Cosa perdiamo quando l’intelligenza artificiale scrive per noi

Cosa perdiamo quando l’intelligenza artificiale scrive per noi

Il fascino delle piattaforme di intelligenza artificiale ha incantato quasi tutti, a parte me e pochi altri. Finora, su LinkedIn specialmente, leggo soltanto commenti entusiastici.

C’è perfino chi chiede alle IA di trovargli un ristorante, un autonoleggio, cosa fare in una certa città, quando potrebbe trovare tutte queste informazioni cercandole su Google. La pigrizia è una brutta bestia.

L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più presente nella vita delle persone – almeno di quelle ammaliate da questa nuova e irrefrenabile tecnologia.

A cosa porterà un uso quotidiano e anche smodato dell’IA nella scrittura?

I vantaggi dell’IA nella scrittura

Indubbiamente il principale vantaggio di farsi scrivere un testo dall’intelligenza artificiale è l’enorme risparmio di tempo, con la conseguente minimizzazione degli sforzi (fisici e intellettivi).

Oltre al risparmio di tempo c’è anche un notevole risparmio di costi, da parte di tutte quelle realtà commerciali e professionali che necessitano di testi (articoli, pagine di siti, comunicati stampa, notizie, ecc.).

Perché impiegare due ore a scrivere un articolo, quando bastano due minuti per dare le indicazioni a un’IA e pochissimi secondi per farsi generare l’articolo? Gli sforzi, poi, fisici e intellettivi, sono perfino azzerati.

L’intelligenza artificiale può generare testi a una velocità impossibile per noi esseri umani. Abbiamo sperimentato un’esperienza simile con l’avvento delle calcolatrici: in meno di un secondo ci danno il risultato di una moltiplicazione a 5 cifre, facendoci risparmiare moltissimo tempo.

A lungo andare, usando le calcolatrici, abbiamo perso la capacità, e anche la voglia, di fare queste operazioni a mano.

A lungo andare, usando l’intelligenza artificiale, perderemo la capacità, e anche la voglia, di scrivere.

Le lacune dell’IA nella scrittura

A quanto pare i vantaggi di usare le piattaforme di intelligenza artificiale per scrivere si risolvono a risparmiare tempo e denaro, che spesso coincidono.

Ma gli svantaggi quali sono? Gli svantaggi si misurano con le lacune che mostrano le IA.

  • Autenticità: un testo generato dall’intelligenza artificiale non è autentico, perché manca di originalità, di autorialità. Testi del genere non possono essere firmati da una persona, perché non provengono dalle sue esperienze, dalle sue capacità, dalle sue conoscenze.
  • Empatia: che si tratti di un articolo o di una storia, un’IA non riesce a stabilire un contatto emotivo con i lettori, perché non ha sentimenti, in primo luogo, ma soprattutto perché non può rifarsi a esperienze vissute in modo che i lettori possano riconoscervisi.
  • Complessità: i testi generati dalle intelligenze artificiali sono banali, lineari, adatti a un livello medio basso di cultura. Nonostante siano corretti grammaticalmente, la sintassi è semplice.
  • Creatività: non possiamo parlare di testi creativi, perché un’IA manca di creatività, virtù propria dell’intelletto. Un’intelligenza artificiale imita modelli esistenti, ma non può creare nulla di nuovo.
  • Critica: la critica è una facoltà dell’intelletto, è la nostra capacità di esaminare e valutare – secondo le nostre conoscenze e i nostri gusti – un’azione, un’opera, una persona, ecc. Un’IA – che sarebbe più appropriato chiamare “programma generativo” – è sprovvista di intelletto, dunque non può fornire alcuna analisi critica.

Il reale significato della scrittura

Prima di gioire ed entusiasmarsi per il gran numero di piattaforme di intelligenza artificiale, sappiamo davvero che cosa sia la scrittura?

La scrittura è una forma d’arte e l’arte appartiene all’Uomo.

La scrittura è la «rappresentazione visiva, mediante segni grafici convenzionali, delle espressioni linguistiche» (Vocabolario Treccani).

La scrittura è una componente dell’alfabetizzazione, possibile grazie alla facoltà di pensare e leggere.

La perdita delle nostre capacità di pensare e scrivere

Ho parlato di alfabetizzazione, ossia il processo che ha vinto l’analfabetismo.

L’uso quotidiano delle piattaforme di intelligenza artificiale – la tendenza, quindi, di non scrivere, di non cercare idee, di limitare gli sforzi intellettivi – farà perdere colpi alla nostra alfabetizzazione.

Affidare a un programma il compito di scrivere farà atrofizzare la nostra creatività, la nostra stessa capacità di scrivere e di pensare. Farà atrofizzare la nostra mente, cioè tutte quelle facoltà umane legate all’intelletto, alla memoria, alla percezione, al pensiero.

Cosa perdiamo quando l’intelligenza artificiale scrive per noi?

Perdiamo un pezzo della nostra umanità.

6 Commenti

  1. Luciano Cupioli
    giovedì, 25 Aprile 2024 alle 10:05 Rispondi

    Le calcolatrici: ancora oggi, fino a un ovvio limite, i calcoli preferisco farli nemmeno a mano, ma a mente. C’è un collega che anche per fare 3 x 2 usa invece la calcolatrice. Lo rimprovero ma non smette, è più forte di lui. Ha le mie stesse competenze, ma fatica a fare una proporzione, ricavare una percentuale. L’uso continuativo della calcolatrice lo ha talmente sopraffatto che vi ricorre anche per i calcoli più elementari. Sarà un caso, ma a volte mi sembra avere anche qualche problema di memoria. In ogni attività lui cerca la strada più facile. Non gli interessa ottenere il miglior risultato possibile, ma solo finire ogni cosa alla svelta. Ora immagino che sarà entusiasta dell’intelligenza artificiale che gli consentirà di evitare anche di scrivere le relazioni. Nel suo caso sono già di qualità modesta, quindi non perderanno niente, e lui avrà più tempo per… già, per fare cosa? Il collega rappresenta l’uomo medio, quello che pensa soprattutto a solazzarsi e a godersi la vita. Come lui sono tanti, la maggior parte direi. Magari hanno ragione, gli piace andare al mare, giocare alla play station, guardare la TV, fare shopping, perché per loro la vita è questa, e per loro l’IA è un toccasana. Da tutti quei disgraziati che invece amano faticare per fare le cose perché sono orgogliosi di poter esprimere il proprio talento artistico, che passano il tempo libero leggendo un libro, visitando un museo o apprezzando un’architettura, l’IA viene vista come un demone che intende deprezzare le proprie qualità perché adesso possono scrivere tutti bene, anche chi in realtà non ne è capace. Per fortuna ci sarà sempre qualcuno in grado di coglierne la differenza, ed è per essi che non pochi continueranno a non farsi tentare da essa. Non so, mi è sempre piaciuto distinguermi, sono forse presuntuoso? E la presunzione è male? Chiederò la risposta all’IA…

    • Daniele Imperi
      venerdì, 26 Aprile 2024 alle 8:04 Rispondi

      Anche io faccio a mente o a mano alcuni calcoli. In effetti questo aiuta molto la memoria. Uno dei problemi dell’IA è proprio che ora tutti possono scrivere bene, anche se di fatto non stanno scrivendo per niente.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 25 Aprile 2024 alle 10:58 Rispondi

    Il maggior danno che l’IA/AI arrecherà, sarà l’impoverimento culturale, la ruggine mentale, la spinta a una mediocrità (dovrei dire ignoranza) dilagante. L’arte forse è il genere più sensibile a subirne le conseguenze. Non solo il testo ma anche l’arte figurativa. Oggi si può dare all’IA l’incarico di comporre su tela l’immagine di un paesaggio, un’astrazione “specifica”, eccetera. In un domani non proprio lontano, il robot si munirà di scalpello per eseguire sculture o le partorirà la stampante tridimensionale attingendo agli algoritmi disponibili. Come Luciano considera, è l’essere a dare corso a questi processi, che per alcuni aspetti considero autodistruttivi per altri di immensa utilità. Ieri, oggi, domani, proprio per avanzare sul sentiero più comodo (mercato) faremo nostra l’attualità fino al punto del non ritorno, quando, per gli sviluppi futuri, il fenomeno imploderà dando origine a una reazione deleteria a conferma della ciclicità del divenire.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 26 Aprile 2024 alle 8:06 Rispondi

      Impoverimento culturale, ruggine mentale e mediocrità dilagante: se tutti continueranno a farsi generare i testi dalle IA sarà questo che accadrà. Non solo la scrittura, infatti, ma anche le illustrazioni: su Twitter e LinkedIn, ma Instagram, è pieno di immagini create con le IA e si riconoscono subito.

  3. Orsa
    venerdì, 26 Aprile 2024 alle 15:57 Rispondi

    Purtroppo non è una grossa perdita, non facciamo altro che inventare cose e metodi che ci facciano risparmiare tempo e fatica. Per la maggioranza è una perdita accettabilissima, da quel dì che abbiamo sacrificato la nostra individualità e la nostra umanità.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 26 Aprile 2024 alle 16:26 Rispondi

      Risparmiare tempo su alcune operazioni, come gli spostamenti o altri strumenti per cucinare e lavare, è un conto, ma risparmiarlo per creare opere dell’ingegno no, questo è grave perché è l’ingegno a sparire.

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