Pubblicare un libro è un’odissea

Quando mollare, quando arrendersi?

Pubblicare un libro è un’odissea

Quanti rifiuti bisogna attendere prima di capire che il proprio libro non interessa a nessuno? O, quantomeno, a nessun editore?

Non esiste un numero preciso. O forse quel numero è quello delle potenziali case editrici interessate al nostro manoscritto: quando finiscono, quando non ci sono più editori che potrebbero pubblicare il nostro libro, è il caso di lasciar perdere.

Ho ancora qualche freccia al mio arco. Poche, a dire il vero – due, tre al massimo – ma ci sono ancora.

Primo tentativo

Era il 21 dicembre 2021, dieci mesi fa, quando ho iniziato a inviare il mio saggio politico a una casa editrice. La contattai su Instagram, e mi risposero subito dandomi un’email a cui inviare il manoscritto.

Cosa che feci, per vedermi rispondere, dopo qualche ora, che erano pieni fino all’autunno. Non potevano dirmelo su Instagram? La mano destra non sa quel che fa la sinistra? Misteri editoriali.

Secondo tentativo

Provo con una seconda casa editrice, che nel suo sito promette una risposta a tutti entro 60 giorni lavorativi (cioè 3 mesi di calendario).

Dopo 70 giorni lavorativi – fuori tempo massimo, quindi – mi sento in diritto di chiedere informazioni per email. Mi rispondono che purtroppo sono pieni per i prossimi mesi e non possono accettare altri manoscritti.

Terzo tentativo

Propongo allora il mio manoscritto a una terza casa editrice. Nel sito non promette nulla, ma dopo un mese e mezzo mi telefonano, chiedendomi scusa per avermi fatto attendere così tanto…

Da un eccesso all’altro. Ma a loro purtroppo non interessa il mio saggio.

Quarto tentativo

Mi viene un’idea: siamo in estate, ormai, sono i primi di luglio, così chiedo alla prima casa editrice a cui inviai il manoscritto quando sarebbe stato possibile inviarlo. Forse a settembre?

Anche adesso, mi rispondono al volo, così proveranno a valutarlo nei mesi di luglio e agosto. Bene, mi dico, e spedisco il manoscritto.

Meno di 24 ore dopo mi scrivono di non essere interessati.

Soltanto io noto l’incongruenza? Dal “forse lo valuteremo entro agosto” a una valutazione lampo? Misteri editoriali.

Quinto tentativo

Non mi do vinto e i primi di luglio spedisco il manoscritto a una quarta casa editrice. Quinto invio, in pratica. Che succederà? Non ne ho idea.

Ma ormai sono passati 3 mesi, quindi potrei sostenere che neanche a questi ultimi interessi il mio libro.

Pubblicare un libro è un’odissea

L’unica certezza è che pubblicare un libro è un’odissea, ma fa parte del gioco. Nessuno ti garantisce una pubblicazione, nessuno ti garantisce che leggerà il testo che invierai.

Anzi, nessuno ti garantisce che leggerà la tua email. A questo proposito devo dire che una casa editrice, a cui avevo chiesto se accettassero manoscritti, mi ha risposto proprio l’altro giorno.

Il fatto curioso è che io avevo inviato la mia richiesta il 6 aprile. Neanche più mi ricordavo di quell’email dopo 6 mesi…

Quando mollare, quando arrendersi?

Domanda difficile a cui rispondere. Quando finiscono le case editrici potenzialmente interessate – cioè quelle che hanno in catalogo libri simili, dello stesso argomento – potrebbe essere una risposta sensata, come ho scritto all’inizio.

Un’altra soluzione è autopubblicarlo, ma a me non va. Non per questo libro.

Nel mio caso c’è anche una terza possibilità: far pubblicare ogni capitolo come un articolo a qualche rivista e poi “riunire” gli articoli in un libro. Chissà. Con un saggio è certamente possibile, con un romanzo no.

Lo scrittore di oggi deve fare i conti con il mercato editoriale di oggi, che è spietato, non meritocratico, menefreghista, capitalista anche, un mercato in cui diviene sempre più difficile scavare un proprio spazio.

Uno spazio, comunque, che mollando, arrendendosi non si potrà mai avere.

17 Commenti

  1. Kukuviza
    giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 9:26 Rispondi

    Ben strani questi comportamenti, in effetti sembra che siano poco organizzati internamente e anche a livello comunicativo.
    Stavo pensando a una cosa, essendo che il tuo blog è molto frequentato e conosciuto, tu hai un potenziale bacino di lettori, forse potrebbe essere una carta da giocare quando ti presenti a una casa editrice?
    O forse è proprio una carta da giocare per autopubblicarti.

    • Orsa
      giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 11:42 Rispondi

      Proprio così, un bel “media kit”, come si dice in gergo, potrebbe fare la differenza. Penna blu è autorevole e ha numeri molto appetibili per le case editrici che pensano e fanno “business” come le aziende. Oddio quanti anglicismi :P
      Altra riflessione: forse non lo prendono in considerazione proprio perché in catalogo hanno troppi titoli simili?
      Daniele, mi piace l’idea della pubblicazione in articoli, però il tuo saggio non merita di essere smembrato così, tienila come ultima spiaggia.
      E stringi i denti! :)

      • Daniele Imperi
        giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 13:22 Rispondi

        Non ho numeri per il media kit. Stiamo parlando di decine di migliaia di persone che ti seguono: è questo che fa gola alle case editrici.
        Alcune case editrici hanno titoli più o meno simili, certo.

        • Orsa
          giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 14:10 Rispondi

          Io con numeri decisamente NON da “influencer” ho ottenuto fior di collaborazioni. La prossima volta provaci, presentati con un media kit, resta sempre un biglietto da visita che inquadra subito le potenzialità agli occhi delle aziende/case editrici ;)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 13:21 Rispondi

      Alcuni piccoli e anche medi editori non hanno proprio organizzazione, senza contare l’attenzione alla cura del testo.
      Il blog non è più molto frequentato come un tempo, ma comunque alle case editrici interessa il seguito sui social media, che io non ho. Forse va bene più per l’autopubblicazione, non saprei.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 11:55 Rispondi

    L’editoria contemporanea si rispecchia nella piramide di Maslow sottosopra.
    Lo strato superiore è saturo delle esalazioni di “aria dei tempi”: oceano tempestoso di acqua di colonia agli umori tossici (profitto, ego…). Non proviamo a definire chi e cosa vi naviga ma appunto, è l’aria dei tempi!
    Per trovare chi ancora si annida tra i fiord bisogna immergersi fino in fondo nel vertice della piramide, molto ristretto, in verità, sempre che… La tua esperienza è comune a chiunque di noi abbia provato o provi a cimentarsi con una tale impresa. Gli editori si avvalgono di una pletora di addetti (in gran parte studenti) che per guadagnare il biglietto d’ingresso alla “discoteca” si propongono quali “editor” senza averne le competenze. Nulla di nuovo. Naturalmente non si può generalizzare ma solo in riferimento alle statistiche. È proprio per questo che ho optato per un sito web proprietario che non ha voce ma rispetta i canoni della buona educazione o “comunicazione”. Rispondere a una richiesta nel modo dovuto e in tempi accettabili, è un dovere.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 13:25 Rispondi

      È senz’altro vero che c’è saturazione di proposte, ma anche di spazzatura, di libri di vip di cui possiamo tutti benissimo fare a meno.
      I comitati di lettura: molte case editrici li hanno e sono appunto giovani che hanno quali competenze? Chissà.

  3. Corrado S. Magro
    giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 12:09 Rispondi

    Perdona Daniele, dimenticavo: cerca e fatti vedere in giro con una influencer (ma proprio con una forte influenza, altro che covid) e vedrai che editori ed editrici ti daranno la caccia.🤣!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 13 Ottobre 2022 alle 13:26 Rispondi

      Mah, questo è sicuro, ma preferisco non pubblicare che essere notato in questo modo :D

  4. Maria Teresa Steri
    venerdì, 14 Ottobre 2022 alle 11:06 Rispondi

    Una vera odissea, davvero. Ho l’impressione che vada sempre peggio, non solo per quanto riguarda i tempi di risposta delle CE, ma per il fatto stesso di rispondere. Non so se dipende dalla mole di richieste che ricevono, però un comportamento corretto sarebbe proprio il minimo da aspettarsi. La parte peggiore poi è il tempo che ti fanno perdere…
    La cosa ironica per quanto mi riguarda è che negli ultimi anni da self publisher mi sono arrivate diverse proposte spontanee dalle CE di pubblicare con loro, che ho sempre rifiutato perché per ora non mi interessa (soprattutto in quanto sono piccoline). Un tempo mi sarebbe sembrato meraviglioso, ora mi lascia del tutto indifferente.
    Comunque, tornando a te, se vuoi posso passarti il nome di un editore che pubblica anche saggi, piccolino ma free (e serio, mi pare).
    Se poi cambi idea sul SP, sappi che la saggistica va forte su Amazon ;)

    • Daniele Imperi
      venerdì, 14 Ottobre 2022 alle 11:23 Rispondi

      Anche io ho l’impressione che le cose stiano peggiorando con le case editrici. Il tempo che si perde è tanto, io ho già perso un anno con quel saggio. Se sono case editrici molto piccole, non hanno fondi per fare un buon lavoro né possono garantirti una buona diffusione, quindi meglio restare nell’autopubblicazione.
      Passami pure quel nome, grazie.
      Sulla saggistica su Amazon ci faccio un pensiero :)

  5. vonMoltke
    giovedì, 20 Ottobre 2022 alle 20:15 Rispondi

    Chi è l’editore del terzo tentativo? Mi manca davvero uno così gentile da chiamarti scusandosi… :D
    Io comunque l’ultimo manoscritto l’ho inviato da anni, quindi non credo che nessuno possa ancora risvegliarsi dal coma per rispondermi. Ho mandato almeno tre romanzi a tutte le case editrici anche solo vagamente attive nel genere che proponevo, quindi credo che basti. Ho partecipato a premi letterari a pagamento come il Calvino, per ricavarne giudizi raffazzonati e un cafonissimo silenzio alla richiesta (reiterata) di correggere gli errori ivi inclusi. Ho inviato le mie opere, anno dopo anno, al concorso IoScrittore in cui ci si valuta a vicenda fra scrittori, costretto a leggere spesso pagine e pagine di gente che non solo non sapeva cosa fosse un romanzo, ma neppure scrivere in buon italiano. E anche là non sono mai andato avanti.
    Ultimamente un mio contatto FB, una signora che è anche scrittrice e autore, mi vorrebbe incoraggiare a tentare l’autopubblicazione, su internet per non finire in mano a tipografie mascherate da editori a pagamento, e se pure provo per quest’alternativa un certo scetticismo e anche poca simpatia (non sono tagliato per l’autopromozione), devo dire che almeno a livello di tentativo per vedere come va mi sta incuriosendo.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 21 Ottobre 2022 alle 7:53 Rispondi

      Se l’hai inviato da anni, ovviamente ormai nessuno ti risponderà più.
      Ogni tanto mi viene l’idea di partecipare a IoScrittore, ma poi lascio sempre perdere.
      Anche io sono scettico sull’autopubblicazione, ma forse come te un giorno farò un tentativo.

  6. Luciano
    domenica, 30 Ottobre 2022 alle 9:29 Rispondi

    Con i tuoi tentativi, anche reiterati, pù che il tuo romanzo hai probabilmente testato la serietà di alcune case editrici, alle quali magari non ti rivolgerai più, anche in un prossimo futuro per altre occasioni. Da quanto hai scritto, mi sembra che nessuna casa editrice, sempre che abbia davvero dato un’occhiata al tuo lavoro, si sia espressa sui reali motivi del rifiuto. Potrebbe essere utile sapere come mai il tuo romanzo, che tratta temi che la casa editrice pubblica frequentemente, non imteressi: è troppo lungo o troppo corto? Tratta un argomento specifico che ritengono non abbia presa sul pubblico? Non gli piace il tuo stile? Ne hanno già ricevuti altri sette che trattano la stesa cosa? Io quando rifiuto un incarico, generalmente ringrazio e spiego perché: penso non costi molto aggiungere qualche parola sincera al rifiuto di un lavoro in cui lo scrittore ha impiegato mesi o anni e su cui ripone qualche speranza.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 31 Ottobre 2022 alle 7:58 Rispondi

      Ho inviato un saggio, non il romanzo, che è fermo da tempo per un problema che ancora non mi decido a risolvere.

  7. Barbara
    mercoledì, 2 Novembre 2022 alle 15:21 Rispondi

    E sei solo a cinque. Pensa che Harry Potter è andato pubblicato alla ventesima richiesta. E un po’ gongolo quando penso a quei disgraziati diciannove che hanno perso l’occasione della loro vita… :D :D :D
    Non sono ancora entrata nel giro infernale del mandare un manoscritto (e forse per questo vado lunga con i tempi, sapendo cosa mi attende), ma ne sento di ogni e sì, sempre peggio, come dice Maria Teresa. Pure case editrici che prima ti contattano, poi leggono l’inizio, sì sì siamo entusiasti, ci risentiamo a settembre, non senti niente fino ad ottobre e quando li ricontatti cosa dicono? Ci spiace ma siamo a posto fino al termine del 2023. :O
    Purtroppo il mercato è fatto anche dalla domanda… così a chi mi chiede quando pubblicherò un libro, io rispondo: “Dipende… qual è l’ultimo libro che hai letto tu?” La risposta ti fa capire come gira il mondo editoriale.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 2 Novembre 2022 alle 15:26 Rispondi

      Harry Potter però aveva un numero maggiore di case editrici per il genere, io purtroppo no.
      In effetti penso che quei 19 si siano morsi le mani dopo il successo che gli è stato soffiato.
      A me una casa editrice anni fa mi disse che avrebbe pubblicato una mia guida al blogging, poi di non essere più interessata.
      Quella domanda è interessante, anche se l’ultimo libro letto non necessariamente potrebbe essere fresco di stampa.

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