Come NON scegliere uno scrittore

Perché si odiano certi autori?

Come NON scegliere uno scrittore

Le idee e i comportamenti di uno scrittore possono essere controproducenti per i suoi libri e allontanare i lettori, anziché attirarli.

Vi siete mai chiesti cosa vi freni dal leggere i libri di un certo autore? Anzi, cosa vi faccia proprio girare al largo da uno scrittore, di cui non volete possedere alcun libro né riuscirete mai a leggere neanche una sua riga?

Forse “odiare” è un verbo un po’ forte in questo caso, e non propriamente corretto magari, ma lo uso in senso più generico, più come un’accesa antipatia verso lo scrittore, da considerare una persona indigesta per vari motivi.

È piuttosto difficile provare antipatia per gli autori classici, a meno che non si siano odiati davvero a scuola – non certo per loro colpa, ma di insegnanti che non hanno saputo farli apprezzare.

Non sopportavo I promessi sposi e di riflesso Manzoni, non sopportavo La divina commedia e di riflesso Dante, ma dopo la scuola ho letto il romanzo di Manzoni e acquistato una bella edizione in 3 volumi della Divina. Ciò che non hanno saputo fare certi insegnanti, l’ha fatto il tempo.

Scrittori di oggi… da non leggere

Ma un autore della nostra epoca? Perché non sceglierlo? Perché, anzi, scegliere di non leggerne le opere?

A me capita ogni tanto di scoprire autori contemporanei di cui, per una ragione o per l’altra, decido di non leggere i libri che hanno pubblicato.

Anzi, parecchi anni fa comprai un libro-documento divenuto famoso, in attesa di leggerlo quando me ne sarebbe venuta voglia. Negli ultimi tempi ho visto cosa scriveva l’autore sui social e la prima cosa che ho fatto è stata mettere in vendita il suo libro su Ebay, felice di non averlo letto.

Come perdere lettori prima ancora di essere letti: alcuni autori dovrebbero riflettere sulla questione, ma credo che da questo punto di vista siamo tutti nella stessa barca. Non possiamo risultare simpatici a tutti né essere apprezzati da chiunque.

Ho voluto così ragionare sui motivi che non mi fanno scegliere uno scrittore, che mi spingono a evitare di leggere le sue opere. Per me i motivi sono soltanto 3, e forse non sono neanche pochi.

1 – L’autore scrive storie che non amiamo leggere

Lo dico spesso: nessun lettore dovrebbe leggere ciò che non rientra nei propri gusti letterari. La lettura è personale e i gusti sono sacri. Leggere comporta una doppia spesa: in denaro per acquistare il libro e in tempo per leggerlo.

Se non amate la fantascienza, non leggete il mio romanzo – se dovessi finirlo e pubblicarlo, s’intende. Non mi offendo, anzi: apprezzo le persone coerenti.

Ci sono autori contemporanei che non sono tentato di leggere, come Niccolò Ammaniti, Elena Ferrante e Stefano Benni, per esempio. Non per qualche motivo particolare, ma quando leggo i titoli delle loro storie a me semplicemente non attraggono.

Di Alessandro d’Avenia ho letto un solo romanzo (Ciò che inferno non è), perché ricevuto in regalo con un ordine, altrimenti non l’avrei comprato. Anche se m’è piaciuto – e “a pelle” l’autore mi sembra simpatico – non so se leggerò altro di lui. Mentre mi incuriosiscono i romanzi di Andrea Vitali, di cui ho un paio di romanzi da leggere.

Non leggo storie d’amore, proprio non ce la faccio. Né vedo film d’amore, chiaramente. Per il resto leggo quasi di tutto. Non leggo storie ambientate nell’Italia di oggi, perché ho un vero rifiuto verso l’Italia di oggi: sorbirmela anche quando leggo sarebbe una vera tortura.

2 – Per l’autore mostriamo un’istintiva antipatia

Cosa genere l’antipatia verso uno scrittore? Bella domanda. M’è capitato di apprezzare qualche artista finché non l’ho visto in TV. Magari m’aspettavo una persona diversa, non saprei.

Con un cantante è differente, perché senti la sua voce e lo vedi in video, ma uno scrittore di solito no. Almeno un tempo era così: adesso, fra blog e social media, è difficile non vedere gli scrittori, s’è perso il romanticismo di un tempo, quando lo scrittore era visibile solo dalle opere che pubblicava.

3 – L’autore fa politica sui social media

Qui si entra in un campo pericoloso, perché la politica fa sempre scoppiare dibattiti fin troppo accesi. Mi era stato consigliato un autore italiano anni fa, per esempio, poi ho letto quello che scrive su Twitter in continuazione: solo messaggi politici, ovviamente contrari alle mie idee.

Mi era stato consigliato anche un giallista italiano, ma su Twitter pubblica soltanto due tipi di messaggi: politica e autopromozione. Secondo voi mi leggo i suoi gialli? Secondo me no.

Se da una parte sono convinto che ognuno sia libero di manifestare le proprie idee, dall’altra è fin troppo naturale che autori di idee politiche lontane o opposte alle mie non mi invoglino a leggere le loro opere, se fanno accesa politica nei loro blog e sui social media.

Ho letto romanzi di autori classici che avevano idee contrarie alle mie, ma appunto non li ho “conosciuti”, quindi non possono essermi diventati indigesti come lo sono diventati gli autori italiani contemporanei.

Perché scegliete di non leggere uno scrittore?

E voi per quali motivi vi rifiutate di leggere le opere di un autore? Ci sono scrittori, me compreso, che vi sono risultati indigesti e perché?

40 Commenti

  1. Roberta FI Visone
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 7:39 Rispondi

    Buongiorno e grazie per questo articolo.
    Mi ha colpito molto la parte riguardante la politica. Argomenti come questo, la religione e la filosofia per me andrebbero trattati da vicino. Trovo che siano ambiti di una profondità e complessità tale da non potersi esaurire in 140 caratteri di Twitter o in un post di Facebook. Per quanto mi riguarda, infatti, ben poche persone conoscono il mio orientamento politico, il mio modo di rapportarmi alla fede, i miei filosofi preferiti, perché ne parlo da vicino con chi credo sia all’altezza di sostenere un discorso in modo assertivo. Evento, questo, più unico che raro. L’ultima volta in cui ho parlato appassionatamente di filosofia è stato a Bangor gallese nel 2013 con un ragazzo cileno, ed è stata una delle cose più belle di quel viaggio durato più del previsto per via di un’omonimia a livello di toponomastica.
    Che poi si voglia condividere un video divertente di De Luca o del black humor spiccio, ciò non significa necessariamente identificarsi con quel pensiero, ma semplicemente farsi una risata fine a se stessa in quei pochi minuti in cui ci si collega sui social. Ciò ovviamente accade quando si ha capacità di discernimento, in caso contrario la battuta comica o ironica o quant’altro fanno così inconsapevolmente breccia nella mente dell’utente da risultare naturale accettarle come verità uniche e oggettive.
    Riguardo al resto dell’articolo, ho sette libri ancora da leggere, altri cinque da continuarne la lettura e uno da rileggere (“Mille splendidi soli”). Non appena finirò di leggere questi tredici libri, più “Die Unendliche Geschichte” (“La storia infinita”) di cui mi mancano circa 130 pagine, voglio comprare dei libri di emergenti. Ne avevo in mente tre, ma penso che il numero scenda a due, perché se c’è una cosa che non sopporto è chi infanga gli altri pur di far splendere la propria opera. Un atteggiamento, questo, che odio in situazioni normali, figuriamoci nell’ambito della scrittura. Lo so fin troppo bene che ci sono libri e capolavori da una parte, e sprechi di carta, tempo e denaro dall’altra, ma se leggo lamentele ogni due e tre sul proprio profilo Facebook per il fatto che si comprino più libracci che i propri mi allontano dall’autore o autrice, anche se scrive altri post più carini, simpatici o saggi. Per fortuna da diverso tempo sono lontana da gruppi di scrittura emergente e ho impostato il timer a livello di social (mezz’ora Instagram, un’ora FB) e spesso non arrivo a far congelare le app dei suddetti social network, così evito di farmi influenzare da energie negative.
    Riguardo, infine, alla fantascienza, finora solo “Doctor Who” mi ha presa molto e anche se forse non comprerò una tua opera fantascientifica, è sempre un piacere seguire i tuoi post e confrontarmi. Preferisco altri generi, fra cui il distopico, i classici, i manuali di psicologia e comunicazione, i romanzi tratti da storie vere, le due saghe fantasy “Harry Potter” e da “Il Silmarillion” a “Il Signore degli Anelli” passando per “Lo Hobbit” e altre opere di Tolkien, e “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, che reputo sia un “fantastorico”, dati i numerosi riferimenti storici. E poi ci sono i temi e file multimediali in inglese di alcuni alunni e di alcune alunne, e questa è tutta un’altra storia.
    Buona giornata!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 12:43 Rispondi

      Infatti su Twitter gli scrittori fanno più che altro polemica.
      Quell’atteggiamento che segnali, di chi si lamenta che si compri robaccia, a detta sua, è infantile.
      “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” mi è piaciuto, ma ho perso interesse per i tanti anni passati dopo il 4° romanzo.
      Invece non ho mai visto “Doctor Who”.

  2. Irma Panova Maino
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 8:25 Rispondi

    Concordo con molto di ciò che hai scritto. Principalmente la mia avversione di solito nasce da una “conoscenza” fisica o virtuale dell’autore. Certi comportamenti, certe prese di posizione, anche certi commenti offensivi nei confronti di altri autori… mi rendono odioso chi si pone in cattedra a prescindere e chi pensa di avere la verità in tasca. Tutto questo è riferito agli autori contemporanei viventi o scomparsi da poco. Per alcuni (vedi Eco), ho continuato a farmi piacere i suoi libri anche se, purtroppo, mi è piaciuto meno chi li ha scritti. E a proposito di fantascienza, adoro Tonani, sia come scrittore che come essere umano.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:10 Rispondi

      Ciao Irma, benvenuta nel blog. I commenti offensivi sono un altro comportamento infantile.
      Leggendo le lettere di Poe, certi comportamenti c’erano anche all’epoca.
      Di Tonani m’erano piaciute le prime storie su Mondo9, ma l’ultimo romanzo proprio no.

      • Irma Panova Maino
        giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:19 Rispondi

        in realtà è da un po’ che leggo i tuoi articoli, questa è la prima volta che commento ;-).
        Tra l’altro mi sono permessa di condividerlo su fb

        • Daniele Imperi
          giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:32 Rispondi

          Va be’, non posso dare il benvenuto a chi legge e non commenta :D
          Diciamo che è implicito.
          Grazie per la condivisione, non c’è bisogno del permesso essendoci i bottoni appositi :)

  3. Marco
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 8:45 Rispondi

    Certi autori, innanzitutto, dovrebbero scrivere e basta. Da contratto, dovrebbe essere vietato loro di esprimersi al di fuori della letteratura. E invece eccoli parlare di tutto e di più. Diventano davvero imbarazzanti.
    Céline è stato un grandissimo scrittore, ma non sono riuscito a terminare “Viaggio al termine della notte”. Ma se uno vuole scrivere, dovrebbe a tutti i costi leggere proprio quel libro.
    In genere certi autori li “provo”, ma poi li mollo perché ai miei occhi paiono fiacchi, e leggendo penso sempre: “Be’, io avrei fatto di meglio”. Quello secondo me è indice che è meglio abbandonare la lettura e passare ad altro. Con Wilbur Smith mi è successo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:12 Rispondi

      Mah, vietarlo da contratto mi pare troppo dittatoriale… se ti sentono certi autori, povero te :D
      Di Céline ho quel romanzo, e anche un altro (Nord), ma devo ancora leggerlo.
      Di Wilbur Smith mi ero già espresso ampiamente in un articolo: m’è bastato un romanzo per lasciarlo perdere.

  4. Andrea Perin
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 8:48 Rispondi

    Buongiorno Daniele :-)
    Il punto 3! Il punto 3! Decisamente.
    Ci pensavo proprio stamattina…
    ma quanto mi stanno sui maroni (si può scrivere? già fatto…) alcuni di questi bei personaggi che dal loro scranno televisivo di prima serata ci spiegano come non incattivirci, come non diventare razzisti, come non andare verso la deriva (in genere sempre quella parte). Ci spiegano come parlare bene, volerci bene… come votare bene!!
    Poi, d’improvviso, appaiono a tutto schermo le copertine dei ”loro” ultimi ”sforzi”… ma che marchettari!
    Ecco! A meno che non ignori l’autore, e lo acquisti per sbaglio, di libri scritti da questi ne faccio a meno. (es. ”La gabbianella che…” acquistato e letto al mio bimbo prima di notare quanto fossero estreme le sue posizioni).
    Sì, vabbe’, qualche passionario che va oltre lo salvo… Cacciari, Pansa, etc… non si può essere perfetti. :-)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:17 Rispondi

      Buongiorno Andrea, non mi è capitato di vedere scrittori del genere, ma è anche vero che non vedo programmi tv.
      Quei consigli di cui parli però li ho letti spesso online e mi hanno sempre dato fastidio perché è pura retorica.

      • Andrea Perin
        venerdì, 8 Maggio 2020 alle 8:19 Rispondi

        Dimenticavo…
        ”Ciò che non hanno saputo fare certi insegnanti, l’ha fatto il tempo.”
        mi è molto piaciuta questa tua frase.

  5. Corrado S. Magro
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 9:40 Rispondi

    Il troppo bla-bla su un autore m’indispettisce. È uno dei motivi per cui non comprerò E. Ferrante oltre alla spocchia di chi vi si nasconde dietro. Sono stato a più riprese deluso dalla saggistica italiana che ricalca “malamente” argomenti già di dominio universali, in particolare del settore psico-sociale, trattati da parolai roboanti di ambo i sessi che come un “geiser” si sforzano a confermare la loro erudizione. Il rosa puro? Mi è troppo evanescente. La fantascienza? Dipende di cosa tratta. Guerre stellari e simili non m’interessano, sì invece gli argomenti che un futuro diverso pone all’Essere. Per la narrativa confesso che, in aperto contrasto con le tendenze cosmo-prevaricatrici che appiananno le coscienze, mi riconosco virulento e manifesto aggressività in quello che scrivo risultando antipatico/polemico/troglodita a chi si adatta (Meanstream o “perinde ac cadaver”). Ringrazio quindi chi per antipatia mi evita.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:19 Rispondi

      Anche per me. La saggistica, come la narrativa, va scelta con attenzione perché a me è capitato di leggere fuffa o libri senza sostanza.
      La fantascienza è forse il genere più ampio che esista. Di sicuro potrai trovare qualcosa che ti piace.

  6. Barbara
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 10:39 Rispondi

    Questa è una domanda che mi sono fatta spesso, soprattutto nei recenti tempi di pandemia, quando leggendo o ascoltando determinati autori ho avuto quasi una reazione allergica, ritrovandomi alla fine anche a togliere il follow sui loro social o a cambiare canale invece di ascoltare le loro farneticazioni. Non è una questione di differenze d’opinione, perché ci sono comunque scrittori con idee diverse dalle mie che ascolto e leggo più che volentieri (non ci sarebbe alcuna crescita a leggere solo opinioni simili alle nostre, no? qualche volta si tratta anche di ragionare sulle cose da un punto di vista differente, che non avevamo colto). Ci ho pensato su e credo che il punto sia sui toni utilizzati, sulle parole scelte “senza revisione” che esprimono strafottenza, arroganza, superiorità, sterile polemica. In tema di coronavirus, alcuni autori hanno dato il peggio di sé. Il caso più eclatante per me è stato il post di Michela Murgia, fermata da una pattuglia durante la spesa in lockdown, avendola trovata fuori a chiacchierare con amiche. Le parole che ha usato erano così intrise di veleno e incitamento all’odio che non ci ho minimamente riconosciuto l’autrice di “Il mondo deve sapere”. Forse il successo dà alla testa se dimentichi dove sei partito. Altri autori meno noti si sono invece lanciati nelle diatribe mediche sul virus come se ne avessero pieno diritto senza una laurea in Medicina (trovo invece che uno scrittore ha ancora maggior responsabilità nel misurare le parole in questi casi, soprattutto se ha molti lettori che lo seguono, che potrebbero ritenerlo una “fonte attendibile”).
    Diana Gabaldon, l’autrice di Outlander e mia scrittrice preferita dacché l’ho scoperta, milionaria che potrebbe posare la penna e vivere di rendita, ha sempre spiegato che i lettori sono tutto per lei, sono la ragione del suo successo. Si fa ancora oggi dei turni massacranti di firma copie, ma dalla prima all’ultima persona, lei ti guarda negli occhi, ti ascolta, ti ringrazia, magari anche nella tua lingua, ti stringe la mano, ed ha il massimo rispetto delle tue opinioni, anche se ci tiene a dirti che la pensa diversamente. Sui social è sempre gentile e cordiale, risponde piccata solo se viene offesa stupidamente (e succede purtroppo…). L’umiltà, credo sia questa la chiave. :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:24 Rispondi

      In Tv ho visto alcune volte interventi di scrittori italiani moderni (quasi mai sentiti nominare) che dicevano la loro sulla pandemia: parole di nessun peso, chiacchiere e basta.
      Qualche volta è come dici tu: i toni e le parole ma soprattutto l’atteggiamento che si ha scrivendo certe opinioni.
      Quella tipa a me sta davvero indigesta, non la sopporto. Sul coronavirus scrisse anche che grazie alla pandemia adesso non trovava traffico in strada. Se è così che vuole guadagnare lettori.
      Quello che fa la Gabaldon, che non conosco – e di cui ho letto solo nel tuo blog :D – è il comportamento giusto e corretto da tenere.

  7. MikiMoz
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 11:01 Rispondi

    Bel post.
    Innanzitutto sono d’accordo con te su due cose:
    1) nessuno dovrebbe leggere ciò che non piace;
    (e quindi, nessuno dovrebbe leggere forzatamente)
    2) la scuola, proprio per il motivo di cui sopra, ti porta ad allontanarti da certe opere.
    Lo dicevo nella mia diretta l’altra sera, ho proprio parlato di libri: negli anni, anche io ho recuperato un po’ di letteratura greca o latina che il liceo (a furia di versioni marchiate con un ben 4, 4 e mezzo) mi fece odiare.

    Uno scrittore da non scegliere? Ci sta quel che dici: se lo conosci… lo eviti, nel senso che se vedi come si comporta nella vita (vera o virtuale) può cascare antipatico e ne risente indirettamente anche l’opera.
    Succede anche a me, anche in altri ambiti.

    Moz-

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:26 Rispondi

      Grazie. La scuola in certi casi fa solo danni. E invece dovrebbe proprio far apprezzare la lettura e gli autori classici.
      Lo scrittore che fa politica: se lo conosci, lo eviti. Ecco un buono slogan :D
      Anche a me è capitato in altri ambiti e non solo con gli scrittori.

  8. Orsa
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 11:13 Rispondi

    Buongiorno, anche tu fai cecchinaggio sui profili twitter degli autori? :)
    Vero, a volte basta un tweet, un’intervista o un’ospitata in TV, e certi scrittori si demoliscono da soli in un secondo.
    Ma io ho smesso da tempo di avere idee romantiche sugli scrittori, e questo mi ha permesso in passato di scegliere un titolo in tutta serenità, “dissociandolo” dalla persona e da quello che pensa (vedi Eco).
    E poi ci sono quegli autori che proprio no.
    Non si bruciano i libri, ma se dovessi naufragare su un’isola deserta insieme ad un container pieno di copie di libri di Totti (del ghostwriter di Totti), di Fabio Fazio oppure di Fabio Volo, ecco avrei fuoco a volontà per mesi! :D (I libri di Volo che mi salvano la vita: una tragedia nella tragedia).
    Oddio le locuzioni Italia odierna + fare politica nello stesso post… che sciagura, ho avuto un malore! L’Italia ha smesso di essere Italia negli anni ’50 e la politica subito prima.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 13:30 Rispondi

      Ho iniziato a fare cecchinaggio da poco, a dire la verità, per caso poi, quando qualcuno ha risposto o condiviso qualche tweet di questi autori che evito.
      Vedo che parecchi ce l’hanno con Eco :D
      Va be’, sparare sui libri di Totti è come sparare sulla classica ambulanza :P
      Ma pure i 2 Fabi… il primo specialmente mi dà ai nervi.
      Concordo sull’ultimo pensiero.

  9. Pirkaf
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 14:39 Rispondi

    In verità con il tempo a me sta succedendo il contrario.
    Fino a pochi anni fa pensavo che alcuni generi ed alcuni autori non li avrei mai letti, ed invece mi sono ritrovato a rivedere il mio giudizio.
    Soprattutto per ciò che concerne alcuni classici e anche generi come Noir, Giallo e Western che ho frequentato poco o nulla fino a poco tempo fa.
    Personalmente delle idee politiche e generali dello scrittore di turno mi interessa poco, da questo punto di vista ho una visione un po’ egoistica e consumistica, che alla fine si riduce soltanto al mio interesse verso l’opera e non verso colui che l’ha scritta.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 15:08 Rispondi

      A me non interessa conoscere le idee politiche di autori non più in vita, sicuramente perché non li ho visti attivi in quel senso, quindi non mi sono diventati antipatici o odiosi.

  10. Maria Teresa Steri
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 15:45 Rispondi

    Per me un’eventuale antipatia per un autore ha molto peso sulla lettura dei suoi libri. Per esempio a me non piace l’aggressività verbale, i modi di fare aggressivi, la volgarità. Spesso ne vedo in abbondanza su Facebook da parte di autori o autrici, e questo mi allontana molto da ciò che scrivono, anche se potenzialmente potrebbero interessarmi. Magari sbaglio, ma non ci posso far nulla. Detesto chi si pone in un certo modo, a prescindere dalle idee. Infatti penso che si possa esprimere qualsiasi opinione, purché si mantenga un certo equilibrio nei toni.
    D’altra parte è anche vero che si dovrebbe poter esprimere la propria opinione senza paura di essere giudicati come autori e quindi di riflesso perdere lettori. Però di fatto siamo condizionati da simpatie e antipatie.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 16:05 Rispondi

      Su questo concordo: un autore che si mette a scrivere volgarità non mi attrae assolutamente.
      Dipende da come esprimi la tua opinione. Ho libri di autori di cui non condivido le idee, anche viventi, per esempio. Ma non li vedo neanche in Tv a sparlare né sui social.

  11. Michela Milani
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 16:12 Rispondi

    Io provo un’antipatia a pelle verso tutte quelle persone che, in generale, sono convinte di avere la verità in tasca e non tengono in minima considerazione le opinioni altrui. Vale tanto per la politica quanto per altri temi d’attualità, nel cui calderone rientrano l’economia, l’immigrazione e non da ultimo, il coronavirus. Che poi, a ben guardare, possono tutti tranquillamente essere classificati all’interno degli argomenti politici. Trovo che molti personaggi meno sanno e più farneticano. Non da ultimo, spesso si scagliano contro gli altri in maniera inaudita, seminando veleno e usando toni maleducati e termini decisamente poco appropriati. Comportamenti come questi mi spingono a scartare a priori un autore, anche se potenzialmente potrei essere interessata al loro libro. La civiltà di una persona si vede anche dal modo in cui gestisce le critiche e risponde a punti di vista differenti. Devo dire che questi comportamenti li noto soprattutto in molti pseudo-autori del momento, sconosciuti fino a pochi mesi prima, che, miracolosamente, sfornano i loro capolavori vendendo migliaia di copie in pochi giorni. Se poi vai a vedere, magari il loro successo è dato semplicemente dalla grande popolarità che hanno sui social. Lo scrive una che è molto socievole ma, tutto sommato, poco social. Non spreco il mio tempo a leggere un’opera di una persona che, a prescindere, non mi trasmette proprio niente di buono.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 7 Maggio 2020 alle 16:29 Rispondi

      Sono molti ad avere la verità in tasca :D
      Alcuni autori sono infatti molto presenti sui social.
      Come dici tu: questi autori a me non trasmettono proprio nulla, quindi non m’interessa neanche sapere ciò che scrivono.

  12. Elisa
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 16:50 Rispondi

    Sono perfettamente in accordo con quanto scritto.
    Io adoro soprattutto scrittori “andati”: Pirandello in primis, Kafka, Saramago…
    Autori contemporanei “vivi” molto poco in realtà. Dovrei pensarci.
    Sarà che sono talebana nei gusti, non saprei.
    Concordo anche con la sig.ra che afferma di non essere in accordo con chi ha la verità in tasca… Pienamente!
    Altrimenti non leggerei Pirandello!

    • Daniele Imperi
      venerdì, 8 Maggio 2020 alle 7:13 Rispondi

      Anche io preferisco gli scrittori andati. Dei moderni invece gli autori stranieri.

  13. P.L.
    giovedì, 7 Maggio 2020 alle 17:22 Rispondi

    Devo dire di aver sempre avuto l’illusione di fare una netta distinzione tra autore e opera scritta.
    È vero che in generale mi interessano le opere e non le persone che le creano.
    Per gli autori classici – o comunque “pre-social” – l’autore si conosceva principalmente attraverso ciò che scriveva. Ma anche al giorno d’oggi, io ho sempre trascurato di informarmi della vita di qualsiasi artista.
    Semplicemente, sono argomenti per cui non provo interesse.
    Per quanto mi possa piacere una canzone, un film, o per quanto possa diventare dipendente da una serie, considero la vita degli autori/registi/attori ecc. qualcosa di poco rilevanteper la mia scelta.
    Anzi, mi dà fastidio l’idea stessa che qualcuno pensi che mi possa interessare (contorto? forse).
    Quindi, in generale ho sempre scelto i libri in base al tipo di storia o al genere (e ci sono generi, tipo il rosa o il western, che normalmente scarto in partenza).
    Eppure ci sono state alcune importanti eccezioni a questa mia regola che “conta solo l’opera”. Episodi che devo dire che mi hanno colto di sorpresa.
    C’è stato un caso in cui, dopo aver letto il libro, ho saputo che l’autrice lo considerava autobiografico, e che nella vita reale si era comportata come il personaggio peggiore che aveva descritto. Il libro affrontava il tema del razzismo, e a questo punto ha perso per me buona parte del suo significato, e l’ho restituito.
    In un altro caso mi è capitato di leggere alcuni post di un autore che all’epoca si trovava in cima alle classifiche di amazon con una serie di fantascienza YA. Nei post parlava di politica, (pseudo)medicina e (pseudo)scienza. Confrontando certe sue idee con il libro che avevo appena letto, ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a un idiot savant. Come risultato, mi è subito passata la voglia di andare avanti con la sua serie.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 8 Maggio 2020 alle 7:20 Rispondi

      Un tempo anche io facevo questa distinzione. Finché non è arrivato il web a farmi conoscere bene certe figure :)
      In genere neanche a me interessa la vita degli autori, ma per caso sui social finisci per leggere ciò che scrivono e allora cambia tutto. Ecco perché continuo a dire che era meglio la vita pre-internet.
      Sulla musica concordo: dei vari gruppi che mi piacciono so i nomi soltanto degli U2. Come si chiamano i REM? E i Counting Crows? Non ne ho idea.
      Mi è capitato di conoscere persone che sapevano tutto del batterista del tale gruppo e mi chiedevo come poteva interessargli un argomento del genere.
      Invece degli autori classici mi piaceva leggerne la biografia.
      Sugli ultimi 2 casi che citi io credo che sarei andato avanti a leggere, sia per curiosità sia perché ci vuole coraggio a scrivere romanzi autobiografici del genere.

      • P.L.
        venerdì, 8 Maggio 2020 alle 12:35 Rispondi

        In generale continuo ad essere così: tendo a scegliere l’opera di per se stessa, indipendentemente da vita, morte e miracoli dell’autore :)
        E in generale finisco i libri, anche quelli di persone con idee che non condivido o che trovo assurde. Spesso e volentieri, come hai detto tu, anche solo per curiosità.
        Ma l’ultimo caso che ho citato mi ha fatto scoprire che ho un limite: un autore di fantaSCIENZA, e anche di successo, convinto che Einstein sia stato un idiota e che la teoria della relatività sia frutto di un enorme complotto mi è sembrato decisamente troppo. :D

        • Daniele Imperi
          venerdì, 8 Maggio 2020 alle 12:38 Rispondi

          Ah, be’, se un autore se ne esce con assurdità del genere, allora neanche io mi leggo quello che scrive :)

  14. Fabio Amadei
    venerdì, 8 Maggio 2020 alle 12:22 Rispondi

    Un bel post, complimenti.
    Secondo me va sempre distinta l’opera di uno scrittore con le idee che esprime. Celine simpatizzava con il nazismo (anche se non è stato dimostrato) però il suo talento di scrittore è indiscutibile.
    Anche a me la Murgia ha fatto storcere il naso con le sue dichiarazioni e non penso che leggerò i suoi scritti. Non capisco perché certi autori debbano farci sapere quello che pensano in ambito politico. Sarà delirio di onnipotenza?
    La politica da noi è sempre stata una specie di tifoseria che ha creato e crea divisione e non confronto. A indignare è il clima di odio che si respira. Nella musica accade la stessa cosa con qualche eccezione. Ricordo un’intervista rilasciata da Gino Paoli a una radio che lamentava il clima di ostracismo che si respirava negli anni sessanta settanta nei confronti di Bruno Lauzi. Nonostante avessero idee politiche opposte loro due erano sempre rimasti amici rispettandosi a vicenda. Paoli prese le difese dell’amico protestando con i vari organizzatori che non lo facevano lavorare solo perché Lauzi non era allineato.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 8 Maggio 2020 alle 12:31 Rispondi

      Grazie. Su Celine qualcosa avevo letto, ma non sul nazismo.
      Più che delirio di onnipotenza secondo me è darsi un tono.
      La storia di Lauzi che citi è capitata a diversi personaggi del mondo dell’arte.

  15. Grazia Gironella
    sabato, 9 Maggio 2020 alle 21:25 Rispondi

    Il problema – se si tratta di un problema – è che con l’avvento dei social media in particolare il contatto con lo scrittore si è fatto troppo reale, come dici giustamente tu, perciò si finisce con il valutare superficialmente, per forza di cose, anche la persona, e non solo i suoi scritti. Di sicuro ci si può perdere qualcosa, ma è inevitabile. Io invece partecipo ai social così poco che non so niente di nessuno, così non ho problemi di questo tipo (ma ne ho altri, ovviamente). ;)

    • Daniele Imperi
      domenica, 10 Maggio 2020 alle 7:55 Rispondi

      Superficialmente? Non credo siano giudizi superficiali. Se uno scrittore si pone in un certo modo sui social, attaccando di continuo chi ha idee opposte alle sue e generando il tanto “odiato” odio, non si tratta di valutazioni superficiali, perché ti fai conoscere per quello che sei.
      A me che hai idee diverse dalle mie, finché non mi rompi le tasche per questo, non importa. Ma se hai quei comportamenti, io non sarò mai un tuo lettore.
      Che problemi hai a non frequentare i social?

  16. blade
    sabato, 23 Maggio 2020 alle 20:20 Rispondi

    bel post, o perlomeno bella questione. la mia risposta è semplice: non leggo gli autori in vita che non lasciano informazioni di contatto. Con le dovute eccezioni, naturalmente. Molti autori del passato tenevano in grande considerazione la posta dei loro lettori (qualcuno gli ha dedicato pesino un libro) e addirittura quelle dei critici.
    Sui classici la selezione è più complessa, ma deve essere applicata anche lì. Anche la fama di un classico d’altronde è frutto di una selezione che ha a che fare con l’indirizzo culturale dell’epoca in corso. Ci sono classici che sono banalità assolute, ma di questo guai a parlarne. un esempio? Il frankestein di mary shelley, e vi risparmio l’ efficace citazione fantozziana.

    • Daniele Imperi
      domenica, 24 Maggio 2020 alle 8:40 Rispondi

      Ciao, benvenuto nel blog. Non mi sembra una ragione valida per non leggere un autore. A me personalmente non interessa contattare un autore, ma del tempo libero proprio ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole.
      Già che poni delle eccezioni, poi, significa che per qualcuno accetti questo fatto. Perché?
      Quale sarebbe la banalità di Frankenstein? Se davvero fosse stato banale, la sua fama non sarebbe arrivata fino a noi.
      PS: se nel campo Sito ho comunicato di non scrivere nulla, se non si possiede appunto un sito, c’è un motivo valido. E il motivo è che tutto ciò che scrivi in quel campo si trasforma in un link attivo.

  17. blade
    martedì, 26 Maggio 2020 alle 6:32 Rispondi

    Mah! La risposta alla tua domanda è implicita nella questione iniziale. Il problema è nel criterio, a mio avviso. Una ragione personale chiude il confronto. ‘De gustibus’, si potrebbe laconicamente concludere e tagliare corto. Ma se pongo un criterio, per banale che possa sembrare, si apre un confronto , ci si scambiano conoscenze.
    Sul frankestein sarebbe sensato spiegare i motivi di un apprezzamento pregiudiziale, qual si pone nella spiegazione: ‘perché è arrivato fino a noi’. Discuterne (seriamente) aiuterebbe a capire tante cose.

  18. Rebecca Eriksson
    martedì, 2 Giugno 2020 alle 17:32 Rispondi

    Per quanto si possa essere lontani dal pensiero di D’Annunzio lo si può leggere giustificato dal periodo storico in cui è inserito. Un autore al giorno d’oggi che esprime con leggerezza o volgarità delle opinioni su argomenti sensibili è decisamente più sentito, proprio perché si è partecipi di questo momento storico.
    In un autore posso accetto una visione diversa dalla mia se mi da stimoli di riflessione, ma se si estremizza ad odio o volgarità lo escludo.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 3 Giugno 2020 alle 8:08 Rispondi

      Sugli autori di un tempo sono meno intransigente, forse proprio per via del periodo storico.
      Ma, estremismi a parte, su quelli di oggi faccio una cernita a prescindere se diano o meno spunti di riflessione. In genere dipende dall’atteggiamento che dimostrano verso le mie idee.

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