Perché scrivere un libro?

Perché scrivere un libro?

È una domanda che ho ricevuto quando ho scritto il mio primo libro. A quell’epoca non ho saputo dare un risposta, se non con il mio solito modo burbero di rispondere a domande che reputo superflue.

In rete ci sono tanti articoli che spiegano perché scrivere un libro: come se qualcuno possa essere stimolato a scriverne uno dopo averli letti. E in effetti anche questo mio articolo può essere considerato come stimolo, ma non lo è affatto.

Ho trovato in inglese le 12 ragioni per scrivere un libro, ma anche le 5, le 20, le 39 e le 27 e perfino le 10,5 ragioni… sì, le dieci ragioni e mezzo. Li ho letti e sono, come al solito per articoli di questo stampo, tutto chiacchiere e nient’altro.

Ho però trovato 4 motivi interessanti, che condivido perché anche io ho sentito il bisogno di scrivere un libro per quei motivi.

Avere una storia da scrivere

Credo sia la ragione principale che spinge tutti gli scrittori a scrivere libri. E se hai una storia da scrivere, allora significa che scrivere fa parte della tua essenza, della tua vita.

La scrittura è un’arte e non si può domandare a un artista perché pratichi una certa arte. La pratica perché è un artista, appunto. Ogni forma d’arte trova il suo sfogo per uscire allo scoperto. L’artista è solo il mezzo.

Senza perderci in discorsi filosofici, avere una storia da scrivere ci induce a svilupparla, a trovare il modo migliore per raccontarla. E alla fine vogliamo vederla concretizzata sotto forma di libro.

Mi rendo conto che tutto questo per chi non scrive, per chi non sente questo richiamo, è qualcosa di pressoché incomprensibile, altrimenti non ti chiederebbe perché hai scritto un libro.

Avere una preziosa esperienza da condividere

Questa è una gran bella ragione. Ho scritto il mio saggio sul blogging perché, dopo 10 anni di esperienza e circa 30 blog aperti (all’epoca) volevo condividere ciò che avevo imparato.

Fu un’idea nata per caso – come mi è capitato per tutto ciò che ho scritto e iniziato a scrivere. Non so se la mia esperienza possa essere preziosa per qualcuno, ma utile direi di sì.

Lasciare un’eredità

Confesso che ho anche avuto questo pensiero, anni fa: e cioè pubblicare libri per lasciare qualcosa al mondo, qualcosa di bello (modestia a parte), qualcosa che restasse di me alle generazioni future.

I libri sono un’eredità: rappresentano una pura testimonianza di autori, quindi di gente del passato. Attraverso i libri conosciamo realtà che prima neanche immaginavamo potessero esistere.

In un secolo come il nostro, pervaso dalla eccessiva sinteticità dei messaggi e dalla condensazione di parole frasi espressioni in icone di pochi pixel, che hanno la pretesa di rappresentare le nostre emozioni (icone di emozioni, emoticon), i libri sono ancora tangibili armi di cultura contro l’analfabetismo funzionale in atto.

Sostenere una causa

Pochi si sono soffermati su questa ragione, ma siamo pieni di libri sulle battaglie ideologiche, espressione che non va vista in un’accezione negativa. O, meglio, sarà negativa per chi la pensa al contrario.

Il mio saggio politico – terminato ormai due anni fa, inviato a varie case editrici e rifiutato da tutte – è stato scritto per una causa in cui credo. Non è detto che smetta di proporlo, ma per ora resta nel cassetto.

Anche il libro Lo tsunami degli anglicismi di Antonio Zoppetti è scritto per sostenere una causa, quella che si batte contro l’anglicizzazione della lingua italiana, fenomeno «particolarmente devastante» nel nostro paese.

Non penso di scrivere altri libri per sostenere una mia causa, una mia battaglia ideologica, anche se nei miei appunti stazionano ben 4 saggi da scrivere, per ora accantonati.

Si possono anche scrivere romanzi o racconti per diffondere le proprie idee o sostenere una causa: esistono i cosiddetti romanzi sociali, come La giungla di Upton Sinclair per esempio. In questi casi il tema del romanzo riveste una parte fondamentale e si potrebbe quasi definire il vero protagonista della storia.

Perché scrivere un libro?

Quelle che ho descritto sono le 4 ragioni che reputo più importanti, le mie ragioni soprattutto. E le vostre?

15 Commenti

  1. Luciano Cupioli
    giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 10:25 Rispondi

    Tra le ragioni che mi inducono a scrivere un libro c’è anche la “sfida con me stesso”. È una vita che amo scrivere, mi piace farlo, gli altri mi dicono che scrivo bene… sì, ma mi sono detto: sarò veramente in grado di portare a termine un romanzo? Avevo molte idee, ma scrivere un romanzo è diverso dallo scrivere articoli e relazioni, implica un impegno totale e di lungo termine, un’immersione che prima non avevo mai fatto. La sfida è in corso, e ammetto di avere imparato tanto, di essere cresciuto e di sentirmi più sicuro. Leggo i libri in modo diverso da prima e anche il mio modo di scrivere è cambiato. Mediocre o eccezionale che sia il risultato, la sfida l’avrò comunque vinta.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 14:24 Rispondi

      Anche la sfida è una buona ragione. Certamente scrivere un romanzo richiede un impegno maggiore, e più lungo, rispetto ad articoli e relazioni. Ma resta una bella sfida scriverlo e una grande soddisfazione finirlo.

  2. Franco Battaglia
    giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 10:26 Rispondi

    Infatti non lo scrivo ;) anzi qualcosa pure, ma poesie e racconti, robe nelle mie corde.. invece spesso penso a un libro come romanzo, una struttura solida, portante, che porti a spalle una storia che si dilata e si spande e ti tiene comunque raccolto, unito. Ecco.. questa cosa non mi avrà.. è come costringere un quattrocentometrista a fare una maratona. Sia chiaro, entrambe le gare ti succhiano l’anima, come entrambi le modalità del narrare, breve o lungo, reclamano consi esosi, ma preferirò sempre cesellare un racconto, ricamare sensazioni in lirica. Bruciando lì per lì.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 14:27 Rispondi

      Un’antologia di racconti e una silloge di poesie sono libri. Se ti senti più portato per scrivere racconti e poesie (ricordiamo che Poe e Lovecraft lo erano), allora scrivi quelli. Non è necessario scrivere romanzi se uno non si sente portato a farlo.
      Ci sono però anche i romanzi brevi, di 80-100 pagine, che alla fine è come se fossero racconti lunghi.

  3. Corrado. S. Magro
    giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 11:31 Rispondi

    Ho ripreso in mano la penna (a inchiostro nero) per condividere in ambito familiare storie conosciute e/o vissute, dopo averle trasferite sui supporti digitali. Con alle spalle un bagaglio non indifferente di eventi vissuti direttamente, trasmessi o nati sui campi dell’attualità, mi sono trovato, inevitabilmente, come tutti quelli che scrivono, a dare un significato alle parole e ai fatti esposti. Da lì al sostenimento di alcune delle cause che gridano aiuto alle mie orecchie, il passo è stato brevissimo. Oggi ho un vasto cantiere aperto che preme per continuare a costruire.
    A tutti buon fine e inizio anno: Il re è morto, viva il re!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 14:29 Rispondi

      Quindi quelle storie sono nate prima in digitale e adesso le riscrivi a penna?
      Il cantiere è un libro… o sono più libri?

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 15:18 Rispondi

        Scusa! Mi sono espresso veramente male. Sono nate prima dalla penna. In cantiere ci stanno più libri con tematiche molto diverse. Vado avanti lentamente perché il “fantarea” del mio web fa gola a diversi. Lo hanno usato con .my già nel 2016, me lo hanno clonato circa due mesi fa, ci hanno riprovato da poco e a me tocca ripristinare. Qualcuno ora vuole aprire un sito con il nome “fantaresa.com”. Non arrivo a capire il perché di tanto accanimento e fra l’altro non esistono norme e mezzi validi per impedirlo.

        • Daniele Imperi
          giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 15:22 Rispondi

          Mi pare che mi avevi detto tempo fa che t’avevano clonato il sito. Non si spiega, infatti. Forse un autore rifiutato? :)

          • Corrado S. Magro
            giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 15:29 Rispondi

            Non un autore (ameno che… va a sapere) ma un sito commerciale asiatico che vende di tutto. Il secondo tentativo è stato bloccato in tempo dall’host. Avevano scoperto un buco in Joomla. L’ultima notizia è di una diecina di giorni.

  4. Fabio Amadei
    giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 12:32 Rispondi

    Ciao Daniele,
    condivido appieno le quattro ragioni che hai esposto e sviluppato.
    Per me scrivere è conoscere meglio me stesso. Capire perché ho preso quella decisione, il motivo del perché ho agito in quel modo, come risolvere un limite o un conflitto interiore ecc.
    Forse scrivere un racconto o un romanzo è una sorta di auto guarigione. Magari aiuta a chiarire le idee. Senz’altro è un mezzo per esprimere la propria creatività.
    Quando facevo l’agente di vendita cercavo di auto motivarmi per farmi forza nelle giornate più dure e con i clienti più difficili. Mi preparavo alla trattativa, immaginando me stesso portare a casa un buon risultato. Incoraggiavo me stesso pensando alle cose buone che avevo prodotto cercando di ricavare un significato più profondo a quella giornata di lavoro.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 14:33 Rispondi

      Ciao Fabio,
      scrivere è sicuramente un mezzo per esprimere la propria creatività, visto che la scrittura è un’arte e, quindi, richiede creatività.
      Non avevo mai pensato, invece, alla scrittura come auto guarigione o come un mezzo per conoscere se stessi. Per me, almeno, non è così.
      Ma la scrittura, essendo un’arte, è normale che venga vista da ognuno a modo proprio.

  5. Orsa
    giovedì, 21 Dicembre 2023 alle 21:45 Rispondi

    Il tuo non aver citato ragioni come fama&soldi è saggezza o rassegnazione? La ragione che potrebbe smuovere l’Orsa è l’ambizione, l’aspirazione a ottenere onori, lodi, riconoscimenti. Ho detto “potrebbe” perché poi di fatto di onori, lodi e riconoscimenti potrei anche morirne. Sono riservata e schiva come pochi! Con uno pseudonimo forse…
    Faccio i miei più cari auguri a tutti i lettori del tuo blog! :)

    • Daniele Imperi
      venerdì, 22 Dicembre 2023 alle 8:05 Rispondi

      Fama e soldi vanno di pari passo. E non credo che in Italia si facciano soldi scrivendo libri. Più che saggezza o rassegnazione è realismo.
      Onori, lodi e riconoscimenti farebbero piacere anche a me, pur essendo anche io schivo e riservato.
      Auguri ricambiati :D

  6. Luciano Cupioli
    venerdì, 22 Dicembre 2023 alle 9:25 Rispondi

    Soldi? Lo sperano tutti, ma sono possibili quanto una cinquina al lotto! Più che curativa trovo che la scrittura possa essere antidepressiva: mentre scrivo sono concentrato lì e gli altri problemi restano in sottofondo. Fama? Al momento amici e parenti mi chiedono idee per scrivere i biglietti di auguri, ma devo stare attento perché se sono troppo originali non vanno bene. Daniele grazie per il tuo impegno costante in questo tuo bel sito: i migliori auguri a te e a tutti i partecipanti al forum.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 22 Dicembre 2023 alle 9:32 Rispondi

      La scrittura può anche essere curativa per alcuni. Per anni anche io ho scritto i biglietti d’auguri per familiari e parenti, ma li hanno accettati anche originali.
      Auguri anche a te.

Lasciami la tua opinione

Nome e email devono essere reali. Se usi un nickname, dall'email o dal sito si deve risalire al nome. Commenti anonimi non saranno approvati.