Ora che so, nell’ultim’ora della mia esistenza, quel che nasce lassù, nel cielo stellato, posso finalmente lasciare che quell’orrore profondo mi colga e, improvviso e senza dolore, estirpi la scintilla che ancora arde in me.
So che cosa si nasconde dietro l’antico lucore che accompagna le notti di luna nuova. È l’ambiguo sguardo di Turais e Mekar, dove immonde creature vivono di fuoco e angoscia, segno che la purezza tanto declamata delle stelle è in realtà madre di terribili incubi.
È la maligna e perfida luce di Yathïs, la sconosciuta stella dove perfino la morte è silente. È lei che regola la vita su Turais e Mekar, la potente sopra a tutte.
Mai potrà essere visibile la stella Yathïs. Nelle mie lunghe ore trascorse a osservare il cielo buio non ho mai goduto della sua insana luce, finché un giorno ho avuto il coraggio di avvicinarmi a lei con la mente e il sogno. Da allora le mie notti sono popolate da strane immagini e impossibili chiarori. Né incubi né sogni accompagnano il mio sonno, ma lugubri realtà che provengono dalla lontana Yathïs.
Di lei si parla in antichi manoscritti mai tradotti, perché vergati in una lingua ormai morta e dimenticata. Quei simboli sono ora a me chiari, svelati dalle creature delle stelle quando il mio corpo abbandonava la veglia.
Più volte mi son chiesto perché a me è stata data la possibilità di conoscere la verità su Yathïs e la vita che cela. E finalmente so che le stelle non donano mai senza ottenere nulla in cambio.
Non osservate il cielo troppo a lungo. Io, che conosco, ho donato alle stelle ciò che m’era più caro e in quest’ora di tenebra accetto infine il mio destino, nell’attesa fatale della mortale luce che, da lassù, verrà a me dall’invisibile Yathïs.
Blub
Questi racconti sul cielo (come “cielo profondo” e “l’agonia dell’universo”) mi fanno impazzire. Ne ho anche uno nei preferiti. Mi hai dato uno spunto per creare una nuova lingua artificiale (è il mio hobby).
Daniele Imperi
Grazie Blub
Vedrò di scriverne altri, allora. L’ispirazione per questo genere di storie viene dal grande Lovecraft.
I prossimi post #26
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