Il successo nel blogging non può arrivare nei primi giorni di vita del blog né nei primi mesi. Come in ogni campo occorre tempo. Ma il tempo non è l’unico fattore in gioco, anzi è soltanto un sistema di misura che determina una serie di passi da seguire.
Per quanto un professionista possa essere autorevole nel suo campo, non potrà esserlo come blogger appena lancia il suo blog. In quel caso è solo un blogger alle prime armi. Non sa nulla di comunicazione online, di come funzionano i motori di ricerca, delle regole di scrittura per il web.
In questo articolo ho provato a definire un iter che ogni blogger segue o dovrebbe seguire, più o meno consapevolmente.
Cultura di base
Si parte sempre dall’inizio. Gestire un blog significa scrivere contenuti di valore e questo implica alcune conoscenze acquisite precedentemente. Scrivere significa avere innanzitutto una perfetta padronanza della lingua italiana e delle regole grammaticali.
Non è scontato, dal momento che continuo a trovare blog di professionisti zeppi di errori di ogni genere. E parlo di laureati, anche.
Formazione
Scrivere per il web non significa aprire un blog e iniziare a pubblicare quello che ci passa per la testa. Se si decide di aprire un blog per ottenere un seguito – sia dal punto di vista professionale sia amatoriale – bisogna allora saper scrivere per il web.
Occorre una formazione. Chi decide di aprire un suo blog deve esser formato da professionisti della comunicazione digitale. Soltanto allora potrà avere le giuste conoscenze che gli permetteranno di scrivere correttamente online.
Quello che ancora molti non capiscono è che scrivere per il web non è come parlare, come scrivere su un diario, su una rivista. Il web ha altre dinamiche, il web si regge su macchine, la ricerca di informazioni avviene per mezzo di strumenti.
La lettura online non avviene con le stesse modalità seguite per la lettura di un libro. I lettori online sono diversi dai lettori di libri, pur essendo le stesse persone.
Ne consegue che bisogna scrivere seguendo e rispettando le regole che il web ci impone. E sono regole che ci permettono di emergere, di farci trovare, di farci leggere e capire. Di interagire. Di ottenere successo, di aumentare il fatturato.
Esperienza
L’esperienza del blogger nel proprio campo unita all’esperienza del blogger nella gestione dei contenuti del suo blog. Sono due esperienze imprescindibili una dall’altra. Online, con una sola di queste due esperienze, non si va da nessuna parte, non si emerge.
Il web è una seconda realtà. Per essere un professionista nel mondo reale occorre una buona esperienza di lavoro, così come per essere riconosciuto come professionista online occorre una buona esperienza online.
Non è più possibile, oggi che esiste il web, considerarsi esterni al web, se si vogliono ottenere successi e risultati. E acquisire esperienza online significa scrivere ogni giorno, scrivere contenuti che dimostrino il nostro valore.
Il web è come un esame. L’esperienza ci ha formato nella realtà quotidiana, ma online questa esperienza non basta, perché siamo perfetti sconosciuti in un mare di altri professionisti. Dobbiamo emergere, farci notare, affinché sia riconosciuto il nostro valore.
E per farsi notare online c’è solo un modo: scrivere. E scrivere tanto e ogni giorno.
Competenza
Scrivere per un blog ci permette di mostrare ai lettori la nostra competenza. Ma come? Come si è competenti online? Come mettere in pratica la nostra esperienza reale per essere riconosciuti come professionisti online?
- Scrivendo articoli che risolvono problemi.
- Scrivendo articoli che stimolino discussioni e dibattiti.
- Scrivendo articoli che facciano riflettere.
- Scrivendo articoli unici.
- Scrivendo articoli innovativi.
- Scrivendo articoli chiari ed esaustivi.
- Scrivendo articoli che coinvolgano i lettori.
È grazie alla scrittura di contenuti che il pubblico riconoscerà la nostra competenza. È grazie alla nostra presenza sui social media – in cui continuiamo a scrivere – che il pubblico capirà quanto valiamo. È grazie ai commenti che scriviamo in altri blog che i nostri colleghi o concorrenti ci apprezzeranno. È grazie a guest post e interventi in forum che gli altri sapranno chi siamo e cosa siamo in grado di fare.
La competenza online si misura con la scrittura.
Autorevolezza
Cultura di base e formazione per partire. Esperienza e competenza per continuare. Insieme, questi quattro concetti ci permettono di essere autorevoli. Misurano la nostra autorevolezza online.
Scrivere come un blogger autorevole comporta dunque studio ed esercizio – e questo richiede ovviamente tempo – ma alla fine porterà a risultati. Chi pensa di aprire un blog e sfondare nel primo mese, senza aver seguito questo iter, è meglio che lasci perdere.
Non si è autorevoli in nessun campo in breve tempo. E online essere un blogger autorevole significa aver scritto contenuti ogni giorno per mesi e mesi. Soltanto così il blogger sarà visto come una figura autorevole.
Massimo Vaj
A che serve essere autorevoli se quella autorevolezza è fondata sul culto di sé e non sulla verità dei fatti? Autorevole significa essere d’esempio attraverso gli atti della propria vita, non saper girare la frittata con tante belle parole messe ordinatamente in fila tra loro.
Luciana
Io credo che l’autorevolezza dipenda dallo scopo del blog: un esempio è Chiara Ferragni che ha messo la sua immagine al primo posto e ora è un’autorevole blogger di moda. Se si vuole informare invece tramite il blog bisogna scrivere tanto e bene, mettendo le regole del web al servizio della creatività, anche perchè secondo me ci vuole il giusto compromesso. Si vede la differenza fra un articolo impostato sulle regole SEO, indicizzato certo, ma molto spesso noioso, e un articolo che le segue ma non troppo, lasciando spazio a piccole divagazioni, ironia, riflessione e per me più accattivante.
Daniele Imperi
Concordo sullo scopo del blog, ma non è detto che un post che segue la SEO sia noioso. Puoi divagare e riflettere senza allontanarti dal tema del post. Sono invece noiosi quei post che divagano troppo, perché fanno perdere tempo al lettore.
Grazie per avermi ispirato un post
Alessandro C.
condivido al 100%
ben apfel
Non credo che il termine autorevolezza possa fondarsi sulla “verità” soprattutto dal momento che viviemo in un mondo complesso, in cui la “verità” è molteplice.
Nel mondo complesso cose come l’autorevolezza possono appartenere a persone che non ci piacciano, o di cui non condividiamo i modi di fare, di essere, di vestire, dormire, ecc.
Se un fan del cinema di chaplin smettesse di apprezzarne la grandezza artistico dopo aver scoperto che chplin era un uomo violento. Quel fan sarebbe un individio potremmo dire senza tema di smetite che quel fan, come minimo, ha le idee confuse sul cinema. Che di certo, quel fan, non ha alcuna autorevolezza quando si tratta di giudicare oggettivamente qualcosa. Inoltre la sua strana maniera di esprimere un atteggiamento “molare” non ci garantisce in nessun modo di trovarci dinnanzi a un uomo piacevole, gentile, equlibrato, in gamba, sereno…ecc.
Dunque sapendo che “verità” è un termine sintetico da utilizzare in ambiti astratti. E che non esiste, nel mondo complesso, se non nella sua “umana” e inevitabile molteplicità. Che senso ha parlare di “verità”?
Daniele Imperi
Non ho capito sinceramente il discorso della verità applicato all’autorevolezza. A me piace comunque considerare una persona nel suo complesso.
Daniele Imperi
Il culto di sé non ci deve mai essere.
Ivano
Tutti ottimi consigli. Col tempo e il lavoro i risultati arrivano. Ciao Daniele!
Cristiana Tumedei
Ecco, qui il discorso si complica Imperi. E non poco
Se parliamo di autorevolezza facciamo riferimento al modo in cui veniamo percepiti. Dunque, come blogger, non è solo una questione di scrittura. Certo, scrivere bene è il prerequisito essenziale per chi apre uno spazio web di questo genere. Tuttavia sono piuttosto convinta che la competenza online non si misuri solo – o principalmente – attraverso la scrittura.
Mi spiego: tu scrivi “Cultura di base e formazione per partire. Esperienza e competenza per continuare”. Quattro pilastri che permettono al blogger di emergere e di attestare la sua autorevolezza. Posso dirti la mia? Questi sono quattro step che ti permettono di utilizzare lo strumento blog come canale di comunicazione in maniera efficace. Per essere autorevoli, però, non bastano.
Io credo che per avere autorità (questo il significato dato al termine dal dizionario Treccani: “Stima, credito di cui un individuo gode (per età, virtù, scienza, ingegno, ecc., o per particolare competenza in qualche professione o disciplina) nel far fede, consigliare, guidare, proporre”.) sia necessario comunicare. Non posso limitarmi a scrivere bene, seguendo le regole della grammatica italiana e rispettando le logiche della rete, e a fare esperienza mostrando le mie competenze.
Insomma, il web è pieno di blogger che ti dicono come fare, che fanno sfoggio delle loro conoscenze. Secondo me – e qui concludo – l’autorevolezza di un blogger passa attraverso il suo modo di comunicare: il solo a permettergli di ottenere la fiducia e la stima necessaria per essere ascoltato e seguito dai lettori.
Se blogghi senza comunicare i tuoi scritti saranno sì letti, ma quanti ti reputeranno autorevole? Se ti dimostro di essere brava nel mio mestiere basta affinché tu mi accordi fiducia? Lascio a te la risposta
Cristiana Tumedei
Ecco, mi rispondo da sola ché ho dimenticato un passaggio
Dunque, dobbiamo anche definire l’idea dello sfondare nel blogging secondo me. Essere autorevoli e avere un buon seguito non vanno necessariamente di pari passo.
Vedi, in molti pensano che la qualità di un comunicatore digitale passi attraverso il numero di lettori o di followers sui social. No, mi spiace ma non è così. Il blogger autorevole, a parer mio ovvio, è quello che ha un’influenza elevata sul suo seguito. Un po’ come l’ABC del social media marketing o della comunicazione in genere
Ecco, se il mio blog fa 500 visite al giorno, ma poi la mia autorevolezza (ovvero la mia capacità d’influenzare gli altri, non nelle scelte ben inteso, ma semplicemente nella riflessione o nell’azione) è limitata, allora ho sfondato solo a metà.
Personalmente preferisco pensare che l’autorevolezza dipenda da altri fattori. Per esempio dai confronti che nascono con i lettori, dai commenti, dalle interazioni. Ecco, poniamo un caso concreto: se sui social si discute di un tema di cui mi occupo e vengo chiamata in causa per dare la mia opinione a riguardo, allora capisco che chi mi ha interpellata vuole sapere come la penso. Ergo, ha stima di me e mi reputa autorevole.
E sai cosa, Imperi? Se ci pensiamo bene non è nemmeno detto che l’autorevolezza si conquisti solo nel lungo periodo. Certo, si tratta di un percorso in divenire, ma se il mio carisma – unito alle mie competenze, alla preparazione, e a quel bagaglio di caratteristiche/qualità/doti che mi contraddistinguono – è convincente, cioè se esiste, potrebbe volerci anche meno tempo del previsto. Tu cosa ne pensi?
Qui, secondo me, sarebbe curioso far intervenire Andrea Girardi. Avere la sua opinione circa autorevolezza, carisma e comunicazione digitale. Non trovi?
Daniele Imperi
Ti rispondo al volo causa connessione
È giusto che non basta solo la scrittura per misurare la competenza, ma è di sicuro un mezzo.
Non parlo poi di autorità ma di autorevolezza.
Ok su quanto dici sulla comunicazione. Concordo anche sui soliti numeri dei fan.
Riguardo al tempo, parlo di tempi tecnici. Se nessuno ti conosce e apri un blog, dubito che sarai autorevole in 2 mesi.
andrea
Ok. Daniele, il tuo articolo mi piace, lo sai. La mia domanda è: ma formazione e competenza a cosa si riferiscono?
Alla conoscenza approfondita dell’argomento che si vuol trattare? Se le cose stanno cosí sposo la tua posizione.
E sono sicuro che conoscere la propria lingua e le sue regole, conoscere la tecnica per scrivere sul web, imparare come ottimizzare un sito in base alla SEO, siano cose importanti che permettono di migliorare notevolmente i risultati.ma sai cosa mi piace moltissimo? Il titolo, Daniele. “Scrivere COME un blogger autorevole”.
“COME”
È diverso da essere autorevole. È un buon modo per rendere la strada un pochino più veloce.
L’autorevolezza peró la conquisti non tanto con delle regole. Fisse, quanto con tanta competenza nell’argomente che tratti, ma al punto di poter sostenere ed in caso contestare, una discussione con un guru del settore. E magari anche essere in grado di portarlo a sposare la tua tesi pur essendo in aperto contrasto con la tua.
Questo è il livello di competenza richiesto.
Quanto al numero di articoli ed al tempo necessario mi sento di contestarti inparte.
Non è questione di quanti. Articoli scrivi al giorno. Questa è strategia. Per alcuni puó andare bene, per altri no.
Anche scrivere pochi articoli alla settimana, ma con una cadenza precisa, puó essere un’ottima strategia per rendersi preziosi .
Tanti contenuti continui possono anche far perdere la percezione del loro valore, mentre un numero inferiore puo essere un buon modo di valorizzarli.
Scrivere ogni giorno, se conosci l’argomento, è uno scherzo. Personalmente potrei scriverne 3 al giorno di articoli, ma quanto questo sarebbe utile per me?
E poi c’è un’altra cosa che contribuisce alla tua autorevolezza: il modo in cui ti rapporti con gli altri sui social.
Se hai una personalità carismatica, puoi traghettare un numero infinito verso i tuoi contenuti che saranno percepiti come autorevoli più di quanto tui stesso ritenga. Ma solo se attrai per la tua personalità , non se chiedi, ma se attrai.
E nessuna regola grammaticale, o matematica, nessun algoritmo sarà mai altrettanto forte quanto la tua personalità. Se trasmetti quello che sei oltre a quello che sai, i tempi si accorciano e i risultati arrivano. Per esperienza personale, posso dirti che io, con pochi followers, con solo un profilo su tw, perchè gli altri li ho appena aperti, e con un blog, in 2 mesi ho monetizzato tramite la rete. E non ho grafica, seo, piano editoriale e così via. Questo non signifioca che. Non abbia intenzione di usarli per migliorarmi, e per migliorare i risultati, ma solo che è stato con il mio atteggiamento e le mie conoscenze specifiche sull’argomento che tratto a fare la differenza. O comunque ad aiutarmi ad avere dei risultati concreti.
Scusate la scrittura, ma sono con un cellulare e la connessione ballerina.
Cristiana Tumedei
Ciao Andre,
Volevo ringraziarti per aver risposto alla chiamata su Twitter
Sono pienamente d’accordo con te. La personalità e il carisma di un comunicatore digitale sono fondamentali per decretare la sua autorevolezza.
Tu parli giustamente di competenza nel settore di cui tratti. Ecco, è proprio questo il punto: competenza, personalità e carisma. Senza dimenticare le regole di base che sono quelle che ti permettono di aumentare, di migliorare, la tua efficacia.
A questo punto, però, mi viene spontaneo porti una domanda (se avrai voglia e modo di rispondere, chiaro). Secondo te tutti possiamo diventare blogger autorevoli, oppure solo chi è davvero dotato di personalità?
Basta scrivere bene, essere competenti in materia e dimostrarlo per ottenere fiducia e stima? E nel caso in cui fossimo carenti di personalità/carisma, è possibile ottenerli?
Grazie ancora, Andre!
Ah, dimenticavo: ottime le tue considerazioni sulla frequenza di pubblicazione. Le condivido in pieno
Aandrea
Cristiana tutti hanno una personalitá unica e per questo interessante, in qualche modo attraente. Se peró ti nascondi, se sei troppo tecnico e poco umano, funzioni poco. Sono sicuro che Daniele puó farti decine di esempi di come un libro possa essere scritto in poco tempo in modo ineccepibile, ma che poi valga poco perché manca l’anima dello scrittore. Se scrivi come lo farebbe un calcolatore nessuno potrá mai contestarti, ma nessuno vorrá leggerti spesso.
Cristiana Tumedei
Giusto!
Metterci se stessi è la chiave
Grazie ancora, Andrea!
Daniele Imperi
Concordo. Apprezzo blogger che mostrano il lato umano, ovviamente se rispecchia i miei valori.
Daniele Imperi
Formazione e esperienza sono riferite sia alla propria attività sia al blogging.
Certo, la frequenza dipende dal tipo di blog che hai. Scrivere ogni giorno non significa per me pubblicare ogni giorno.
La personalità è importante, concordo. Io infatti, come molti mi hanno detto, “non mi so vendere”. Ma se per vendere devo cambiare me stesso, recitare una parte, essere diverso da ciò che sono, allora preferisco non vendere.
andrea
Il non sapersi vendere non ha a che fare con la personalità. Se reciti non funzioni. Più una questione di competenze di vendita. Se qualcuno ti ha detto che devi cambiare modo di essere per vendere… beh no: non funzionerebbe. Ricordi il mio articolo sull’essere sè stessi? Ecco: é la prima cosa; la più importante.
Daniele Imperi
Vero, non ho competenze di vendita. A me hanno detto solo che non mi so vendere.
Il 99% dei preventivi che mando resta senza risposta. Idem per le email di chiarimenti sulle richieste di preventivo.
C’è un problema di fondo
MikiMoz
Bell’articolo (come sempre), però non punto all’autorevolezza… in bocca al lupo per chi deve intraprendere questa strada, dunque^^
Moz-
Daniele Imperi
Grazie
Ovviamente mi riferisco a blog aperti a scopo professionale. Ma puoi diventare autorevole anche in un blog come il tuo: calcola che sei il leader dei post-orgia LOL
MikiMoz
Ahaha, magari lancio una moda!
Moz-
Romina Tamerici
Di sicuro mi manca la formazione. Per il resto mi sto attrezzando…
Dopo due anni di attività come blogger qualcosina credo di averla imparata e poi si va avanti e si spera di acquisire credibilità e autorevolezza, prima o poi.
Daniele Imperi
Ho visto che hai un seguito, quindi stai andando bene. E la formazione si fa anche strada facendo.
Come scrivere post efficaci senza annoiare
[…] Si vede la differenza fra un articolo impostato sulle regole SEO, indicizzato certo, ma molto spesso noioso, e un articolo che le segue ma non troppo, lasciando spazio a piccole divagazioni, ironia, riflessione e per me più accattivante. Luciana su Scrivere come un blogger autorevole. […]