Copywriting al femminile

Copywriting al femminile

Inizia oggi una mini serie di tre interviste multiple a ben 30 figure femminili. Ne conosceremo 10 per volta, che hanno risposto ad alcune mie domande su tre aspetti della scrittura:

  1. copywriting
  2. blogging
  3. scrittura creativa.

Copywriting al femminile

Ho chiesto a dieci copywriter come questa attività può cambiare da quando il numero di donne che svolgono la professione è aumentato. Sono riuscite ad avere un proprio spazio online? E come lavorano per migliorarsi ogni giorno come copywriter?

Francesca Oliva

Io sono web writer da poco e quando ho iniziato le donne erano già molto attive. Non conosco il mercato precedente, almeno non dal punto di vista professionale, ma sono certa che da una presenza femminile questo settore creativo abbia solo da guadagnarci. Recentemente ho aperto Palestra Writers sul mio blog, un punto d’incontro per chi vuol diventare da grande web writer freelance e, con mia sorpresa, si sono presentate solo donne per farne parte. Quindi… sì, le donne sono ufficialmente parte attiva del web.

Cosa posso fare per migliorarmi ancora? Tenermi aggiornata, leggere blog “intelligenti” come questo, qualche buon libro e partecipare a tutti i webinar gratuiti possibili. Che dici, ce la faro?

Silvia Segala

Quando il web copywriting ha iniziato a tingersi delle varie tonalità del rosa, la scrittura sul web ha cambiato stile. Le donne hanno dato vita ad una nuova tendenza, che sanno reinventare ad ogni post. Tessuta non solo di grande professionalità, dalle sue trame traspare ottima padronanza della scrittura, delle tecnologie e grande propensione all’innovazione.

Le donne sanno imbastire articoli tecnicamente perfetti, impreziositi con dettagli unici di ironia, umanità, curiosità, passione e senso pratico.

I casi di successo sono tantissimi. Le donne si sono imposte pacificamente, abbracciando il web, le sue regole ed i suoi abitanti con impegno e cuore. Imparano con caparbietà, si sostengono, anche virtualmente, l’una con l’altra.

Il futuro è già qui. Quindi voglio continuare a studiare il web, leggerlo, interpretarlo, imparare, fare esercizi. Il bello del miglioramento è che non ha limiti. Per l’appunto, vado subito a leggere i post delle mie web copywriters preferite!

Cristiana Tumedei

Il copywriting è certamente cambiato da quando le donne sono diventate maggiormente attive in questo settore. Come in altri ambiti, sono riuscite a emergere grazie alle loro capacità di fondere insieme svariate competenze che vanno dalla sfera creativa a quella tecnico-professionale.

Guardandomi attorno noto sempre più donne imporsi sul web. Le copywriter stanno dimostrando il loro valore, ottenendo anche il riconoscimento da parte degli utenti. Sinceramente credo che in questo settore possano essere avvantaggiate, perché offre a loro la possibilità di esprimersi e di specializzarsi.

Per quanto mi riguarda posso fare molto per migliorare. Innanzitutto intendo dedicarmi all’approfondimento delle dinamiche di comunicazione online. Inoltre voglio lavorare sulla lingua e sullo stile, che devo rendere più incisivo e immediato. In ultimo vorrei riuscire ad acquisire maggiore consapevolezza, così da comprendere meglio quali sono le lacune da colmare. Studio, approfondimento, curiosità e passione mi spingono a fare meglio, limiti permettendo. QuiCopy

Sara Salvarani

Io non ricordo come era il “prima” che le donne prendessero in mano la professione di web copywriter.

Ho visto però che le donne quando abbracciano un progetto si espongono, “ci mettono la faccia”. Gli uomini sono meno riconoscibili e questa è senz’altro una prima novità portata nel mondo del web writing.

Potrei fare un lungo elenco delle cose che il talento femminile ha portato all’interno di questo mondo ma la verità è che come in ogni professione hanno semplicemente portato pluralità di visione.

In futuro continuerò il mio impegno per migliorarmi, imparare nuove cose, conoscere persone che hanno qualcosa da insegnarmi.

Per questo non smetto di seguire corsi, di leggere libri tecnici e di leggere in generale. Leggo perché credo fermamente che per scrivere bene devi leggere e imparare a comunicare da chi lo sa fare meglio di te. Mamma che testa

Beatrice Niciarelli

Uno dei miei primi lavori fu scrivere un pezzo dedicato alle “donne 2.0”, le descrissi così: Cancellatevi dalla mente lo stereotipo di donna tutta shopping e merletti: la donna 2.0 è tecnologia allo stato puro. È arte, informatica, cultura, lettura e chi più ne ha più ne metta. È la donna che ha come amante un pc (o un Mac?) accanto al cuscino, che mangia testi di seo e marketing al posto dei cereali ultra slim, che pratica sport rincorrendo le ultime novità sui blog invece che sul tapis roulant. 

Il tocco femminile ha regalato al web copywriting la freschezza di cui aveva bisogno. Il punto di vista creativo di una donna lo riconosci subito. È sagace, fine, ironico, delicato ma intenso.

Nel mio piccolo, penso di dare un contributo importante: non siamo “tutta casa e computer”. Siamo creative che hanno avuto il coraggio di mettere piede lì dove nessuno aveva osato.” Nybe

Patrizia Pisano

Non ho mai fatto questa valutazione. È la tua domanda a farmi riflettere. Tuttavia, direi che una donna porta sempre con sé il proprio bagaglio di praticità e sensibilità, un bagaglio speciale che contiene strumenti utili a migliorare ogni realtà.

Il mio è uno sguardo un po’ distratto perché non ho mai analizzato questa professione dal punto di vista femminile o maschile ma direi che la donna si sia presa tutto lo spazio che voleva prendersi. La persona che più di tutte considero un mentore, che più apprezzo nel mondo dei copywriter, è proprio una donna. A mio parere la migliore.

Per migliorarmi continuerò a fare quel che faccio adesso: scrivere. Ma la scrittura ha bisogno di nutrimento e a volte di solitudine. Un occhio fuori a seguire il mondo fatto di parole, immagini, arte, percezioni.

Un occhio dentro a mescolar le cose per tirare fuori qualcosa che lasci un segno. Patrizia Pisano

Valentina Medori

È vero, sono entrata nel mondo del web copywriting da poco, ma ho già le idee chiare: secondo me la copy-scrittura per il web, da quando siamo scese in campo anche noi donne, è ancor più vivace, solidale, fantasiosa e frizzante di prima! Le donne nel web ci sguazzano, e pure bene: un esempio è Cowinning, che non a caso è un’idea tutta femminile. E poi c’è l’iniziativa della palestra writers di Francesca Oliva, e la web agency Pennamontata di Valentina Falcinelli (chi non la conosce!). E io? Copywriter non si diventa in un secondo: studiare, informarsi, comunicare; queste sono le basi per migliorarsi!

Spero di imparare sempre di più dalle grandi donne del web e, perché no, un giorno diventare anch’io fonte d’ispirazione per tante giovani web copywriter! Vita da freelance

Anna Baldo

Se di genere si può parlare, penso che la scrittura sia da sempre un ambito femminile, anzi paritario, frequentato da persone di entrambi i sessi. Con diversi esiti, tanti quanti sono le teste, e i cuori, di chi scrive per mestiere. Mi capita spesso di vedere che il ruolo di copy sia affidato a donne, e la cosa non mi dà alcuna emozione. Ciò che mi piace davvero è leggere in stili diversi, più o meno mascolini, altre volte femminei, inconscia di chi ne sia l’autore. Non mi piace la scrittura “troppo rosa”, che identifico come sdolcinata, sentimentale, di maniera (e che può appartenere anche ad uomini). Mi piace leggere testi ben scritti, frutto di spiriti creativi e critici, arguti e taglienti, ironici e affascinanti. La scrittura, in fondo, è un dialogo tra lo scrivente e l’oggetto di cui tratta. Spero che le mie newsletter di carattere tecnico (meccanica, economia) nascondano bene il genere dell’autore. Anna Baldo – Relazioni pubbliche

Eleonora Lollini

Direi che la scrittura è sempre stata un campo con una buona presenza femminile. Insieme forse ai social e alla grafica, una delle porte attraverso cui le donne entrano nel mondo dell’informatica. Secondo me una porta di servizio: come se fossimo considerate bravissime ad abbellire ma non adatte a gestire questioni strutturali.

Confido però nella “giovinezza” del web per un veloce cambio di atteggiamento.

Per quanto riguarda il lavoro in sè, piuttosto che di donne e web copywriting io parlerei di una generazione e del web in generale. Una generazione che ha il coraggio di apprezzare il lavoro dei colleghi e che predilige trasparenza e onestà. Forse nella scrittura più che negli altri mestieri del web dove troppi ancora si approfittano della grande ignoranza che c’è in Italia.

Cosa posso fare io? Niente più che continuare a studiare, mantenermi aggiornata e proseguire in questa tradizione di integrità.

Camilla Cannarsa

Il web copywriting non è maschile o femminile, e se lo fosse sarebbe un esempio sbagliato di fare comunicazione. Chi scrive deve mettersi nei panni del lettore e/o dell’utente: maschio o femmina che tu sia, è il lettore che conta, non tu.

Le donne sul web sono una forza straordinaria. Perché noi donne sappiamo essere più creative e ci piace metterci in gioco. Ci inventiamo e ci reinventiamo ogni giorno e siamo meno orgogliose degli uomini, anche se in alcuni casi più testarde. Quindi sì, abbiamo un enorme spazio in rete e lo gestiamo anche benone. Basta guardare la Penna Montata o la redazione di Fashion Android: loro ci sono in tutta la loro femminilità, e funzionano.

Migliorerò studiando tutti i giorni un po’; imparando dagli altri, costruendo relazioni e, soprattutto, rispettando gli utenti cercando di conoscerli meglio; voglio lavorare per loro creando contenuti che offrano realmente qualcosa, non fuffa. Anche la comunicazione ha bisogno di più onestà. Non credi?

40 Commenti

  1. Cristiana Tumedei
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 7:14 Rispondi

    Ti ringrazio per avermi ospitata. Rispondere alle tue domande mi ha dato modo di riflettere e i contributi che hai pubblicato penso siano interessanti.

    In effetti credo che la questione sia più complessa e dinamica di quel che sembra. Ma questo confronto è di per se stesso un utile punto di partenza.

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 7:23 Rispondi

      Grazie a te per aver accettato l’intervista. Anch’io credo che la questione sia più complessa in effetti.

  2. Silvia Segala
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 8:33 Rispondi

    Grazie Daniele per l’ospitalità, e grazie a tutte voi per i preziosi contributi. Leggervi è sempre piacevole e, soprattutto, istruttivo! W il rosa, anche nel web!

  3. Daniela Montieri
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 8:47 Rispondi

    In tutte queste interviste mi sembra che emerga soprattutto la figura del, anzi della webwriter professionista, più che del copywriter in senso più ampio. In effetti mi guardo in giro e vedo che il webwriting è prevalentemente donna. Sarà che le donne sono più portate a tenere un diario, oggi tutt’altro che segreto, e a cogliere e raccontare tutte le sfumature di un fenomeno. Come dice Camilla, il webwriter deve mettersi nei panni di chi lo legge e questo immedesimarsi, questa empatia, sono decisamente femminili :-)

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 9:09 Rispondi

      Hai ragione, vedo anche io online più web writer donne che uomini. Bisognerebbe analizzare questo aspetto. O magari psicanalizzare :D

  4. Francesca
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 9:50 Rispondi

    Ahahah, ecco sì… ci vorrebbe proprio un bravo psicanalista per capire come mai noi donne siamo così masochiste da scegliere un lavoro che non lascia tregua, che ci costringe a girare il sugo con una mano e a tenere una conference call con l’altra, un lavoro che costa più fatica che quello in fabbrica (e lo dico a ragion veduta)… insomma, siamo matte o siamo semplicemente donne? Psicanalisti a voi :D
    PS grazie Daniele ;)

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 10:41 Rispondi

      Per come la vedo io, alla fine non c’è differenza fra una donna che scrive e bada alla casa e un uomo solo che scrive e deve badare alla casa. Ma io forse ho una visione dell’uomo singolo e della coppia diversa dagli altri :D

  5. Daniela Montieri
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 9:51 Rispondi

    Forse gli uomini sono più portati per la sintesi e le donne per l’approfondimento… o semplicemente, lavorare da casa quando si hanno figli per le donne è più comodo ;-). Scherzo.

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 10:41 Rispondi

      Sì, forse noi uomini sintetizziamo di più. Voi donne chiacchierate, chiacchierate, chiacchierate :D

  6. Roberta Zanella
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 10:26 Rispondi

    Ciao Dani, mi scuso per non aver risposto in tempo alla tua mail e non essere – quindi – in questo gruppone.

    Sono d’accordissimo con Daniela Montieri su tutto quello che ha detto. Il copywriting non è proprio web writing, anche se oggi spesso si confonde. La donna è più portata alla riflessione, indubbiamente. E altrettanto vero è che oggi trovare lavoro con marito e bambini è sempre più difficile.

    Non credo, comunque, ci siano grandi differenze sessiste nella scrittura. La comunicazione è cambiata molto negli ultimi anni, ma questo non ha nulla a che vedere con F o M. Casomai incidono società e crisi lavorativa sulla presenza di donne in questo campo.
    Ogni caso è a sé.
    Scrittore – comunque – ci nasci e il tuo stile non lo crei. Almeno per me è così: lo stile è qualcosa che hai dentro.

    Un bacione!

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 10:44 Rispondi

      Ah, è vero, tu non avevi risposto in tempo, m’ero dimenticato :D
      Ma non sei l’unica.

      Non so se ci sono davvero differenze nella scrittura. Dovrei provare a leggere attentamente opere di uomini e donne senza saperne il sesso e vedere se riesco ad assegnarlo io. Che ne dici, portebbe essere uno dei tuoi esercizi?

      Scrittori ci nasci e siamo d’accordo. Sullo stile non proprio.

    • Kinsy
      sabato, 11 Maggio 2013 alle 13:48 Rispondi

      Proporrei a Daniele un post che spieghi bene le differenze tra copywriting e web writing. Sinceramente non ne colgo a pieno la differenza…

      • Daniele Imperi
        sabato, 11 Maggio 2013 alle 13:50 Rispondi

        Non essendo copywriter, forse una delle fanciulle intervistate potrebbe scriverlo come guest post :)

  7. Zia Cin
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 11:00 Rispondi

    Quante amiche creative in questo post!
    Come diceva Francesca o Roberta, quando si tratta di impegno o riflessione, la donna è sempre la prima. Un po’ come in classe insomma. Certe cose non cambiano mai. E con rammarico noto inoltre che, in questa primavera di scrittura femminile sul web, gli uomini un po’ fanno fatica a starci dietro. Una volta facevano gruppo, facevano casino. Oggi, se notate, on e off line le parti si sono un attimo invertite. L’uomo me lo immagino al pc, schivo e pure un po’ invidioso della tizia di turno dalle idee brillanti e coinvolgenti. Per fortuna ci sono delle belle eccezioni come Daniele, che della biodiversità ci fa un valore!
    Insomma, per riassumere questo mio intervento mi verrebbe tanto da ripetere una delle mie personali massime preferite…Il mondo è Donna ;)

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 11:04 Rispondi

      Grazie del complimento :)
      Bella la frase sulla biodiversità. Però penso che il mondo è donna e è uomo, insomma è unisex :D

  8. Patrizia Pisano
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 11:22 Rispondi

    Daniele, grazie per l’iniziativa.
    Una carrellata di professioniste che hanno sicuramente qualcosa di interessante da dire. Anzi, da scrivere ;)
    È stato un piacere conoscerle.

  9. Lucia Donati
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 11:38 Rispondi

    Come principio, non mi piace proprio dividere le cose in “maschili” e “femminili”: scrittura, compiti, idee… Che significa?
    Io non faccio separazioni “a priori”. Mi considero prima di tutto una persona. E considero gli altri nello stesso modo. Ritengo che chi fa distinzioni a priori, faccia separazioni ( anche inconsce e non volutamente, magari per educazione ecc: non sto qui a fare un’analisi) nella propria mente e questo è un pessimo punto di partenza per considerare la parità. Le distinzioni di questo tipo non mi interessano… Forse il mio intervento è un po’ fuori tema ma magari è un’osservazione utile a qualcuno (qualcuna?).

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 13:37 Rispondi

      Se da una parte è vero che non ha senso considerare idee, scrittura, ecc. in funzione del sesso, è però vero che uomini e donne sono differenti e percepiscono le cose in modo diverso.

      • Lucia Donati
        martedì, 7 Maggio 2013 alle 16:00 Rispondi

        Uomini e donne differenti? Ma va? Io mi riferisco al fatto che se ho davanti uno scritto, o qualsiasi altro lavoro, non si dovrebbe capire se l’autore è uomo o donna. La qualità non ha sesso. La sensibilità o la percezione sono anche cose personali e su questi argomenti ci sarebbe da dire molto ma qui non possiamo fare un’analisi approfondita. Comunque l’idea generale del post a più voci non è male.

        • Daniele Imperi
          martedì, 7 Maggio 2013 alle 16:35 Rispondi

          Sono convinto del contrario, invece, e penso che si debba capire proprio in virtù della diversità fra i due sessi.

  10. Roberta Zanella
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 11:44 Rispondi

    Ma sarebbe un esercizio fantastico caro Daniele…
    Riguardo lo stile credo di capire perché mi rispondi così: è un qualcosa che si potrebbe imparare con ottime scuole e buonissimi maestri. Ma quel qualcosa in più che fa la differenza, lo metti tu. Secondo me è imprescindibile e le due cose non si possono staccare… altrimenti i poeti – imparata metrica, rima e regole – sarebbero tutti uguali. Invece non è proprio così. Un po’ come la moda insomma: c’è chi la detta, ma il vero stile è anche interpretazione.

    Mmmm, sarebbe un bell’argomento da approfondire.
    Intanto grazie e saluti a tutti (comprese quelle che hanno disertato a malincuore).

    Ciao Zia Cin!

  11. Roberta Zanella
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 15:37 Rispondi

    Grazie Dani.
    Diciamo ch’è la differenza che intercorre tra uno scrittore X e uno scrittore di talento; tra uno scrittore Y e lo scrittore creativo.

    X e Y possono essere ineccepibili dal punto di vista grammaticale, sul tono e sulla scelta delle parole; ma non distinguibili.

    Avere talento e creatività significa piegare quelle norme al proprio tono, quando rispettarle è diventato ormai sottinteso.
    Quello non lo regala nessuno: è la vita che ti pulsa nelle vene e ognuno è più o meno in grado di esprimerla a dovere.

    Su Twitter, ad esempio, ci sono tante persone geniali.
    Almeno secondo me.

    Te che dici?

  12. Marilisa Dones
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 16:33 Rispondi

    Davvero un bel gruppo di copy, con piacere vedo molte amiche (e colleghe).
    E’ proprio vero, il mondo del webwriting sembra essere tinto per lo più di rosa e penso che un po’ sia dovuto alla curiosità che notoriamente è donna, un po’ alla voglia di approfondire e non fermarsi alla superficie.
    Complimenti per l’idea, Daniele! :-)

    • Daniele Imperi
      martedì, 7 Maggio 2013 alle 16:35 Rispondi

      Grazie Marilisa :)

      • Silvia Segala
        martedì, 7 Maggio 2013 alle 17:53 Rispondi

        Buon pomeriggio, o meglio sera. Scusate, solo ora riesco a riprendere la lettura dei commenti. Dunque, innanzitutto grazie a tutti per aver letto le nostre opinioni. In secondo luogo, sono d’accordo in pieno con Roberta. Per concludere, mi spiace che Lucia non abbia forse colto lo spirito che ha mosso questa intervista e le risposte che ne sono derivate. Non credo che nessuna di noi volesse dire che le donne sono più brave, semplicemente diverse. Ovvio, il lettore/utente/consumatore al primo posto, ma credo che poter dedurre se un post sia scritto da una donna o da un uomo sia anche un utile esercizio per capire perché certi stili piacciono, e a chi. Nell’analisi-mania, la qualità era data a prescindere come corpo fondante e “scontato”. Lo scopo del gioco non era separare, semmai capire quali sono le diversità, perché ci sono, ed è evidente. :)

        • Daniele Imperi
          martedì, 7 Maggio 2013 alle 18:05 Rispondi

          Sì, le diversità ci sono. Ricordando autori e autrici letti, noto la differenza. Più evidente, forse, perché so chi sono quegli scrittori e quelle scrittrici. Se Roberta proporrà quell’esercizio, mi divertirò a farlo.

          • Lucia Donati
            sabato, 11 Maggio 2013 alle 15:18 Rispondi

            Non sono d’accordo. Rispondo anche a Silvia Segala. Mi spiego: sicuramente in molti scritti si capisce se chi scrive è uomo o donna. Mi è capitato di leggere racconti in cui non si capiva e per me era meglio. Lì ho trovato il racconto (o se volete qualsiasi scritto) e non l’autore che c’era dietro. Anche se l’autore c’è ed è ovvio. Ma era stato talmente bravo che chi leggeva si poteva immedesimare senza essere del suo stesso sesso. In qualche caso ho letto racconti che pensavo scritti da un uomo e invece era una donna. Quasi sempre nei miei racconti chi legge pensa sia stato un uomo a scrivere (tranne nel caso in cui si capisca perché viene declinato al femminile). Ad esempio ho anche scritto racconti in cui chi parla è un uomo. Che pensa da uomo.

  13. Romina Tamerici
    martedì, 7 Maggio 2013 alle 23:16 Rispondi

    Dieci interventi davvero molto interessanti. Bellissimo post.

  14. Patrizia Pisano
    mercoledì, 8 Maggio 2013 alle 11:27 Rispondi

    Un saluto a tutti.
    Oggi riesco a fermarmi per leggervi e lasciare due righe sulla mia esperienza. Basandomi sulle domande di Daniele, non ho avuto l’impressione di dover riflettere sulla diversità di scrittura tra uomo e donna ma sulla diversità di opportunità lavorative tra il mondo femminile e quello maschile. E stringendo il campo sul copywriting la mia riflessione ha dovuto tenere conto dell’esperienza personale.

    Venendo dal mondo della pubblicità – e vi parlo di tanti anni fa – posso testimoniare che non mi sono mai resa conto dell’ipotetico cambiamento portato dalle donne che hanno iniziato a svolgere la professione di copy, sia offline che online. Questo perché le donne ne fanno parte da sempre. Almeno da quando, io stessa, ho preso coscienza di questa realtà. Le donne, insieme agli uomini, hanno creato questo lavoro che viene dritto dritto dalle figure professionali che giravano dentro le famose agenzie pubblicitarie. Certo che non possiamo fare un salto all’indietro ma tanto all’indietro da ritornare all’alba di questa professione! Sarebbe un salto tra gli artisti del Novecento, i primi pubblicitari, cartellonisti e copy. Ecco, all’epoca le donne non erano presenti. Ma fermiamoci all’oggi.

    Allora, vi faccio due nomi molto significativi per un copywriter: Annamaria Testa e Luisa Carrada. Vi dicono qualcosa? Direi proprio di sì.
    A mio avviso sono due certezze, punti di riferimento sia per le donne che per gli uomini.

    Nella Rete c’è spazio per ogni individuo. L’unica differenza la fanno la curiosità, l’impegno, la coerenza, la passione, il forte desiderio di lasciare qualcosa di utile, la disciplina. Anche altro… forse :)

    Per quanto riguarda la diversità tra la scrittura maschile e femminile, posso dirvi (ma è una mia visione) che nella narrativa le sfumature si percepiscono. Provai questa sensazione forte e chiara con un romanzo di Ursula K. Le Guin (I reietti dell’altro pianeta). Da quel giorno iniziai a farci caso. Ma la ritengo una cosa molto bella.

    Io che predico la brevità… sono stata lunghissima :( Perdonatemi ma il tema che ha proposto Daniele, cattura e merita approfondimenti e testimonianze ;)

    • Kinsy
      sabato, 11 Maggio 2013 alle 13:51 Rispondi

      Luisa Carrada la conosco e seguo da parecchio. Invece, ahimè, Annamaria Testa non la conoscevo ancora.

  15. Daniela Montieri
    lunedì, 13 Maggio 2013 alle 8:38 Rispondi

    Scusate se mi ripeto, ma qui, più che di uomo e donna, si dovrebbe parlare di copywriting e webwriting. L’articolo si chiama “copywriting al femminile”, ma è da molto poco che nel copywriting è rientrato anche lo scrivere per il web, e anzi, trovo – ahimé- molto snobismo da parte del “copywriter classico” verso il webwriting. Il copywriting è molto altro e un po’ più “antico”.

    • Kinsy
      lunedì, 13 Maggio 2013 alle 13:48 Rispondi

      Perché non scrivi un post su questa differenza?

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