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Quando scriviamo – e questo discorso non vale soltanto per la narrativa, ma per qualsiasi tipo di scrittura – dobbiamo tenere presenti i lettori: eppure poco tempo fa avevo detto l’esatto contrario, che bisogna scrivere per se stessi e non per i lettori.
Non ho certo cambiato idea: per lettori intendo le categorie di lettori, cioè quelli che hanno i nostri stessi gusti di lettura. Infatti in quell’articolo ho precisato:
Io scrivo storie per lettori che amano leggere la narrativa di genere.
È a loro che mi rivolgo. Così come gli scrittori di narrativa di genere si rivolgono a me, quando scrivono. E tutto questo si riduce a un solo concetto: le aspettative delle categorie di lettori quando leggono narrativa di genere.
Anche io, quando leggo letteratura di genere, ho delle aspettative: voglio che siano rispettate le convenzioni dei romanzi di genere. Devo poterli riconoscere subito: dalla copertina, anche, dai titoli, dai personaggi, dalle ambientazioni, dalla trama.
Che cosa sono le convenzioni della narrativa di genere?
Già, che cosa sono queste convenzioni?
Il primo significato che troviamo nel dizionario è “accordo, contratto”, che è poi lo stesso del termine latino conventio.
Siamo abituati a trovare le convenzioni in vari ambiti. Restando nel mondo della scrittura, è convenzione scrivere i titoli dei libri e dei film in corsivo (Il Milione di Marco Polo, Per un pugno di dollari di Sergio Leone), ma anche i nomi delle navi (l’Amerigo Vespucci), così come, sempre per convenzione, i nomi delle riviste si scrivono fra caporali («Le Scienze», «National Geographic», «Il Giornalino»).
Ho anche visto, seppur raramente, scrivere titoli di libri e film e nomi di navi e riviste in altri modi e m’è sempre sembrato strano: proprio perché si allontanavano dalle convenzioni che avevo imparato a conoscere.
E tutto questo cosa c’entra con la narrativa di genere?
Un altro significato del termine convenzione nel dizionario Treccani è più appropriato:
Generale accordo circa la scelta tra possibilità diverse; in partic., nelle scienze, riguardo all’uso e al significato di determinati simboli, all’adozione di unità di misura, alle norme da seguire nell’uso o nella formazione della terminologia, ecc.
E lo abbiamo visto negli esempi precedenti per libri, film, navi e riviste.
Nella narrativa di genere le convenzioni sono tutti quegli elementi della storia che i lettori di quella categoria di romanzi si aspettano di trovare.
E lo stesso discorso vale per i film: in un thriller non mi aspetto una colonna sonora “sbarazzina”, da commedia, e i primi 15 minuti di chiacchiere cervellotiche e inutili delle 2 protagoniste (mi riferisco al film Un piccolo favore, che ho smesso di vedere dopo un quarto d’ora di noia).
Sono appassionato di fantascienza, ma il film High Life, considerato un “grande esempio di fantascienza filosofica” (se avessi letto prima questo giudizio, neanche avrei provato a guardarlo), mi ha fatto addormentare varie volte davanti allo schermo: di fantascienza c’è solo un’astronave, il resto è solo sesso “fai-da-te”, silenzi, staticità, trama debolissima, se non inesistente.
Sono davvero necessarie, quindi, le convenzioni nella narrativa di genere? Qual è il vero scopo di queste convenzioni?
Una questione di mercato editoriale
Se riconosci un prodotto – un prodotto che ti piace – torni a comprarlo. È per questo che continuo a comprare romanzi polizieschi, storici, di fantascienza (non filosofica!).
Là fuori esistono categorie di lettori (di clienti) che conoscono bene i generi letterari che amano leggere. Le convenzioni servono a quei lettori per riconoscere e poter acquistare i loro romanzi preferiti e servono agli scrittori e agli editori a trovare un mercato per i loro romanzi di genere.
Esatto: un mercato editoriale. So che a qualcuno non piace sentir parlare di mercato, della “vil pecunia”, quando si tratta di arte, dell’arte della scrittura creativa in questo caso.
Ma, come dico sempre, i libri si vendono e per produrli costano soldi, tempo ed energie da parte degli scrittori e delle case editrici.
C’è un mercato per i romanzi di genere e quel mercato ha delle regole: sono chiamate convenzioni. Queste regole permettono a quei romanzi di esser venduti e letti. Permettono di essere commercializzati.
Rompere le convenzioni della narrativa di genere
È un bene o un male? Non sta a me dirlo: io sono abbastanza tradizionalista e conservatore quando si tratta di libri, ma perché conosco molto bene i miei gusti e non amo affatto le sorprese (in nessun caso).
Quindi, trovandomi di fronte a un romanzo di genere che sovverte le convenzioni che conosco di quel genere narrativo, mi trovo spiazzato. E quasi sempre non gradisco la novità.
Ho anche apprezzato autori che si sono discostati molto dal “consueto”, sia nell’impostazione delle storie sia nella scrittura, come per esempio John Dos Passos, ma dipende quindi dai casi.
Rompere le convenzioni della narrativa di genere significa rischiare, ma allo stesso tempo distinguersi. Di certo vale la “regola”: rompi le regole quando le conosci bene.
E voi come vi ponete di fronte alla letteratura di genere? Apprezzate queste convenzioni quando leggete? Le rispettate quando scrivete?
Alice
Non sono sicura che sia un bene, non credo nemmeno di essere l’unica, ma quando scelgo un libro sono convita che sia lui a scegliere me.
Leggo di tutto e non sono affezionata a un genere particolare l’unico problema è che la trama deve adattarsi al momento in cui lo sto leggendo per esempio il libro che ho appena terminato, “L’alba del mondo” di Rhidian Brook, era in attesa sulla mia libreria da otto anni prima che ci posassi gli occhi e decidessi di leggerlo e se l’ho fatto è solo perché mi hanno attratto il titolo e le prime pagine.
Sicuramente ho delle aspettative sul genere ma se un autore percorre strade diverse per arrivarci perché no?
Daniele Imperi
Dipende dalle strade che percorre l’autore. Almeno per me, ovvio.
Ho letto romanzi di generi trattati in modo originale, e mi sono piaciuti: forse rispettavano le convenzioni del genere.
Corrado S. Magro
Un deciso NO, né quando leggo né quando scrivo! Imbrigliare, definire, regolamentare… Se la scrittura è fluida e l’argomento m’incuriosisce continuo a leggere e se sento che ciò che scrivo vive, continuo a scrivere anche se non sarò commerciabile. Non condanno il giallo che rimbomba di esplosioni, saturo di azioni rocambolesche. È il filone “Jules Verne” per adulti addolescenti. Beati loro e il mondo dei “super man”. Contenti loro, contenti tutti. Non parliamo della fantascienza con la solita astronave o del filone rosa. E quella dei mostri che invadono il pianeta? La mostra che mostra dei mostri? Ma per favore! Convenzioni e norme? Chi le ama si adatti e le segua!
Daniele Imperi
Secondo me non significa imbrigliare, ma solo attenersi alle caratteristiche del genere narrativo.
Il romanzo rosa è fatto a quel modo
Il giallo fa parte del poliziesco, che comprende vari sottogeneri: quindi va bene l’azione, ma non è giallo propriamente detto.
Orsa
Di convenzioni e convinzioni.
Messa così io le apprezzo decisamente. È tutta una questione di “scaffale”: m’irriterebbe tantissimo trovare Lo sceicco e la sua schiava* nel reparto narrativa storica militare. Solo che mentre in libreria la prenderei semplicemente come un errore o come il gesto di qualche buontempone, in un libro invece la prenderei male, molto male. Avrebbe il sapore di un trojan che infetta la mia lettura. E concordo anche sul rischiare/distinguersi: però se mi devi fare una virata di Immelmann, poi devi essere anche in grado di non farmi schiantare
*titolo inventato di sana pianta eh!
Daniele Imperi
In un libro anche io la prenderei male, mi sembrerebbe una presa in giro.
Se leggo un thriller, voglio che poi sia un thriller: il genere narrativo (sottolineato da copertina e titolo e anche dalle prime pagine) è una promessa che l’autore fa al lettore.
Grazia Gironella
Non so fino a che punto sono propensa a seguire le convenzioni, ma di certo mi pongo il problema e cerco di informarmi sul genere che voglio scrivere… quando mi capita di averlo individuato.
Daniele Imperi
Il genere secondo me va individuato subito, altrimenti rischi di dover modificare spesso la storia. ma comunque, individuando il genere, sai come procedere.