Cosa possiamo imparare dalla scrittura futurista

Parole in assoluta libertà

Cosa possiamo imparare dalla scrittura futurista

La sintesi della scrittura futurista sta in un linguaggio plasmato, che diviene espressione visiva e perfino sonora.

Il nome di Filippo Tommaso Marinetti viene spesso associato al paroliberismo, una scrittura “anarchica” che sovvertì ogni regola grammaticale vestendosi perfino di sonorità, grazie all’uso di realistiche onomatopee, e rendendosi arte non solo testuale ma anche visiva, con l’introduzione di invenzioni tipografiche.

Basti vedere l’opera Zang Tumb Tuuum per rendersene conto.
Zang Tumb Tuuum

Opere narrative che hanno richiesto una progettualità inconsueta nella scrittura, che divenne grafica e sonora, quasi tattile e, dunque, realistica.

La scrittura futurista – come tutta l’arte del Futurismo – portò una ventata di novità all’inizio del XX secolo, contribuendo a scalfire quel passatismo tanto odiato da Marinetti. Com’era normale aspettarsi, ricevette anche critiche e incomprensioni da parte di quanti erano più legati a un certo “conformismo” nella scrittura in particolare e nell’arte in generale.

La genialità di Marinetti sta nell’aver inventato un genere artistico immortale, poiché si rinnova continuamente. Laddove il passatismo resta ancorato al già vissuto, sperimentato, conosciuto, il futurismo si fa propositivo, sperimentale, imprevedibile.

Le basi della scrittura futurista

Le parole in libertà orchestrano i colori, i rumori e i suoni, combinano i materiali delle lingue e dei dialetti, le formole aritmetiche e geometriche, i segni musicali, le parole vecchie, deformate e nuove, i gridi degli animali, delle belve e dei motori.

Le parole in libertà spaccano in due nettamente la storia del pensiero e della poesia umana, da Omero all’ultimo fiato lirico della terra.

“Lo stile parolibero”, prefazione a Gli indomabili (Edizioni futuriste di “Poesia”, 1922)

Marinetti le chiama “tavole parolibere”, non pagine, perché in esse non c’è più alcuna successione narrativa, ma una “poliespressione simultanea del mondo”.

La scrittura futurista, parolibera, mette in campo ogni mezzo espressivo. L’unica preoccupazione del narratore, per Marinetti, è “rendere tutte le vibrazioni del suo io”.

Nella scrittura futurista domina l’assenza dell’analogia immediata. Un susseguirsi di accostamenti di parole apparentemente discordanti fra loro, ma che stimolano la mente a farsi più immaginifica, a entrare negli obiettivi del narratore e a visualizzare, più che leggere, il testo.

È ciò che Marinetti chiama immaginazione senza fili: un’assoluta libertà di scrivere e trasmettere ai lettori le proprie sensazioni visive, acustiche, esperienziali.

Anche gli aggettivi qualificativi finiscono nelle mire del paroliberismo: ha ragione Marinetti quando dice che bloccano l’intuizione. Un aggettivo qualificativo, infatti, suggerisce al lettore ciò che passa per la mente del narratore.

Cosa fare, allora? Marinetti propone gli aggettivi semaforici, che chiama aggettivi-faro o aggettivi-atmosfera, isolati tra parentesi come a voler estendersi a tutta la “zona di parole in libertà”:

ponte terrificato tetro grondare batter di denti ahi ahi carni cartilagini del legno travi barili chiodi pianto delle fibre (duro gelato stretto incollato verdastro lentissimo) basso-ventre-del-cielo parto clandestino di corvi pesanti rimpinzati di cadaveri

Zang Tumb Tuuum (Edizioni futuriste di “Poesia”, 1914)

La scrittura futurista impone una velocità dello stile: dunque, per Marinetti, il verbo all’infinito – rotondo e scorrevole – è la soluzione ideale, poiché è adattabile.

4 caratteristiche della scrittura futurista

  1. Distruzione della sintassi e abolizione della punteggiatura: la vera libertà della scrittura futurista sta nella creazione di testi asintattici, dove l’assenza di punteggiatura permette più piani di lettura, ma soprattutto rappresenta un continuum nella lettura, che richiede velocità. È una lettura senza soluzione di continuità.
  2. Onomatopee e segni matematici: le onomatopee sono frequenti, proprio per rappresentare quella sonorità che in un testo scritto di fatto manca. I segni matematici regolano invece la velocità dello stile.
  3. Rivoluzione tipografica: molte pagine futuriste mostrano un’assoluta disarmonia tipografica, caratterizzata non solo da frequenti corsivi, grassetti, parole in maiuscolo, ma anche di inchiostri di diversi colori e altri espedienti grafici.
  4. Ortografia libera espressiva: dalla metrica tradizionale al verso libero alle parole in libertà. Secondo Marinetti le parole vanno riplasmate e deformate, con tagli, aggiunte di vocali o consonanti, per esprimere emozioni e pensieri puri del narratore.

Cosa possiamo imparare dalla scrittura futurista?

Non certo a scrivere in modo sgrammaticato. Lasciamo quel triste compito alla scrittura inclusiva.

La scrittura futurista insegna soprattutto a osare, a sperimentare, a non restare dentro una gabbia o legati a regole prestabilite. La scrittura, come forma d’arte, ha anche il compito di incuriosire.

Romanzi come Ship of Theseus di V.M. Straka o Casa di foglie di Mark Z. Danielewski possono essere annoverati come romanzi futuristi, anche se non di stampo marinettiano.

Il linguaggio futurista ha avuto il pregio di stimolare la creatività degli scrittori e dei poeti, che si sono distaccati dal bagaglio culturale e letterario per creare una nuova cultura e una nuova letteratura.

La scrittura futurista, oggi, con tutti i significati e le caratteristiche che vogliamo darle, può essere non solo un incentivo alla sperimentazione e all’innovazione, ma anche un modo per distinguersi dall’appiattimento culturale degli ultimi anni.

Là dove la cultura della cancellazione mira alla disconoscenza e all’analfabetismo storico, deturpando l’identità delle nazioni, la scrittura futurista fornisce la chiave e lo slancio alla creazione di una nuova cultura e al rafforzamento di quella presente.

Il futurismo non ha dimenticato né ripudiato né misconosciuto né distrutto il passato, lo ha congelato nel suo tempo.

Così la scrittura futurista – originale personale spontanea – non ripudia la grammatica né l’estetica dello stile, semmai si veste di uno stile proprio e adotta una propria grammatica.

La scrittura futurista ci insegna a reinventarci come scrittori, a guardare avanti, a proporre nuovi modi di comunicare, a rincorrere il domani e, una volta raggiunto, a lasciarcelo alle spalle, perché già trascorso.

Nel suo Manifesto del Futurismo Marinetti lanciò la sfida alle stelle. La scrittura futurista è proprio questo: una sfida, soprattutto, per raggiungere le vette più alte del linguaggio, per essere innovativi e mai dozzinali.

11 Commenti

  1. Orsa
    giovedì, 3 Marzo 2022 alle 9:44 Rispondi

    E vogliamo parlare della bellezza dei richiami e dei continui rimandi verso l’allora società industriale, quella che della macchina ne ha fatto un mito? A me parte subito nella mente l’immagine degli ingranaggi e delle macchine a vapore, in una parola, del filone steampunk. Sono due movimenti affini secondo me: il motto steampunk “come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima” va a braccetto con il dinamismo dello stile parolibero… e anche con lo stesso rifiuto del passatismo. Bellissima disamina, Daniele, Marinetti è proprio nelle tue corde, io ancora ricordo il lavorone che hai fatto con il bel tuo racconto futurista!☺️👏👏👏

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Marzo 2022 alle 10:56 Rispondi

      Non ci avevo pensato, ma è vero, lo steampunk è molto affine al futurismo. È un passato futuristico.
      Da un po’ di mesi Marinetti e il Futurismo mi stanno prendendo molto, infatti :D

  2. Corrado S. Magro
    giovedì, 3 Marzo 2022 alle 10:24 Rispondi

    Era il lontano 54 quando bum-track-patatrack mi scontrai con Marinetti. Ahooo, ziiii-ziii-ziiuuuu il violino nelle mie mani. Rumori, strida, stresc! Cosa sono le note? Quelle le tirano fuori chi sa suonare non io. Marinetti, zac-ziiiùpippiiiiiiiii, violino per esperti.🤯🤡

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Marzo 2022 alle 10:58 Rispondi

      Allora, più che Marinetti, dovresti ascoltare Russolo e il suo strumento “intonarumori” :)

  3. Fabio Amadei
    giovedì, 3 Marzo 2022 alle 17:40 Rispondi

    Il tuo post mi ha ricordato il libro Lo zar non è morto, scritto a più mani dal “Gruppo dei dieci” compreso Marinetti. Se non lo hai letto te lo consiglio: è scritto molto bene ed è un inno alla fantasia e ai colpi di scena.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Marzo 2022 alle 17:54 Rispondi

      Lo conosco come opera di Marinetti e altri, ma non l’ho mai letto. Hai l’edizione della Sironi?

  4. Fabio Amadei
    giovedì, 3 Marzo 2022 alle 18:11 Rispondi

    Non mi ricordo l’edizione. Lo presi in biblioteca un bel po’ di anni fa e mi è piaciuto molto.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 3 Marzo 2022 alle 18:59 Rispondi

      È l’ultima edizione uscita, del 2002 mi pare. La ordino domani.

  5. Valentina De Luca
    domenica, 13 Marzo 2022 alle 7:18 Rispondi

    Ciao Daniele, bellissimo e interessantissimo post, grazie. Ammetto che mi hai sorpreso. Mi sembra di aver parlato con te (ma probabilmente sogno) dell’uso che faccio (o meglio, non faccio) talvolta della virgola, quando invece sarebbe richiesta: proprio per dare velocità alla lettura, per farla correre. E forse ci trovammo in disaccordo, ma forse sogno di nuovo :) :). In ogni modo, no allo scrivere in maniera sgrammaticata, ma sì all’osare, dal mio punto di vista. Mi hai fatto venire in mente una parola che ho usato nel mio romanzo, “sminigonnavano”: è una parola che non esiste, e l’editor ha tentato in ogni modo di sostituirla con cento altre parole che però, secondo me, non rendevano l’idea. Alla fine ho vinto io :)

    • Daniele Imperi
      domenica, 13 Marzo 2022 alle 8:53 Rispondi

      Grazie. Ora non mi ricordo della questione della virgola, ma probabilmente ne abbiamo parlato :D
      Di “sminigonnavano” mi ricordo che ne avevamo parlato. Diciamo che in certi casi inventare le parole è giusto. Marinetti ne ha inventate tante da farne un piccolo dizionario.

  6. Valentina De Luca
    domenica, 13 Marzo 2022 alle 12:34 Rispondi

    Me lo devo studiare, ne so pochissimo. Grazie per l’input :D

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