Competenze in scrittura e lettura: in Italia siamo messi male

Il triste quadro di un Paese che era la culla della cultura

Competenze in scrittura e lettura

L’articolo “Italia agli ultimi posti nella classifica Ocse per le competenze legate a lettura e scrittura e matematica”, apparso qualche giorno fa sul «Sole 24 Ore», evidenzia la posizione del nostro Paese, che si ritrova al 31° posto su 37 Paesi coinvolti per le competenze in scrittura e lettura.

Praticamente un paese di asini.

Gli adulti che hanno partecipato all’indagine hanno un’età compresa fra i 16 e i 29 anni.

Vi dice qualcosa questo intervallo di età?

L’articolo di Giulia Carta “I gruppi di utenti sui social media” su «Trusted Shops» mostra l’età media degli utenti dei social media:

  • Facebook e Instagram: meno di 35 anni
  • LinkedIn: fra i 25 e i 34 anni
  • Pinterest: fra i 16 e i 24 anni
  • Twitter: fra i 25 e i 49 anni
  • Youtube: fra i 16 e i 45 anni
  • TikTok: fra i 10 e i 29 anni

C’è da chiedersi che cosa abbiano nel cervello i genitori che permettono ai bambini di stare su TikTok. Il vuoto totale, immagino.

Non voglio sostenere che questo analfabetismo funzionale sia colpa dell’uso smodato delle reti sociali (anche se questo è un dato certo), ma gli utenti di età compresa fra i 16 e i 29 anni sono certamente ben rappresentati in quei luoghi virtuali. E questo dovrebbe suggerire qualcosa.

Stranieri residenti nella Penisola: parlano l’italiano?

L’articolo del «Sole 24 Ore» parlava di un “focus sulla popolazione giovane (16-29 anni) e sugli stranieri residenti nella Penisola”.

Questi ultimi parlano l’italiano? Quasi per niente, eccetto chi è in età scolastica e deve per forza impararlo. Qualcuno potrebbe obiettare che neanche gli italiani sanno scrivere e leggere correttamente in italiano, perché dovrebbero farlo gli stranieri?, e mi toccherebbe dargli ragione.

Agli adulti non interessa imparare la nostra lingua, perché non la usano quasi mai, se non per lo stretto necessario.

Come migliorare la situazione di quest’analfabetismo funzionale?

Ogni volta si parla di “adottare politiche che permettano di migliorare il quadro” e di rafforzare il “sistema di formazione e istruzione”.

Parole al vento, perché non ho mai visto alcuna iniziativa in questo senso.

L’egemonia delle reti sociali sul tempo libero e non della popolazione è forte, molto forte. E non sarà per niente facile romperla.

Se si ha un’ora di tempo libero, si preferisce il nulla di social demenziali come TikTok o le baggianate di Facebook o scambiare messaggi inutili su WhatsApp piuttosto che leggere un libro.

Non si legge per mancanza di volontà

La lettura di un libro comporta un’immersione che non è assolutamente richiesta dai social media. È una semplice questione di linguaggio, molto articolato, anche ricercato, e vario nei libri, fin troppo semplicistico, immediato e ammorbato da acronimi e inglesume nei social.

È logico pensare che leggere un libro richieda sforzi mentali più grandi rispetto al lasciarsi trasportare dalla corrente di scemenze e vacuità delle reti sociali.

Dunque la scarsa propensione alla lettura – e non solo da parte dei giovani fra i 16 e i 29 anni – è dovuta a una pura mancanza di volontà.

La scrittura è legata alla lettura

Non puoi migliorare le competenze nella scrittura se non ne hai nella lettura. La scrittura è strettamente legata alla lettura.

Se leggi di continuo messaggi brevi e infarciti di acronimi, perché non puoi perdere inutili millisecondi a digitare una frase sensata e completa sullo smartphone, come potrai scrivere?

Dalla disabitudine alla lettura alla disabitudine alla scrittura il passo è istantaneo. Scrivi ciò che leggi, scrivi come leggi.

Una questione di offerta

Non voglio dare la colpa solo all’abuso degli smartphone e di internet in generale. Oggi siamo anche bombardati dalle televisioni a pagamento, che sfornano serie in continuazione e propongono offerte imperdibili.

E allora ecco che i gestori telefonici ti offrono sempre più giga da consumare in puro intrattenimento. È un circolo vizioso.

Quanto si pubblicizzano i libri in tv? Quasi per nulla, perché non ci sarà un grande ritorno di investimento come nel caso degli abbonamenti telefonici e televisivi.

Chi li pubblicizza sono i grandi colossi dell’editoria italiana, e pubblicizzano soltanto libri che potenzialmente venderanno migliaia di copie, oppure gli abbonamenti da edicola, che raccoglieranno un vasto pubblico.

È una questione di offerta: le reti sociali e le tv a pagamento offrono ore di intrattenimento senza alcuno sforzo mentale e, soprattutto, a poche decine di euro al mese. I gestori telefonici offrono la chiave per usufruire di questo intrattenimento, a un prezzo inferiore.

Un libro che cosa offre?

Un libro oggi costa spesso oltre 20 euro. Lo consumi in una settimana, forse anche in 2-3 giorni. Con 20 euro in un mese ti guardi tutti i film che vuoi.

Se vuoi leggere 10 libri al mese, devi spendere dai 150 ai 200 euro. Se vuoi vedere 100 film al mese, spendi meno di 20 euro.

Capite qual è anche il problema?

Ci vuole una politica che aiuti l’editoria, che limiti l’egemonia dei gestori telefonici e delle tv a pagamento. E una politica meritocratica che avvantaggi chi ha studiato.

E ci vuole una scuola che faccia apprezzare i libri e la lettura, altrimenti dal 31° posto finiremo presto all’ultimo.

Ma soprattutto ci vuole la volontà di attuare tutto questo. E anche quella di leggere un buon libro.

17 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 22 Settembre 2022 alle 10:31 Rispondi

    E no Daniele! Come osi ignorare che siamo un popolo culturalmente (per non dire biblicamente) eletto? Hai dimenticato che il manco trova compenso nella pletora di scrittori, poeti e letterati (fasulli) che non hanno mai letto una riga o un verso che siano propri? Sotto questo punto di vista non siamo affatto fanalino di coda ma direi appollaiati sulla cresta del K2 o dell’Everest.
    Consultare dizionari o enciclopedie online? Ma che baggianate! Meglio foto e put…te delle influenzante e degli influenzanti (variante altamente contagiosa e precedente al covid). Per andare a consultare la Trec-cani bisogna poi chiudere un occhio sul razzismo: Non abbiamo la Treg-gatti!
    Mi manca tanto Totò!

    • Daniele Imperi
      giovedì, 22 Settembre 2022 alle 13:26 Rispondi

      Con la scusa del popolo culturalmente eletto campiamo di rendita, ma oggi è una rendita non meritata.

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 22 Settembre 2022 alle 10:32 Rispondi

    che non siano…. (scusa)

  3. vonMoltke
    giovedì, 22 Settembre 2022 alle 11:48 Rispondi

    Sottoscrivo tutto ciò che hai enunciato, e ci aggiungo il commento del signor Magro. Certo, io compro ormai quasi solo libri usati, e questo significa che con 20€ a volte me ne arrivano a casa 10 o persino 15 (se si tratta di copie a 1€ o poco più come i vecchi Urania), ma questo non tocca il problema che sta a monte: legge chi ha imparato a leggere e ad amare la lettura. Quelli della mia generazione (fine ’70) leggevano comunque poco, non c’era Tik Tok ma c’era il calcio e la tv commerciale, oltre che le conversazioni insulse, e tuttavia devo confessarti che l’esposizione dei piccoli e piccolissimi ai cellulari e a internet mi preoccupa anche personalmente. I miei due figli (8 e 5 anni) hanno il cellulare in mano dai primi mesi, grazie alla madre, e nonostante il mio esempio e le mie insistenze passano più tempo libero allo schermo che a fare giochi intelligenti o a leggere. So che è la strada per l’analfabetismo ma, a parte spaccare i cellulari (cosa che ho metaforicamente fatto quando sono rimasti da soli con me per un mese l’anno scorso, senza risentirne tanto) non so che fare.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 22 Settembre 2022 alle 13:32 Rispondi

      Purtroppo non tutti i libri usati costano così poco. Io ho trovato a 2-3 euro i famosi “libri-transistor” della Mondadori, ma altri usati che ho preso sono costati anche oltre i 10 euro.
      Ma comunque esistono anche le biblioteche, dove prenderli gratis.
      Il discorso dei bambini è preoccupante: per come la vedo io, a quell’età il cellulare e il tablet non servono. Mentre libri e giochi intelligenti sì.

    • Corrado S. Magro
      giovedì, 22 Settembre 2022 alle 14:09 Rispondi

      Von Moltke per favore dimentica il “signore”. Sono un vecchio popolano expat da ben oltre 50 anni (ho lasciato da tempo dietro di me gli 80), reazionario e brontolone, che acchiappa mal di testa e di pancia con relative flatulenze, leggendo la “Ferra-glia” luccicante e rigogliosa grazie a un suolo di milioni di Euro, annaffiato dagli umori di grilli, formiche & Co. (conosci la canzonetta ultrasecolare: C’era un grillo, in un campo di lino …), abbagliati dalle sue forme.
      E senti l’ultima: Un conoscente (scrittore!) mi comunica che ha frequentato un corso di scrittura creativa. A testimonianza m’invia un testo preparato “ad hoc” da una esercitazione. La lettura mi lascia abbastanza perplesso. Alla domanda su cosa avesse scritto il referente (ho evitato docente) e con che risultato non ha detto granché: “Si trattava di un giovane”.
      Ah disgraziati e furfanti!

      • vonMoltke
        giovedì, 22 Settembre 2022 alle 22:35 Rispondi

        Dopo questa presentazione, caduto il “signore”, devo promuoverti a cavaliere, come minimo! Qua la mano, reazionario! Hai di fronte uno che ama così tanto il libro di carta da riacquistare persino titoli che ho già solo per sostituirli con edizioni più pregiate. E ho mollato, uno dopo l’altro, tutti i social: sono un a-social che si rinchiude spesso nella propria biblioteca a sorbirsi il profumo della carta e ad isolarsi nel proprio mondo ideale…
        La scrittura creativa? Ma se uno non è creativo di suo, chi potrà infondergli la creatività a pagamento? Mi puzza come di quei corsi per “guadagnare in Borsa” a cui possono credere solo dei gonzi capaci esclusivamente di rovinarsi.

  4. JohannesN58
    giovedì, 22 Settembre 2022 alle 13:32 Rispondi

    Hai ragione Daniele, è triste, ma hai ragione. C’è anche da considerare che, probabilmente, il panorama della lettura offre cose di scarso livello a prezzi esorbitanti (i conti li hai fatti tu); allora spendiamo i soldi per i network così risparmiamo pure. A volte, di spessore, i libri hanno solo il volume della carta. Come sosteneva Roberto Benigni: “oggi sono tutti scrittori, ma non legge più nessuno”…

    • Daniele Imperi
      giovedì, 22 Settembre 2022 alle 13:34 Rispondi

      Ciao Johannes, benvenuto nel blog. Sullo spessore dei libri che spesso manca hai ragione, ma grazie a internet puoi leggere recensioni su blog letterari che pullulano nella rete.

  5. Orsa
    giovedì, 22 Settembre 2022 alle 19:13 Rispondi

    Vero, gli unici libri che pubblicizzano in tv sono quelli di Vespa. Che scenario disastroso. Sono seriamente preoccupata per la fascia TikTok: tra qualche giorno questa legione di inetti varcherà la soglia della cabina elettorale. E con quale preparazione? Con quale “influenza”? E, soprattuto, con quale coscienza?
    Oggi si possono abbattere i costi acquistando le versioni digitali, quindi il problema non è la cifra di 150/200 Euro al mese, ma la pigrizia mentale, cosa aggravata dalla malsana abitudine di condividere ormai tutto: un libro lo si legge in solitaria, mentre una serie la puoi guardare sul divano in compagnia di più persone. Il libro isola, la serie unisce… pensa che razza di messaggio viene recepito!
    WhatsApp e TikTok non mi avranno mai, mentre i contenuti delle tv a pagamento mi annoiano. Ho buttato un anno di PrimeVideo e sono riuscita soltanto a guardare l’Uomo dell’alto castello. Ma solo perché ero attratta dall’uniforme (e sottolineo uniforme) dell’Obergruppenführer John Smith ;)

    • vonMoltke
      giovedì, 22 Settembre 2022 alle 22:36 Rispondi

      Sarà per quello che neppure voto più…

      • Orsa
        venerdì, 23 Settembre 2022 alle 21:32 Rispondi

        Feldmaresciallo di fine anni ’70, siamo coetanei.
        Imbraccia quella matita o farai decidere alla legione di idioti ;)

    • Daniele Imperi
      venerdì, 23 Settembre 2022 alle 8:16 Rispondi

      Fra pubblicazioni digitali, biblioteche e libri gratuiti vecchi disponibili online qui e là c’è parecchia abbondanza di letture.
      Dei contenuti delle tv a pagamento non salvo quasi nulla, le ho provate perché si è abbonata mia sorella, ma moltissimi film sono pietosi, creati da registi che sembra non abbiano mai visto un film in vita loro.
      L’Uomo dell’alto castello è tratto da un romanzo di P.K. Dick.

  6. Kukuviza
    sabato, 24 Settembre 2022 alle 12:06 Rispondi

    Penso che tendenzialmente hai ragione, ma credo che sia comunque molto diffuso il sistema di lettura prime di amazon, che viene ora proposto ad esempio anche da kobo e forse anche da altri. Per cui un lettore forte ammortizza in parte così e in ogni caso il digitale cosa molto meno e penso sia in espansione piuttosto decisa. Il discorso è che comunque non credo che uno non legga perché un libro costa, se a uno piace trova il sistema di farlo.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 26 Settembre 2022 alle 8:01 Rispondi

      Per chi legge in digitale quei sistemi vanno bene, ma non tutti leggono ebook, anzi credo che la maggioranza legga libri cartacei. Concordo: se ti piace leggere, leggi, a prescindere dai costi.

  7. Luciano
    giovedì, 29 Settembre 2022 alle 9:56 Rispondi

    Come tutte le cose, se le si vuole fare, e fare crescere bene, occorre partire dal basso, ovvero dalle scuole. Quantomeno nelle medie e nelle superiori si dovrebbe portare gli studenti a leggere, durante gli 8 mesi di durata dell’anno scolastico, almeno 4 libri, che non sono tanti, magari due da scegliere e due consigliati. Sì potrebbe chiedere loro di valutare la possibilità di fare un film di almeno uno dei libri letti, invitandoli a riscrivere la trama modificata e con aggiunte personali, per adattare la storia al grande schermo. La scuola é il luogo deputato a escogitare idee e strategie che possano accrescere nei giovani l’interesse alla lettura e alla scrittura. Sì può fare, ma occorre predisposizione e volontà anche da parte di chi insegna, ben sapendo che i maestri e i professori di domani saranno quei ragazzi che oggi hanno tra i 10 e i 19 anni, e che avranno trascorso una vita a digitare messaggini sui social.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 29 Settembre 2022 alle 13:26 Rispondi

      Hai ragione, nelle scuole medie e superiori si legge poco, quasi nulla, almeno ai miei tempi, a parte i testi scolastici – e alle volte neanche quelli.
      Anche quella del film può essere un’idea valida, qualcosa insomma che li invogli a leggere e scrivere.

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