Duel è un racconto del 1971 scritto da Richard Matheson e contenuto nella raccolta I migliori racconti. Il racconto uscì per la prima volta nella rivista Playboy.
Delle nove storie dell’antologia della Fanucci, soltanto cinque mi sono piaciute. Duel è senz’altro la migliore. È ambientata in strada, le lunghe e infinite strade americane in cui tutto è possibile. Il racconto riesce a prendere il lettore. Non è una storia horror né di fantascienza. L’orrore è più umano.
Duel divenne un film per la televisione (più tardi anche per il cinema), scritto dallo stesso Matheson, diretto da Steven Spielberg, sempre nel 1971, e interpretato da Dennis Weaver.
Duel dal racconto al film è stata un’operazione ben riuscita. Nel mio caso ho prima visto il film – come mi accade quasi sempre – e poi ho letto la storia, ma ho avuto le stesse emozioni. La trasposizione credo sia stata indolore, forse è quel tipo di storia in cui c’è ben poco da adattare.
Non ricordo sostanziali differenze fra le due opere. La storia è lineare, una sorta di lotta fra un camionista e un automobilista. L’attore è entrato benissimo nella sua parte. Non ricordavo chi fosse, ma leggendo il racconto l’immagine del protagonista è davvero quella di Dennis Weaver.
Racconto e film, dunque, sembrano procedere insieme: come se fossero stati pensati contemporaneamente. C’è da dire, a difesa di questo perfetto adattamento cinematografico, che il film è stato scritto dallo stesso autore del racconto. Ecco la chiave per non avere sorprese quando si legge un buon libro e se ne vede poi il film.
Duel è una storia di azione ma anche di terrore psicologico. Dalle parole di Matheson il lettore si immedesima nella paura che pian piano nasce nel protagonista a partire dall’incomprensione e dalla rabbia e si trasforma in poi puro terrore.
Leggete, dunque, Duel e vedete anche il film, perché meritano entrambi. Chi di voi ha letto il racconto? E chi ha visto il film?
Cristiana Tumedei
Ancora una volta, ho letto il racconto ma non penso di aver visto il film. A dire il vero, non lo ricordo
Hai ragione, è una storia assolutamente da leggere. Quanto al film, vedrò di rimediare. Magari lo guardo.
Daniele Imperi
Il film merita, se ti capita vedilo
KINGO
Non ho letto il racconto, pero’ posso dire che di solito i film vengono meglio sulle storie relativamente corte piuttosto che sui romanzi lunghi.
Daniele Imperi
Duel è un racconto, ma non corto a dire la verità. E sì, un romanzo molto lungo trasformato in film comporta dei grossi tagli oppure, peggio, la sua divisione in 3 parti…
temistocle
L’immagine del braccio del camionista poggiato sul finestrino è una di quelle che mi sono rimaste impresse di più tra tutte quelle dei millemila film che ho visto. Quando poi ho letto il racconto ho capito da dove veniva la potenza del film. Certo la trasposizione è stata perfetta (Spielberg non per niente è un maestro in certe cose…) ma il testo è magistrale, il racconto di Matheson che preferisco (forse insieme a Tre millimetri al giorno, anche se qui parliamo di un romanzo breve).
Daniele Imperi
Anche secondo me è il miglior racconto di Matheson. Non mi sono piaciuti tutti quelli della raccolta che ho letto.
franco zoccheddu
Rivedo sempre volentieri il film “Duel”, bellissima rappresentazione del senso di smarrimento, solitudine, disperazione dell’essere umano strappato via dalle sue abitudini, dalla sua “normalità”.
Grande Dennis Weaver, di cui ricordo con nostalgia il simpatico “Sceriffo a New York”, telefilm anni settanta che i quasi cinquantenni come me ricorderanno: anche lì, seppure con più leggerezza, in fondo si trattava di un personaggio inserito in un ambiente umano diverso dal suo, uno sceririffo texano tutto d’un pezzo e schietto che indaga nel mondo complesso, ambiguo e snob della metropoli. Qui il personaggio impone la sua personalità con fierezza e senza remore. Invece in Duel l’ambiente alieno risulta ostile, del tutto inaspettato e s’impone sull’uomo. Gran film, Duel!
franco zoccheddu
Scusate per il “sheririffo”…
Tenar
Non conosco questo caso particolare, ma a volte la presenza in scenggiatura dell’autore della storia originale è più un danno che un beneficio. Cinema e letteratura sono due media diversi, con linguaggi diversi. Sopratutto, però, un film è un’opera originale, non è la trasposizione paro paro di un libro o un racconto, ma l’interpretazione autoriale che il regista fa di quella determinata opera. Ci sono film che tradiscono l’opera da cui sono tratti, ma rimangono grandi film (Colazione da Tiffany) e altri che sono estremamente fedeli alla trama e non aggiungono nulla alla lettura, risultando inutili se non fastidiosi
Daniele Imperi
Penso che tu abbia ragione, forse bisogna guardare il film come un prodotto a sé, appunto solo ispirato al libro.
Lucia Donati
Visto il film, molto interessante; ti fa entrare veramente nella paura del protagonista che cresce mana mano che si rende conto della follia ( o cha altro) del camionista misterioso. L’attore è stato protagonista della serie “Sceriffo a New York” degli anni ’70 (?): molto bravo in questo film.
Daniele Imperi
Bel film, vero. Sì, ora ho ripristinato tutto per fortuna
Lucia Donati
Che bello: si può di nuovo commentare
Frank Spada
L’incognita degli altri, noi stessi contro noi stessi, il bello della vita.
Ottima divulgazione, Daniele Imperi.
Cordialità da un finestrino in corsa
Daniele Imperi
Grazie, Frank.
Occhio a non far volare il cellulare dal finestrino
franco zoccheddu
Una curiosità: c’erano problemi di comunicazione?
Daniele Imperi
Che intendi?
franco zoccheddu
No, è che dici di aver ripristinato tutto e Lucia risponde di poter commentare di nuovo, ma non ho collegato a quale problema. La scienza è curiosità… ehm…
Daniele Imperi
Il blog era andato giù per parecchie ore e era saltata la tabella dei commenti nel database