Come giudicare un libro?

Esistono criteri letterari per scegliere e criticare un libro?

Come giudicare un libro

Che cosa ci spinge a leggere un libro? I criteri soggettivi e oggettivi per giudicare un libro e l’assurdità delle recensioni di Amazon.

In un mercato editoriale quasi saturo di libri – in Italia nel 2017 ne sono stati pubblicati 70.159, cioè quasi 200 titoli al giorno (dati Istat del 27 dicembre 2018) – è sempre più difficile per un lettore trovare un buon libro da leggere e per uno scrittore riuscire a emergere con il proprio libro.

Giudicare un libro dalla copertina è infantile, anche se io l’ho fatto spesso. Devo dire che il più delle volte m’è andata bene, anche se da diverso tempo uso altri criteri per giudicare un libro, sia prima dell’acquisto sia dopo averlo letto.

Giudicare un libro: prima o dopo averlo letto?

Bella domanda. In teoria si dovrebbe giudicare dopo, ma decidendo di non comprare un libro – qualsiasi sia il motivo – non è in fondo darne un giudizio? Lo giudichiamo non adatto alle nostre letture, alla nostra personalità, alle nostre idee, ai nostri gusti, alle nostre simpatie, ecc.

Il lettore ha un’arma potente nelle mani: non usarle per pagare un libro. L’inazione che fa abbassare il numero di copie vendute da un autore. Contro quest’inazione nessuno può fare nulla.

Non riuscirete mai a farmi leggere un libro, se a me l’autore sta odiosamente antipatico, se tratta temi lontani anni luce dai miei valori. E, credo, sia così per tutti.

Sì, in un certo senso io giudico un libro prima di averlo letto: sono obbligato a farlo, perché devo spendere dei soldi e poi del tempo per leggerlo.

La (mia) prima impressione sul libro

Uso dei criteri soggettivi per giudicare un libro: i primi 4 entrano in gioco prima dell’acquisto, l’ultimo per forza dopo averlo letto.

  • Titolo: sì, ci sono titoli di libri che mi fanno desistere dal leggerli, come ho detto in passato. Il titolo è un elemento importante, perché è la prima cosa a esser letta. Il gusto del titolo è ovviamente soggettivo.
  • Copertina: se da una parte non si può giudicare un libro dalla copertina – perché non ha proprio senso – dall’altra la copertina è l’unico elemento visuale del libro, e può avere un impatto negativo nel lettore.
  • Autore: se uno scrittore mi ha appassionato, cerco altre sue opere da leggere, consapevole che qualcuna potrebbe non piacermi. Viceversa, se non sopporto un autore, mi basta leggere il suo nome per farmi allontanare dalle sue opere.
  • Prezzo: ci sono libri di 600 pagine a 18 euro e libri di 250 pagine a 25 euro, e non parlo di libri scientifici e illustrati. Che faccio se reputo troppo costoso un libro? Se ha avuto più edizioni, ne cerco una usata. Altrimenti decido sul momento: ne faccio a meno o faccio un sacrificio.
  • Errori: non riesco a dare 4 o 5 stelle a un libro che mostra almeno un errore di stampa per pagina. È un’edizione sciatta, non curata.

Giudicare un libro dalle recensioni su Amazon

Segnalo alcuni casi di recensioni pubblicate su Amazon, che fanno riflettere e che dovrebbero spingere un lettore a leggerle con molta cautela o, meglio, a non leggerle affatto.

Il mio libro (dopo tutto non m’è andata male)

Il mio libro sul blogging ha ricevuto tutte recensioni a 4 e 5 stelle (e spero siano tutte sincere), ma una a 3 stelle: la lettrice pensava fosse un manuale tecnico e così mi ha dato 3 stelle.

Non è scritto da nessuna parte che il libro è un manuale, ha sbagliato lei a comprarlo senza informarsi, ma quel voto, seppur positivo, ha abbassato la media.

Recensioni di fuoco

La colonna di fuoco di Ken Follett ha ricevuto il 25% di recensioni negative, ma molte sono critiche contro l’elevato prezzo dell’ebook o perché qualcuno ha ricevuto il libro danneggiato.

Perché recensire negativamente un libro danneggiato?

Mentre leggevo un romanzo della Sellerio, Il poliziotto che ride di Maj Sjöwall e Per Wahlöö, comprato quest’anno su Amazon, mi sono accorto che verso la fine era stata stampata la parte finale di un romanzo italiano!

Che fare? Le alternative erano 2:

  1. Mettere subito su Amazon una stella al libro, insultando Amazon, la Sellerio e il Governo che non controlla.
  2. Scrivere al supporto di Amazon, spiegando l’accaduto.

Nonostante fosse trascorso il tempo utile per la restituzione, un operatore del supporto mi ha telefonato dicendomi che mi avrebbero mandato subito una nuova copia, riprendendosi quella fallata. Inutile dire che il giorno dopo ho potuto continuare a leggere il mio libro.

E perché mettere 1 stella per via dell’alto prezzo dell’ebook? (Adesso è stato ribassato a 4,99 euro, ma credo che prima superasse i 16 euro). Non ti sta bene il prezzo? Non comprarlo. Prendi il cartaceo in biblioteca, se leggi ebook per risparmiare soldi e spazio.

L’uomo che è sulla bocca di tutti

Il libro che quest’anno ha fatto quasi scandalo – viviamo in un paese democratico, non dimentichiamolo mai – Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio di Chiara Giannini, ha ricevuto all’inizio su Amazon recensioni negative, a 1 stella. Certo, ci sta che un libro non possa piacere:

Da anni non riuscivo a sbloccare il mio blocco intestinale. Ora ho risolto il problema alla radice, lassativo fenomenale che offre in allegato la carta igienica.

Voi dite che è sincera, cioè pensate veramente che questa persona abbia letto il libro?

aiuta molto nei casi di stitichezza, consigliatissimo anche per accendere il fuoco.

Idem come sopra.

Oltre a queste recensioni semivolgari e pesanti ce n’erano, sempre fasulle, di spiritose ed educate. Risultato? 144 recensioni in totale, di cui il 91% positive (sì, magari qualcuna, al pari di quelle negative, potrebbe essere falsa, perché no?).

Che senso ha penalizzare per motivi politici un libro senza averlo letto? L’unico modo per penalizzare un libro è, strano a dirsi, non comprarlo.

È giusto non comprare e leggere libri di autori che hanno idee politiche e sociali diverse dalle nostre, lo faccio anche io. Ma mi limito a non leggere quei libri, non vado a penalizzarli perché gli autori mi sono indigesti.

Infantili comportamenti di neoautori

Uno dei libri del copywriter americano Bob Bly ha ricevuto 1 stella perché Bly s’è rifiutato di leggere il manoscritto a un tizio, che per ripicca, senza aver letto il libro, l’ha penalizzato su Amazon.

Inutile, per Bly, comunicare il fatto ad Amazon, chiedendo di cancellare quella recensione.

La politica (scorretta) di Amazon

Perché Amazon non cancella quelle recensioni? Perché le recensioni, positive o negative che siano, fanno emergere un libro. I numeri fanno gola. I numeri fanno vendere.

Che cosa dovrebbe fare un onesto negozio online? Permettere di pubblicare la recensione soltanto ai clienti che hanno acquistato quel prodotto e su quel negozio. Utopia.

Giudicare un libro dalle recensioni su Amazon? No, grazie.

Quanto funziona il passaparola?

Con me non funziona molto. Ho i miei gusti e sono molto selettivo. Per quanto possiamo essere amici e avere moltissimi gusti letterari in comune, non è sufficiente per me come metro di giudizio per comprare e leggere un libro.

Però ne tengo conto e vado a sbirciare la scheda del libro, ne leggo qualche brano in anteprima e poi decido se leggerlo o meno. In questi casi sono molto istintivo.

I criteri letterari per giudicare un libro

Esistono dei criteri oggettivi per giudicare un libro? Sì, sono criteri letterari e entrano in gioco dopo la lettura del libro, mai prima.

  • Trama: succede qualcosa nella storia? Io sono fissato con le storie a 3 o 5 atti, con il metodo “what if”. Una storia deve essere per me una sequenza di eventi, con un crescendo e una fine. Ho adorato storie con trame che si discostavano da queste caratteristiche, come per esempio Stoner di John Williams, ma erano storie che per la bravura dell’autore mi avevano preso. Storie che resteranno indimenticabili.
  • Stile: ci sono autori che mi restano in testa per il loro stile di scrittura, come Cormac McCarthy e Guido Morselli, ma anche il tanto nominato Stephen King. Autori che si riconoscono. Una storia deve avere anche una certa eleganza nella narrazione.
  • Ambientazione: è riconoscibile? O appena accennata? Ho fatto fatica a immaginare le scene? Il romanzo è eccessivamente descrittivo? Sono domande da porsi a fine lettura.
  • Personaggi: si dice che debbano essere tridimensionali, credibili, di spessore, ben calibrati anche. Mai dare troppo spazio a una comparsa e troppo poco a un protagonista, per esempio. Protagonista che deve cambiare (il classico arco di trasformazione del personaggio o viaggio dell’eroe). Devono essere coerenti con le loro azioni e idee.
  • Tema: c’è un tema conduttore nella storia, un’idea centrale su cui si sviluppa il romanzo? Il tema non è certamente obbligatorio: la storia può essere di intrattenimento, semplicemente.

La lettura è sempre personale

Questo è un dogma da tenere a mente. I promessi sposi sono un classico importante, soprattutto per la storia della letteratura italiana, ma può benissimo non piacere. È lecito. Dire che è scritto male o che Manzoni è uno scribacchino, significa solo essere ignoranti come capre.

A voi la parola: come giudicate un libro prima e dopo la lettura? Cosa vi spinge a leggerlo e quali elementi considerate per giudicarlo dopo averlo letto?

39 Commenti

  1. Marco
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 6:25 Rispondi

    Un libro lo giudico dal titolo (“Cavalli selvaggi” di Cormac McCarthy che richiama “Sentieri selvaggi” di Jon Ford). A volte anche dalla copertina.
    A me per esempio “Il giovane Holden” non è piaciuto, così come un sacco di altri titoli ritenuti importanti, oppure classici. Però riconosco che l’autore è riuscito a confezionare un’opera interessante, quindi è riuscito nel suo scopo. Stroncarlo perché “non mi piace” vuol dire non avere compreso che scrivere vuol dire creare qualcosa di interessante. Come punto di partenza.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:09 Rispondi

      Giudicavo anche io i libri da titolo e copertina un tempo, prima del web, adesso cerco diverse informazioni in più.
      “Il giovane Holden” non è piaciuto neanche a me.

  2. Rebecca Eriksson
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 7:07 Rispondi

    È bello ricevere nuovamente il tuo blog Daniele, bentornato dalla pausa estiva.
    Io ammetto di essere molto emotiva nella scelta: ad influenzarmi sono titolo e copertina in primis.
    Poi leggo la trama. Punto.
    Le recensioni le leggo solo alla fine, quando voglio confrontare la mia opinione con altri.
    Solo in rare occasioni le leggo per l’acquisto, quando magari un titolo è di tendenza ma a me non convince: cerco però quei messaggi su stile e contenuti.
    Difficilmente cerco recensioni su Amazon, in genere lo faccio su anobii.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:10 Rispondi

      Grazie Rebecca. Preferisco non leggere la trama, altrimenti so troppo della storia, ma più o meno di cosa parla sì.

  3. Francesca
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 9:15 Rispondi

    Sono d’accordo quasi su tutto.
    L’immagine di copertina, tuttavia, può funzionare anche come “specchietto per le allodole”: ovviamente viene scelta per attirare l’attenzione di un potenziale lettore. Certe sono proprio brutte, ma, per esempio, ho una schifossima (esteticamente) edizione di Un dramma borghese di Morselli, anche perché i suoi libri non sono poi così facili da trovare, o almeno non lo erano quando l’ho comprato e letto io.
    Condivido l’opinione negativa delle recensioni su Amazon e del passaparola: non li tengo nella minima considerazione. Anzi, perfino io ho difficoltà ad espormi con un parere o un invito a leggere un libro, e a regalarlo, perché mi dico: se gli piace molto, probabilmente lo ha già letto, se non gli piace… vabbè, lo riciclerà (poco male).
    A proposito del crescendo e della fine: tutti i racconti di Cechov sono privi del finale, eppure la raccolta mi ha cambiato la vita. Certo, bisogna avere un grande talento, e lui lo aveva.
    Sullo stile, non punto tanto sull’eleganza quanto sulla sobrietà e la schiettezza: i miei stili preferiti sono quelli di Primo Levi, Joseph Roth, Heinrich Böll, Flannery O’Connor…
    Quanto a I promessi sposi, avendo fatto studi di linguistica, mi spiace che nelle scuole sia proposto in modo noioso perché è decisivo per la storia della lingua italiana. Personalmente, ho preferito I Viceré.
    Criteri: “da un libro all’altro”, cioè spesso mi baso sui libri citati dagli autori che leggo; recensioni di giornalisti di cui mi fido, che magari scrivono nei supplementi letterari dei giornali; libri “spiegati bene” da persone serie che circolano nella blogosfera.
    Grazie per il bell’articolo (lo condividerò nel mio blog) e buon lavoro!
    Francesca

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:13 Rispondi

      Io ho l’edizione della Adelphi del romanzo “Un dramma borghese”, quella arancione con un dipinto.
      “I Viceré” l’ho preso da poco, ma ancora devo leggerlo.
      Anche io tendo a cercare libri citati in altri libri.

  4. Corrado S. Magro
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 10:00 Rispondi

    Considerazioni ponderate. Un aiuto alla scelta può fornirlo l’incipit se disponbile ma senza lasciarsi abbagliare. Le recensioni? Certo. Quante di esse, sebbene soggettive, restano valide per chi legge? Esempio: Un saggio ‘D’AUTORE’ (prezzo 25 Euro) sul subcosciente, giudicato dal “Financial Times” uno dei migliori del 2017 e recensito positivamente da ‘professionisti’. A mio parere (non sono affatto un prof.) una ca…ta. Unico pregio: argomenti noti e presenti ovunque, che l’autore si è data la briga di mettere insieme. La mia recensione: Ostinato a trovarvi qualcosa di nuovo, lette le prime100 delle 370 pagine, l’ho messo da parte.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:15 Rispondi

      Quando è possibile leggo sempre l’incipit.
      È capitato anche a me di prendere dei libri famosi e ben recensiti e restarci poi male…

  5. Francesca
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 10:47 Rispondi

    Pardon, dimenticavo un applauso sulla questione degli errori, ma qui c’è un problema (poco valutato perché “costoso”) di editing. Il correttore di bozze non è un editor! Dovrebbero essere persone diverse, o se ce n’è una sola che svolge entrambi i compiti dev’essere molto brava!
    Sono urticanti specialmente nei libri tradotti, quando uno conosce bene la lingua di partenza, non si raccapezza con qualche frase e sta lì a spaccarsi le meningi per immaginare come fosse nell’originale.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:16 Rispondi

      Sì, dovrebbero essere persone diverse. Uno fa editing e uno la correzione delle bozze.

  6. Emilia Chiodini
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 10:48 Rispondi

    Ciò che mi guida nella scelta di un libro è anzitutto la conoscenza dell’autore, cioè deve essere uno scrittore, simpatico o meno, che abbia ricevuto un premio letterario. Se poi quando leggo il suo romanzo o saggio non mi piace, soffro di crisi di coscienza. Lo rileggo un’altra volta prima di esprimere un giudizio negativo. Mi dico: se il libro è stato premiato, com’è possibile che non mi piaccia? A volte scopro che non sempre sono nello stato d’animo sereno per giudicare un testo, oppure non sono sufficientemente preparata per apprezzarlo fino in fondo. Ciò mi è successo recentemente con il romanzo che ha vinto il premio Strega. Però non oso esprimermi, riprenderò a leggerlo di nuovo a governo approvato.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:18 Rispondi

      Leggi solo autori che conosci?
      Per me, invece, la vincita di premi letterari non conta nulla, a meno di essere stato io l’unico giurato a votare quel libro :D
      Non c’entra nulla che sia stato premiato: ha vinto il premio in base ai gusti dei giurati, non in base ai tuoi.
      Che c’entra il governo con il premio Strega? :|

  7. Grazia Gironella
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 10:58 Rispondi

    Se devo acquistare, a volte spendo un certo tempo a… valutare le valutazioni altrui, altre volte le ignoro. Non lego la storia al suo autore, anzi, di lui/lei mi interesso pochissimo, perciò la simpatia non gioca un ruolo nella mia scelta. Se invece prendo a prestito dalla biblioteca, mi lascio ispirare da qualunque cosa: copertina, titolo, argomento, scaffale. Lo considero un ambiente ideale per osare con libri che sennò giammai comprerei. La mia impressione finale è istintiva, e resta tale anche dopo che ho analizzato i perché e i percome, per interesse professionale. Ci sono libri che mi sono piaciuti nonostante difetti macroscopici, altri in teoria meravigliosi che non mi hanno detto nulla. Immagino sia normale.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:19 Rispondi

      Io invece prendo sempre informazioni sugli autori. Però l’istinto, come te, conta molto.

  8. Croce alù
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 11:00 Rispondi

    Il primo impatto con il libro è sicuramente il titolo, oltre che la copertina, ma ritengo non bisogna farsi trasportare tanto da questi riferimenti. Personalmente mi piace valutare se acquistare o no dall’incipit o dallo stile di scrittura. Tengo molto in considerazione anche autore e temi da lui trattati in altri libri. Non tengo in considerazione delle recensioni, che sono molto soggettive.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:22 Rispondi

      Ciao Croce Alù, benvenuta nel blog. Titolo, copertina, stile e incipit: direi che sono 4 elementi decisivi nella scelta del libro. Poi l’autore e i temi.

  9. Fabio Amadei
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 12:11 Rispondi

    Se non “frequento” un certo scrittore (nel senso che mi è sconosciuto) mi procuro una sua opera in biblioteca. Se poi mi piace il suo stile compro in libreria (mio cognato è libraio) uno dei suoi libri più recenti. In questo modo vado a colpo sicuro e do una mano a mio cognato contribuendo a sbollire la sua rabbia contro la grande distribuzione, Amazon, e lo Stato che non aiuta il settore.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 13:23 Rispondi

      Il tuo metodo è buono, valuti gratuitamente autore e libro. E aiuti una libreria a tirare avanti :D

  10. Ferruccio Gianola
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:32 Rispondi

    Di Hemingway ho letto Fiesta, mi era piaciuto e ho comprato i racconti. Mi piacquero e ho comprato e letto tutto il resto. Per assonanza ho letto quasi tutti i libri degli scrittori che avevano a che fare con Hemingway… Ho cominciato a leggere McCarthy perché da qualche parte qualcuno lo aveva paragonato a Hemingway e con McCarthy è iniziato lo stesso meccanismo che uso con Hemingway. A volte leggo certi scrittori perché mi colpisce una frase che hanno scritto. Solitamente non mi faccio condizionare da copertine e recensioni

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:39 Rispondi

      Di Hemingway ho letto solo “Il vecchio e il mare” e non m’è piaciuto, ma non ci ho visto nulla di McCarthy, di cui ho letto tutto. Magari gli altri romanzi di Hemingway sono diversi.

      • Ferruccio Gianola
        giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:50 Rispondi

        Be’ il vecchio e il mare e tra quelli che meno preferisco di Hemingway (molto furbetto e architettato come libro). Le assonanze che anch’io vedo, più che nelle storie, sono nelle descrizioni naturalistiche e nella visione oggettiva che hanno i personaggi. I ragazzi presenti nella trilogia della pianura sembrano in molti versi il Nick Adams di Hemingway. Certe sensazioni provate leggendo Per chi suona la campana le ho rivissute leggendo MCCarthy

        • Daniele Imperi
          giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:51 Rispondi

          “Per chi suona la campana” in effetti mi incuriosisce, magari prima o poi…

  11. Emanuela
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:08 Rispondi

    Sulla questione recensioni Amazon, penso che ogni autore prima o poi incappi in qualcuno che mette una stellina “tanto per” o perché ce l’ha a morte con l’autore, con questioni tipo il prezzo troppo alto. Non sono vere recensioni e store come Amazon dovrebbero adottare una selezione più restrittiva. Ma tant’è.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 15:23 Rispondi

      Lo penso anch’io. I lettori dovrebbero capire come funzionano queste recensioni, ma basta leggerle per scoprire quelle false da quelle vere.

  12. Emilia Chiodini
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 16:05 Rispondi

    I gusti sono gusti, ma non penso che si possa giudicare la qualità di un libro come si giudica quella di un boccale di birra. La giuria di un premio letterario è composta da esperti che masticano bene la materia e sono in grado di indirizzare il lettore a discernere tra ciò che vale e ciò che è spazzatura. Mi fido di loro e non dei pareri rilasciati da certi lettori di Amazon che scrivono di pancia e in base all’estro del momento.
    L’accenno al governo non è casuale perché il libro di cui parlo ha sollevato un polverone in quanto adombrava la figura di un politico ora non più in carica.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 5 Settembre 2019 alle 16:10 Rispondi

      Sì, sono esperti, ma questo non significa che i libri che premiano debbano piacere a tutti.
      Parli dell’ultimo Premio Strega?

  13. Emilia Chiodini
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 16:53 Rispondi

    Indovinato.

  14. Monica
    giovedì, 5 Settembre 2019 alle 23:46 Rispondi

    Salve, io un libro lo giudico dopo averlo letto.
    La scelta invece avviene leggendo il titolo per primo e poi la copertina, restando comunque nei generi che preferisco.
    Saluti Monica.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 6 Settembre 2019 alle 7:03 Rispondi

      Ciao Monica, benvenuta nel blog. In pratica è come opero io: titolo e copertina ((questa non sempre, perché potrebbe essere anonima, come nei classici o in alcuni tascabili) e generi che normalmente leggo.

  15. Lucia
    sabato, 7 Settembre 2019 alle 14:23 Rispondi

    Se devo acquistare un libro la prima cosa che guardo è la trama. Deve rientrare nei miei canoni di scelta. Non mi interessa né il titolo né la copertina. Sono due elementi di cui mi scorderò subito ma la trama resterà nei miei ricordi.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 9 Settembre 2019 alle 8:23 Rispondi

      La trama, se resta nelle linee generali e non svela troppo, è la prima cosa che guardo. Il titolo però resta importante, perché alcuni titoli mi allontanano proprio dalla storia.

  16. Barbara
    mercoledì, 11 Settembre 2019 alle 17:01 Rispondi

    Passaparola, ma solo dalle persone di cui mi fido. Non sono nemmeno più tanto restrittiva sui generi: non volevo leggere romanzi storici e mi sono ritrovata dentro la saga di Outlander, e quest’estate ho iniziato anche con la fantascienza (The Martian).
    Altrimenti: titolo-autore-copertina come primo istante, poi la trama, e infine vado a sbirciare le recensioni proprio di Amazon. Tolgo quelle fasulle (e ho scritto un post su come riconoscerle) e vado a leggermi quelle valide. Se però c’è un numero altisonante di recensioni fasulle, che suonano di recensioni di vendetta, sono capace di leggerlo in nome del mio spirito di ribellione. :D
    Però ho sempre la sensazione che siano i libri a scegliere me… ;)

  17. Daniele Imperi
    giovedì, 12 Settembre 2019 alle 7:00 Rispondi

    Fidarsi è una cosa e avere gli stessi gusti un’altra, per me.
    Titolo, autore, copertina sono in quest’ordine i fattori che influenzano anche me. Mi cerco il tuo post sulle recensioni di Amazon.

  18. Nani
    giovedì, 19 Settembre 2019 alle 7:42 Rispondi

    Ciao, Daniele!
    Sara’ che sto invecchiando o forse che ho bisogno di evasione spicciola in questo periodo, ma ho notato in me un processo di selezione che in altri momenti della mia vita avrei trovato indecenti.
    Naturalmente il tempo e’ poco, la scelta e’ enorme e la pazienza di stare a spulciare librerie e cataloghi e’ pari a zero. Io leggo prevalentemente su Kindle, quindi la copertina vale e non vale come criterio di scelta. La trama si’, puo’ farmi incuriosire, ma per gli ultimi romanzi ho davvero usato un metodo becero.
    Per i romanzi di The Raven Boys di Maggie Stiegfater (perdonate se lo spelling non e’ corretto, ma con un nome del genere…), sono andata a sbirciare sull’account Instagram di una scrittrice che seguo di tanto in tanto sulla scia di un sentimento piuttosto adolescenziale, Holly Black. In una foto mostrava tre libri che voleva leggersi come ricompensa per aver finito la prima stesura di un romanzo. Io ho scelto tra i tre quello che ho trovato disponibile sul Kindle senza spendere troppo e ho divorato tutta la serie, rileggendola subito dopo. Sceglierei mille volte ancora di leggerlo, perche’ nonostante la trama un po’ stramba (degli adolescenti sono alla ricerca di un fantomatico e fatato re scozzese vecchio di secoli presumibilmente addormentato da qualche parte sotto terra che puo’ realizzare i desideri di chi lo risveglia, il tutto accompagnato da veggenti e ragazzi i cui sogni si avverano davvero), la storia e’ convincente! Come hai detto tu: i personaggi, per quanto assurda la storia, sono veri, tridimensionali e credibili in ogni sfaccettatura del loro carattere, della loro storia familiare, delle loro avventure. E come per Stephen King, si sente quel particolare gusto, odore, sensazione proprio dell’autrice.
    L’altro libro che ho divorato e che, se non fossi impegnata con altre cose, rileggerei anche adesso, lo sono andata a pescare dopo aver visto il film, con l’idea che il film era carino, il libro doveva essere mille volte meglio. Deduzione che di solito i film non mi ispirano. Al contrario, soffro di un certo preconcetto per cui la visione prima della lettura rovina irreparabilmente la lettura. Anche questo e’ un libro per giovani adulti: Hanger games.
    Inutile dire che conto di comprarli entrambi cartacei appena possibile.
    Nonostante l’entusiasmo per questi libri, ad essere sincera sono titubante a prendere altri volumi delle loro autrici. E’ come se una parte di me fosse sicura di non poter rivivere le stesse emozioni in altre storie di altri personaggi, seppur dello stesso autore, e quindi non valesse nemmeno la pena tentare.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 19 Settembre 2019 alle 8:04 Rispondi

      Ciao Nani, più o meno sto anche io nelle stesse condizioni.
      Di Holly Black ho letto i romanzi delle cronache di Spiderwick.
      La trilogia di Hunger Games non m’è piaciuta, romanzi e film sono uno più uguale dell’altro. Ma peggio di tutti è Maze runner, scritto coi piedi.

      • Nani
        giovedì, 19 Settembre 2019 alle 8:55 Rispondi

        Davvero Hunger games non ti e’ piaciuto?
        Io l’ho trovato parecchio audace. La voce narrante in prima persona, e per di piu’ al presente, e’ una scelta molto rischiosa, soprattutto perche’ la protagonista non e’ proprio un esempio di finezza intellettuale o empatia. Eppure l’autrice riesce a far comprendere benissimo le motivazioni degli altri personaggi, anche quando la stessa protagonista non ci arriva. E’ come se la protagonista fosse una lente distorta e l’autrice riuscisse, nonostante la distorsione, a far vedere e interpretare al lettore esattamente quello che deve essere visto e compreso.
        E come sempre, parlare con te mi ha fatto mettere a fuoco delle sensazioni che avevo sul romanzo che pero’ non riuscivo ad afferrare del tutto. :D

        • Daniele Imperi
          giovedì, 19 Settembre 2019 alle 9:02 Rispondi

          No, perché appunto sono 3 romanzi tutti uguali. Non mi ha lasciato nulla. Poteva scrivere un unico romanzo di 6-700 pagine, anziché fare la solita trilogia commerciale.

  19. luisa
    sabato, 28 Settembre 2019 alle 13:44 Rispondi

    Cosa ci spinge… ma soprattutto si riesce sempre a terminarlo? Un buon libro dovrebbe farci venire la voglia(anche ai più svogliati) di girare pagina fino alla fine del libro o no?
    alcuni sono ben scritti e il libro lo finisci di leggere, però l’autore scrive storie che ti fanno cancellare il suo nome dagli acquisti futuri

    • Daniele Imperi
      lunedì, 30 Settembre 2019 alle 7:01 Rispondi

      Qualche volta sono costretto ad abbandonare un libro se proprio non riesco a finirlo, perché mi annoia. Ma è una questione soggettiva, perché quello stesso libro magari è considerato un capolavoro da altri.
      Perché ti cancellare il suo nome dai prossimi acquisti, se il libro di quell’autore è scritto bene?

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