Come recensire uno scrittore che si conosce?

AmiciÈ una domanda che mi sono posto. Se dovessi comprare un romanzo scritto da qualcuno che conosco, ne pubblicherei poi la recensione. Tutte quelle scritte finora sono state obiettive – e così saranno sempre – ma non conosco quegli autori.

Ponendomi dall’altra parte, io scrittore come vorrei essere recensito? La risposta, per me, è solo una: obiettivamente. Non importa se a recensire il mio libro c’è un perfetto sconosciuto o un amico di vecchia data: non vorrei che la recensione fosse condizionata da rapporti di amicizia, parentela o perfino matrimonio (ben lontano dai miei pensieri attuali).

Se quindi è sempre valido il detto “non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, per me è altrettanto valido dire “fai ad altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. E scrivere una recensione negativa non è certo un reato, né una violenza, né tanto meno una cattiveria.

È sottolineare ciò che, dal semplice punto di vista di un lettore quale sono io, non va nel romanzo. Ciò che posso reputare non funzionale, confuso, fuori luogo. Così come potrebbe non piacermi la storia in sé, ma questo è ininfluente. Come non influisce lo stile usato dall’autore, che può essere apprezzato o meno.

Non me ne vogliano, quindi, gli scrittori che conosco se un giorno leggeranno una recensione non proprio positiva, o perfino del tutto negativa, delle loro opere. Non ho scritto bene di autori ritenuti sacri quali Wilbur Smith e Mauro Corona. Ma anche di Ernest Hemingway. Posso quindi non scrivere bene di chi si è appena affacciato al mondo dell’editoria.

Quello che vi chiedo oggi è cosa fareste voi in una situazione del genere. Come recensireste uno scrittore che conoscete?

8 Commenti

  1. Michela
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 8:43 Rispondi

    Ovviamente hai ragione.
    Però a me creerebbe difficoltà parlare male del lavoro di qualcuno che conosco.
    Un racconto su un forum è una cosa: lì direi la verità senmza difficoltà. in quella circostanza è come se lo scrittore mi domandasse che ne penso (anzi, è così), e raccontare bugie è stupido e inutile.
    Un libro sul blog è un’altra cosa: mi limiterei a non parlarne. Non vedo il motivo di parlare male del lavoro di un amico pubblicamente (per poco che sia il pubblico) se posso farne a meno.
    Se invece ci fosse una ragione per pubblicare comunque la recensione, sarei obiettiva più possibile. Con Stephen King mi permetto anche un commento “di pancia”, come dicono, mentre con Mario Rossi mio amico mi atterrei ai metri di giudizio asettici consigliati altrove.
    Quel che non farei sarebbe raccontare bugie.

  2. Daniele Imperi
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 9:05 Rispondi

    Il fatto è che non significa, per me, parlarne male, non nel senso negativo del termine.

    Io scrivo recensioni di tutti i libri che leggo e le pubblico, ne scriverò quindi anche di libri di autori che conosco.

    D’accordo sul fatto che su un forum è diverso, ma se pubblichi, devi accettarne tutte le conseguenze. Altrimenti non sei pronto per l’editoria.

  3. Gianluca Santini
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 13:15 Rispondi

    Quando devo recensire/commentare ad esempio racconti di scrittori come me (emergenti/esordienti/quellocheè) cerco di essere il più franco e schietto possibile. Va bene indicare i lati positivi, ma soprattutto cerco di sottolineare i lati negativi in modo da portare l’autore a riflettere e a migliorare.

    Idem se mi capita di recensire proprio romanzi, ho cercato di applicare questo “metodo” ad esempio recensendo la trilogia di “Prometeo e la guerra” di Alessandro Girola.

    Ciao,
    Gianluca

  4. mcnab
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 16:34 Rispondi

    Non è mai facile bilanciare oggettività e amicizia.
    Io ho riscontrato due atteggiamenti agli antipodi, quando si tratta di recensori che parlano dei libri di amici o conoscenti.
    Il primo è l’eccessiva bontà, che spesso si trasforma in una sorta di agiografia un po’ servile.
    Il secondo è una voluta (e forse altrettanto eccessiva) severità, come per dire “guardate, è mio amico ma riesco comunque a trovargli un sacco di difetti”.

    A parer mio bisognerebbe tentare di affrontare queste spinose faccende con un minimo di distacco.
    Se il libro in questione non è piaciuto, meglio contattare l’amico in privato e dirgli “guarda, ho letto ***, ma purtroppo l’ho trovato molto fuori dai miei gusti. Vuoi comunque che ne parli sul mio blog, o facciamo finta di nulla?”
    Perché l’onestà è importante, ma lo è anche l’amicizia.
    L’importante è non parlarne bene solo per partito preso. E’ una cosa che trovo piuttosto italiana, e anche un po’ triste.

  5. Sekhemty
    mercoledì, 13 Aprile 2011 alle 22:27 Rispondi

    Io sono d’accordo con Alex. Se in gioco c’è un’amicizia, meglio evitare di fare pubblicamente commenti che possono essere sgraditi se la persona non approva.

  6. Laura
    giovedì, 14 Aprile 2011 alle 3:13 Rispondi

    Un motivo in più per non scrivere (e non pubblicare) :P

  7. Daniele Imperi
    giovedì, 14 Aprile 2011 alle 9:09 Rispondi

    @Gianluca: la penso come te.

    @Mcnab: gli atteggiamenti estremi sono da evitare, condivido. Però non mi sembra giusto che io non possa parlarne nel mio blog.

    @Sekhemty: i commenti negativi devono essere costruttivi. Se l’amico è maturo, sia come persona che come scrittore, deve accettarli.

    @Laura: condivido anche il tuo punto di vista :)

  8. Lucia Donati
    sabato, 2 Giugno 2012 alle 20:44 Rispondi

    Per le recensioni che scrivo faccio una descrizione, un’interpretazione generale, notando gli aspetti significativi; infine c’è la valutazione che può anche non essere positiva, almeno in parte. Mi è capitato di valutare testi non ancora editi dando suggerimenti per i miglioramenti da effettuare e, senz’altro, anche se si tratta di persone che conosco, dò un parere sincero: altrimenti non sono certo utile a colui che mi ha chiesto il consiglio.

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