L’esordiente è il male

I disagi degli autori in cerca di editori

Esordiente

Sappiamo tutti quanto sia difficile pubblicare un libro in Italia, specialmente se si tratta di narrativa.

Alcune case editrici, come la Piemme, scrivono nella pagina dei contatti che in questo periodo non accettano manoscritti: messaggio presente da anni, eppure continuano a pubblicare libri, anche di autori italiani (per esempio politici e attori).

Ma i politici e gli attori, personaggi famosi, vendono, assicurano copie vendute. Gli esordienti no.

Gli esordienti sono il male, una piaga per l’editoria italiana.

“Al momento non prendiamo in esame manoscritti”

Questa frase campeggia in parecchi siti di case editrici, che si scopiazzano a vicenda, come potete vedere da questa breve ricerca su Google:

Invio manoscritti

Già che una casa editrice non si sforzi di scrivere un messaggio personale e originale, ma preferisca usufruire di frasi preimpostate, già pronte, è segno non solo di pigrizia editoriale, ma di mancanza di rispetto, sia verso chi per primo ha creato quel messaggio sia verso gli autori.

La mancanza di rispetto più grande, però, è non accettare manoscritti ma continuare a pubblicare romanzi, annunciandoli teatralmente sul proprio sito e sui propri profili di Facebook, Instagram, ecc.

Gli autori esordienti non sono stupidi.

La trappola delle case editrici a pagamento

Per queste realtà commerciali gli esordienti sono polli da spennare. Puntano proprio sulla difficoltà da parte degli autori esordienti di pubblicare un libro, specie un romanzo, e li attirano con una serie di “servizi editoriali”.

Non si paga per essere pubblicati, non mi stancherò mai di ripeterlo. È la casa editrice che paga gli autori, non viceversa.

Come riconoscere una casa editrice a pagamento o, comunque, una casa editrice poco seria?

Dal linguaggio usato, per esempio. Frasi come queste devono mettervi in allarme:

  • Proponi ora il tuo Manoscritto!
  • Pubblica con noi!
  • Hai Scritto Un Libro?
  • Valutiamo il tuo Manoscritto Inedito

Abuso di maiuscole, punti esclamativi per stimolare l’urgenza, e poi questa platealità che mi appare poco professionale.

I concorsi letterari e le antologie di racconti

Ovvero: libri per fare cassa.

Alcune piccole case editrici pubblicano raccolte multiautore di racconti, scelti tramite concorsi letterari.

Che beneficio ne traggono gli autori esordienti? Nessuno. La visibilità è scarsa e il nome di ogni autore si perde nell’elenco di 20 o più autori.

La scappatoia dell’autopubblicazione

Sappiamo anche che le case editrici non amano l’autopubblicazione: è segno di amatorialità, di poca attenzione al prodotto-libro, per loro.

Consigliano sempre di provare a spedire manoscritti a una casa editrice: se un romanzo vale, prima o poi sarà pubblicato. Magari postumo.

Ma a chi spedire questo benedetto manoscritto?

Se sono proprio i grandi editori a contestare l’autopubblicazione e a non accettare esordienti, se anche i piccoli editori non rispondono e molti di loro non accettano manoscritti, a chi dovremmo spedirli?

L’esordiente è il male

L’esordiente è il male, perché non ha titoli: non ha pubblicato nulla, quindi non dà nessuna garanzia, nessuna sicurezza a una casa editrice. Nessuno ha voglia di rischiare con un esordiente, specialmente in questo periodo di crisi economica.

Anche io sono un esordiente, pur avendo pubblicato un libro. Ma la mia (triste) avventura con quel saggio – di cui prima o poi parlerò – non è sufficiente a farmi uscire dal settore degli esordienti.

L’esordiente è una piaga, perché ha un sogno nel cassetto: pubblicare un libro, pubblicare un romanzo.

L’esordiente non si sente un incompreso Manzoni o un misconosciuto Stephen King.

L’esordiente è soltanto un autore in cerca di editore.

14 Commenti

  1. Andrea Perin
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 10:36 Rispondi

    Ciao Daniele, qui c’è poco da dire. Io ho puntato al self, sapendo che almeno una dozzina di persone l’avrebbero letto. In verità poi sono state molte di più grazie alla pubblicità, che poi diventa una specie di ludopatia visto che continui a controllare in tempo reale se ci sono vendite. ROI (ritorno dell’investimento) positivo? Ah-ah! Neanche da considerare. A volte mi domando quanto arrivano a spendere di pubblicità i self di ”successo” che sovente (ahimè) disegnano delle belle parabole… vero è, che la vanità dello scrittore, emergente o affermato che sia, va nutrita.
    Si scrive, si posta sui social, si autopubblica, “se brusa en po’ de schei” (si bruciano un po’ di soldi), insomma; ci si diverte un pochino, magari aumentando l’audience… chissà? forse un giorno qualcuno noterà il nostro impegno e alla fine consegnerà delle royalties ai figli dei nostri pronipoti. :-)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 15 Settembre 2022 alle 13:13 Rispondi

      Ciao Andrea, limita il controllo delle vendite a 2 mesi. Giusto per non perdere tempo. Se arrivasse una notifica via email sarebbe meglio.
      Chi ha successo autopubblicandosi non avrà problemi a spendere per pubblicizzarsi. Ma quanti hanno successo?

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 11:11 Rispondi

    Sono in sintonia con Andrea, me stesso esordiente da oltre un decennio come scribacchino e come editore (“pubblico gratis”, cesellato nelle norme che mi sono dato e non prometto nulla a parte trasparenza assoluta) .
    Ho anche io i miei limiti (p.e. pubblico solo in digitale) e sono seletttivo. Mi aspetto che il materiale inviato sia redatto nel rispetto della grammatica, della sintassi, segua un costrutto e non sia un’esposizione enfatica, stracarica di aggettivi al superlativo, celebrativa. Insomma che sia qualcosa che si lasci leggere.
    Che dire, forse si sarà sparsa la voce ma negli ultimi tempi sono rari e non proprio validi gli esordienti che si propongono.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 15 Settembre 2022 alle 13:15 Rispondi

      Nessun editore può promettere qualcosa, come minimo trasparenza e serietà.
      Se è l’autore a dover spendere per editing e correzione delle bozze, allora diventa un problema.

  3. Pades
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 11:17 Rispondi

    Secondo me gli esordienti non sono considerati il male assoluto dagli editori, perché gli editori sanno perfettamente che fra le migliaia di mediocri esordienti ci può essere un nuovo Camilleri o una Rowling. Purtroppo, contrariamente a come amano dipingersi, gli imprenditori italiani sono per la maggior parte pigri e allergici al rischio e finiscono per pubblicare le cretinate del centravanti di turno, probabilmente neanche scritte da lui, proprio “per non rischiare”. La “crisi”, poi, ha peggiorato la situazione. È vero: uno su cento è un imprenditore illuminato, investe, cerca, legge, magari ci perde soldi. Ma non è uno solo che salva l’editoria, sono gli altri novantanove che la rovinano.
    La soluzione ci sarebbe anche, sarò sempliciotto e visionario: accettare tutti i manoscritti, anzi invitare a mandarne vagonate, e avere gruppi di lettura esterni, pagati poco ma pagati, a cui vengono dati i manoscritti rigorosamente resi anonimi, che facciano selezione. Per capire che un autore è una scarpa (e sono la maggioranza) bastano poche pagine, se invece il romanzo è buono si finisce di leggerlo, si fa la scheda, e poi l’editore decide su chi investire scegliendo fra una rosa ristretta e già ripulita. Ci dovrebbero investire un po’ di soldi, ma se non investi che imprenditore sei?

    • Daniele Imperi
      giovedì, 15 Settembre 2022 alle 13:20 Rispondi

      Ho visto il libro di un centravanti, e l’ho anche sentito parlare… nel suo caso il libro era scritto insieme a un giornalista, mi pare.
      L’emergente che fa vendere o che comunque dia buone probabilità di vendite è difficile da trovare e quindi, come dici, è più facile buttarsi su politici, sportivi e gente dello spettacolo.
      I gruppi di lettura possono funzionare se vanno formati, altrimenti non servono a niente. Pagati poco: dipende da quanto poco.
      La mia soluzione è invece farsi mandare il primo capitolo e la sinossi: ci vogliono pochi minuti a leggere tutto.

  4. Orsa
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 12:14 Rispondi

    Ci sono anche editori che attingono a social come Wattpad dove numeri, letture e apprezzamenti costituiscono un potenziale indicatore di successo (per le tasche dell’editore).
    I VIP con velleità da letterati: quello sì che è un male/piaga a danno degli esordienti e anche dei lettori stessi :P Ma vuoi vedere che in tutto questo il male minore è proprio l’autopubblicazione?
    Senza parole sul copia e incolla :(
    PS: tu non mollare! :)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 15 Settembre 2022 alle 13:21 Rispondi

      Wattpad, la piattaforma dove a me e ad altri hanno rubato i racconti :D
      Certo, rispetto ai Vip che pubblicano spazzatura, l’autopubblicazione non è certo il male.
      Non mollo.

  5. Paolo De Chirico (Daemonia)
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 15:00 Rispondi

    Io sono il male.
    Emergente dal 2009. Ho provato di tutto: dalla CE a pagamento (brrr), passando per editori piccoli/medi al self. Ogni cosa ha il proprio punto forte e quello debole.
    Resa dei conti dopo 13 anni di esordi continuativi: sono il male, compro esordienti e autori famosi circa 50/50 e mi faccio leggere. Poco. Soprattutto come ebook, almeno sono ecologico.
    Sono il male perché non mollo.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 15 Settembre 2022 alle 15:18 Rispondi

      Ciao Paolo, benvenuto nel blog. L’importante è continuare a provare, ma senza approvare alle case editrici a pagamento.

  6. vonMoltke
    giovedì, 15 Settembre 2022 alle 20:45 Rispondi

    Stavolta rompo il mio lungo silenzio perché i tuoi argomenti toccano una ferita ancora aperta. Io da ormai un anno ho rinunciato sia a scrivere, che a proporre i miei manoscritti. Mi sono divertito un mondo e ho realizzato alcuni grandi, vecchi sogni, scrivendo otto romanzi in cinque anni di attività frenetica. Ma le vicende personali che conosci e la delusione di vedermi sempre respinto, nonostante veda pubblicati romanzi pieni di refusi, particolari inverosimili e svarioni storici, oltre che, spesso, in stile qualsiasi, mi ha soffocato la voglia. Un’esperienza particolarmente frustrante con una piccola casa editrice che mi dava per già pronto alle stampe un mio romanzetto satirico ma che è poi sparita nel nulla mi ha dato il colpo di grazia.
    Tutto ciò che scrivi è vero, verificato e verificabile. La Newton Compton, casa che ho finanziato per decenni per le sue bellissime edizioni economiche, un paio d’anni fa ha pubblicato come esordiente una raccolta di post scritti su Facebook di un tizio che non fa altro che raccogliere aneddoti storici. Stile zero, originalità zero, utilità zero. E questo nonostante il miserabile avviso che anche tu riporti qui. Avendo l’autore fra i miei contatti, ho chiesto come avesse fatto, e la risposta mi ha disgustato: è stata la stesa casa editrice a contattarlo, dopo aver notato il numero di follower e avendo quindi fatto un rapido conto sugli incassi.
    Ormai leggo solo classici, e compro solo vecchi libri. Ogni giro in libreria fra le novità mi lascia indifferente. I temi sono sempre più ristretti e sempre più ideologici o demenziali. Devo sopportare di vedere stampato il libro di Ibrahimovic? So di non essere Tolstoj, ma vedere gli scaffali pieni di certa spazzatura lo trovo davvero un oltraggio anche personale.
    E poi c’è stato anche il capitolo “Concorsi letterari”. Al Calvino ho pagato per venir letto e giudicato, e nel giudizio finale, dopo le lodi, per giustificare il fatto che non fossi andato avanti, ci hanno messo una critica alla caratterizzazione dei personaggi senza evidentemente sapere che tale caratterizzazione veniva dalla lettura di memorie e corrispondenza che avevo usato come fonti. Richiesto di rettificare il giudizio, non ho mai ricevuto risposta. La serietà di chi decide cosa sia pubblicabile e cosa no…
    Un abbraccio.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 16 Settembre 2022 alle 8:22 Rispondi

      Ti capisco bene, è brutto e frustrante e anche avvilente vedere pubblicati libri pessimi, sia per contenuti sia per livello di scrittura, e poi trovarsi sempre respinti da varie case editrici.
      Ma mai mollare.
      Il libro sugli aneddoti pubblicati su Facebook è vergognoso, anche se non lo conosco: stai pubblicando testi non originali, già pubblicati, e è chiaro, come dici, che è solo per fare cassa.
      Oddio, ho appena visto che Ibrahimović ha pubblicato per 3 libri… Va be’, anche Totti ha pubblicato, se è per questo :D
      Comunque soltanto in questi ultimi decenni c’è questa corsa a raccattare personaggi famosi per fare soldi coi loro inutili libri.
      Non partecipo mai a concorsi letterari a pagamento, perché so di buttare i miei soldi.
      Non t’avvilire e continua a combattere ;)

  7. DarkAlex1978
    domenica, 18 Settembre 2022 alle 11:27 Rispondi

    Non ho molto da aggiungere, in quanto è stato già detto tutto nell’articolo o nei commenti, però mi una cosa ce l’ho: un messaggio come “non prendiamo in esame manoscritti” da una casa editrice che ha scelto di chiamarsi “Always Publishing” è a dir poco surreale.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 19 Settembre 2022 alle 9:03 Rispondi

      Hai ragione… ma comunque il messaggio come “non prendiamo in esame manoscritti” è surreale per qualsiasi casa editrice. Ci sono case editrici che preferiscono scegliere da sé i propri autori, cercando nel web per esempio, ma comunque basta scriverlo nel proprio sito e un autore si mette l’anima in pace.

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