Leggere contro l’analfabetismo funzionale

La lettura di libri per migliorare la comprensione dei testi

Leggere contro l’analfabetismo funzionale

È un male dilagante, che crea sempre più somari, ma con la scuola ha poco a che fare. È una forma atipica di analfabetismo, perché mina le funzioni di intendimento.

Spesso mi chiedo che grado di istruzione abbiano quelli che mi contattano in privato, alcuni clienti anche, o quanti scrivono sui social media.

Me lo chiedo perché non mi spiego come si possa scrivere così male – tanto da farmi pensare che molti non abbiano neanche frequentato le scuole elementari – e come non si riesca a capire semplici brani di testo.

Voglio subito fare l’esempio della mia pagina dedicata alle linee guida per scrivere guest post e precisamente puntare l’attenzione su questo semplice, chiaro, inequivocabile brano:

Guest post

Ho modificato quel pezzo 3 o 4 volte, perché ricevevo proposte da perfetti sconosciuti, da agenzie di marketing in cerca del benedetto link, perfino da stranieri (e intendo che scrivevano in inglese).

Alla fine ho condensato tutto in quella semplice, chiara, inequivocabile frase.

Ha funzionato?

No, neanche per niente. Le richieste continuano e continueranno ad arrivare, state tranquilli. E sto tranquillo anch’io, che ormai mi sono messo l’anima in pace, come si suol dire.

O si fermano al titolo della pagina (Guest post – Linee guida per scrivere articoli sul blog) e partono a scrivermi a razzo (al dio Link si obbedisce!) o davvero non comprendono il testo.

Propendo per la seconda ipotesi.

Se vi state chiedendo come sia possibile – e ovviamente me lo sono chiesto anch’io – ho finalmente trovato la risposta.

Si chiama analfabetismo funzionale.

Analfabetismo funzionale: un male del xxi secolo?

Che cos’è l’analfabetismo funzionale?

L’analfabeta funzionale non è un vero analfabeta, perché ha imparato a leggere e scrivere, ha quindi frequentato, e con successo, le scuole dell’obbligo. Anzi, nella maggioranza dei casi possiede perfino un diploma e, cosa strana, spesso è anche laureato.

È analfabeta dal punto di vista funzionale, cioè non sa usare le sue capacità di leggere e scrivere, capacità che ha appreso durante le scuole elementari, ha affinato poi alle medie e perfezionato alle superiori e all’università.

L’analfabetismo funzionale è un fenomeno sociale, non più confinato al singolo, perché sempre più diffuso. Dunque è un’emergenza sociale.

Secondo qualcuno la pandemia, con l’aumento dell’uso di tecnologie digitali e il lavoro da casa e la didattica a distanza, farà diminuire l’analfabetismo funzionale.

Secondo me, invece, lo farà aumentare. Perché?

È vero che più persone si sono “digitalizzate”, ma per la maggior parte si è risolto nel fare acquisti online e non nei negozi. Insomma si tratta di qualche click, alla fine.

Di sicuro sono aumentati quelli che leggono le notizie online: e sappiamo benissimo come questo significhi troppo spesso fermarsi alla lettura del titolo.

La didattica a distanza produrrà più ciucci di quanti normalmente ne produce la scuola tradizionale, secondo me.

Sì, l’analfabetismo funzionale è un male del xxi secolo.

La prova scientifica dell’analfabetismo funzionale

Si trova nel mio blog, modestamente.

Qual è l’articolo più letto e quale il più commentato?

Eccoli qui:

Apostrofo articolo

Articolo più letto

Il primo ha avuto 540.275 letture, nel momento in cui scrivo, quindi una media di oltre 54.000 l’anno, circa 150 al mese. In realtà le letture sono molte di più, perché il contatore è attivo dall’ottobre 2014, quindi mancano nel conteggio 3 anni e 8 mesi di letture.

Il secondo ha ottenuto 238 commenti e 426.152 letture. Una media di oltre 85.000 letture l’anno, cioè oltre 230 letture al giorno.

Sono numeri che mi fanno pensare.

I miei articoli sulla grammatica sono fra i più letti: segno che la gente vuol imparare? No, segno che vuole la risposta alla sua domanda.

Leggete qualche commento dell’articolo sull’apostrofo all’articolo “un”. È un articolo breve, 329 parole, eppure alcune persone non hanno compreso quel testo – o per loro era troppo difficoltoso sorbirsi un’estenuante lettura di 329 parole – e nei commenti mi chiedevano quando mettere l’apostrofo qui e là.

Ho dato loro la risposta?

Certo, non sono mica maleducato. Ho detto loro: “Se leggi il post, troverai la risposta”.

A tutto c’è un limite.

Qual è la causa dell’analfabetismo funzionale?

Non credo sia una sola. È la società moderna la causa, con la diffusione della superficialità, della fruizione veloce del testo, altrimenti si perde tempo a leggere.

Una volta erano altre le cause dell’analfabetismo funzionale:

  • Genitori con poca istruzione
  • Assenza di libri in casa
  • Abbandono della scuola dell’obbligo
  • Povertà, indigenza
  • Disturbi dell’apprendimento

Cause più che giustificate, e non completamente scomparse in Italia e nel mondo.

Ma oggi una buona parte della colpa è da attribuire all’abuso delle nuove tecnologie. Notare bene: non incolpo smartphone e social media, ma il loro abuso.

Io non navigo da smartphone, se non in rarissime occasioni. Ma comunque non leggo nulla da smartphone, perché lo trovo scomodissimo. Mi limito a leggere i messaggi. Un sito può anche essere navigabile da dispositivi mobili, ma questo non significa che leggere da smartphone sia comodo.

Sono estremamente convinto che non si legge da smartphone, ma si leggiucchia. Il che è diverso. Si leggono i titoli e basta. Si legge superficialmente. Si legge una frase qui e una lì.

Tutto questo ha provocato una disabitudine alla lettura, tanto che una casa editrice ha avuto la bella pensata di pubblicare i libri distillati. Così, tanto per creare sempre più incapaci e analfabeti funzionali.

Quale cura contro l’analfabetismo funzionale?

I libri. Leggere libri per eliminare l’analfabetismo funzionale.

Esiste, questa forma di analfabetismo, perché molti si sono disabituati a leggere, abituandosi invece a leggiucchiare. Cattive abitudini di lettura che hanno portato a riempire il cervello di spezzoni di nozioni, una cultura frammentaria e incompleta perfino peggiore di quella da Bignami.

Non solo: c’è anche un lessico sempre più povero di parole. Di certo non si aumenta il proprio vocabolario leggendo minitesti sui social.

I libri, oggi, restano l’unico strumento che permette di abbattere l’analfabetismo funzionale.

La lettura richiede attenzione e concentrazione: fermarsi, lasciar scorrere il tempo, e il mondo, attorno a noi per entrare in un altro mondo, fatto di parole, tante, tantissime parole, che creano immagini e pensieri nella nostra mente.

Sono quelle parole che, riunite in frasi e affamigliate in paragrafi, lette ogni giorno miglioreranno le nostre facoltà di comprensione.

Ma occorre la volontà per farlo. C’è questa volontà? O c’è solo quella di lasciarsi possedere dai dispositivi tecnologici?

L’analfabetismo funzionale si combatte prima con la volontà, la volontà di tornare a essere persone istruite e non capre digitali.

Spegnete lo smartphone. Aprite un libro.

34 Commenti

  1. Roberta Visone
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 8:04 Rispondi

    Grazie per questo articolo, al quale vorrei aggiungere dei pensieri.
    L’abuso dei social e dei dispositivi digitali è sì un grande male, così come lo è credere di poter incamerare tutta la conoscenza nella memoria a lungo termine semplicemente servendosi di un click. La lettura o ricerca veloce su dispositivi digitali non implica per forza un miglioramento dei flussi della corrente ventrale (memoria a lungo termine), bensì (forse) solo un potenziamento di quelli della corrente dorsale (memoria di lavoro, memoria a breve termine). Se ci si fa caso, infatti, non è frequente che qualche persona ricordi tu cosa abbia pubblicato un mese fa, tanto per fare un esempio.
    Sulla questione della comprensione del testo, ormai è un’utopia per noi docenti far sì che alunni e alunne comprendano dopo TRE spiegazioni una traccia (e già sul termine “traccia” non si soffermano, laddove è il termine corrispondente al più lungo “percorso da seguire, spiegato col cucchiaino, alleggerimento di un compito, guida alla stesura di un testo o alla creazione di un file”), ed è utopico che capiscano cosa fare dopo TRE spiegazioni senza che ci vengano a chiedere ulteriori chiarimenti. È una mazzata in fronte ogni volta, non importa in quale lingua glielo spieghi.
    Il problema alla base, dal mio punto di vista, è proprio il mancato allenamento della suddetta memoria a lungo termine. La gente vuole tutto e subito, per poi volere ancora tutto e subito, in un loop infinito, e questo credo sia frutto anche di una società basata sull’eccessivo consumo materiale.
    La soluzione a mio avviso non sta solo nella lettura di libri cartacei (una panacea per me, infatti non leggo ebook, a meno che non siano brevissimi), bensì anche nel riprendere la penna in mano, muoverla su un foglio e prendersi del tempo per pensare. La percezione sensoriale del muovere la penna su un foglio vuol dire molto.
    Io non sono affatto contraria all’uso dei dispositivi digitali, anzi, grazie alla didattica a distanza i miei alunni e alunne hanno saputo crearmi, coi loro dispositivi e/o con quelli forniti dalla scuola in comodato d’uso, dei file multimediali pazzeschi, e chapeau a loro. Io in primis faccio buon uso di software per l’insegnamento-apprendimento e scrivo sui miei due siti di lingue straniere, traduzione, insegnamento e altro. Tuttavia non disdegno l’uso di carta e penna, per memorizzare e imprimere meglio nella memoria a lungo termine pensieri, opinioni, dissensi e quant’altro ci rende esseri umani pensanti. A dimostrazione di ciò, di recente sto studiando il cinese e il gallese usando libri cartacei, carta e penna (e l’app HelloChinese per il cinese), e di solito ho sempre studiato da appunti presi da me, ma uso e ho usato anche software per mappe mentali e altro.
    Tutto è come viene pure insegnato a usare gli strumenti digitali, ma ripeto che è importante restare ancorati a ciò che è tangibile, perché il tatto e il movimento di varie parti del corpo (non solo degli occhi e delle dita) aiutano molto a potenziare la memoria a lungo termine.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 14:57 Rispondi

      Ma intendi la traccia di un tema? O in generale?
      Sulla memoria a lungo termine hai ragione: siamo nell’epoca del tutto e subito. C’è un consumo di materiale continuo oltre che eccessivo. Si è costretti a immagazzinare più informazioni possibili, da troppi canali, quindi è ovvio che non sono non resti nulla, ma non si è più abituati a leggere in modo tranquillo e profondo.
      Scrivere a penna aiuta, eccome.
      Ma esistono ancora i temi scolastici, spero.

      • Roberta Visone
        giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:10 Rispondi

        Per traccia intendo sia quelle di un tema sia quelle di un “prodotto finale”, di un compito di realtà e altro di simile.
        Tranquillo, esistono ancora i temi. Personalmente associo le simulazioni delle prove Cambridge (il writing in particolare) a una tematica. Per esempio, di recente ho chiesto di riportare in forma di mail o storia il proprio parere sui webinar organizzati dalla scuola durante la Settimana della Memoria.
        Uso anche le canzoni per fare scrivere/parlare di tematiche come il rapporto coi genitori, con le proprie amicizie e altro.

        • Roberta Visone
          giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:11 Rispondi

          Errata corrige:
          Per “traccia” intendo sia quella… sia quella*

  2. Elisa
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 8:13 Rispondi

    “Spegnete lo smartphone, aprite un libro!”. Potrebbe essere uno slogan.
    Sai che c’è? Leggere è impegnativo, per cui tanti avanzano la scusa del “non ho tempo”.
    Vai a spiegare che è stimolante, che leggere è una attività “attiva” e che non passiva come la televisione.
    Alla fine l’analfabetismo funzionale è comodo: capisco solo ciò che mi può essere utile nell’immediato, ciò che non devo approfondire.
    Un tempo pensavo che con televisione e tecnologie non fosse più ammessa l’ignoranza o quanto meno la mancanza di senso critico.
    Che illusa…

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:00 Rispondi

      Leggere è impegnativo: è vero. Ecco perché oggi parecchi non capiscono più cosa leggono.
      Tutto nell’immediato, hai detto bene. Mentre leggere testi più lunghi richiede tempo, concentrazione e impegno.

  3. Barbara
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 9:27 Rispondi

    Ti leggo e ti sto commentando da smartphone, dove ho anche installata la kindle app perché se sono fuori casa con tempi morti inaspettati ne approfitto per andare avanti sul romanzo in sospeso.
    Ho anch’io la pagina con le regole di ingaggio dei guest post e anch’io ricevo mail su mail di richieste ma sulla pagina nemmeno ci passano. Gli sconosciuti vedono il blog, cercano la mail e copiano-incollano lo stesso messaggio a pioggia, addirittura scrivendo “Gentile redazione”. Comunicazione sterile e inutile con cui, in genere, ottengono l’effetto contrario di avere un aiuto. Agenzie di marketing, italiane e stranierr, nemmeno aprono il sito, sono i tool di analisi del web, in base ai dati di lettura e ai rating dei motori di ricerca, che in automatico forniscono link del sito, email del proprietario, eventuale pagina/post su cui richiedere inserimento di un loro link. Non è analfabetismo funzionale, è proprio saltata in toto la nostra pagina.
    Diversamente sulle regole grammaticali, grande responsabilità ne hanno sia chi scrive i testi ma soprattutto i motori fi ricerca. Se Google mette il tuo post prima del sito Treccani o dell’Accademia della Crusca, il danno lo causa lui. L’utente pensa che sei il primo risultato (ipotesi, non ho verificato) perché sei la risorsa migliore, non perde tempo ad aprire le altre. Se poi metti un titolo semplice e inequivocabile, l’utente si aspetta la risposta al suo bisogno. Ma non una serie di regole, proprio la risposta, altrimenti cambiavi il titolo con “Regole per decidere quando…”. Meglio ancora se gli metti uno schemino, senza far perdere ulteriore tempo in lettura per una sola domanda. Andrebbe anche visto il target di lettura: sono persone adulte in cerca di risolvere un dubbio o sono ragazzini che stanno facendo i compiti in fretta?
    Questo però non lo risolvi con la lettura, a meno di non partire da una grammatica elementare. Lo risolvi con lo studio, non da soli ma con un insegnante che ti segue e corregge. Quindi, alla fine, il responsabile ultimo è nell’impoverimento della scuola e ahimè nel lasciare troppo spesso alla scuola il compito di seguire i ragazzi. Ed è partito da lontano, dalla mia generazione, per cui certi dubbi grammaticali sono nelle comunicazioni lavorative di aziende e pubbliche amministrazioni, anche in alti vertici. Purtroppo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:10 Rispondi

      Se ti trovi bene a scrivere con lo smartphone, buon per te.
      Io mi trovo malissimo, un dito mi prende 2 o 3 tasti e devo correggere spesso. Quindi evito quasi sempre di scrivere, se non strettamente necessario.
      Leggere ebook? Non ci riesco. Ci ho provato e è finita che ho diversi ebook iniziati e mai finiti.
      “Gentile redazione” lo scrivono anche a me, segno che neanche vedono che c’è un “Chi sono” e non un “Chi siamo”.
      Io sono contattato dal modulo della pagina Scrivimi, non c’è la mia email in chiaro. Non so se un programma può in automatico riempire i campi del modulo.
      Non so se i miei articoli sulla grammatica abbiano un buon posizionamento. Quello sull’apostrofo all’articolo un è terzo, dopo Treccani. E non prima pagina non ci sono per errori grammaticali e regole grammaticali.
      Non è questione di avere la risposta subito, ovvio che se cerchi un tuo dubbio vuoi anche una risposta. Ma non sprecare un minuto per leggere meno di 300 parole è peggio della pigrizia mentale.
      Riguardo all’età, credo ce ne siano diverse, anche persone adulte.
      La lettura comunque ti dà – o dovrebbe dare – testi ben scritti, quindi qualcosa dovresti apprendere.
      Ma le regole grammaticali di cui ho scritto si imparano a scuola.

  4. Corrado S. Magro
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 10:18 Rispondi

    Triste verità. Alle tante cause mi permetto di aggiungerne una che fa eco all’osservazione di Elisa sulle tecnologie. L’essere, in particolare “l’animale pensante”, per natura innata cerca sempre il cammino più agevole. Il cibo deve essere già masticato, meglio rigurgitato prima di essere reingerito. Intraprendere sentieri aspri, a meno di esserne costretti perché fuggitivi da Alcatraz, è da “stupidi” quando (facilitazione subdola) possiamo esprimere sentimenti ed emozioni premendo “hac et simpliciter” sulla faccina o sul simbolo. Viva i nuovi geroglifici, viva le tecnologie “invasive”. Riporto un qualcosa “avvenuto a me di fresco” (vedi Giusti: Davanti S.Guido): Amo satireggiare e invio un vecchio scritto in versi a un diciassettenne che frequenta la scuola superiore di gastronomia. Chiedo poi cosa ne pensa e se sono riuscito a farlo ridere. La risposta: “Mi dispiace ma non l’ho capito e non ricordo quel passo della storia romana”. La satira trattava del ratto delle Sabine che ho letto nel 1947-48 in quarta elementare. Ma dai consoliamoci, il fenomeno è globale! (ma lo sapete che alcuni pensano che metafora dovrebbe scriversi “metà fora”, e l’altra metà…?) Si salvano solo gli aborigeni ai quali BG non ha ancora regalato un PC!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:12 Rispondi

      Neanche conosceva il Ratto delle Sabine? L’ho studiato alle elementari, anni ’70.
      Concordo sul desiderio di avere la via più agevole, altrimenti si perdono tutte le scemenze digitali che offre quest’epoca.

  5. Orsa
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 11:23 Rispondi

    “L’ho letto su internet!!!11!!”: ecco l’analfabetismo funzionale spiegato a un analfabeta funzionale :P
    Il dramma è che si rischia anche una retrocessione, visto il fenomeno parallelo dell’analfabetismo di ritorno.
    I social sono praterie felici e sconfinate dove ciucci e capre prosperano ormai allo stato brado. Io sono ancora più estremista di te, la colpa non è da attribuirsi all’abuso, ma alla connessione proprio.
    Invocherei siccità e carestia di giga, ma non credo che servirebbe per alimentare la volontà di aprire un libro… abbiamo visto che l’italiano medio, in mancanza di qualcosa da fare, se la prende sempre con povero il lievito di birra.
    “Parole affamigliate” mi piace tantissimo! :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:16 Rispondi

      La retrocessione è già iniziata. Basta vede quanti usano dire “scendere lo zaino”, “cane da pisciare”, “piuttosto… piuttosto” (sentito l’altro giorno in tv da un laureato).
      Molti pensano che sia meglio appianare: non correggere chi sbaglia, ma ufficializzare e legittimizzare l’errore, perché la lingua si evolve.
      Se morisse internet, ci sarebbe una vera ecatombe.

    • von Moltke
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 14:26 Rispondi

      “L’ho letto su internet!1!1!!!” è il nuovo “l’ha detto il teleggiornaleh”

      • Orsa
        venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 14:50 Rispondi

        È vero 😂
        Che nostalgia del vecchio e caro “me lo ha detto mio cugggino” 😉

  6. Ferruccio
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 12:01 Rispondi

    Tra le cause dell’analfabetismo funzionale io ci metto anche i giochi a quiz attuali che imperversano in televisione, dove basta solo un po’ di nozionismo senza nessuna bisogno di critica per mostrarsi bravi e preparati. Anche molti blog che mi capita di leggere sono infarciti di nozionismo (con post dove non esiste senza una vera analisi personale) solo per gettare fumo negli occhi e per apparire agli stolti del web dei fenomeni. Nelle sfera personale ti dico che sono sotto attacco di un po’ di tempo di uno stalker (con messaggi in posta dove offende e diffama il mio lavoro) che è la rappresentazione perfetta dell’analfabeta funzionale

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:18 Rispondi

      M’è capitato di vederne qualcuno e certi partecipanti non capivano l’ovvio.
      E che motivo ha di attaccarti? Hai uno dei blog più tranquilli del web :D

  7. Patty
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 14:50 Rispondi

    Un articolo tagliente come un bisturi e preciso come un cesellatore.
    Grazie

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 15:19 Rispondi

      Questa me la segno :D

  8. Massimiliano
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 18:22 Rispondi

    Sul discorso dell’analfabetismo funzionale mi ritrovo in quello che ha scritto Barbara quando dice che molto è colpa dei motori di ricerca e di quello che effettivamente mettono ai primi posti quando uno cerca una determinata informazione.
    Poi ti dirò che io son molto scettico pure sui parametri che utilizza Google per privilegiare un post rispetto ad un altro.
    Ad esempio magari solo premiando le parole chiave rispetto ai contenuti.
    Ti faccio un esempio: un po’ di tempo fa son stato testimone di una divertente querelle tra blogger.
    In pratica il primo aveva scritto un ottimo articolo su un determinato tema ( non voglio scendere nei particolari ) l’altro che era andato a commentare affermava di avere affrontato in passato lo stesso argomento in un post del suo blog e di avere quel post in testa nei motori di ricerca ,bastava digitare una determinata parola chiave su Google e ti compariva come prima scelta quel post.
    Ebbene credimi la cosa mi ha sorpreso e non poco in negativo.
    Quel post era di una mediocrità enorme che non soddisfava affatto quello che uno eventualmente andava a cercare per capire più profondamente l’argomento che effettivamente voleva studiare.
    Poi ti dirò che trovo molti Blog delle vetrine dove si cerca disperatamente di far apparire quello che non c’è.
    Molti venditori di fumo senza sostanza .
    Poi parere personale eh…!
    Poi non vorrei che quando qualcuno non è soddisfatto dei risultati che ha la sua chiamiamola vetrina fa pure presto a prendersela con gli altri e di conseguenza tutti sono analfabeti funzionali quando ad un esame più attento le colpe in primis son di se stessi.
    Ciao Daniele

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 8:17 Rispondi

      Non credo che la colpa sia dei motori di ricerca e di quello che mettono ai primi posti.
      I parametri che usa Google sono tanti e ne ha diffusi soltanto pochi.
      Che vuol dire premiando le parole chiave rispetto ai contenuti?
      Riguardo all’esempio dei 2 blogger, dipende da tanti fattori, quindi magari per te non soddisfaceva l’argomento, ma per Google sì. Oppure quel post era ottimizzato meglio.
      Ho inoltre dubbi sul posizionamento di quei post: una ricerca pura va fatta in navigazione nascosta.

  9. Rebecca Eriksson
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 19:36 Rispondi

    Concordo abbastanza con questa riflessione, ma aggiungerei un altro fattore che secondo me contribuisce all’analfabetismo funzionale: l’overdose di informazioni.
    Quando ero giovane avevo come riferimento l’enciclopedia e poco altro per approfondire qualcosa. Oggi su internet per cercare un concetto ci sono pagine su pagine di google.
    Scartando fonti ufficiali, un blog sconosciuto vale l’altro. Leggere tutto? Impossibile. Confrontare più fonti? Faticoso. Meglio porre una domanda e che chi risponde sia veramente competente.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 8:19 Rispondi

      L’overdose di informazioni è uno dei motivi, hai ragione. Oggi c’è troppa informazione.
      Anche io avevo l’enciclopedia per informarmi, o qualche rivista specializzata. Bei tempi :D

      • von Moltke
        venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 14:22 Rispondi

        Io mi trovo in imbarazzo anche solo con Wikipedia. Ormai molte voci sono così estese che è come leggere un piccolo saggio, quando spesso mi sarei accontentato della concisione di una voce da enciclopedia, appunto…

        • Daniele Imperi
          venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 14:36 Rispondi

          io mi chiedo quanto sia affidabile Wikipedia per certi argomenti.

          • von Moltke
            venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 14:46 Rispondi

            Annoso problema. All’inizio era ancora povera di voci, e molte di quelle esistenti non erano poi un granché. Ora però è divenuta così colossale che è praticamente un punto fisso per chi cerca qualcosa su internet. La prima, e a volte anche la seconda voce rimanda a Wikipedia. L’affidabilità non è maggiore o minore di quanto si possa trovare mediamente in giro, dato che la ricchezza di dettagli tende a lasciare una certa libertà di giudizio, oltre all’impersonalità nella redazione delle voci che accresce quest’impressione. Tuttavia è stato notato come una certa temperie sia sottostante a tutte le voci, e che vi sia una tendenza a presentare molte voci attraverso una lente ideologicamente sfumata. Certo le voci più tecniche, come quelle scientifiche, di medicina etc. sono piuttosto soddisfacenti. Ma ti confesso che ho incontrato gente capace di citare il link a Wikipedia su argomenti di medicina e poi il link diceva tutt’altro da ciò che essi sostenevano. Per tornare all’analfabetismo…

  10. von Moltke
    giovedì, 18 Febbraio 2021 alle 21:02 Rispondi

    Direi che è l’articolo di cui c’era bisogno. Ormai pare che della lettura seria (ossia concentrata e che porta a far proprio il linguaggio letto) si possa fare a meno, e che nella scrittura tutto è concesso perché “uno scrive veloce e l’importante è il messaggio”. Così siamo al liberi tutti che porta a testimoniare persino nei titoli dei telegiornali errori sesquipedali che rimangono là per ore ed ore, a riprova che nessuno sa più né leggere né scrivere. Poi c’è la tendenza a parlare e scrivere con assoluta incompetenza ma con tanto maggiore sconsideratezza di argomenti che non si conoscono, ma questo è un altro dramma di cui non vedo la soluzione.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 8:20 Rispondi

      Grazie :D
      Sì, l’importante è il messaggio, ma a patto che sia breve e scritto in modo elementare o meno.
      Sul secondo dramma neanche io vedo la soluzione…

  11. Massimiliano
    venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:01 Rispondi

    Navigare in incognito e navigazione nascosta son la stessa cosa?
    Se sì non pensavo bisognasse ricorrere a questa modalità per avere dei risultati attendibili sul posizionamento dei post nei motori di ricerca.
    Mi sembra di avertelo già detto che non ho un blog e la mia in questo caso è solo sana curiosità.
    Visto che ne leggo davvero tante in giro nei blog .
    Gente che insegna trucchi per aver i propri post posizionati in alto , magari attraverso l’utilizzo di parole chiave quando invece tralasciano la cosa più importante da apprendere e cioè scrivere con il cuore .
    Scrivere contenuti che siano validi e non dei simil -Bignami.
    Che poi sembra vengano pure premiati dai motori di ricerca .
    O addirittura gente che paga per riuscirci quando alla fine ci sono altri che ottengono lo stesso risultato senza questo gran calcolo ma scrivendo semplicemente…contenuti buoni .
    Poi se son buoni per me e non per Google non saprei che replicare …io parlo per me.
    Daniele mi auguro che di questi analfabeti funzionali che si accontentano di messaggi nozionistici per bypassare l’ostacolo del conoscere “ troppo “..non c’è ne siano poi tanti e che te sei stato sfortunato a trovarteli in quei tuoi post di successo.
    Alla fine spero che togliendoli ti rimanga comunque lo zoccolo duro di lettori , quello migliore che ha letto e ha dimostrato di capire il vero senso del tuo post.
    Almeno lo si spera che abbiano letto.
    Ma questa è una domanda che mi faccio spesso quando vedo numeri , visualizzazioni ecc..
    Quanti effettivamente leggono quello che scrivete?
    O si fermano solo al titolo del post.
    Deve essere un altro grande dilemma per un blogger.
    Ciao

    Probabilmente pure questo contribuisce all’analfabetismo funzionale.
    Quindi alla fine son risultati faziosi non trovi.

    Poi toglimi una curiosità…solo un esempio eh…questo post ha

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:08 Rispondi

      Sì, sono la stessa cosa. Ogni browser usa la sua terminologia.
      È meglio ricorrere a quella modalità perché Google tende a mostrarti prima i risultati che tu hai gradito. Se poi sei collegato alla gmail, Google ti riconosce.
      Non è questione di risultati attendibili, comunque, ma per verificare in base a una ricerca quali siti sono mostrati prima, ben posizionati, quindi.
      Non c’è modo di sapere se leggano tutto l’articolo o solo una parte. Non me lo sono mai chiesto, perché tanto non serve a niente. Dai commenti si capisce comunque se un lettore ha capito ciò che ho scritto.

  12. Massimiliano
    venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:06 Rispondi

    Dopo il ciao è stato pubblicato una bozza di commento che pensavo di aver cancellato.
    Non farci caso …scusami , non c’entra con quello che ho scritto sopra.
    Ignorali e scusami.
    Grazie e ciao

  13. Massimiliano
    venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:30 Rispondi

    Ma certo …i commenti.
    Per me il “ successo “ di un blog si vede soprattutto dalla quantità e dalla qualità dei commenti e dall’empatia che il padrone di casa riesce a stabilire con chi lo legge.
    Buona serata

  14. stefano
    venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:38 Rispondi

    Ciao Daniele,
    sono perfettamente d’accordo con la tua analisi impietosa. L’Italia ha un record. Nessun’altra nazione in Europa, a parte la Turchia, conta così tanti analfabeti funzionali.
    La tecnologia è uno strumento che sta modificando la struttura mentale dei ragazzi ma, secondo me, non è la vera causa. Il tema è complesso e difficile e richiederebbe un’analisi approfondita. Sicuramente la cultura non è al centro dei pensieri dei molti.
    Servirebbe un nuovo rinascimento.
    Ripartiamo tutti dalla lettura. Nel mio piccolo io ogni sera leggo delle storie a mia figlia :) Leggiamo e invitiamo alla lettura.

    Un libro interessante sul tema dell’impatto della tecnologia sulla lettura è “Lettore vieni a casa, il cervello che legge in un mondo digitale” di Maryanne Wolf

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Febbraio 2021 alle 17:48 Rispondi

      Ciao Stefano, anche io penso che la tecnologia non sia la causa, ma ha una parte della colpa. C’è un abuso di tecnologia e soprattutto manca l’insegnamento a usarla bene e quando serve.
      Anche io dico da tempo che serve un nuovo Rinascimento :)
      Fai bene a leggere libri a tua figlia, di sicuro si invoglierà a leggere.
      Non conosco quel libro, forse lo prenderò.

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