Scrittura al femminile

Scrittura al femminile

Ultima intervista della serie dedicata alle varie tipologie di scrittura al femminile. Nelle due interviste precedenti abbiamo sentito le opinioni sul copywriting e sul blogging al femminile. Adesso è la volta della scrittura creativa al femminile.

Scrittura al femminile

È vero che la scrittura creativa è appannaggio dei soli uomini? Vediamo però, online, che le donne scrittrici sono sempre più presenti. C’è quindi un loro spazio nell’editoria italiana? È cambiato il modo di scrivere? Come si migliorano le scrittrici di oggi? Sentiamo il loro pensiero.

Rita Carla Francesca Monticelli

Senza dubbio le donne hanno già un loro spazio importante nell’editoria e sono destinate ad averne sempre più. È un fenomeno in crescita per il semplice fatto che le donne che scrivono sono davvero tantissime. Il nostro impatto sulla scrittura è un aumento della diversità nel presentare le storie. Sono proprio i lettori uomini a dirlo. Ti faccio un esempio. Io scrivo un genere tipicamente maschile (fantascienza) e i miei lettori affermano di apprezzare proprio il fatto che io riesca a dare loro una visione delle storie con il cosiddetto tocco femminile, qualcosa cioè che in altri autori uomini del genere non riescono a percepire. È una questione di diversa sensibilità nell’immaginare e mostrare gli eventi narrati.

Per migliorarmi come scrittrice ho intenzione di continuare a cimentarmi in nuove storie, nuovi personaggi, nuove tecniche narrative, magari anche nuovi generi, e ovviamente non smettere mai di scrivere, scrivere e scrivere. Anakina

Daniela Barisone

Le donne sono riuscite sicuramente a farsi il loro spazio nel mondo della scrittura. Quello che le differenzia dagli uomini è il genere, (ne parlo in maniera “divertente” qui) che porta ancora oggi a un sessismo non indifferente.

Personalmente, per migliorarmi, continuerò a scrivere ciò che mi sento e accetterò i consigli della mia editor… e dei miei spacciatori di orribili trame! Daniela Barisone

Annaluisa Socher

Questa è una bella ed interessante tematica; ti ringrazio, Daniele, per avermi dato occasione di rifletterci su e trarre le mie brevi considerazioni. Al giorno d’oggi la donna è sempre più presente all’interno del mondo letterario internazionale; il suo “approdo” alla scrittura non è stato semplice ma oggi tramite essa la donna è riuscita a portare alla luce argomenti legati al mondo femminile che prima di allora venivano scarsamente considerati. Penso che a tutt’oggi la donna stia riuscendo a ritagliarsi uno spazio all’interno dell’editoria: a parte la più famosa J.K. Rowling ci sono tante autrici meno famose, ma pur sempre valide e importanti, che riescono a dare risalto anche a storie di altre donne. Ritengo che l’unica “tecnica” che possa migliorare la mia scrittura sia quella dell’esercizio e della lettura. Se è vero che per scrivere meglio è necessario scrivere, lo è altrettanto leggere molto e soprattutto diversificare la lettura. Story of a book

Lucia Donati

Partiamo dalla premessa secondo la quale io non credo in una classificazione della scrittura in “maschile” o “femminile”. La scrittura è scrittura e basta. Non si dovrebbe riuscire a capire se chi scrive è uomo o donna: questa è la mia opinione.

Lo spazio della donna nell’editoria? Non saprei. Non ho notato se le donne siano più o meno presenti in questo settore rispetto agli uomini né ho avuto motivo di indagare su eventuali cambiamenti in tal senso. Non ho studiato questa questione; anche in questo campo, quello che conta è la qualità.

Cosa farò per migliorarmi come scrittrice? È un segreto (scherzo)! Leggerò molto, correggerò i miei errori quando mi dovessi accorgere di averne fatti, scriverò come sempre, dedicandomi ai generi che preferisco. Mi occuperò di scrittura, ma la cosa potrà non essere direttamente riconducibile alla narrativa: più a generi “trasversali”. E mi dedicherò probabilmente alla saggistica. Elasticità e novità, per non annoiarmi, saranno le parole d’ordine.

Chiara Prezzavento

In occidente non mi sembra di vedere un’emarginazione letteraria ai danni delle donne. Il panorama editoriale è pieno di bravissime scrittrici di grande successo. Semmai vedo qualche pregiudizio di genere (le donne non sanno scrivere fantascienza, gli uomini non possono scrivere di sentimenti…), ma non direi che ci siano dubbi sullo spazio delle donne nell’editoria. E mi sconcerta sempre un po’sentirmi definire una scrittrice donna, come se questo facesse di me qualcosa di diverso. Una volta in una libreria ho visto un consistente settore di “Letteratura al femminile”, ovvero solo libri di autrici – indipendentemente dal genere. I giallisti scrivono “Romanzi gialli”, e le gialliste “Letteratura al femminile”…

Ecco, è questo che mi torna in mente ogni volta che sento sollevare la questione delle scrittrici donne. Tutto sommato, preferirei essere considerata una persona che scrive, senza pregiudizi – sfavorevoli o favorevoli – basati sul fatto che sia una donna. Senza Errori di Stumpa

Elisabetta Modena

Parlando di scrittura al femminile mi viene in mente la Nemirovski: è una delle mie scrittrici preferite e pone l’accento su alcune caratteristiche della scrittura delle donne: storie ambientate nella quotidianità familiare spesso lacerata e problematica (vedi anche la Dunne, la Mazzantini), con un’attenzione particolare al contesto sociale, specie dove ci sia povertà, emarginazione, guerra. Grandissima capacità di introspezione e analisi dei sentimenti dei protagonisti, in modo che il loro “microcosmo” interiore e familiare diventi paradigma del mondo che li circonda. In questo senso, quindi, da quando le donne impugnano la penna (da Jane Austen in avanti) si assiste a spettacoli ritratti con uno sguardo quasi più lucido e spietato di quello degli uomini. Il successo editoriale rimane un obiettivo difficile da raggiungere in Italia: Mazzantini, Avallone, Tamaro e tutte le altre approdano al grande pubblico dopo essere passate dallo spietato vaglio degli agenti letterari. Non è una strada per tutte. Quanto a me, per migliorarmi, penso che oltre a impratichirmi nella tecnica, debba essere me stessa al cento per cento. Che non debba correre dietro alle mode del momento, perché il pubblico se ne accorgerebbe e mi pianterebbe in asso. Direi che vale per tutte: di non svendersi. Writing for love

Claudia Zedda

Nella mia terra le donne hanno da millenni un forte mordente creativo: per secoli hanno raccontato storie attraverso la parola orale, attraverso la tessitura ed al confezionamento di pani e dolci spettacolari. Sarà per questo che in pochi decenni sono state in grado di mettersi al pari con degli uomini arricchendo la letteratura regionale e nazionale di piccole e grandi storie. Eppure non credo che la contrapposizione fra sessi possa portare a qualcosa di buono: uomini e donne sono complementari e la letteratura ad oggi ha bisogno di entrambi i punti di vista, quello maschile e quello femminile, che sono diversi ma che pure non potrebbero sopravvivere separati. D’altronde per far crescere una pianta sana c’è necessità del seme, ma pure della terra. Quel che mi auguro per il mio futuro di scrittrice è tanto semplice che pare fin troppo essenziale: di continuare a leggere con passione, di viaggiare anche solo con la fantasia e di non smettere mai di stupirmi per qualsiasi sciocchezza che la vita mi regala. Claudia Zedda

Simona Cremonini

Credo che negli anni, a fatica, le donne un po’ di spazio nella scrittura e nell’editoria se lo siano ritagliato, ma a mio parere è un percorso non ancora finito, soprattutto per chi come me fa “genere”. Forse ci sono ancora dei pregiudizi sul fatto che una donna possa provocare qualche brivido ed emozione scrivendo noir, giallo, horror, fantascienza, ma bisognerebbe ricordarsi nomi come Mary Shelley o Agatha Christie per avere presente che un contributo in certi ambiti l’hanno dato e possono darlo anche le donne.

Occupandomi di letteratura fantastica in chiave locale, sono due i fronti per me più importanti: l’incontro e comunicazione con i lettori, con cui mi confronto il più spesso possibile, per raccontare anche il lavoro del narrare; e poi la lettura, che è fondamentale per migliorarmi come autrice e sapere cosa succede nel “genere” a cui sto cercando di dare il mio contributo. Leggende del Garda

Maria Teresa Steri

Negli ultimi anni c’è stato un grande boom di aspiranti scrittori e in particolare di aspiranti scrittrici. Penso che questo fenomeno rispecchi un bisogno profondo che sta emergendo: l’esigenza di esplorare stati d’animo, di scavare dentro se stessi e di condivisione attraverso la scrittura. C’è tanta voglia di raccontare e raccontarsi, e in questo ambito la sensibilità femminile gioca secondo me un ruolo fondamentale, per la capacità di approfondimento psicologico e il saper cogliere le sfaccettature di una storia. Questi aspetti sono proprio quelli sui quali vorrei  puntare in futuro, per migliorare il più possibile il mio modo di raccontare. Purtroppo, però, credo che attualmente le donne siano ancora lontane dal ritagliarsi uno spazio appropriato nell’editoria. Da una parte perché in questo campo esistono ancora molte contraddizioni e ingiustizie, dall’altra perché  il bisogno di scrivere non sempre si accompagna a un vero impegno a rendere il testo adatto alla pubblicazione. Anima di carta

Angèlique Gagliolo

Negli ultimi anni le donne hanno conquistato sempre più spazio nel campo dell’editoria. Da sempre le donne sono al primo posto tra i lettori (sarà che per loro questa è stata una conquista piuttosto recente?), si vedono molte scrittrici e ora si fanno strada anche come editori.

Come scrittrice non ho mai pensato di farmi portavoce dei problemi femminili; mi limito a mettere sulla pagina quello che conosco e quello che sento: sia in termini di storie, sia in termini di stile. Cerco solo di portare una certa attenzione al territorio in cui vivo e mi riconosco, non come paladina della mia terra, ma perché me ne sento parte integrante. Forse in questo mi distinguo dai miei colleghi uomini: nelle donne è più radicata l’appartenenza alla terra e alla proprie origini. Ma ripeto: forse.

Non credo, però, esista una scrittura femminile e una maschile; sarebbe una banalità, oggigiorno, dire che le donne sono scrittrici di romanzi rosa o sentimentali. Ci sono diversi casi nella storia in cui delle donne hanno pubblicato con uno pseudonimo maschile, senza che a qualcuno venisse il sospetto che quelle che stavano leggendo erano parole femminili. Ogni scrittore è diverso dall’altro, con le sue specificità, manie, sensibilità ed emozioni, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Atelier di scrittura

17 Commenti

  1. Lucia Donati
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 11:30 Rispondi

    Grazie per l’intervista. :) Vedo qui qualche nome conosciuto e apprezzato. Ci sono anche nomi che non conoscevo ma leggendo alcune opinioni sono rimasta incuriosita. Andrò sicuramente a studiare i blog in questione.

  2. KINGO
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 11:37 Rispondi

    Ma dai, le grandi scrittrici sono sempre esistite.
    Mi vengono subito in mente Jane Austen e Charlotte Bronte, ma forse potreste obiettare che queste scrivevano solo storie d’amore.
    In realta’, gli esempi non mancano neanche negli altri campi.

    Agatha Christie: Ha creato il giallo classico
    Madame de Stael: Ha scritto seriamente di tutti i generi tra cui anche di politica; la maggior parte dei miti e degli stereotipi sul rigore e l’effecenza del popolo tedesco li dobbiamo a lei.
    Aphra Behn: E’ stata la prima che si e’ schierata contro la schiavitu’. Il suo romanzo “Oroonoko, or the Royal Slave” e’ in assoluto il primo romanzo abolizionista che sia mai stato scritto.
    Mary Shelley: Ha differenziato il genere horror dal genere gotico, creando di fatto un filone narrativo che esiste ancora oggi, anche se si e’ ulteriormente differenziato.

    Forse penserete che si tratti di stelle solitarie in un firamento tutto maschile, ma in realta’, solo nel Settecento in Gran Bretagna hanno operato oltre cento scrittrici, pubblicando un totale di oltre seicento romanzi.

    Grandi numeri, senza dubbio. In fin dei conti, la letteratura ha avuto il suo contributo femminile. In confronto pensate che, fra tutti i teoremi di matematica esistenti, nessuno e’ stato dimostrato da una donna.

    Va detto pero’ che le grandi assenti, in questo panorama, sono le scrittrici italiane. La prima donna italiana a prendere in mano la penna e’ stata Compiuta Donzella, nel 1200, anche se in realta’ non scriveva prosa ma poesia. Dopo di lei ci sono state molte altre, ma al momento non mi viene in mente nessuna che sia passata alla ribalta internazionale.

    • Daniele Imperi
      martedì, 21 Maggio 2013 alle 11:39 Rispondi

      Ho letto di Compiuta Donzella in un libro scolastico di mio padre. L’intervista, però, voleva mostrare le scrittrici emergenti di oggi, non quelle famose, che non hanno bisogno di pubblicità.

    • L.Nembi
      martedì, 21 Maggio 2013 alle 12:12 Rispondi

      Non ti viene in mente il nostro unico premio Nobel al femminile?

      • Daniele Imperi
        martedì, 21 Maggio 2013 alle 12:19 Rispondi

        No, sinceramente non ricordo – o in molti casi neanche conosco – i vari premi Nobel dei vari campi.

        • Carla
          martedì, 21 Maggio 2013 alle 17:36 Rispondi

          È Grazia Deledda, della quale ho l’onore di essere conterranea.

          Colgo l’occasione per ringraziarti, Daniele, per questa mini-intervista. Tra l’altro mi hai dato l’opportunità di conoscere qualche nuova collega.

          • Daniele Imperi
            martedì, 21 Maggio 2013 alle 17:50 Rispondi

            Bene, ho anche due romanzi della Deledda, Cenere e un altro che non ricordo.

  3. Kinsy
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 13:11 Rispondi

    Grazie mille per l’intervista, per me è stato un vero onore, nonché un’opportunità di avere un po’ di notorietà. Credo ciò valga anche per le altre nove colleghe, delle quali conoscevo solo un paio di nominativi.

  4. Scrittura al femminile | Autori indipendenti | ...
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 18:43 Rispondi

    […] Scrittura al femminile http://t.co/TZ0dZ8N2gr via @Ludus  […]

  5. Scrittura al femminile | Writing for Love
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 22:31 Rispondi

    […] blog di Daniele Imperi, alias Penna Blu, c’è una simpatica intervista a 10 scrittrici (tra cui la sottoscritta) su quale sia lo […]

  6. Elisabetta
    martedì, 21 Maggio 2013 alle 22:11 Rispondi

    Anch’io ringrazio di aver potuto dire la mia, ho letto tutti i contributi e sono davvero interessantissimi. E’ proprio vero che più teste pensanti producono un buon lavoro!

  7. animadicarta
    mercoledì, 22 Maggio 2013 alle 14:27 Rispondi

    Grazie anche da parte mia per quest’opportunità. E’ stato interessante questo “confronto in parallelo” sulla scrittura (così come lo sarebbe senz’altro su altri argomenti). Ciao!

  8. Cristiana Tumedei
    mercoledì, 22 Maggio 2013 alle 19:30 Rispondi

    Con il post di oggi si conclude un percorso piuttosto interessante. In fin dei conti hai interpellato le protagoniste di tre settori che sono tutti legati da un filo conduttore: la scrittura.

    Forse in questo caso, più che negli altri, l’animo di chi scrive emerge, anche involontariamente. Non saprei dire se si tratti di qualcosa legato al genere dello scrittore o, piuttosto, al suo bagaglio personale.

    Detto questo è interessante notare come, dalle mini-interviste che hai condotto, emerga un duplice atteggiamento. Da una parte ci sono donne che amano mostrare la loro fierezza, uno spirito d’appartenenza che trasuda orgoglio e volontà di rivincita. Dall’altra c’è chi preferisce allontanarsi dalla tradizionale classificazione di genere per ridare una dimensione più eterogenea dell’approccio alla scrittura.

    Personalmente, ritengo che in entrambi i casi si vadano a delineare i tratti di due stereotipi differenti ma, allo stesso tempo, affini. Per quel che vale ritengo sia innegabile celare la differenza che esiste tra uomini e donne. Una distinzione fatta di approcci, atteggiamenti, modalità di ricezione e di percezione, che muove da caratteristiche intrinseche all’animo umano. Detto ciò, solitamente tendo a considerare gli individui in quanto tali. Una sorta di visione asessuata che mira sostanzialmente a lasciare spazio alla persona.

    Ecco, ho potuto leggere le opinioni di persone interessanti chiamate a dire la loro su un tema tutt’altro che semplice. Un’analisi che potrebbe essere approfondita e, magari, condotta in maniera simile con esponenti di sesso maschile. Allora, forse, le differenze di cui parliamo si mostrerebbero senza bisogno di essere illustrate.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 22 Maggio 2013 alle 19:40 Rispondi

      La differenza c’è e è normale che ci sia. Penso anche io che l’individuo vada considerato come tale e non in base al sesso, ma uomini e donne hanno atteggiamenti e approcci differenti in tutto, dunque anche nella scrittura.

      L’idea di condurre una simile intervista al maschile è buona e la metterò in pratica, grazie. Non ci avevo proprio pensato. Poi, se ci riesco, potrò scrivere uno o due post in cui analizzo i vari interventi.

  9. Cristiana
    giovedì, 23 Maggio 2013 alle 10:22 Rispondi

    Bella l’idea di replicare l’iniziativa sul maschile. Il modo di scrivere per me dipende in parte dalle differenze di genere e molto dalle nostre diverse energie. Sarebbe interessante attraverso la scrittura confrontare anche il rapporto tra uomini e donne rispettivamente con la loro anima e animus e quindi con il polo complementare del femminile per gli uomini e maschile per le donne.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 23 Maggio 2013 alle 11:14 Rispondi

      Farò sicuramente un raffronti, ma escludendo i poli, ché non sono informato sull’argomento :)

  10. Resoconto di un anno di blogging
    martedì, 31 Dicembre 2013 alle 5:02 Rispondi

    […] Scrittura al femminile […]

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