda. Leggendo le soluzioni trovate da alcuni scrittori fantasy, come Tolkien e Brooks, sono stati usati nomi con una certa logica, ossia è stata creata una sorta di modello linguistico per i nomi di “razze” fatate.
Penso sia la soluzione migliore. Paul non avrebbe proprio senso, perché stiamo parlando di razze diverse da quelle umane, quindi è normale che ci siano lingue e nomi diversi.
Giorgia
Intanto buone feste Daniele. E grazie per la risposta, che e poi quello che pensavo anche io, ma volevo un parere anche da altri. Sarà che ho poca fiducia in me stessa (devo lavorarci), ma non credo di essere in grado di inventare nomi decenti per personaggi.
Daniele Imperi
In effetti non dico che è facile. Intanto prova a dare un’occhiata a queste risorse: http://pennablu.it/nomi-cognomi-personaggi/
Buone feste anche e te
Giorgia
Grazie mille, poi guardo meglio. Sei gentilissimo!