Scrivere post: cambiare metodo (a volte) funziona

Scrivere post senz scaletta

Non sempre riesco a scrivere un articolo per il blog pianificandone tutti i contenuti. Molte volte capita che abbia una buona idea, unʼidea che porterà davvero a un post, e allora me ne rimango davanti al foglio bianco tentando invano di tirare fuori una scaletta, di visualizzare quali argomenti trattare nellʼarticolo.

Ma passano i minuti e il foglio resta bianco. La scaletta proprio non vuol saperne di uscire fuori, di apparire magicamente in quel foglio, che invece si riempie dei classici scarabocchi-stimola-ispirazione.

Però lʼispirazione non arriva, ma perdo solo tempo. A quel punto resta una sola cosa da fare, se davvero voglio scrivere quel post.

Scrivere di getto e non usare la scaletta

In fondo dove sta scritto che debba usarla per forza? In qualche manuale? La scaletta è solo uno dei tanti metodi consigliati per velocizzare e organizzare il lavoro di scrittura. Ci sono autori che hanno scritto buoni romanzi senza alcuna scaletta, ma scrivendo di getto.

Perciò possiamo sentirci autorizzati a scrivere un post in questo modo. Molti di quelli che avete letto ultimamente sono stati scritti senza creare la fatidica scaletta, anche se comunque a mano a mano che scrivevo ho impostato la classica struttura che uso nei miei articoli.

È come se avessi creato una scaletta a posteriori.

Lʼimportanza del flusso di pensieri

Non è mai da sottovalutare, anzi. Io ho unʼidea, voglio scrivere quel post che mi è venuto in mente, ma non riesco a focalizzarne subito i vari punti. Non importa, inizio a scrivere e basta.

I punti si focalizzano durante la stesura. Semmai, il problema principale da risolvere è lʼincipit: come iniziare il mio articolo. È lʼattacco, la nota iniziale che dà il via a tutta la sinfonia.

Che non sia unʼincompiuta di schubertiana memoria, però.

Ecco, credo che le prime parole del post siano fondamentali per riuscire a scriverlo senza lʼuso della scaletta. Ma da un poʼ di tempo ho capito che un post si può iniziare in tanti modi e non per forza accademici, se vogliamo chiamarli così, non per forza da Manuale del Perfetto Blogger.

Come ho iniziato questo post?

Raccontando, semplicemente. Quando mi sono accorto che iniziavo a scrivere post senza più la costrizione della scaletta – sì, la scaletta crea dipendenza, una sorta di gabbia da cui è difficile uscire – allora ho voluto raccontare questa mia esperienza e per farlo non serve alcun progetto, nessuna perdita di tempo davanti a un foglio bianco scarabocchiando sottotitoli qui e là.

La bellezza della spontaneità

Non deve mai mancare in un blog. Mai in un post. Il modo migliore per iniziare a scrivere un articolo per il blog è scrivere spontaneamente, seguire il flusso di pensieri, lasciare muovere le dita sulla tastiera come gli scrittori di un tempo, che infilavano il foglio nella macchina per scrivere e battevano sui tasti.

Una scrittura spontanea è una scrittura più naturale e umana e crea senza dubbio più coinvolgimento di una scrittura artificiosa e studiata a tavolino.

Leggendo questo post non si nota nulla di diverso dagli altri post pubblicati. Cʼè la solita impostazione tipografica, ci sono i sottotitoli come sempre. Ma è un post ecologico, per così dire, non ho consumato fogli di carta – anche se riciclati – per progettarlo prima di scriverlo.

Il blog è pur sempre un diario

È il diario delle nostre esperienze. Non importa se avete aperto un blog professionale, in cui parlate delle vostre competenze sfornando consigli su consigli: anche in questo caso state tenendo un diario, segnate nella blogosfera il percorso cronologico della vostra esperienza lavorativa.

Ne ho parlato altre volte qui: il modo migliore per fare blogging è imparare dal passato, dalla spontaneità e semplicità dei primi blog, anche se con gli accorgimenti del web odierno.

Rispettare certe regole della scrittura online non deve mai significare abbandonare la naturalezza della nostra scrittura, così come non dobbiamo restare ancorati a metodi che in quel momento ci rendono improduttivi.

Cambiamoli, se funziona.

40 Commenti

  1. Serena
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 6:55 Rispondi

    Buongiorno 😊 E se uno invece ha proprio il blocco del bloigger/commentatore?

  2. ombretta
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 9:32 Rispondi

    Scrivere senza rispettare la scaletta, di getto, come hai fatto per questo post, è una cosa che spesso deriva proprio dall’abitudine e dall’esercizio che si ha nello scrivere. Secondo me, sei così allenato che ormai hai una scaletta inconscia :-)
    Io sto iniziando a buttar giù le prime idee per il mio blog e ho consumato un bel po’ di fogli, di riciclo però. E ancora ho scritto solo Chi sono! Ho preparato una scaletta, ma è in elaborazione.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 12:54 Rispondi

      Sì, può anche essere questione di abitudine :)
      Per il blog partire dal Chi sono forse è il modo migliore.

  3. MikiMoz
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 10:12 Rispondi

    Ma io credo che un buon blogger la scaletta ce l’abbia ormai innata, dentro di sé, senza troppi calcoli. A volte gli serve che questa si palesi per una struttura del post, altre volte non è necessario perché comunque già c’è! ;)

    Moz-

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 12:55 Rispondi

      Non so se sia proprio innata, ma è bello vederla nascere mentre scrivi. A me capita di non sapere proprio che inserire nella scaletta, però so già cosa scrivere nel post.

  4. Seo-Pigro
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 10:40 Rispondi

    “l modo migliore per iniziare a scrivere un articolo per il blog è scrivere spontaneamente”

    Quanto mi piace! La storia della scaletta che ti ingabbia è verissima e quando provo a darmene una finisce sempre così perché è vero, le scalette sono davvero favolose, ma poi quando ti mancano è un dramma storico poiché ti sembra di non stare a rispettare qualcosa che, seppur inconsciamente, ti dona quella senzazione di “aver fatto il tuo lavoro” e quindi, che tu con il tuo blog ci lavori o meno, ti senti quasi colpevole e sta cosa ferma praticamente TUTTO il processo di scrittura.

    Io ultimamente io risolvo (masochisticamente) cercando di farne più di una per portarmi avanti col lavoro e approfittando di quei momenti di creatività che ti arrivano quando stai praticamente facendo altro.
    Non riesco ancora ad abbandonarla del tutto anche se poi non è che sia poi così serrata, però nelle ultime cavolate che ho scritto da me effettivamente QUASI non c’era e devo dire che non mi è dispiaciuto!

    Il Real Blu-Pennuto (sempre colpa di Calamo) ha davvero ragione :D

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 12:58 Rispondi

      Insomma ti sei ingabbiato nella scaletta :D
      Anziché farla, scrivi in un foglio solo qualche nota sui temi da trattare nel post e poi scrivi e basta. Finito il post organizzi quel testo inserendo i sottotitoli.

  5. Simona C.
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 10:54 Rispondi

    Io scrivo sempre di getto, poi riordino. La mia scaletta viene dopo la stesura sommaria delle idee. Sul blog quasi non la uso perché non ho schemi precisi adatti a ogni tipo di post, mentre non posso farne a meno quando scrivo romanzi.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 12:59 Rispondi

      Per un romanzo ci vuole per forza. Io la uso anche nei racconti.

      • christian gas
        venerdì, 27 Novembre 2015 alle 15:06 Rispondi

        Se posso aggiungere …
        L’idea, o l’ispirazione, è un flusso incontrollato di pensieri che, se assecondato, svilupperà una proto-trama assolutamente confusionaria. Ma, trovando la pazienza di rileggerla, non sarà difficile scovarci tutti quegli elementi essenziali della preparazione: logline, premessa, soggetto ecc… A volte basta l’impegno di riscrivere (una ventina di volte almeno) il romanzo nato in punta di penna e ci si sarà risparmiata la fatica di organizzare scalette e trattamenti vari.
        Ora, non so dire quale sia il modo più veloce ma, in fondo, perché aver fretta? ;)

        • Daniele Imperi
          venerdì, 27 Novembre 2015 alle 16:18 Rispondi

          Riscrivere una ventina di volte il romanzo?

          • christian gas
            venerdì, 27 Novembre 2015 alle 17:15 Rispondi

            Anche trenta, per carità, ma una scaletta non rende immuni dall’egemonia dell’algida riscrittura! :)
            Magari te ne fa risparmiare qualcuna.

  6. Grazia Gironella
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 13:52 Rispondi

    Non sempre riesco a essere così spontanea. Talvolta ho deciso di scrivere di un argomento, ma dopo pochi, faticosi paragrafi mi fermo e penso: “no, questo non esce proprio. Di cosa vorrei parlare davvero?” E parto con un altro argomento. Qualche volta il primo argomento lo ripesco più avanti, altre volte evapora. ;)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 14:31 Rispondi

      Capita anche a me di abbandonare un post mentre lo scrivo. Giorni fa, anzi, ho deciso di non pubblicarne uno dopo averlo impaginato nel blog. :)

  7. massimiliano riccardi
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 14:24 Rispondi

    Io scrivo sempre di getto, la mia fortuna e la mia dannazione.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 14:30 Rispondi

      Perché dici che è la tua dannazione?

      • massimiliano riccardi
        giovedì, 26 Novembre 2015 alle 15:21 Rispondi

        Perché spesso la foga mi porta a essere troppo umorale con tutto ciò che ne consegue in termini di obiettività ed eleganza, e la mia scrittura risulta poco professionale. Motivo per cui considero importantissimo l’ausilio degli editor.

        • Daniele Imperi
          giovedì, 26 Novembre 2015 alle 15:32 Rispondi

          Ma parli di narrativa? Non credo che usi un editor per il blog.

          • massimiliano riccardi
            giovedì, 26 Novembre 2015 alle 17:04 Rispondi

            Sì certo, parlo di narrativa, il blog è per giocare, scambiare impressioni, interagire, conoscere.

  8. Rodolfo
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 16:11 Rispondi

    Io solitamente parto dal titolo, o meglio dall’argomento perché poi alla fine dell’articolo il titolo cambia quasi sempre.

    A quel punto creo la scaletta, ma più che altro una serie di argomenti da trattare.

    Alla fine lo rileggo e solitamente lo rifaccio completamente :))))

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 16:13 Rispondi

      Il titolo lo modifico anche io qualche volta.
      La scaletta anche per me è una serie di temi da trattare nel post. Però mi pare esagerato riscrivere da capo tutto l’articolo dopo averlo letto :D

  9. Loredana
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 16:40 Rispondi

    Io non uso mai scalette. Non ci riesco proprio, almeno non finora. Potrebbe capitare quando sentirò la necessità di cambiare modo di scrivere. Mi siedo davanti al pc e scrivo, tanto spesso senza rileggere.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Novembre 2015 alle 16:43 Rispondi

      Se per te funziona senza scaletta, va bene così. Ma perché senza rileggere?

      • Loredana
        giovedì, 26 Novembre 2015 alle 17:43 Rispondi

        …quando mi sono posta anch’io la domanda, ne ho avuto una risposta sconcertante: perché poi non mi piace quello che leggo. Anche su questo devo lavorare…non sono Balzac! :-D

  10. Mauro Ronci
    giovedì, 26 Novembre 2015 alle 22:06 Rispondi

    Ciao Daniele.
    Condivido tutto di questo post. Rimango un assoluto sostenitore della forma “spontanea” del blog, anche se si rivolge ad un pubblico tecnico, anche se aziendale.
    Non solo perché funziona in termini di visite e conversioni, ma soprattutto perché il blog è una forma di comunicazione spontanea e che tale deve rimanere per riuscire a comunicare in maniera efficace.
    Insomma… no ai post “macchina”. :-)
    A presto.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 27 Novembre 2015 alle 8:29 Rispondi

      Ciao Mauro, anche per me va usata la spontaneità in qualsiasi blog. Penso sia il modo migliore per attirare lettori. E poi il blogging, come dici, è nato come comunicazione spontanea, poi ha preso una brutta piega :D
      Ma per fortuna sta tornando alla normalità.

  11. Lisa Agosti
    venerdì, 27 Novembre 2015 alle 4:55 Rispondi

    Sono un’amante del flusso di coscienza ma devo prestare attenzione a non usarlo troppo nel blog perché a volte rischio di parlare troppo di me o di cose che mi interessano in quello specifico momento e che magari al lettore non piace, perché noioso o fuori tema rispetto al discorso scrittura.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 27 Novembre 2015 alle 8:30 Rispondi

      Il flusso di coscienza può portare alla logorrea, infatti :D
      Se non lo freni rischi di aprire mille parentesi e ti allontani dal tema del blog.

  12. Marina
    venerdì, 27 Novembre 2015 alle 8:46 Rispondi

    È per quello che dici che non riesco a interiorizzare molte delle famose regole per scrivere bene. Io non so usare scalette, mai fatto schemi, ho sempre buttato giù i pensieri di getto; questo nella narrativa, ma sto sperimentando l’identica cosa anche nel blog: si vede che è nelle mie corde esprimermi così. Certo, poi, i post che mi viene spontaneo scrivere non sono quelli che pubblico, nel senso che rileggo, sposto, correggo il tiro. Pensa che alcune volte parto con un’idea e, alla fine, scrivendo, mi accorgo che sono finita in un altro campo. Allora, tengo l’idea iniziale per una prossima ispirazione e cambio direzione e struttura a quello in corso. È il risultato che conta e quello mi soddisfa sempre.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 27 Novembre 2015 alle 8:57 Rispondi

      Alla fine l’uso della scaletta serve per organizzare i tuoi pensieri e le idee. Se riesci a mantenerti nell’argomento scrivendo di getto, la scaletta non serve. Però, come hai, visto, rischi di sconfinare :D

      • Marina
        venerdì, 27 Novembre 2015 alle 13:22 Rispondi

        Sì, ma mi dico: che importanza ha se riesco a dire anche un’altra cosa che, comunque, ho un uguale interesse a fare conoscere? (Però, in questo caso, parlo della gestione degli articoli nel blog, s’intende!)

        • Daniele Imperi
          venerdì, 27 Novembre 2015 alle 13:25 Rispondi

          Non hai tutti i torti, alla fine con un post ne tiri fuori due :D

  13. Ferruccio
    venerdì, 27 Novembre 2015 alle 13:49 Rispondi

    Io lo faccio spesso. La scaletta cerco di rispettarla per le rubriche fisse, ma quando in testa mi spunta qualche idea che ritengo buona la getto subito in pista.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 27 Novembre 2015 alle 14:07 Rispondi

      Mi sa che è meglio, alle volte preparando la scaletta mi sono perso delle idee.

      • christian gas
        venerdì, 27 Novembre 2015 alle 15:08 Rispondi

        Quoto Daniele (senza alcuna piaggeria). Quante ispirazioni sprecate a forza di voler ordinare idee. E’ come dire agli amici che non puoi uscire con loro perché devi fare il bucato! ;)

  14. Giulio
    domenica, 29 Novembre 2015 alle 0:39 Rispondi

    Io credo che ci siano blog molto tecnici che hanno davvero bisogno di seguire una scaletta per insegnare ai propri lettori. Certo è anche vero che, per quanto “tecnico” possa essere un articolo, siamo comunque dei blogger e, come ho già detto in un altro commento, essere blogger non è solo un lavoro ma soprattutto uno stile di vita. Come ogni stile di vita, quindi, va “trasmesso” ai nostri lettori e non esiste modo migliore se non usando la propria personalità e lasciandosi andare (quando possibile) scrivendo di getto.

    In ogni caso, ho voluto dire la mia perché l’articolo mi ha ispirato molto. Complimenti!

    • Daniele Imperi
      lunedì, 30 Novembre 2015 alle 9:39 Rispondi

      Grazie Giulio.
      Nel caso di articoli molto tecnici come guide e tutorial allora la scaletta serve, perché quei post si basano proprio su una buona organizzazione delle informazioni.

  15. Mr Tozzo
    martedì, 1 Dicembre 2015 alle 8:55 Rispondi

    Ciao, complimenti per il post. Io credo che per il blogger avere una scaletta sia molto utile, ma alcune volte “rompere gli schemi” possa portare un grosso vantaggio al blogger stesso.

    • Daniele Imperi
      martedì, 8 Dicembre 2015 alle 16:34 Rispondi

      Ciao, grazie. Sì, ogni tanto è bene rompere gli schemi, anche per verificare se possa funzionare o no.

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