Le basi per scrivere fantasy

Le basi per scrivere fantasy

Sono in molti a pensare che sia molto facile scrivere romanzi fantasy, come cʼè molta gente che ritiene il Fantastico in generale una letteratura da quattro soldi. Noi che amiamo questo genere letterario (la discussione sullʼesistenza o meno dei generi narrativi ci sarà domani, non oggi) sappiamo che non è così semplice creare una storia fantastica e riteniamo il genere al pari o perfino superiore agli altri.

Tempo fa in un blog ho letto che una scrittrice aveva scritto il suo primo romanzo fantasy senza aver mai letto alcun romanzo fantasy. È un controsenso? Secondo me sì, anche se qualcuno potrebbe obiettare dicendo: e allora il primo romanzo fantasy apparso come è stato scritto?

Ma qui non dobbiamo parlare di storia del fantasy, altrimenti non ne usciamo più. Magari unʼaltra volta si potrà affrontare lʼargomento.

Giorni fa riflettevo proprio su questo: ho provato due volte a scrivere un romanzo fantasy e adesso per la terza volta (anche se non si tratta di fantasy in senso stretto), ma ho le basi necessarie per scriverlo?

La conoscenza dei miti e delle leggende

Può e deve essere propedeutica per scrivere romanzi fantasy? Quanto è importante conoscere lʼepica? Potremmo rispondere che dipende dal tipo di fantasy da scrivere, ma queste non potrebbero essere delle vere basi da cui partire?

La lettura dellʼIliade e dellʼOdissea e dellʼEpopea di Gilgameš possono servire a qualcosa, oltre alla cultura personale?

Storie fantastiche del passato

Secondo me ci sono storie che comunque vanno lette, fanno parte di un bagaglio che uno scrittore dovrebbe avere. Soprattutto, sono storie che possono davvero aprire la mente, perché ci mostrano la grande fantasia che hanno avuto gli autori del passato.

  • Storia di Huon di Bordeaux e di Auberon re delle fate – Canzone di gesta: lʼho scovato non ricordo più dove. Una vecchia edizione. È una storia basata su fatti reali, ma vi compaiono anche una foresta incantata, un elfo e oggetti magici. Devo ancora leggerlo.
  • Le mille e una notte: le ho in due volumi e ne ho letto il primo. Sono rimasto davvero colpito dalla gran quantità di storie, tutte diverse una dallʼaltra. Un tripudio di immaginazione.
  • Il viaggio sotterraneo di Niels Klim di Ludvig Holberg: letto anni fa, sembra quasi lʼantesignano del Viaggio al centro della Terra di Verne. Ma a questo punto dobbiamo segnalare anche unʼaltra opera settecentesca, e nostrana, che parla di un mondo sotterraneo: Icosameron di Giacomo Casanova.
  • I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift: abbandoniamo il mito della terra cava e ci buttiamo nei viaggi. Storia molto nota, ma ancora letta da pochi. A breve lo leggerò.
  • Gargantua e Pantagruele di Francois Rabelais: da leggere assolutamente. È stata una mia recente lettura e mi sono davvero divertito a seguire le avventure di questi due giganti.
  • Le avventure del barone di Münchhausen di Rudolf Erich Raspe: in realtà racconti anonimi tradotti poi in inglese da Raspe e poi tradotti in tedesco e estesi da Bürger. Letto, ma non mʼè piaciuto.

A tutto questo andrebbero aggiunti lʼEdda, il Mabinogion, le storie di Re Artù, lʼOrlando furioso e la Gerusalemme liberata, ma rischiamo di non finire più. E forse è un bene.

Autori moderni da leggere

Oltre ai classici del fantastico – se possiamo chiamarli così – cʼè una serie di autori moderni che ho letto e apprezzato (chi più, chi meno) e che credo siano utili a chi vuol scrivere romanzi fantasy.

  • John Ronald Reuel Tolkien: il massimo del cosiddetto high fantasy. Se volete scrivere fantasy ambientati in mondi immaginari con la classica lotta fra Bene e Male, le opere di Tolkien sono un percorso obbligato. Con la raccomandazione di non emularlo.
  • Michael Ende: ricordo con piacere La storia infinita, ma anche Momo, La prigione della libertà e La notte dei desideri. La storia infinita, però, è il suo capolavoro.
  • Walter Moers: scrive un fantasy diverso dagli altri, ha creato Zamonia, un mondo folle popolato da creature stranissime e ancora più folli. Ho letto tutti i suoi romanzi, inimitabili, splendidi (eccetto lʼultimo, secondo me) e illustrati dallʼautore.
  • J.K. Rowling: la conosciamo per la saga di Harry Potter, un fantasy che prevede un mondo immaginario accanto al nostro. Saga che ho apprezzato molto.
  • C. S. Lewis: lo conosciamo per Le cronache di Narnia, di cui ho letto i primi due romanzi. Sono interessanti, anche se non mi hanno entusiasmato. Anche qui cʼè un mondo favoloso raggiungibile dal nostro.
  • Philip Pullman: ricordate Queste oscure materie? È il nome della trilogia composta da La bussola dʼoro, La lama sottile, Il cannocchiale dʼambra. Ho letto per ora solo il primo e mʼè piaciuto.
  • Riccardo Coltri: finalmente un autore italiano! Ha portato nel fantasy la cosiddetta ventata di fresco, inserendo miti e leggende del nostro paese. Da non perdere Zeferina e La corsa selvatica.
  • China Miéville: mʼè bastato leggere Perdido Street Station per capire che ero davanti a un autore geniale, che ha quasi riscritto le regole del fantasy.

Dopo tutto questo continuo a chiedermi: quali sono le basi da acquisire per scrivere romanzi fantasy? Sono necessarie tutte queste lettura che ho citato e altre che mi sono sfuggite?

Quali romanzi ritenete fondamentali?

40 Commenti

  1. Grilloz
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 9:08 Rispondi

    Personalmente non amo moltissimo il fantasy pur avendo letto ed amato alcuni capolavori. Scrivere Fantasy è difficile, perchè è spesso necessario inventarsi completamente un’ambientezione, un intero mondo coerente, con una sua storia e una sua mitologia (credo che dopo il genere storico sia il più difficile per l’ambientazione). In questo molti autori peccano, e credo che il lettore lo senta. Ed è poi facile cadere in stereotipi e riscrivere sempre la stessa storia.
    Ai testi da te citati aggiungerei le fiabe dei fratelli Grimm e di Andersen, seppur non propriamente fantasy, dal loro immaginario hanno preso spunto e possono prendere spunto molti autori.

    P.S. China Miéville secondo la classificazione in generi dovrebbe cadere sotto lo steam punk, e quindi un sottogenere della fantascienza, del resto nel romanzo non c’è un vero elemento fantastico, ma piuttosto un qualche elemento scientifico anche se di una scienza “fantastica” in un mondo diverso abitato da strane creature.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 16:57 Rispondi

      Le paure che hai tu sul Fantasy le ho anche io. Bisogna lavorare molto sull’ambientazione.
      I due romanzi che ho letto di Mieville non sono steampunk. Non c’era tecnologia che funzionava a vapore, elemento fondamentale di quel genere.

  2. LiveALive
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 9:57 Rispondi

    È impossibile voler scrivere fantasy senza conoscere il fantasy. Anche se una persona non l’ha letto, lo fa perché ha conosciuto prodotti fantasy, e ha conosciuto, cioè, le caratteristiche ricorrenti che rendono il fantasy fantasy. Se è da sconsigliare tentare di scrivere un genere senza leggerlo è proprio perché, così, ci si fa una idea stereotipata, e si diventa banali, avendo poche idee sulle possibilità del genere (c’è anche la perdita di sensibilità naturale a cui porta leggere molto fantasy: se il nano e il folletto che combattono contro il drago all’inizio pare originale, dopo un po’…). Ma se in potenza fosse possibile non conoscere nulla di nulla del fantasy e inventarlo da zero, allora scrivere fantasy senza conoscerlo sarebbe da incoraggiare, perché c’è la possibilità di creare così stravaganze che la vischiosità della convenzione non permetterebbe di avere.
    ***
    Conoscere l’immaginario fantastico di un popolo può essere utile per avere ispirazione e vedere come crearne uno coerente. Ma non solo epica (non dimenticare quella indiana, poi!), c’è anche il folclore, e testi “prefantastici” che hanno gettato le basi. Per esempio, le favole irlandesi di Yeats sarebbero da leggere. Così come l’Orlando Furioso, Micromegas di Voltaire, i libri scritti da Cyrano de Bergerac, Kafka, Calvino. (la Gerusalemme Liberata no: Ariosto ha un immaginario fantastico, Tasso non c’entra niente). Poi ci si avvicina al genere vero e proprio (e l’unico fantasy che ho davvero apprezzato è il primo libro del trono di spade, ma non so se sia un buon esempio per iniziare). Poi ci sono anche sperimentazioni ulteriori, come il new weird di cui ho già parlato e che solo negli ultimissimi anni hanno iniziato a tradurre. Chiediti però se per sviluppare l’immaginario non sia ancor più utile un testo saggistico. Hai mai pensato alle implicazioni de l’evoluzione della specie” nel fantasy? Non solo per creare razze coerenti con l’ambientazione, ma perché magari così ti viene la storia di un biologo fantasy, che corre immensi pericoli solo per studiare qualche animale, e il tutto poi si trasforma in una cosa tipo Monster hunter. E vogliamo parlare poi del Ramo d’Oro di Frazen?

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:01 Rispondi

      Sì un saggio è molto utile, hai ragione. Ti apre la mente e ti fa venire molte idee. Il ramo d’oro ce l’ho, devo leggerlo.

  3. Simona C.
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 10:33 Rispondi

    Non esistono generi più facili o più difficili da scrivere, in ogni caso serve un grande impegno.
    A me piacciono le storie che portano elementi fantasy nella nostra realtà, come per esempio Nessundove di Neil Gaiman (altro autore utile che non hai citato) perché accostano quello che riconosciamo come familiare con un fantastico che appare possibile, come se dicessero al lettore “Non immagini cosa si nasconda nella stanza accanto.”
    Per scrivere fantasy, oltre a elaborare una trama originale e appassionante che serve per ogni genere, bisogna fare lo sforzo creativo di montarci intorno un mondo nuovo, partendo da zero perché non esistono riferimenti reali. Portare il lettore in un luogo che già conosce, nel quale sa muoversi e del quale conosce le regole, è diverso dal fargli provare la sensazione di trovarsi altrove.
    La lettura è una base necessaria per qualsiasi tipo di scrittura, dai grandi autori c’è sempre da imparare, ma il bello del fantasy è che non esistono restrizioni: vale tutto, puoi inventare ambientazioni mai viste, nuove regole e leggi, vestiti e usanze, mezzi di trasporto, animali, piante e ricette culinarie purché il lettore lo trovi credibile. Forse la difficoltà sta in questo: rendere credibile l’incredibile richiede molta abilità. Come si faccia lo si impara, appunto, leggendo.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:04 Rispondi

      Anche a me piacciono elementi fantastici nella nostra realtà. Non ho citato Gaiman perché ho letto solo una raccolta di racconti che non mi ha entusiasmato.

      • Simona C.
        mercoledì, 26 Agosto 2015 alle 9:52 Rispondi

        Prova Amrican Gods e Nessundove, io non ho letto i racconti.

  4. monia
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 10:59 Rispondi

    Non so, non sono molto d’accordo. Ovvio che se scrivi qualcosa devi sapere usare il linguaggio giusto, ma dare addirittura una bibliografia mi pare eccessivo. E la creatività dove la mettiamo? uno deve per forza stare all’interno dei limiti e delle regole tracciate da altri?
    Personalmente, io fatico ad assegnare una categoria al mio libro, che sia fantasy, fantascienza, erotico, noir. Ma non è proprio questo che gli garantisce unicità?

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:07 Rispondi

      Fantasy e Fantascienza sono facili da individuare. Hanno elementi propri. Se la tua storia è Fantasy non è Fantascienza, ma magari può essere anche noir.

      • monia
        martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:10 Rispondi

        tipo: una storia d’amore in Avatar come sarebbe considerata?

        • Daniele Imperi
          martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:18 Rispondi

          Avatar è una storia di Fantascienza. Se poi è una storia d’amore allora è anche una storia d’amore.

      • LiveALive
        martedì, 25 Agosto 2015 alle 19:11 Rispondi

        In realtà fantasy e fantascienza si stanno mescolando per bene. Un amico esperto in materia mi ha detto che è normale nel post-star wars. Io lo vedo più che altro in alcuni videogiochi come Xenoblade e final fantasy XV, che non credo sia il tuo campo…

  5. Alessandro C.
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 12:29 Rispondi

    Per scrivere un fantasy devo essere ferrato sul genere? La risposta è un “ni”. Da un lato essere ferrato in materia è senza dubbio un grosso aiuto, soprattutto in quanto si può evitare di cadere in determinati stereotipi. D’altro canto, però, se un autore lavora sodo sulla costruzione di un universo narrativo consono alla storia che si accinge a scrivere, non vedo come possano esserci limiti oggettivi nella stesura di una buona storia.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:11 Rispondi

      Ok per la prima parte del commento, ma non ho capito che intendi nella seconda.

  6. Grazia Gironella
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 12:40 Rispondi

    Per scrivere fantastico in teoria può bastare la fantasia, ma come fai a sapere se stai scrivendo una banalità o una cosa speciale? E soprattutto, come puoi conoscere le aspettative del lettore, che tu voglia soddisfarle o sfidarle non importa? Ultimo, non sarà un po’ ristretta la gamma delle fantasticherie del singolo in confronto alle fantasticherie di una folla di autori diversi? Quando scrivo fantasy sento tutto ciò che ho letto agitarsi dentro di me, molto più di quanto non mi capiti scrivendo realistico, ed è una sensazione molto vitale, che mi piace. Il rischio di imitare qualcuno esiste, ma mi pongo il problema fino a un certo punto, soprattutto da quando ho sentito insinuare che avrei copiato da un romanzo mai letto. Si è scritto di tutto, ormai! Quello che posso fare – e lo faccio – è non fermarmi mai alla prima opzione che mi viene in mente, che sia per dare un nome al protagonista o scegliere un’ambientazione o altro. Comunque credo che serva enormemente avere una propria piccola cultura nel genere che si scrive, anche senza definire dei testi “obbligatori”. Perché privarsene? In fondo se non ti piace leggere il genere, non ha senso scriverlo. O no?

    • Simona C.
      lunedì, 24 Agosto 2015 alle 16:13 Rispondi

      Concordo. Quando si sceglie di scrivere un romanzo o racconto di un genere specifico, di solito, è perché lo si è apprezzato prima da lettore. D’altra parte è difficile non cadere nella trappola dei cliché, se ci si limita a un solo tipo di letture.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:14 Rispondi

      I testi obbligatori per me sono come la lettura dei classici: si impara dai più grandi.

  7. Loredana
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 13:05 Rispondi

    Partendo dal concetto che se vuoi scrivere, è necessario saper leggere (e non solo per averlo imparato a scuola), diventa importante conoscere il passato del fantasy, a partire dai classici. Il fantastico ha sempre affascinato tutti coloro che spingono lo sguardo oltre l’apparenza delle cose, in ogni epoca. Ora, qualcuno mi insulterà per questo, ma immaginare un viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, con quell’ammontare gigantesco di particolari e personaggi, non si discosta POI tanto dall’immaginare una scuola di magia raggiungibile tramite un binario e mezzo, o un’epica fuga sottoterra nelle miniere di Moria. Gli intenti alla base delle opere sono diametralmente e abissalmente opposti, lo so bene, ma l’impianto narrativo non è poi così diverso. Diventa difficile anche ignorare i nomi di chi si è cimentato nel fantasy in epoca moderna, soprattutto se è uno scolpito nelle montagne come Tolkien…persino nella prefazione scritta da Zolla si fa riferimento ai libri che in qualche modo hanno ispirato Tolkien stesso, e si citano alcuni nomi niente male. Prescindere dai nomi diventa difficile, ma questo non significa che si debba imitarli, altrimenti non si aggiunge nessun valore, se non quello di un clone. Sono punti di partenza da conoscere per poi sbrigliare la propria creatività. E magari inventare qualcosa di nuovo.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:20 Rispondi

      È quello che volevo dire, quei libri sono il passato del Fantasy e per me vanno letti.

  8. Loredana
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 13:32 Rispondi

    Ho voluto riportare il tuo articolo in un mio post sul mio Blog. Mi aveva colpito e ci terrei che lo leggessero anche i miei lettori, tra cui si nasconde, magari, uno scrittore di fantasy esitante. Mi auguro che non ti dispiaccia. Ho aggiunto un paio di mie riflessioni, ma sono solo miei pensieri sparsi.

  9. Poli72
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 14:13 Rispondi

    Non ti dimenticare George R.R. Martin.Fantasy ibridato col romanzo storico.Credo che se uno voglia scrivere un determinato genere , sia fondamentale leggere quanto piu’ possibile su di esso,ma non solo.A volte mi e’ capitato di trovare spunti ed idee per risolvere un problema di trama nel romanzo storico che sto portando avanti leggendo tutt’altro.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:23 Rispondi

      Martin non lo considero fondamentale per il Fantasy proprio perché sembra più un romanzo storico.

  10. Tenar
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 14:13 Rispondi

    Per scrivere Fantasy bisogna inventare un mondo con una propria geografia, una fauna, una flora, delle società che lo abitano con tutto il loro retroterra culturale. Non mi sembra affatto facile. Una buona conoscenza di mitologia, storia e sociologia aiutano (ma non bastano…).
    Per conto mio ho abbandonato il fantasy per le storie lunghe proprio per difficoltà nella costruzione del mondo…

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:24 Rispondi

      Sì hai ragione, però a me affascina molto questo tipo di creazione.

  11. monia
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 16:19 Rispondi

    Io scrivo storie perchè mi nascono dentro, non perchè un genere sia facile o difficile, nè perchè mi piaccia più di un altro. :)
    Detto questo, ovviamente uno scrittore è anche un lettore, ma nel mio caso onnivoro, non settoriale.
    Concordo con chi ha detto che le letture danno buoni spunti inattesi, bisogna solo stare attenti a non diventare imitatori.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:25 Rispondi

      Anche a me viene in mente prima la storia. Proprio le trovo la collocazione :)

  12. Giorgi
    lunedì, 24 Agosto 2015 alle 20:51 Rispondi

    A mio parere il fantasy ha la fortuna di avere raramente bisogno di linee guida, a meno che tu non voglia seguirle. Non è la stessa cosa per un giallo, ad esempio. Il fantasy è un genere elastico e dalle possibilità illimitate, più che l’esperienza è la creatività dello scrittore che domina, a meno che questi non voglia in piena coscienza emulare altri libri e altri scrittori.
    Non ritengo che l’avere una lista ben nutrita di fantasy alle spalle sia indispensabile, più che altro leggere molti libri dello stesso genere possono senza dubbio aprire la mente e dare stimoli freschi … in questo non mi affido solamente ai “grandi classici”, ma mi piace scoprire nuove formule e persino fantasy “ibridi”, mischiati con altri generi… qualche anno fa, per esempio, ho letto “Gens Arcana” di Cecilia Randall, un fantasy ambientato in epoca rinascimentale e devo dire che mi si è letteralmente aperto un mondo (sono altrettanto fanatica di romanzi storici) . Quindi se dovessi suggerire qualche letteratura “di base” a chi ne cerca per costruire il suo primo fantasy probabilmente gli consiglierei pochi classici, e per il resto gli direi di guardarsi intorno e allargare il campo, magari anche agli “ibridi” che possono sempre riservare qualche sorpresa.

    • Daniele Imperi
      martedì, 25 Agosto 2015 alle 17:31 Rispondi

      È vero che il Fantasy è e deve essere elastico, ma secondo me fa bene leggere chi ha scritto i capolavori del genere.

  13. Marina I
    martedì, 25 Agosto 2015 alle 22:14 Rispondi

    Io non amo tantissimo il fantasy. Però tra i libri che ho amato di più in assoluto c’è la saga dei Lungavista di Robin Hobb che è, appunto, un fantasy. Però più genere fantasy storico, o low fantasy.
    Ho provato tanto a scrivere un romanzo così anche io, l’ho cominciato un sacco di volte, ma non ci riesco. Al momento mi sono arresa.
    La cosa più difficile secondo me è costruire qualcosa di credibile. Proprio perché in teoria non hai confini e tutto è possibile, se ti distrai un attimo la sospensione dell’incredulità va a farsi benedire. Non sono d’accordo con chi dice che è un genere che ti permette una grande libertà. Secondo me invece serve un gran rigore nel momento in cui decidi quali sono le caratteristiche della tua ambientazione. Sei libero di fare come ti pare ma poi tutto deve essere coerente con le scelte iniziali altrimenti viene un pastrocchio.

  14. Alessandro
    venerdì, 8 Aprile 2016 alle 11:30 Rispondi

    Ho letto e sto leggendo alcuni autori fantasy e non la Rowling tutti i libri di harry Potter fino ad ora, la troisi (storia interessante protagonista nihal splendida per il resto cmediocre guadagna punti con la scena di sesso tra la mezzelfo e sennar), la collins solo il primo hunger game e eto iniziando Martin.
    Di non fantasy ho letto il professionista di Grisham

  15. Andrea
    lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:14 Rispondi

    Buongiorno,
    Scusate, parto con la premessa che NON sono uno scrittore ne scrivo romanzi, non ho un blog… Mi piace solo scrivere qualche storia ogni tanto. Di per se un romanzo fantasy, ha creature fantastiche e mitologiche, che siano elfi o mostricciattoli vari. Ma io ho una domanda e se ci fosse un mondo fantasy o per meglio dire, un’ambientazione fantasy. Con magia e tutto il resto ma senza le creature magiche. Un “Signore degli Anelli” senza goblin, orchi, elfi ecc… solo uomini.

    Come si potrebbe descrivere quest’ambientazione facendo capire al lettore che si tratta di un mondo del genere? narrazione in prima persona. Cioè, non puoi scrivere “questo è un mondo fantasy dove però non ci sono elfi e via dicendo” in teoria il personaggio nemmeno sa cosa sono, in teoria.

    Grazie,
    Andrea

    • Daniele Imperi
      lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:35 Rispondi

      Ciao Andrea, benvenuto nel blog. Se il carattere fantasy della storia è limitato all’uso della magia, allora parlerai dei poteri magici dei personaggi. Non cambia nulla se ci sono o meno creature fantastiche.

      • Andrea
        lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:42 Rispondi

        Grazie…
        Quindi se ho capito bene, non ho bisogno di specificarne la presenza o l’assenza, starà al lettore immaginarsi questo mondo senza?

        • Kukuviza
          lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:54 Rispondi

          Credo che il genere che intendi sia l’urban fantasy.

          • Daniele Imperi
            lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:58 Rispondi

            Mmm… l’urban fantasy non ha comunque creature fantastiche?

            • Kukuviza
              lunedì, 7 Agosto 2017 alle 16:26 Rispondi

              Non so bene perché non me ne intendo tanto ma mi sembra di capire che nell’urban fantasy i protagonisti hanno aspetto umano (anche se probabilmente non lo sono) però hanno dei poteri. Alla fine è come dire umani con poteri. Non ci sono razze strane, almeno in apparenza.

        • Daniele Imperi
          lunedì, 7 Agosto 2017 alle 14:58 Rispondi

          Questo mondo senza… cosa?
          Non capisco. Se non ci sono elfi, non ci sono e basta, mica devi specificare che non ci sono.

          • Andrea
            lunedì, 7 Agosto 2017 alle 15:00 Rispondi

            Già, hai ragione… le ho pensate un po’ tutte ma effettivamente la soluzione più semplice è anche quella più logica… Grazie mille!

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