Scrivere è cogliere l’attimo

Scrivere è cogliere l’attimo

Fin da ragazzino mi sono impegnato a creare elenchi di libri da scrivere. Da qualche parte devo ancora avere un diario di scuola in cui avevo abbozzato a matita le copertine di alcuni romanzi che mi erano venuti in mente.

Naturalmente non ho scritto nessuno di quei libri.

Sono caduto in quello stesso errore qualche anno più tardi, quando frequentavo il liceo e subito dopo. Era il periodo dei romanzi fantasy. Creai un elenco di una ventina di libri, una lunghissima saga corredata anche da volumi di racconti. Era nato il nuovo Tolkien.

Ovviamente non ho scritto nessuno di quei romanzi.

Nel frattempo inventai una saga dell’orrore ambientata in un’immaginaria cittadina degli Stati Uniti, di cui disegnai la mappa. E anche in quel caso tirai fuori dal mio cappello magico decine di titoli di racconti e romanzi, che non ho mai scritto.

Certi errori sono duri a morire. E così, molto tempo dopo, rieccomi a elencare probabili romanzi che spaziavano dalla fantascienza al fantasy, dall’avventura al poliziesco all’orrore. Avrei potuto diventare lo scrittore di elenchi.

Il calendario editoriale dei libri da scrivere

Qualche anno fa ho avuto un’idea geniale – almeno a me pareva così: creare un calendario editoriale per i libri che vogliamo scrivere.

Sulla falsariga del calendario editoriale per il blog, quello per i libri voleva essere un elenco da seguire per la nostra attività di scrittori: stabilire, cioè, una sorta di ordine cronologico delle nostre prossime pubblicazioni.

A volte ritornano, disse qualcuno. Erano ritornati gli elenchi dei libri da scrivere.

Che l’idea del calendario editoriale – l’idea degli elenchi – sia sbagliata e controproducente è un fatto che ho assodato col mio primo libro pubblicato: non rientrava minimamente nei generi letterari che avevo in testa né mai avrei pensato di scrivere un libro sul blogging.

E giovedì prossimo parlo di un’altra prova che avvalora quanto ho appena scritto.

Alla scrittura non si comanda

Non so come lavorino i grandi scrittori, quelli che riescono a pubblicare un libro all’anno. Non so se seguano un programma – un elenco? – ma per pubblicare con quella frequenza, se non si tratta di un elenco propriamente detto, è qualcosa che gli si avvicina.

Un romanzo all’anno, un saggio all’anno richiedono documentazione. Un bel lavoro dietro le quinte. Non credo che esca oggi un loro libro e domani inizino già a battere sui tasti “Capitolo 1”.

Forse, mentre sono immersi nella scrittura di un libro, ecco che arriva l’idea folgorante che li proietta con la mente al prossimo da scrivere.

Non è un elenco, ma è prendere consapevolezza del libro successivo cui dedicarsi. Così ha un senso.

L’idea folgorante

Il mio primo libro è stata un’idea folgorante. Folgorante perché appena avuta mi sono messo subito a lavorarci, a creare un primo sommario di capitoli.

Giovedì prossimo parlo di un’altra idea folgorante. Giovedì scorso ho invece accennato a una raccolta di racconti di fantascienza a cui sto lavorando: anche quella è stata un’idea folgorante.

Sono tutte idee nate per caso, niente di tutto questo era previsto. Né, per fortuna, era presente nei miei elenchi.

Giorni fa è nata un’ennesima idea folgorante: mi ero appena messo a letto e il pensiero è andato a una collaborazione recente e da lì ho immaginato me nella stessa situazione ed ecco l’idea, un romanzo storico.

La mattina quell’idea era ancora lì e ho buttato giù un primo sommario di capitoli. Il romanzo di fantascienza è fermo da quasi due anni: non trovo il tempo e la tranquillità mentale per risolvere il problema riscontrato.

Nel frattempo altre idee sono nate, idee a cui sto lavorando e che voglio vedere realizzate. Non posso lasciarle morire, non fanno parte degli elenchi dei libri falliti prima del nascere.

Devo cogliere l’attimo e gettarmi su quei progetti.

Scrivere non è creare elenchi di libri: non possiamo prevedere ciò che pubblicheremo. Scrivere è seguire il vento dell’ispirazione, lasciarsi trasportare dall’idea folgorante e concretizzarla.

16 Commenti

  1. Fabio Amadei
    giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 10:42 Rispondi

    Ciao Daniele,
    dici di seguire il vento dell’ispirazione. Però questa ispirazione, secondo me, è prerogativa del racconto breve. Racconti come la Metamorfosi o La tana di Kafka, i racconti brevi di Bradbury o quelli di Carver sono nati grazie a folgorazioni, intuizioni o stato di grazia degli autori.
    In un romanzo conta sì l’idea, ma molto di più l’organizzazione della storia, la cura dei vari personaggi (principali e secondari), quello che si vuole dimostrare, nonché la capacità di catturare l’attenzione del lettore per tutte le duecento o trecento pagine del libro.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 12:44 Rispondi

      Ciao Fabio, è vero che nel romanzo c’è più lavoro, ma io intendo che non sempre puoi programmare i romanzi da scrivere, perché puoi ritrovarti – come è successo a me – a sentire il bisogno di scrivere un certo romanzo piuttosto che quello che avevi programmato di scrivere.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 14:12 Rispondi

    Ah, il bravo Platone e le sue ’Ιδέαι / εἴδη. Seduto al mattinno sulla tazza, colonizzavano i neuroni. Con l’età si sono diradate. Meno male, ché mi facevano saltellare come un grillo tra il fieno. Ma dai, erano belle anche se tante sono morte prima di provare a vivere. Spermatozoi in gara, privi dell’energia per arrivare al mitocondrio. Qualcosa è rimasto e dandogli forma e significato mi ha aiutato a costruire l’impalcatura, spesso crollata in sé stessa. Anche questo un’arma a guardia del superfluo, aleatorio. Il bagliore di una stella cadente a cui non ho consacrato più di tanto la mia attenzione! MI chiedo poi di quali doti magiche disponga chi sforna un romanzo all’anno.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 14:31 Rispondi

      C’è anche chi sforna un saggio storico all’anno. Me lo chiedo anche io. Dopo tanti anni di pratica continua hanno trovato un proprio stile e la scrittura è diventata più veloce.

  3. Maria Teresa Steri
    giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 14:30 Rispondi

    Wow eri davvero ambiziosissimo! Caspita, io non progetto neanche il “prossimo romanzo” quando ne sto ancora scrivendo uno, sia per una questione scaramantica che per non perdere la concentrazione. Penso sempre di non riuscire a scrivere nient’altro quando finisco una storia e me la prendo calma per capire se mi va realmente di affrontare un nuovo progetto. Quindi sono perfettamente d’accordo sul fatto che a guidarci deve essere l’ispirazione, anzi ti dirò, va proprio colto l’attimo nel senso che troppo spesso succede che le idee che si lasciano troppo tempo da parte, poi perdono vigore o si snaturano.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 14:35 Rispondi

      Più che ambizioso ero ignaro delle dinamiche della scrittura e dell’editoria :D
      Quando sto scrivendo qualcosa, neanche io progetto nulla per il futuro. Però, avendo aperto diversi “cantieri” nel corso del tempo, sono avvantaggiato in un certo senso. Ma ho visto che poi mi metto a scrivere quello che mi stimola sul momento.
      Sulle idee lasciate troppo a lungo da parte in parte concordo: infatti moltissimi titoli segnati non mi interessano più. Pochissimi altri, invece, ancora mi stuzzicano.

      • Orsa
        giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 18:24 Rispondi

        Posso fare l’umarell sui tuoi cantieri?
        Sarebbe meraviglioso catturare l’entusiasmo iniziale generato da un’idea e conservarlo sotto vetro per far fronte ai nemicissimi tempo&tranquillità mentale. È proprio quest’ultima che mi sta distruggendo. Un Romanzo storico scritto da te? Che bello! C’entrano trincee, soldati e carri armati? :P
        “lo scrittore di elenchi” è bellissimo, solo tu! 😂

        • Daniele Imperi
          venerdì, 27 Ottobre 2023 alle 8:04 Rispondi

          Mah, secondo me se un’idea finisce per entusiasmarti, vuol dire che non era quella giusta.
          Sul romanzo storico vige il segreto di Stato :D

  4. Andrea Perin
    giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 14:48 Rispondi

    Sono d’accordo: seguire l’ispirazione, farsi trasportare dal vento, ma tenendo anche la barra altrimenti si rischia di risultare inconcludenti. Per barra (a dritta) io intendo la ”voce”, il pubblico, la genesi che ci mette quella voglia… E al diavolo gli elenchi! :-)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 26 Ottobre 2023 alle 15:37 Rispondi

      Certamente, seguire l’ispirazione va bene, ma poi bisogna lavorare per portare a termine ciò che abbiamo iniziato.

  5. Marco
    martedì, 31 Ottobre 2023 alle 15:52 Rispondi

    Io ho un problema simile. Sto già scrivendo una storia ma ho scritto un elenco con almeno 20/30 bozze di altri racconti che sono molto belli, il problema è tra blocchi dove non scrivo o scrivo poche frasi e giorni in cui proprio non ho tempo. Sia chiaro di norma faccio racconti brevi (100/150 pagine al massimo) questa volta sono a 230 pagine e non sto manco a metà della storia

    • Daniele Imperi
      martedì, 31 Ottobre 2023 alle 16:39 Rispondi

      Marco, 100 pagine non è un racconto breve, ma un romanzo breve.

      • Marco
        sabato, 4 Novembre 2023 alle 15:10 Rispondi

        Si vero! Il problema è che ormai per praticità (sia online, sia in real) dico “racconti” per farmi capire al volo. Se dico romanzi vedo che alcuni fanno un’espressione strana come a dire “non ho capito,cos’è?” non succede spesso ma…

        • Daniele Imperi
          domenica, 5 Novembre 2023 alle 9:25 Rispondi

          O forse a quella gente sembra strano che uno scriva un romanzo.

  6. Luciano Cupioli
    venerdì, 10 Novembre 2023 alle 10:13 Rispondi

    Anche io scrivo elenchi di romanzi da scrivere, mentre mi trascino ancora sul primo che devo ancora concludere. Ogni tanto stacco da quest’ultimo è butto giù qualcosa dei potenziali prossimi. Serve quantomeno a distrarmi e a ricaricare le pile. Avrei deciso anche l’ordine cronologico in cui li vorrò scrivere, e sono convinto che il terzo sarà una bomba. Non so come andrà, ma al momento mi piace pensarla così e lascio che la mia mente partorisca idee. Penso che se queste idee non moriranno nel tempo, allora siano buone, altra cosa è se avrò veramente voglia di scrivere quelle o ne arriverà un’altra nuova che si farà preferire. Un po’ come in amore, nulla è scritto.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 10 Novembre 2023 alle 10:28 Rispondi

      Gli elenchi delle storie da scrivere sono il male! Anche io avevo deciso un ordine cronologico da seguire, ma è deleterio anche questo.
      Sulle idee la penso allo stesso modo.

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