Forse è uno dei principali problemi dello scrittore moderno: scrivere, pubblicare e capire come arrivare al lettore. Qui non c’è differenza fra editoria tradizionale e self-publishing: quando pubblichi, vuoi esser letto, vuoi vendere il tuo libro.
Se nessuno sa che esisti, che hai pubblicato qualcosa, nessuno ti leggerà. Ma finché uno scrittore non farà nulla per essere visibile, non sarà mai trovato né letto. Molte case editrici sono carenti nel marketing editoriale, ci sono scrittori che lamentano una scarsa promozione.
Ma che fanno questi autori per rendersi visibili, per uscire dall’ombra, per promuoversi come scrittori e per diffondere la loro opera? Niente.
Creare una propria strategia di visibilità
Ognuno è visibile a modo suo, ma si è tutti invisibili alla stessa maniera. Non ci sono regole fisse per promuovere un’opera letteraria e uno scrittore, secondo me, perché siamo tutti diversi e ogni libro è differente dall’altro.
L’inazione, però, non porta a soluzioni né a vendere libri né a farsi conoscere come scrittori. L’inazione porta soltanto a un ristagnamento sia della creatività sia delle proprie energie mentali e fisiche.
Arriva il momento in cui guardi il tuo libro e le copie scarse che hai venduto e ti chiedi se ne sia valsa la pena. Ecco, per evitare quel momento e tutta la depressione che ne verrà c’è solo una cosa da fare: creare una propria strategia della visibilità.
Diventare uno scrittore visibile
- Non significa iscriversi a tutti i social media esistenti, perché sarebbe pazzesco e assolutamente infruttuoso. Sono davvero tanti e dedicare 10 minuti al giorno su ognuno significa usare oltre le 24 ore della giornata.
- Non significa aprire un blog e parlare sempre del proprio romanzo o pretendere di essere il nuovo Ken Follett senza che nessuno vi abbia mai sentito nominare.
- Non significa pubblicare senza editing e senza aver scritto e letto tantissimo un ebook su Amazon e non accettare le critiche negative. Però sono su Amazon e quindi sarò visibile. Non è vero.
Diventare uno scrittore visibile richiede tempo e anche tanto lavoro fatto a priori. Bisogna, oggi, diventare autori visibili molto prima di aver pubblicato un libro, perché oggi siamo tantissimi a scrivere e i lettori sono sempre quelli, cioè troppo pochi per soddisfare tutti quelli che scrivono.
La vendita porta a porta non è una strategia
Comprereste un libro da uno sconosciuto che suona alla vostra porta mostrandovi il suo romanzo? Io lo manderei a quel paese.
Non so se esista ancora la vendita porta a porta, un tempo c’erano i venditori di enciclopedie e di portentosi elettrodomestici, ma oggi è tornata in auge, per così dire, se non alla porta di casa, in quella dei social media sicuramente.
Contattare perfetti sconosciuti e propinare loro il vostro libro può essere definita promozione editoriale? Quante copie riuscite a vendere in questo modo? E quanto fastidio, invece, arrecate?
Fate una prova: uscite in strada col vostro romanzo in mano, fermate il primo che passa e chiedetegli di comprarlo. Poi tornate qui e raccontatemi che è successo. Ma fatelo sul serio, io non sto scherzando: se lo fate sui social, allora è la stessa cosa che farlo per strada.
Conquistare il lettore senza invaderlo
Non pensate al cavallo di Troia: quella fu una truffa ingegnosa che andò a buon fine ma, appunto, c’era un fine differente. Il lettore non è uno staterello isolato da invadere e lo scrittore non è un tiranno con manie coloniali ed espansioniste.
Il lettore è un cliente, come più volte ho scritto. Un cliente che deve comprare per la prima volta e che in futuro potrebbe tornare a comprare. Lo scrittore è un professionista – o almeno dovrebbe esserlo – e deve farsi stimare dal lettore, non odiare.
Non è lo scrittore ad andare dal lettore, ma è il lettore che deve andare dallo scrittore: questo è il succo della strategia della visibilità. Come riuscirci non è un problema, ma soltanto un percorso da studiare e compiere.
La strategia di visibilità odierna è creare una rete di contatti
E non potete ottenerla con l’invasione. Né tentando tecniche più o meno lecite di persuasione. Né monopolizzando le home page dei social media che frequentate.
Oggi, l’unica carta che avete da giocare per ottenere visibilità e conquistare lettori interessati – potenzialmente interessati, anzi – è creare contatti, formare una rete di persone che vi stimano, che saranno pronte a comprare un vostro libro o ebook (se rientra ovviamente nei loro gusti letterari).
Senza questa rete non andate da nessuna parte. Senza questa rete non venderete nessun libro, a meno di non sfondare con un grosso editore, ma quali probabilità avete?
Qual è la vostra strategia della visibilità? Cosa state facendo per farvi conoscere e, soprattutto, quali risultati state ottenendo?
Fabio Amadei
Molto interessante questo post. Come venditore mi ha fatto riflettere. Di solito, noi rappresentanti, andiamo alla conquista del cliente, siamo in posizione “attiva”, facciamo di tutto per portarlo dalla nostra parte. Se non riusciamo la prima volta, riproviamo fino a quando riusciamo a vincere le sue resistenze.
Caro Daniele, nelle tue argomentazioni tu asserisci il contrario, e il concetto e le considerazioni non fanno una piega. Ho sempre pensato che è lo scrittore ad andare dal lettore.
Tempo fa il comune del mio paese ha promosso sei scrittori più o meno affermati e nella biblioteca comunale hanno letto a turno degli estratti (racconti e poesie) e la cittadinanza ha risposto con entusiasmo. Credo che questa o altre similari,
siano iniziative interessanti e fruttuose. Che ne pensi?
Daniele Imperi
Grazie. Calcola che non sono un venditore, quindi ho ragionato secondo il mio modo di vedere e sia da scrittore sia da lettore.
Ho saputo che quella iniziativa, lo scrittore che legge brani del suo romanzo, non funziona invece. Ma nel tuo caso ha funzionato. Forse perché si trattava di scrittori di quel comune (credo di aver capito che fossero di lì) e allora è diverso.
Banshee Miller
E come si crea questa rete di contatti? I social e i blog credo siano l’unica via, perlomeno se usati in un certo modo, e lì sta il problema. Sui social ci sono gruppi e community apposta dove le segnalazioni del proprio lavoro sono meno invadenti, chi guarda lì lo fa con cognizione di causa credo, e meno infruttuose, anche se di poco. Ci sono le offerte gratuite, per ottenere visibilità, ma funzionano fino ha un certo punto. M’è capitato di ottenere cento e più download in due giorni per ricevere poi una sola recensione. A proposito qualcuno sa più o meno, a livello puramente statistico, ogni quanti download si riceve una recensione? Sicuramente qualcuno avrà fatto statistiche del genere.
Sinceramente credo di stare per cadere in quella fase di sconforto che descrivi tu qui sopra.
Daniele Imperi
Sì, blog (prima di tutto) e social sono una delle vie. E usati in un certo modo, ovviamente. E hai detto bene: bisogna segnalare i propri lavori nei luoghi appropriati, per evitare appunto l’invadenza.
Non so dirti sui download.
Sconforto per la mancanza di recensioni?
Banshee Miller
No, più per la questione della visibilità. Senza quella puoi ottenere solo le recensioni dei parenti
Chiara
Il mio primo romanzo difficilmente sarà concluso prima di un anno, ma io mi sono mossa con largo anticipo aprendo il blog a maggio scorso e ripristinando gli abbandonati account di twitter e di Google+. Su facebook avevo una pagina che non usavo da anni, e che contava più di 9000 fan. Le ho cambiato nome e la uso per condividere i miei post. Muovendomi con così largo anticipo sento di non avere alcuna fretta e posso far crescere i miei contatti passo dopo passo.
Daniele Imperi
Hai fatto ad aprire il blog e ripristinare i social, almeno quelli in cui credi di poter essere attiva. 9000 fan sono tantini… impara a sfruttarla per bene.
Marina
Come amo sottolineare ogni volta che ne ho l’occasione, sono una scrittrice ma lo sono perché prima di tutto sono una lettrice. Ciò mi porta ad assumere un doppio ruolo, al di qua e al di là della barricata: da una parte scrittrice con il desiderio di essere letta (sennò, perché cercare la pubblicazione), dall’altra lettrice accanita ma moooolto esigente! Così, in veste di lettrice non sono conquistabile con promozioni sui social del tipo “ciao, sono Tizio, ho scritto un libro, ti va di leggerlo?” E sono pure insofferente quando nei vari gruppi in cui mi sono iscritta trovo foto e titoli, accompagnati qualche volta dal giudizio di sponsor poco credibili, ma solo perché sconosciuti. Questo atteggiamento mette in crisi il mio ruolo di scrittrice, perché non riesco a fare ciò che trovo irritante. Mi sono forzata, sulle prime e ci ho provato: ho parlato del mio libro sui social (gli unici che frequento sono Tw e Fb), ho provato a propormi stuzzicando un po’ di curiosità, piccoli risultati a fronte di immani sforzi. Fondamentalmente, anch’io sono convinta (e ne ho parlato anche in un mio post) che una persona debba farsi conoscere, debba farsi previamente apprezzare prima di proporsi con ciò che ha scritto. La curiosità nasce da una conoscenza, da un’affinità scoperta dietro un opinione espressa, un dialogo, ancorché virtuale. Poi, viene spontaneo per qualcuno domandarsi “vediamo cosa scrive questa persona”. Per il resto la mia statistica personale: ho un libro su Amazon in formato ebook che ha venduto 15 copie, 10 di esse ad amici e parenti. E ho rimediato 3 o 4 recensioni (che peraltro ho molto apprezzato) da persone che non conosco. Strategie? Ne avevo in mente diverse, ma ad oggi tutte bocciate: richiedono tempo, costanza, una dedizione che non posso permettermi. Farò una piccola campagna pubblicitaria sotto Natale, un motivo c’è ed è legato al titolo del mio romanzo. ma non dirò di più, altrimenti potreste pensare che anche questo mio intervento abbia un secondo scopo!
Daniele Imperi
Marina, intanto potresti iniziare a linkare il tuo blog al tuo nome quando commenti in altri blog, così magari guadagni qualche lettore
Neanche io faccio ciò che mi irrita, ma molti ancora non capiscono le basi del marketing, quelle più elementari.
Puoi iniziare da una delle 10 strategie e portarla avanti, magari dalla meno impegnativa.
Marina
Sono passata da queste parti per caso, Daniele e mi sono subito accomodata come quando si saggia la migliore delle poltrone! Trovo i tuoi articoli interessanti, ricchi di spunti, di utili consigli ed io faccio incetta di suggerimenti da applicare al mio ambito operativo. Grazie, dunque, anche per questo: linkare il mio nome. Il mio blog è in fase di trasformazione, perché era partito in un modo, adesso voglio farlo approdare ad una veste diversa. Ho scoperto il gusto di scrivere e commentare in base agli spunti offerti sul web da esperti blogger, ho tante idee che richiedono tempo. Andrò piano, non ho fretta! Fondamentalmente, questo mi fa stare bene.
Grazia Gironella
All’inizio le ho provate tutte, anche se con moderazione, per non dare troppo fastidio. A ripensarci mi viene un po’ da ridere, perché ero davvero ingenua. Avevo l’impressione di potermi costruire una carriera con i mattoncini Lego, e mi davo da fare come i sette nani nei loro momenti migliori. Poi mi sono accorta che non serviva a niente. Non a poco: proprio a niente. Mi sono fermata e ho giurato di non fare più niente che l’intelligenza non mi segnalasse come molto, molto sensato.
La rete è sensata. Comperi il mio romanzo perché conosci me come persona e magari hai visto come scrivo, non perché ti ho postato la copertina in bacheca o ti ho mandato un messaggio d’invito da sconosciuta a sconosciuto. Eppure sono cose stupide che mi è capitato di fare, semplicemente perché mi rendevo conto che farsi conoscere è difficilissimo. Bisogna essere molto più logici e mirati di così.
Daniele Imperi
Beh, adesso ci dici che cosa avevi combinato
“La rete è sensata”: bella questa frase. Buon per te che hai capito che stavi sbagliando: io vedo ancora gente che perservera in certi modi…
Grazia Gironella
Oh, beh, niente di che… mi ero solo iscritta ai cinquecentotrentasette gruppi FB di aspiranti/esordienti/scalpitanti scrittori e ad altrettanti gruppi di lettori, dove non leggevo né commentavo, ma una volta al mese postavo la mia pubblicità. C’è di peggio, dai! Però da quando ho smesso mi sento meglio… Gli altri tentativi sono stati un po’ più intelligenti, anche se non tutti andati a buon fine.
Marina
Chissà perché partiamo tutti dagli stessi tentativi per poi ritrovarci a riflettere sull’inutilità di molti di essi! Li chiamiamo errori e facciamo un passo indietro, mai qualcuno che sperimenti la prevenzione anziché la cura!
Forse discussioni come queste aiutano a capire e ad orientarsi?
No, se non ci sbatti il muso… non cambierai mai strada!
fra
beh sicuramente parlando, si fa prevenzione! Il problema è che arrivi in questi siti dove si parla della soluzione del problema, solo dopo esservi caduti :/
Giuse
Mmmh cerco di creare e ampliare contatti, di conoscere più persone possibili e per ora i social restano delle vetrine per il blog. Sono onesta facebook è un po’ una pattumiera, mentre twitter e google+ sono degli sconosciuti.
Dico sempre c’è tempo, ma in realtà ho una paura boia e non so come creare e ampliare questa rete… Magari crescerà da sola
Daniele Imperi
La rete non può crescere da sola. Magari prossimamente affronto di nuovo il tema social per scrittori.
Salvatore
Vendere il libro in strada… sai, probabilmente ci riuscirei. ^^ In fondo quello che faccio non è troppo diverso, anche se non così diretto. Non sono d’accordo che sia come vendere sui social network, la mimica della presenza è fondamentale. Però condivido la tua opinione in merito. I libri hanno una dignità (non lo scrittore però, lo scrittore è una p******), e, sarà arroganza, ma non vanno trattati come rape al mercato.
Crearsi il nocciolo duro prima ancora di aver iniziato a scrivere il libro è sicuramente una buona strategia. Quando da più parti iniziano a dirti: «Hai talento, muoio dalla voglia di leggere il tuo libro». Quello è il momento di iniziare a scriverne uno.
Daniele Imperi
Fai una prova, così vediamo che razza di venditore sei e magari ti affidiamo qualche copia dei nostri
Perché non scrivi un post su come applicare le tue strategie di vendita (o tecniche o come si chiamano) alla promozione editoriale?
Salvatore
Una prova la posso anche fare, la faccia da tolla ce l’ho (tolla è un’espressione piemontese, significa di latta, come dire: da c***) e probabilmente ci riesco anche. Per le tecniche, invece, io non ne ho. Semplicemente mi limito a dire la verità e a essere sincero. Il resto lo fanno i clienti, che decidono di fidarsi. Tornando alla strada: semplicemente fermerei qualcuno, probabilmente una coppia giovane, mi presenterei dicendo che sono un giovane scrittore che ha appena pubblicato un libro e gli direi che ho accettato una sfida con gli amici che sarei riuscito a venderne almeno uno in strada al primo passante. Secondo me, se risulto sufficientemente simpatico e sincero, il libro lo comprano…
Marina
Una volta, a P.zza del Popolo, mi sono imbattuta su un tizio che voleva vendermi i primi due capitoli del proprio libro per solo 1 euro; “se ti piacerà, poi, lo cercherai in libreria” – mi ha detto! Non ricordo bene il suo volto, ma non è che era qualcuno di voi, vero?
Salvatore
Io non ero di sicuro, non ho ancora finito nemmeno un libro…
Chiara
Sai che non è male come idea?
Marina
Imbattuta IN.. IN un tizio!!!
Ferruccio
Sono della tua idea. Anzi io perpetuo la causa
“Fatti conoscere e ti diranno di scrivere un libro!”
Daniele Imperi
Questo sarebbe un bel traguardo
A me qualcuno lo ha detto, ma i miei tempi sono biblici.
Lisa Agosti
C’è un anziano signore che sta ogni giorno in Piazza a Reggio, è lì da che mi ricordo, passeggia avanti e indietro con un cartello che dice frasi tipo “Dio è morto” e “Abbasso i cattocomunisti”… pensavo di affidare a lui il marketing del mio romanzo.
Se quello non funziona, altre idee che mi vengono in mente e che non siano già state nominate sono:
– fare i provini per entrare in un reality show e casualmente nominare il libro a ogni occasione
– aspettare che uno di voi diventi famoso e ricattarlo perché mi faccia pubblicità
– fare un booktrailer con messaggi subliminali che inducano le persone a comprare il libro.
Daniele Imperi
Non mi paiono buone idee, così a occhio
ulisse di bartolomei
Salve Daniele! Faccio un piccolo riassunto della mia impresa “autopubblicazionista”. Va valutata considerando che ho terminato da poco le ultime revisioni e aggiustamenti sui titoli, e sto traducendo in inglese. Però i testi sono in vendita da oltre un anno e quindi un resoconto si può fare, nella prospettiva di una vendita non sostenuta da pubblicità attiva, ma soltanto averli caricati in Amazon e piccole escursioni sui social. Venduti circa trecento libri elettronici e una decina di cartacei. Scaricati oltre 800 elettronici nelle promozioni gratuite ma recensioni soltanto una e decisamente negativa, protesa a bloccare il libro. Si tratta di un piccolo prontuario che descrive le situazioni dove il cane può diventare pericoloso. Ne ho venduti una trentina ma l’unica recensione su Amazon, l’ha scritta una signora che non tollera si parli in quel modo dei cani. Dei commenti positivi li ho ricevuti tramite altri canali, ma quelli su Amazon sono determinanti. Circa le recensioni c’è dunque il rischio “politico” di coloro che si oppongono a prescindere. Per fortuna c’è la possibilità di leggere le anteprime, ma un giudizio negativo soprattutto se il primo, e certamente piuttosto frenante. Facevo molto affidamento sulle recensioni ma sono rimasti deluso. La recensione negativa non è il problema, in quanto contribuisce a evidenziare parti fulcrali del testo, divenendo un criterio per l’acquirente per capire il libro che fa per lui. Ma devono essere molte! Con oltre un migliaio di libri in giro, ne ho soltanto una! Adesso che posso dedicarmi a “far conoscere il mio lavoro”, cerco di capire in quali termini si dipanerà la questione, leggendo le esperienze altrui a “livello planetario” e non sono rosee. Sebbene perfettamente indicizzati i materiali su Amazon, se non sei conosciuto ottieni poco. Ovvero… se per un buon risultato si considera poterci vivere, meglio lasciar perdere. I libri si vendono in base alla notorietà dell’autore. Se ti chiami Littizzetto e scrivi cento pagine di turpiloquio coprolalico e il tuo libro arriva agli occhi di una vasta platea tre volte al giorno, soltanto guardando la televisione e poi lo si vede in qualche vetrina o dal giornalaio, si subisce una forte induzione subliminale a divenire partecipe di quell’evento socioculturale. Se esiste un libro che si sia venduto bene a prescindere una forte campagna pubblicitaria, vorrei saperlo. L’autopubblicazione è “giovane”, ma l’ostacolo pubblicitario permarrà insormontabile. Il libro “industriale” sarà sempre dominante! Se non altro si presta come “mediatore” di relazione nella funzione regalo. Anche chi odia i libri, può sempre acquistarli e regalarli a chi sa che piacciono e quelli di autori noti prendono la torta quasi intera. Io come lettore, sono la rovina degli scrittori. Ho mai acquistato attratto dall’autore, da una copertina o dalla pubblicità, ma soltanto dal bisogno di colmare delle precise lacune. Se considero nel mercato, la percentuale di coloro simili alla mia tipologia di fruitore e che potrebbero avere interesse a leggere i miei testi, la summa è deprimente. Sono pochi, difficilmente un editore ci investirebbe il pubblicità e per ottenere un risultato stabile di trecento euro mensili, non riesco a immaginare cosa dovrei fare. Mi scuso per la filippica che forse è più uno sfogo! Attualmente sto contattando gli editori… industriali! In ogni caso continuerò a scrivere…
Daniele Imperi
Tutte quelle vendite e una sola recensione?
Il rischio che dici c’è sempre, purtroppo, e in tutti i campi.
Se scrivi di argomenti molto di nicchia, allora è chiaro che avrai pochi lettori. Ma comunque hai una nicchia: sfrutta quella. Scrivi articoli per quella nicchia, scrivi ebook, sia gratis sia a pagamento, per quella nicchia.
LiveALive
Io ieri avevo provato a inviare un messaggio, ma poi non sono riuscito più ad aprire PennaBlu per tutta la giornata…
Volevo dire, comunque, che io continuo a credere che l’unico metodo davvero efficace per ottenere una posizione sia “fare le conoscenze giuste”. Non sto dicendo che si va avanti solo per conoscenze o simili; si va avanti sempre per meritocrazia, ma, semplicemente, se io conosco Tizio, e Tizio lavora per la CE XY, allora potrà andare lì e dire “Ehy, conosco questo tipo davvero bravo, io ve lo consiglio come collaboratore fisso”. Ma se Tizio non vi conosce, non potrà mai “consigliarvi” a nessuno.
Poi se uno vuole solo scrivere narrativa è molto più difficile, già… Credo però questo: che se uno ottiene visibilità come critico, o come insegnante di scrittura, o come teorico letterario, insomma, qualcosa di questo tipo, poi diventa molto più facile farsi notare anche come autori. Quasi impossibile, invece, partire da autori e sperare di farsi notare facilmente… Pensate ad Eco: ben prima di scrivere il primo romanzo era già noto come semiologo.
Daniele Imperi
Ieri purtroppo ci sono state 8 ore di down di fila… ma in serata ho cambiato tema (te ne sei accorto?) e forse ho risolto. In parte, almeno.
Sulle conoscenze non ti so dire, ma come metodo a me non piace. Concordo su quello che dici dopo, inizi a farti conoscere nell’ambiente della scrittura.
LiveALive
Avevo notato qualcosa di diverso…
Daniele Imperi
Il tema ha la struttura molto simile e la prossima settimana continuo a personalizzarlo e a migliorare qualcosa: ho un elenco di modifiche da fare. Ma intanto è molto più leggero dell’altro, che causava tutti quei problemi.
franco zoccheddu
Rimarrò nell’ombra: è rassicurante. Parafrasando un poeta, non si esplode: ci si consuma nel tempo. Vorremmo tutti quanti l’esplosione che ci trasformi da anonimi in famosi, ma praticamente tutti ci consumeremo insieme ai nostri sogni. Non lo trovo così drammatico, significa condividere il destino di miliardi di esseri umani. Non c’è niente di più democratico ed egualitario.
Daniele Imperi
Un modo anche questo di vedere il proprio essere scrittore
ulisse di bartolomei
Daniele, adesso mi viene di pensare che ho fatto nulla per stimolare le recensioni e forse dovrei farlo. Ma come? Scrivendo da qualche parte che le recensioni sono un diritto del lettore e io pure ne ho bisogno? Hai mai valutato il fattore recensione? Dovrei procurarmi delle recensioni fasulle? Venti anni fa ho conosciuto un importatore (orientale) di prodotti erboristici, che procurava falsi clienti da far sostare davanti alle vetrine delle erboristerie che esponevano quei prodotti. Quando qualcuno si avvicinava, parlavano ad alta voce “Sai quel Ginseng l’ho prendo anch’io ed è buonissimo, miracoloso!” Sembra che il metodo funzionasse… Io però mi vergogno…
LiveALive
Le false recensioni sono comunissime! Vai su IBS, trovi il libro sconosciuto con 5 recensioni tutte da 5 stelle, apri il profilo del cliente e vedi che tutti hanno recensito solo quel libro, o solo i libri di quell’editore? Che vuol dire? Certo, magari sono clienti non abituali, magari sono molto fidelizzati, magari quello è il loro libro preferito… Più probabilmente sono recensioni fasulle.
Riguardo il tuo altro post, se fai un salto sul blog di Mozzi uno degli ultimi articoli che trovi (quello con circa 150 commenti) parla anche del rapporto tra successo commerciale e valore del libro.
Libri che sono arrivati al successo senza popolarità? Be’, si dice che anche la campagna pubblicitaria più potente, da sola, non può nulla, e che il vero motore è il passaparola (me lo ha detto proprio uno che si occupa di pubblicità per CE). Esistono libri arrivati al successo solo grazie al passaparola, sì, anche se sono pochi casi.
Come mai la Littizzetto vende bene scrivendo quattro boiate in croce, mentre Uwe che è un Dio non vende niente di niente? Ma anzitutto dobbiamo chiederci: qual è il loro pubblico? Riescono a soddisfarlo? Non è che stiano semplicemente dicendo “questo è figo, questo fa schifo” solo perché guardiamo la cosa da un punto di vista sbagliato, da un punto di vista con determinate aspettative e richieste e gusti, ma che rappresenta un pubblico per cui quell’autore non scrive?
Daniele Imperi
Ho già scritto un post sui VIP: quelli partono avvantaggiati perché hanno l’appoggio della televisione.
Daniele Imperi
A me i metodi di imbroglio non sono mai piaciuti. Le recensioni devono essere spontanee, ma non saprei dirti come procurartene.
Marianna Montenero
Ciao Daniele, inizio col farti i complimenti per gli articoli densi di utili suggerimenti e stimoli diversi. Li sto leggendo con grande interesse, in particolare quelli sull’uso dei social network, ambito di cui io so poco e tu invece direi “tutto”. Riguardo l’annoso problema della visibilità, hai centrato in pieno: il lettore dovrebbe rivolgersi allo scrittore… perché lo conosce, lo stima, ha già letto qualcosa di interessante. Ottenere questo genere di apprezzamento sulla rete è da persone versate, personalmente partirei da un contatto diretto con i potenziali lettori organizzando presentazioni, serate letterarie e magari eventi con altri autori con l’intento di “convincere” almeno qualcuno. Sfruttare i piccoli mezzi a disposizione di noi tutti come il patrocinio gratuito del comune e le testate locali non è malvagio perché fa circolare la notizia tra gente della zona ed anche le chiacchiere di paese possono essere “virali” se il libro è OK, letali se è pessimo. Quando anni fa mi sono dedicata a questo tipo di attività per il mio primo scritto mi sono divertita tanto a valutare le reazioni positive o indifferenti del pubblico e in pochi mesi la mia rete di conoscenze in associazioni, circoli, librerie si è ampliata di molto, è stato faticoso, ma formativo. Quando mi approccero’ maldestramente ai social media spero di poter contare almeno sui lettori che hanno già acquistato un mio libro, gli unici magari più inclini a lasciare
un commento o a tentare un nuovo acquisto. Se non lo faranno, partirò con qualche “dubbio” in più sulla validità del lavoro e… altro che social e blog, leggero’ “tutto” sulla scrittura.
Daniele Imperi
Ciao Marianna, grazie.
No, non so tutto sui social. Il patrocinio del comune può essere ottenuto, ma credo che valga per piccoli comuni. Puoi sfruttare quelle conoscenze per il prossimo libro, magari ritrovandole online sui social.
LiveALive
Ovviamente mi riferivo a Uwe Johnson… Mi è partito mezzo nome.
ulisse di bartolomei
Recensioni fasulle non le farò ma sto pensando ad un modo per invitare i lettori a farlo. Magari nel blog.
Cosa interessa al lettore? Io di solito rivolgo la domanda a me stesso in primis. Spesso cercavo delle conferme! Il libro che calzava ai miei sogni era benvenuto. La qualità filologica o dello scritto viene in secondo piano, infatti io cerco il lieto fine come cristianamente inteso e se manca, non sono invogliato a spendere denaro e tempo. I libri che oggi vanno, sono quelli che esaltano o avallano gli aspetti positivi o “buonisti” delle questioni, poiché richiedono una condivisione passiva. Quelli che evidenziano i problemi, implicitamente propongono al lettore una scelta di campo. Nel mio caso riguarda la saggistica ma nella narrativa non è così differente. Talvolta si sente che quel romanzo si riferisce alla vita di quel tizio… Chi apprezza quel tizio o è interessato a saperne di più di quel contesto storico, acquisterà volentieri il libro. Tolkien è noto per essere contro l’industria… Gli appassionati della tecnologia minimale in favore dell’impatto ridotto sulla natura, di certo adoreranno il Signore degli anelli! Ovviamente in casi come questo il riverbero mediatico è decisivo affinché “quel pubblico” trovi i “suoi” libri. Mi leggerò l’articolo di Mozzi.
Daniele Imperi
Perché cerchi il lieto fine? Non è necessario, dipende dalla storia.
Kinsy
Sono destinata all’anonimato!!!
Non sono mai stata brava ad auto-promuovermi. Sono una scrittrice vecchio stile, di quelle che stanno rintanate vicino alla loro libreria a leggere e scrive e non esce mai! Ovviamente esco, ma non come scrittrice.
Il mio blog non funziona (lo sai bene c’hai scritto persino un post!) e su FB concedo l’amicizia solo a chi conosco veramente…
A volte lascio piccole briciole, ma mi sa che sono poche e se le mangiano subito gli uccellini…
Francesco Infugadallegitto
Daniele non rispondesti all’altro mio lungo post sul guest blogger “ribelle”, e vabò, non mi resta che rassegnarmi al ruolo di puntiforme generatore di traffico a pro di questo sito, ed ora anche di commentatore che vale punti doppi!
Allora, proprio in questi ultimi due giorni pensavo a promuovermi lasciando postit piccolissimi sul parabrezza delle macchine. Ne lasciai 500 (in 2 ore di tempo) quest’estate per un corso di filosofia a 60 euro, 12 lezioni di 2 ore ciascuna in 3 mesi. Nessuna risposta!
Forse con un link al mio negozio su lulu, andrà meglio?
500 postit costano 10 euro, e quindi 500 postit dovrebbero generare almeno 3 acquisti con un libro di 4 euro al netto di guadagno per recuperare quei 10 euro.
Ora, il discorso che hai fatto, Daniele, è logico e sensato. Ma vorrei osservare che con questa tecnica vaporosa, il “creare rete”, missà tanto che si potrà vivere di scrittura solo dopo diciamo i 40 anni di età, con molti titoli onorifici all’attivo e molti, molti amici ed amanti.
Perciò, credo che l’approccio da rappresentante di frullatori o cosmetici avon vada integrato alla prima, gloriosa strategia!
Ricordo 2 casi: quello del venditore di poesie davanti alla facoltà di lettere e filosofia che ho frequentato per anni. Ogni inverno stava lì. Per stare lì, deduco che qualcosa la vendeva, e certo era veramente disperato e sconosciuto per stare lì!
Mai dato 1 euro perchè non amo le poesie.
L’altro caso, è quello della cricca di etiopi davanti il negozio della feltrinelli qui a catania. Si danno il cambio con precisione svizzera e tengono in mano candide favole per bambini, naturalmente della loro terra natale, giacchè la feltrinelli li ha disprezzati non concedendo loro uno scaffale; e così, col caldo o col freddo, fanno questo “lavoro”!
Ho comprato 1 libro da loro a 8 euro.
Se stanno lì da ormai 5 anni, deduco che qualche guadagno ce l’hanno, e certo, nessuno nasce estimatore delle favole etiopi!
Io, ora, non so a quale destino di accattonaggio mi stia conducendo la mia passione per la scrittura.
Credetti un tempo che 200-300 euro al mese potessero essere raggiungibili vendendo su amazon, ma forse quelli sono destini riservati a chi scrive su argomenti molto, troppo popolari, che non sono certo i miei. Ad ogni modo è sicuro che non posso attendere una carriera prestigiosa come talk show man o eminente professore per “vivere di scrittura”.
Proverò coi postit nelle macchine a mò di esperimento scientifico e mi rivolgerò forse anche ai baristi e ai panettieri che assumerò a provviggione :/ ahahah
Daniele Imperi
Ti rispondo più tardi all’altro commento.
Hai pensato che magari un corso di filosofia sia molto di nicchia? Hai messo i post-it nel posto sbagliato, ossia nel mucchio e non dove andavano messi.
Cerca dei forum sulla filosofia e fatti conoscere lì. Magari c’è anche una sezione per mettere annunci.
Non è detto che vendeva quel poeta.
In che senso la Feltrinelli li ha disprezzati? Quella è una libreria, non può mica concedere spazi gratuiti a chiunque.
2-300 euro fissi al mese sono tanti, quindi per guadagnarli devi avere vari ebook in vendita.
Se tu scrivi per una nicchia, allora devi rivolgerti direttamente a quella nicchia, non sparare nel mucchio.
Francesco Infugadallegitto
mmm ho pensato che “nel mucchio di un campione random di 500 persone”, almeno uno di nicchia doveva pur esserci! Dopotutto la pubblicità nazionale in tv o gli avvisi ads sparano proprio nel mucchio, ma capisco il tuo discorso e torniamo al punto di prima: come individuare nicchie online e nicchie nella realtà?
Online ci sono fb, google+ e blog ben indicizzati su google. Chi non li usa, si arrangi.
Nella realtà… vediamo, pubblicizzare libri…
…bancarelle (accordi privati coi bancaristi), librerie (devi pagare), bacheche nelle scuole (si può fare!), bacheche nelle associazioni socio-culturali (dovrei citofonare), bar (dovrei contrattare), amici, al lavoro… mah mi è sembrato più semplice fare auto-volantinaggio! ahahah Poi mi sono fatto questo calcolo: con 10 euro ottenni tempo fa 500 post-it, ma erano grandi (2 for pagina), invece questi mi bastano più piccoli, quindi 4 per pagina -> 1.000 a 10 euro. Il “mucchio” diventa più grande.
Beh chiamatemi pazzo ma almeno UNA prova voglio farla e verificare il guadagno netto rispetto a una “spesa” di 4-5 ore di volantinaggio! Poi vi dirò dati certi alla mano!
Cmq dovrò alzare ad almeno 4 euro il profitto per vendita a copia, quindi 1 libro di 150 pagine: 8-9 euro, dove 5 euro andranno a lulu.com
Daniele Imperi
No, il mucchio non è la nicchia, è solo il mucchio. Tu devi andare dalla nicchia direttamente.
Sicuro che in TV si spari nel mucchio? Le pubblicità dei giocattoli per bambini sono trasmesse all’ora di pranzo o nel pomeriggio, quando c’è la tv dei ragazzi. Alcune pubblicità per “adulti” appaiono a tarda sera, ecc.
Alexandra
Accidenti, allora è vero che è tutto cambiato: io scrivo fantasy e l’ho rimasticato a modo mio, ottenendo una serie di giudizi incoraggianti anche a un torneo letterario importante (nel 2014, ma anche prima, gente del settore ha detto che c’è…quel che serve). Solo che è dura arrivare nel giro delle case editrici; non credevo ci volesse tutta la trafila dei contatti via web, ma leggo qui che è la prassi. Io, però, vorrei cominciare ad accodarmi a chi è già del giro dei blog, vedere come va. Su Facebook dire: ho questo libro, può aiutare, ma senza un editore la trovo dura. Sapete che anche su Stern di qualche mese fa demolivano Amazon (troppa robaccia postata e ci credo, senza editing alle spalle). Non so, io credo ancora alla casa editrice come a una sorta di famiglia nella quale entrare (anche se è chiaro che è un’impresa: mi fa pensare alla scena del riconoscimento di Anastasia da parte della nonna, nel film con la Bergman) sperando che basti il colpo di tosse.
Daniele Imperi
Ci sono parecchi piccoli e medi editori, quindi se scrivi una buona opera non credo sia così difficile farsi accettare. Ti consiglio di leggere la mia intervista agli editori di fantastico, così scopri cosa piace e cosa no.