5 questioni sul blogging (che ancora non tutti comprendono)

Contesto, titoli, struttura e linguaggio. Risultati e ricerche

5 questioni sul blogging

Scrivere articoli su un blog richiede alcune conoscenze. La semplice scrittura istintiva, emozionale non è sufficiente nel mondo online.

Ultimamente mi è capitato di revisionare alcuni articoli di una cliente, che non avevano dato risultati, e già da qualche titolo mi sono accorto che c’erano diversi problemi da risolvere.

Leggendo i testi, sono venute fuori alcune questioni che credo siano comuni a molti blogger, anche a quanti usano il blog come mezzo per farsi conoscere e acquisire clienti – che avrebbero dovuto studiare almeno i principi della comunicazione online.

Quando si scrive in un blog, la semplice scrittura non basta per avere riscontri. Se da una parte il blogging è anche – e soprattutto – comunicazione spontanea, personale, dall’altra questa comunicazione avviene nel web, che ha regole sue – gli stessi lettori online ne hanno imposte alcune, seppur inconsapevolmente.

1 – Il contesto: riassumere l’argomento in una frase breve

Qual è il contesto di questo articolo? Semplice: questioni sul blogging. E del mio articolo precedente? I motivi per scrivere narrativa di genere. E di quello prima? I servizi base di una casa editrice.

Il contesto è dunque il titolo dell’articolo? Non proprio, ma possono benissimo coincidere. Contesto e titolo devono poter essere riassunti in una frase breve. Questo permette al blogger di focalizzarsi su un campo ristretto, senza rischiare di andare fuori strada.

Mi capita spesso di leggere articoli in cui mi perdo, perché il blogger mette “troppa carne al fuoco”, aprendo parentesi su parentesi, anziché arrivare dritto al punto: quando leggo online, non voglio perdere tempo.

2 – I titoli degli articoli: sensazionalistici, ma non troppo

I titoli degli articoli di un blog mi stanno particolarmente a cuore, perché – lo ripeto ogni volta – dal titolo il lettore capisce subito cosa leggerà nel post. Un buon titolo fa la differenza sui risultati delle ricerche di Google: ecco perché va scritto con cura.

Se volete scrivere un articolo contro l’ultima traduzione de Il Signore degli anelli, non potete intitolarlo “Così non va!”, perché quel titolo può riferirsi letteralmente a qualsiasi argomento. Se proprio vi sta a cuore quell’espressione, scendete a un compromesso: “Nuova traduzione del Signore degli anelli di Tolkien: così non va!”

Per sensazionalistico intendo un titolo che funzioni, che abbia senso, che dia al lettore tutte le informazioni su ciò che leggerà. Allo stesso tempo dev’essere un titolo veritiero, che mantiene ciò che promette.

3 – La struttura dell’articolo: facilitare la lettura ai lettori

Molti blogger sono nemici della struttura, cioè la suddivisione di un articolo in una serie di sottoargomenti – quindi la formattazione – come vedete sempre nei miei post. Non l’ho usata sempre, i miei primi articoli di blog, che risalgono alla fine del 2005, erano privi di sottotitoli.

Quando ho iniziato a studiare l’HTML e la SEO, ho imparato come scrivere i testi per un sito e un blog e da allora non ho più abbandonato la formattazione, è diventato naturale impostare tutti i miei articoli e i miei testi suddividendoli in più parti.

Perché è così importante formattare un articolo? Perché aiuterete i vostri lettori a trovare più velocemente le informazioni che cercano, a navigare nel vostro articolo in modo più semplice. La formattazione non è altro che l’organizzazione del contenuto.

4 – Il linguaggio: eccessiva personalità o mera tecnica?

Con che linguaggio scrivere i propri articoli? Se ne è parlato tanto in rete – specialmente su ciò che chiamano tono di voce – e non credo che possa esistere una guida per insegnare ai blogger come devono porsi di fronte ai loro lettori.

Dagli articoli di un blog deve emergere la personalità del blogger. Che cosa significa? Che bisogna scrivere con naturalezza, senza freni (almeno nei limiti della decenza); scrivere come se si scrivesse un diario, perché in fondo i blog sono stati i primi diari online.

Personalità o tecnica? Entrambe. In un articolo non deve mancare la personalità del blogger, perché lo rende riconoscibile, né la tecnica, perché scrivere per il web richiede certe regole per avere risultati e farsi trovare su Google.

5 – Numero di risultati vs volumi di ricerca

Questa per me è sempre stata una questione spinosa.

  • Il volume di ricerca di una parola chiave (o frase chiave) indica la quantità di ricerche che si effettuano usando quella parola chiave in un determinato periodo di tempo. Un volume molto alto suggerisce una parola chiave difficile con cui posizionarsi.
  • I risultati delle ricerche indicano invece tutte le pagine che Google trova quando si cerca quella parola chiave. Non bisogna farsi spaventare dall’elevato numero di risultati ottenuti, perché Google considera tutte le pagine che contengono ogni parola della frase chiave cercata. Questo significa che i primi risultati sono più attinenti, ma magari dopo la 50° pagina non lo sono più.

Cosa fare, allora? Un blog, secondo me, deve sempre essere spontaneo, ma se si vogliono ottenere risultati bisogna anche considerare il grado di difficoltà dell’argomento del nostro blog, specialmente se vogliamo usarlo per lavoro.

Avete altre questioni irrisolte sul blogging?

Quelle che avete letto sono le 5 che ho riscontrato con quel lavoro di revisione, ma di sicuro ogni blogger ha le proprie questioni o i propri grattacapi che non riesce a risolvere?

Le vostre quali sono?

16 Commenti

  1. Barbara
    giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 9:13 Rispondi

    Questoni ce ne sarebbero parecchie. Un’altra importante: le immagini che accompagnano i testi. Pare impossibile, ma ci sono professionisti (che usano il blog come complementare al proprio lavoro) che ancora prendono le immagini dalle ricerche di Google ignorando il copyright. Addirittura me ne sono trovata una, anteprima di shutterstock con tanto di watermark, e la risposta è stata: “Ma sì, non si vede, e poi l’ho presa da Pinterest!”
    Un blog curato lo si vede anche da questo. E i lettori preferiscono i blog curati, ovvio. La cura estetica è il primo impatto. Dopo vengono i contenuti. :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 13:13 Rispondi

      Esistono diversi siti in cui scaricare sfondi e icone in formato png trasparente, come quelle che uso io, quindi non vedo proprio la necessità di rubare.

  2. Ferruccio Gianola
    giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 9:35 Rispondi

    Ti dico solo che nella mia programmazione c’è un post dal titolo “Il tono di voce della scrittura”.
    Mi stanno a cuore queste tematiche

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 13:15 Rispondi

      Bene, lo leggerò sicuramente.

  3. Bonaventura Di Bello
    giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 11:08 Rispondi

    Ciò che molti blogger dimenticano, o addirittura non comprendono, è che la struttura di un contenuto deve rispettare sempre dei canoni fondamentali per la comunicazione, che si tratti di un libro, di un articolo su carta o di un “post” sul Web. I principi che hai esposto (titolo significativo e attinente, cappello introduttivo che presenta sinteticamente il contenuto, strutturazione in paragrafi con titoli indicativi per ognuno di essi, “tono” che identifica la personalità dell’autore, ecc. ecc.) sono universali, e oggi come oggi vengono “interpretati” dagli algoritmi dei motori oltre che essere significativi per il pubblico “umano”.
    Riguardo all’ottimizzazione SEO e relativo posizionamento, infine, non bisogna mai dimenticare quando sono importanti le immagini (e relativi meta-dati) e l’utilizzo di varianti per le parole/frasi chiave.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 13:17 Rispondi

      La cosa strana è che siamo abituati alla struttura dei contenuti, proprio per via dei libri, che abbiamo letto ben prima dei testi nel web. Bisogna anche dire che in un libro i muri di parole non spaventano, ma nel web si fatica a leggerli.

      • Bonaventura Di Bello
        giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 15:33 Rispondi

        Dici bene, e credo che la differenza sia nel fatto che un libro viene sempre “affrontato” con lo spirito di “lettura profonda”, e se ci coinvolge siamo in grado di scorrerlo in modo fluido anche se il testo è fitto. Quando ci approcciamo a una pagina Web, invece, è come se pretendessimo di ricevere subito le informazioni “essenziali”, per abitudine.

        • Daniele Imperi
          giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 16:08 Rispondi

          Sì, è senz’altro così. Leggendo online ci sono più distrazioni, anche, e spesso si legge in momenti liberi, quindi quasi sempre di fretta, cosa che non avviene con un libro.

  4. Chiara Solerio
    giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 16:28 Rispondi

    Mi è capitato di recente di descrivere sul mio blog, in un articolo dal titolo “La scrittura, da passione a performance”, il dilemma che ho vissuto quando sono passata da Appunti a Margine (che come sai era un blog molto personale, senza alcun intento commerciale) al nuovo sito, creato per dare visibilità alla mia attività. Se non ho problemi ad applicare le regole di cui parli e a dare attenzione alla SEO quando lavoro come copywriter, la situazione cambia quando scrivo per me stessa. La naturalezza dei miei articoli è sempre stata un punto di forza, e negli ultimi mesi ho avuto più volte l’impressione di “conformarmi” a una realtà che non sentivo completamente mia. Ho trovato un buon compromesso, confrontandomi con il mio web-master: creare due categorie separate, una per gli articoli stile “Appunti a Margine” e l’altra per i post più tecnici. In questo modo, posso assecondare sia il mio desiderio di esprimermi sia quello di mettere in evidenza la mia professionalità. :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 16:44 Rispondi

      La naturalezza nella scrittura non viene intaccata dall’applicazione di certe regole tecniche. Anche scrivendo articoli personali, sono pur sempre pubblicati nel blog, quindi per i lettori online. Devono comunque essere formattati e strutturati per facilitarne la lettura.

  5. Grazia Gironella
    giovedì, 19 Dicembre 2019 alle 20:13 Rispondi

    Degli elementi che citi, sicuramente cercherò di curare meglio i titoli e i sottotitoli. Qualcosa ho imparato, anche grazie ai tuoi articoli. :)

  6. Daniele Imperi
    venerdì, 20 Dicembre 2019 alle 8:04 Rispondi

    Non mi sembrano male i tuoi sottotitoli, forse alcuni sono troppo generici, ma non bisogna crearli forzatamente “tecnici”.

  7. Giovanni Bertagna
    venerdì, 6 Agosto 2021 alle 10:27 Rispondi

    Quello che più non sopporto sono titoli clickbait che troppo spesso si trovano anche in blog ben fatti, per non parlare dei giornali online che, molti, sono diventati dei concentrati di fake news.
    Seguirò i tuoi consigli al prossimo post, grazie.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 6 Agosto 2021 alle 10:52 Rispondi

      Purtroppo è pieno di titoli del genere in blog e quotidiani online. Poi, quando vai a leggere, trovi spesso tutt’altro.

  8. Orsa
    venerdì, 6 Agosto 2021 alle 11:10 Rispondi

    In merito al punto “facilitare la lettura ai lettori” mi permetto di sollevare anche le questioni font, grandezza caratteri e paragrafazione. Certe volte mi trovo a leggere testi troppo piccoli, in un unico blocco e per giunta con font tipo scrittura elfica del Signore degli anelli… :(

    • Daniele Imperi
      venerdì, 6 Agosto 2021 alle 11:58 Rispondi

      Ho trovato diversi blog e siti con caratteri microscopici. I muri di testo sono ancora frequenti. E qualche volta anche io trovo siti con caratteri medievaleggianti.
      Da tempo uso font di Google ad alta leggibilità.

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