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Un tempo leggevo solo romanzi. Anzi, un tempo non leggevo per niente… Poi ho recuperato il tempo perduto. O, meglio, i libri perduti. Comunque, ho iniziato a leggere romanzi e per un periodo lungo ho letto solo quelli, tranne rarissime eccezioni.
La maggior parte di quei romanzi era fantasy, poi. Quindi, diciamo, erano letture un po’ monotone.
Non proprio, a dire il vero. Il genere fantasy era molto rappresentato, ma spaziava fra vari autori, anche se Terry Brooks e Tolkien stavano sul podio.
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Ho iniziato pian piano a diversificare le letture, comprando libri di storia (soprattutto sul periodo fra la Prima e la Seconda guerra mondiale, poi anche sul Risorgimento), biografie, saggi vari, per poi arrivare a libri di critica letteraria, carteggi, documenti, poesie.
Ho notato ben presto i benefici di queste letture diversificate, soprattutto sul linguaggio e sulla cultura.
Arricchimento del vocabolario
Diversificare i libri da leggere ci porta a conoscere nuovi modi di esprimersi, nuove parole soprattutto, anche nuovi modi di affrontare certi argomenti, arricchendo il nostro vocabolario e migliorando la nostra comunicazione.
Sebbene sia un vantaggio per tutti, lo è ancor più per chi scrive: come ho ribadito varie volte, anche se vogliamo scrivere solo narrativa è importante leggere anche altro, e non solo ai fini della documentazione.
Da quando leggo di tutto la mia scrittura è migliorata – secondo me, ovviamente. Intendo che riesco a scrivere con più scioltezza e sicurezza di prima.
La lettura della sola narrativa non è salutare per uno scrittore: leggendo anche saggistica, biografie, lettere, critica, storia, scienza, acquisiremo un linguaggio più ricco e variegato, che ci torna utile sia per la narrazione sia per i dialoghi dei personaggi.
Rendere monotone le letture, specialmente con romanzi di un unico genere letterario, ci preclude innanzitutto la possibilità di conoscere libri e autori validi, di scoprire nuovi interessi, ma soprattutto ci chiude in una sorta di gabbia, perché il linguaggio, per quanto possa variare da autore ad autore e da storia a storia, resta limitato.
E non c’è peggior male, per chi scrive, che avere un linguaggio limitato.
Ampliamento della cultura
Diversificare le letture è un vantaggio per la nostra cultura. Forse pochi ci pensano, ma in fondo è ciò che facevamo a scuola, studiando (e quindi leggendo) libri di storia, geografia, letteratura italiana, filosofia, fisica, chimica, biologia, geografia astronomica, matematica, latino, greco (parlo per me che ero al Classico).
Una cultura di base diversificata. Perché dopo la maturità, o comunque dopo le scuole dell’obbligo, se amiamo leggere dovremmo limitare il nostro ventaglio di letture?
Nel mio caso il mancato amore per la lettura, subito dopo la maturità, era dovuto all’imposizione: a scuola ti imponevano di leggere un libro per le vacanze, che io vedevo come un compito da svolgere e non come una semplice lettura. Nessun insegnante ha saputo infondere il piacere di leggere libri.
Tuffarmi nel fantasy è forse stato un modo per trovare rifugio dopo le letture obbligate dei libri di testo. L’iscrizione al Club degli Editori, che mi permetteva di comprare libri a poco prezzo, è stata un incentivo alla lettura.
Stesso discorso per la collana della Newton&Compton “100 pagine 1000 lire”, di cui comprai un centinaio di volumi.
Il resto è storia. Da allora ho continuato su quella strada, cioè acquistare una marea di libri spaziando fra generi e argomenti, e leggendone decine l’anno.
Superamento del blocco del lettore
Il blocco del lettore esiste, l’ho provato sulla mia pelle. Quando ne parlai nel blog, fra i consigli per vincerlo elencavo anche il variare la lettura. Diversificare la lettura.
Il blocco ha varie cause, una delle quali è l’insoddisfazione. Inutile, in quel caso, scegliere un libro dello stesso genere letterario o argomento.
Leggere è curiosare nei misteri nel mondo
È scatta la curiosità, da anni. Trovi una notizia, un’informazione, leggi qualcosa su un libro, magari in una nota a fondo pagina, e ti incuriosisci, vuoi approfondire il discorso, scoprire di più.
È così che ho comprato molti dei miei libri: scoprendoli in altri libri. Li avrei persi, non li avrei mai scoperti se non avessi diversificato le mie letture.
Pades
Totalmente d’accordo. Leggendo saggistica ho scoperto giornalisti che scrivono così bene da spingermi a leggere altri libri scritti da loro (un nome a caso: Micheal Pollan) perché capivo che la loro scrittura poteva migliorare al mia, e oltre a leggere narrativa di svariati generi mi piace molto leggere scrittori esordienti, continua fonte di nuovi linguaggi e atmosfere, anche se spesso la qualità non è alta. Più si legge meglio si scrive, in ogni caso.
Riguardo l’arricchimento del vocabolario, mi sorprende sempre il compianto Cormac McCarthy: se con altri autori apro il vocabolario una volta ogni venti libri, con il suo ultimo “Il passeggero” l’ho dovuto consultare almeno una decina di volte se non di più, mi sorprende sempre. Un suo libro ne vale dieci, come arricchimento di lessico e modo di esprimersi.
Daniele Imperi
Sulla saggistica si trovano parecchi autori e libri, sia in nota sia nella bibliografia.
Anche io ho trovato parecchie parole nuove nei romanzi di Cormac McCarthy. Vediamo quante ne troverò nel “Passeggero”, che leggerò a breve. Concordo sull’arricchimento del lessico che si guadagna leggendolo.
Orsa
Anch’io considero note e bibliografie come fonti da cui attingere. Il guaio è affezionarsi a un autore, nel mio caso Clive Cussler (ma ti parlo della mia giovinezza). È dovuto morire per costringermi a leggere altro. Da allora mi piace leggere solo saggistica, reportage, biografie… ormai è raro che io legga un romanzo. Ho diversificato ma escluso, non va bene!
Adesso mi avete incuriosita sull’ultima opera di Cormac McCarthy!
Daniele Imperi
Ho letto solo “Il cacciatore” di Cussler, ma non mi ha detto granché.
Eh, sì, hai escluso! Il rischio è che poi qualcosa possa venirti a noia.
Di Cormac McCarthy dovresti leggere “La strada”. O il terribile “Figlio di Dio”. O il magnifico “Suttree”.
Orsa
Conosco La strada, letto diversi anni fa. E il Cacciatore è uno dei titoli forse più mediocri di Cussler. Che possano venirmi a noia letture sulla storia militare lo escludo
Daniele Imperi
E io escludo che mi venga a noia la storia della prima metà del Novecento
Orsa
E come darti torto, grande epoca e grandi uomini!
vonMoltke
L’unica cosa che non comprendo è il blocco del lettore: mai provato!
Daniele Imperi
Negli ultimi anni non ho sperimentato più il blocco del lettore, sia per la nascita di nuovi interessi, sia per la documentazione per vari progetti editoriali.
Paola
Buongiorno. Credo che tutta la lettura (quella di qualità) sia formativa. Concordo sul fatto che se si legge in maniera critica e curiosa si trovano, nei libri, occasioni di approfondimento. Ne ‘Gli Anni’ la scrittrice Annie Ernaux, attraverso la forma diaristica, racconta la storia della Francia dal dopoguerra in poi e per conoscere gli innumerevoli fatti storici e di cronaca (la maggior parte dei quali a me sconosciuta) di cui la Ernaux parla nel libro, ho dovuto documentarmi spesso. Per quanto riguarda il blocco del lettore io l’ho colmato guardando una quantità enorme di film.
Daniele Imperi
Ciao Paola, benvenuta nel blog. La lettura è sempre formativa, anche se in minima parte alle volte.
Guardando una quantità enorme di film non hai però colmato il blocco del lettore, ma il tempo libero a disposizione.