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Ho parlato spesso di regole della scrittura per il web e anche di scrivere per facilitare la lettura: oggi vado in un certo senso contro quel mio articolo di 2 anni fa.
Non rinnego quello ho scritto tante volte nel blog, ovviamente, ma penso che ogni regola di scrittura vada adattata a chi scrive. Non parlo di grammatica: la grammatica non è una regola di scrittura, ne rappresenta le basi.
Come avete letto nel sottotitolo, rifletto sulla validità di parole chiave, parole brevi e scrittura semplice.
1) Parole chiave ricercate
Le parole chiave sono una mania, ne sono tutti contagiati, come se fossero alla base della scrittura per il web.
Se da una parte Google deve pur capire di che diavolo parla una nostra pagina web o un nostro articolo, dall’altra non sempre è possibile associare un contenuto a una specifica parola chiave (e intendo anche frase chiave).
Quando scrivo articoli per i miei clienti, comunque, devo effettuare delle analisi:
- Volume di ricerca delle parole chiave: ne ho accennato nell’articolo sui racconti più ricercati online. Rappresenta la quantità di ricerche fatte dagli utenti su una specifica parola chiave nell’ultimo anno.
- Intento di ricerca: cioè per quale motivo gli utenti cercano un argomento. Possono cercare un sito specifico, una guida, acquistare un prodotto, leggere una recensione. Per lo stesso argomento possiamo avere 4 obiettivi diversi: “scrittura Pennablu” (intento navigazionale, cercano il mio blog), “scrittura per il web” (intento informazionale, vogliono sapere come scrivere per il web), “ebook scrittura” (intento transazionale, cercano un ebook sulla scrittura)”, “scrittura in prima o terza persona” (intento di indagine commerciale, vogliono conoscere i vantaggi e gli svantaggi delle 2 forme).
È sempre possibile secondo voi scrivere un articolo seguendo queste analisi? Per quanto mi riguarda no.
Per questo articolo non ho fatto alcuna ricerca di parole chiave né di intenti di ricerca: per quali parole chiave avrei dovuto ottimizzarlo? Chi cerca come infrangere le regole della scrittura online? Nessuno (ho controllato).
Anche perché l’argomento generico “regole scrittura” ha pochissime ricerche (40 l’anno, neanche una a settimana).
“E allora perché l’hai scritto?”, chiederà qualcuno. “Perché mi andava di scriverlo”, è una delle risposte. Egoistica, come risposta, forse. Una più professionale è: perché volevo spiegare che non sempre è possibile scrivere seguendo rigidamente le regole.
Ma c’è anche un altro fatto da considerare: alla fine gli argomenti finiscono. Non si può scrivere per sempre basandosi sulle ricerche degli utenti. Può funzionare per i primi tempi del blog, per ottimizzare il blog e acquisire autorevolezza e lettori, ma poi il blog deve procedere per conto suo.
Per intercettare ciò che chiedono e cercano i lettori ci si basa anche sui commenti, sulle email ricevute, sulle conversazioni sui social.
2) Parole brevi
È una regola di cui parlano tutti, blogger e copywriter, me compreso. Parole brevi e anche frasi brevi.
Non sono mai stato ligio a questa regola. A me piace scrivere frasi lunghe, e anche periodi lunghi, con virgole, incisi, parentesi. Con una certa moderazione, comunque.
Ma perché usare parole brevi? Passi per le frasi e i periodi, è una regola che si consiglia di seguire anche in narrativa. Ma non sempre si può spezzare una frase.
Perché scrivere parole brevi? Perché limitare il vocabolario?
Non sempre si trovano i giusti sinonimi, quindi se esiste una certa parola – per esempio psiconeuroendocrinoimmunologia o aerotermoviscoelasticità – devo usarla e basta, per buona pace dei lettori.
3) Scrivere in modo semplice
Nel mio articolo sulla semplificazione della scrittura (anzi: sulla semplificazione della lettura quando si scrive) parlavo di far ritrovare ai lettori un senso di appartenenza con le parole.
Può forse significare usare sempre le parole che tutti conoscono? E quali sono? Ognuno di noi ha un suo vocabolario, che mi auguro arricchisca leggendo e parlando.
Scrivere in modo semplice non ha un preciso significato.
Non possiamo spersonalizzare la nostra scrittura, appiattire il nostro stile, uniformandolo alla sterilità del linguaggio online, dove è raro trovare una scrittura originale.
Fate sforzare i lettori, hanno un’intelligenza e una cultura sufficienti per comprendere quanto leggono. Altrimenti esistono i vocabolari online.
La lettura non è soltanto la fame e la ricerca di informazioni, ma anche una via – forse l’unica – per ampliare la propria cultura.
Regole di scrittura online che non infrangerò
- Paragrafi brevi e distanziati fra loro.
- Sottotitoli per suddividere l’articolo.
- Elenchi puntati e numerati quando occorre.
- Grassetti e corsivi quando occorre.
- Link interni.
E voi quali regole della scrittura per il web infrangete nei vostri blog?
Corrado S. Magro
Quando l’analfabetismo era ancora diffuso ci si rivolgeva al postino, al parroco o altri. In analogia possiamo considerare lo “scrivere per il web”. Non me ne sono mai interessato e non voglio farne oggetto dei miei interessi, eppure mi è toccato in qualche rara occasione di prendere il toro per le corna. Mannaggia al toro e alle sue corna. Il testo in causa mi era stato bocciato da uno dei figli che fa tutt’altra cosa che occuparsi di scrittura per il web e poi dal Web-Master. Mi sono reso conto che, con il doppio circa della loro età, ero rimasto Web-Analfabeta. Mi sono rimboccato le maniche ma chiuso il caso le ho tirate di nuovo giù e lascio ai nuovi “postini”, alias esperti, il compito di aiutare il sottoscritto Web-Analfabeta.
Daniele Imperi
Tu hai anche un sito, quindi la scrittura per il web devi conoscerla, se vuoi farti trovare.
O assolda i figli a scrivere per te
Corrado S. Magro
Strano ma il sito obsoleto e abbandonato a sé stesso è sempre tra la prima e la seconda pagina di google. Il nuovo non è ancora on line. Lo sarà fra non molto. I miei figli? Parlano l’italiano delle vacanze e del ristorante anche se nonostante riescano a criticarmi.
Daniele Imperi
E allora devi lavorare alla scrittura del nuovo sito! Quando sarà pronto avvisami, ché gli do un’occhiata.
Orsa
Un testo che rispetti tutte le regole della scrittura online è come una rarissima congiunzione astrale. Che poi, mica basta soltanto studiare, applicare e infrangere? Bisogna fare i conti con le “interferenze” del talento, delle giornate no, dell’argomento trattato, dei maledetti semaforini del plugin.
Ah io le infrango spesso e volentieri, l’unica a cui proprio sono ligia è scrivere da sinistra verso destra
A parte gli scherzi, infrangere la regola della semplificazione è la cosa più intelligente che uno scrittore possa fare, è vero che non ha un preciso significato, e concordo con te quando dici di spronare i lettori ad ampliare la loro cultura.
Io quella che proprio non sopporto e non applico è il targeting, la ricerca della nicchia. E non sopporto nemmeno i guru sempre in prima linea a sbandierarla per poi infrangerla puntualmente. Parlano di nicchia e poi sui loro blog ci trovi cosa mettere nel trolley per una giornata in spiaggia, come scaldare il biberon, i consigli per smacchiare il bucato, come scrivere una poesia, e tutta quella roba nauSEOsa su come diventare influencer. Io scrivo per tutti (tutti quelli che vogliono leggermi, ovvio).
Al di là di tutto, l’importante è che infrangerle sia una scelta deliberata.
Daniele Imperi
I semafori del plugin lasciali perdere, che stanno solo creando problemi
I guru ne sparano tante, ogni volta ci azzeccano, però. Ma nei loro blog si trovano anche infrazioni alle regole.
Sulla nicchia dei blog dipende. Tu parli di viaggi, quindi sì, parli per la nicchia di viaggiatori, che poi nicchia non è. Scrivere è ancor più di nicchia.