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Uno degli argomenti più in voga in questi ultimi mesi è l’intelligenza artificiale, una tecnologia che sta prendendo sempre più piede in vari settori lavorativi, anche nel campo della scrittura per il web, che mi riguarda personalmente.
Giorni fa, su LinkedIn, uno si lamentava che nei CV ricevuti nessun candidato avesse inserito, fra le proprie conoscenze, l’uso dell’intelligenza artificiale per “scrivere” testi. Gli ho risposto che i testi si scrivono documentandosi e intervistando i propri committenti e che, di fatto, è l’IA a scriverli. Non ha ribattuto.
In uno dei miei articoli ho evidenziato come l’intelligenza artificiale costituisca un pericolo per la scrittura, visti gli errori storici e le informazioni totalmente inventate che ha restituito ad alcune mie domande.
Ma, a pensarci meglio, l’IA può danneggiare seriamente la scrittura, intesa come attività dell’intelletto umano. Quindi, può danneggiare chi scrive.
Scrivere è anche un allenamento
Ricordate il cartone animato della Pixar WALL•E? In un futuro lontanissimo gli esseri umani erano diventati totalmente dipendenti dalle macchine, con il corpo obeso e atrofizzato per non aver più compiuto alcuno sforzo fisico.
Sappiamo tutti che i muscoli si atrofizzano. Sappiamo anche che questo accade con qualsiasi altra attività, scrittura compresa.
Scrivere tutti i giorni costituisce un vero allenamento per la scrittura. Me ne sono accorto quando, per diversi anni, più o meno dalla fine degli anni ’90 al 2008, non ho più scritto narrativa.
Riprendere non è stato facile. Soprattutto per la qualità dei testi che avevo ricominciato a produrre.
Da quando ho ripreso a scrivere con continuità ho notato più scioltezza, più sicurezza, soprattutto più confidenza con la scrittura. Questo è successo anche con il disegno.
Abbandonate pure la scrittura a favore delle piattaforme gestite dall’intelligenza artificiale. Smettete di scrivere. Limitatevi a correggere qualche errore qui e là, a migliorare la forma.
E poi, fra qualche anno, provate a scrivere da zero, senza alcun aiuto, un testo qualsiasi.
Le scritture dell’intelligenza artificiale si somigliano
Uno dei difetti dell’IA è creare testi con un unico stile.
Le varie intelligenze artificiali che ho provato hanno creato testi uniformi, omogenei uno con l’altro, senza alcuna differenza nello stile e nel tono, né nel linguaggio.
Le scritture si somigliavano tutte.
Provate a immaginare 100 blog sullo stesso argomento che pubblichino articoli scritti da un’intelligenza artificiale e avrete 100 blog uguali.
Il danno – uno dei tanti – è la totale perdita di qualità nella scrittura. Soprattutto, è la perdita delle differenze fra una voce e l’altra, fra uno stile e l’altro.
Come si scrive un testo con l’intelligenza artificiale?
Si dà un’indicazione sul testo da produrre, per esempio: “Scrivi un articolo di 400 parole sui danni dell’intelligenza artificiale sulla scrittura”.
Ho provato davvero a dare quest’indicazione e l’IA mi ha creato in pochi secondi (forse meno di 5…) un articolo di 276 parole pieno di banalità e ripetizioni, e anche tirando un po’ l’acqua al suo mulino.
Ciò che mi ha fatto piacere trovare in quel testo è stato un mio articolo, qui citato, fra le fonti.
Capite il significato di tutto questo? 5 secondi per scrivere circa 300 parole, quindi 50 secondi (meno di un minuto) per scrivere un articolo di 3000 parole, che a un essere umano richiede diverse ore.
L’intelligenza artificiale crea dipendenza
Un ulteriore danno è proprio la dipendenza che qualsiasi tecnologia crea nell’uomo.
Abbiamo incontrato tutti gente che cammina per strada con lo sguardo attaccato al cellulare.
Sarà capitato anche a voi, al cinema, di vedere al buio schermi di cellulari illuminarsi perché qualcuno non resiste due ore senza sapere cosa sia successo fra la sua cerchia di conoscenze.
Questa si chiama dipendenza.
Un uso sbagliato – dunque un abuso – dell’intelligenza artificiale nuocerà alla nostra capacità di pensare e scrivere, proprio perché saremo sempre più dipendenti da un’IA.
Tutti i testi sono prodotti a partire da “semplici” indicazioni. Le intelligenze artificiali ci evitano perfino di pensare, di ragionare su ciò che dobbiamo scrivere. Lo sforzo richiesto è davvero minimo. E può anche non servire: basta chiedere all’IA alcune idee per scrivere articoli su un certo argomento.
L’intelligenza artificiale scriverà al posto nostro, ho scritto all’inizio dell’anno. Ma il problema è che l’IA penserà anche al posto nostro.
È questo che vogliamo?
Orsa
Bella soddisfazione essere citato come fonte!
Hai ragione sull’atrofizzarsi, non hai idea del mio disappunto quando ho scoperto di non essere più in grado di scrivere scorrevolmente a mano dopo anni di utilizzo intensivo della tastiera del PC! Ho proprio difficoltà ad articolare! In questi giorni non si parla d’altro, hai sentito che presto anche sceneggiature e copioni di film e serie potranno essere scritte dalla IA? Sai che noia! In tutta onestà io ci ho giocato giusto un paio di giorni, poi ho perso subito interesse, troppa mediocrità a mio avviso. Il fatto di averla data in pasto a tutti in modo così pervasivo e insistente non è altro che un progetto finalizzato a istruirla. Il problema è che visto l’analfabetismo funzionale globale della rete la si sta istruendo a suon di banalità. E si vede.
Daniele Imperi
Sì, m’ha fatto piacere
Io scrivo ogni giorno a mano, a fianco a me c’è un mucchietto di carta da riciclo che mi serve per prendere appunti.
Di sceneggiature e copioni di film e serie scritti dall’IA non sapevo nulla… ma non mi sorprende. Già il livello di storie s’è abbassato, così si affosserà proprio.
Non avevo pensato che l’IA si sta nutrendo dell’analfabetismo funzionale che impazza in giro, ma è vero.
Corrado S. Magro
Tanto per confermare: quello che tu (includo Orsa la cui pelliccia è minacciata 🥳) hai provato, quando hai ripreso a scrivere, è stato per me traumatico dopo oltre 4 decenni vissuti in un contesto decisamente estraneo alla lingua materna nonostante basi solidissime. Non sono andato a nascondermi in un antro grazie allo sprono incessante (la goccia cinese) di una editor che scopriva nelle mie elucubrazioni contenuti, a sua detta ,”validissimi”. L’IA? Siamo alle solite! La paragono alla fusione nucleare: una conquista tecnologica come tante e che ha aperto nuovi orizzonti. I guai iniziano quando queste conquiste vengono date in pasto all’essere con libertà d’uso, che le gestisce esclusivamente per fini anche autolesionisti. La fusione nucelare gli permise la bomba atomica, l’IA provocherà la fusione cerebrale di chi si lascerà abbagliare dal suo fascino voluttuoso (quanti autori di grido hanno già sfornato e sfornano a velocità della luce un corposo romanzo dopo l’altro?) ma potrà essere un attrezzo utile a chi non cederà alla tentazione di schiavizzare i suoi simili e di votarsi al profitto.
Daniele Imperi
Il paragone forse è azzeccato: fusione cerebrale. Hanno dato l’intelligenza artificiale in pasto a tutti, come ha detto Orsa, per istruirla. Non poteva restare confinata fra 4 scienziati, altrimenti non si sarebbe evoluta.
Staremo a vedere i suoi sviluppi.
Pades
Condivido parola per parola il commento di Orsa. Ho provato a usarla per rivedere un paio di miei vecchi racconti e in generale ho trovato i suggerimenti piuttosto banali, se non mediocri come dice Orsa. Per onestà devo dire che in una manciata di occasioni mi ha fatto scoccare qualche scintilla facendomi partire nuovi ragionamenti, che probabilmente mi sarebbero venuti se avessi potuto leggere molti libri in più e avessi di conseguenza una base dati estesa come ha l’IA. Per adesso me la tengo di fianco come un elfo suggeritore (un po’ tonto) che interpello ogni tanto, quando scadrà l’abbonamento che ho pagato non so se lo rinnoverò.
Nei prossimi anni e con i nuovi rilasci dei vari motori, vedremo se e come “migliorerà”…
Daniele Imperi
Proverò anche io a farle revisionare qualche mio breve racconto. Magari ne nascerà un altro articolo.
Per ora ho letto moltissime banalità scritte dall’IA, forse perché la base dati è limitata. Il fatto che abbia usato un mio articolo (e due articoli scritti da altri) significa che pesca anche dalla rete.
Luciano
Quando domani un mio futuro nipote mi farà vedere la pagella con 4 in letteratura e 8 in utilizzo dell’IA, sarà troppo tardi. Già internet ha tolto agli studenti degli ultimi vent’anni, l’opportunità di fare ricerca vera, sui libri, con la gente e per la strada, ma almeno lasciava loro l’impegno di scrivere, ora invece stiamo per levargli anche questa. Coloro che hanno inventato l’IA sanno scrivere autonomamente, cosa inventeranno domani quelli che sapranno scrivere solo con l’IA? Sarà quindi l”IA a inventare cose nuove. Il mondo dei robot è già cominciato…
Daniele Imperi
Su internet hai ragione: penso anche io che oggi le ricerche per scuola avvengano online, magari solo su Wikipedia che non è affidabile.
Riccardo
Complimenti per il sito. Per quanto concerne la IA, da informatico di vecchia data, ritengo che sia una cosa “pericolosa” e immatura. Immatura perché fino a quando i computer quantistici non saranno diffusi, con una capacità di calcolo molto più simile a quella umana, ci troviamo di fronte a algoritmi certamente sofisticati, dotati di un buon database ma niente più. Rimaniamo nel campo di uno “stupido molto veloce” come diceva il mio professore di informatica.
Daniele Imperi
Salve, Riccardo, grazie e benvenuto nel blog.
Concordo col professore di informatica, finora, dalle prove che ho fatto, l’IA è proprio uno stupido molto veloce.