L’attuale era del marketing ha definito il punto in cui l’assiduo crescente volume di contenuti incontra la nostra limitata capacità umana di consumarli. Mark Schaefer in Content Shock: Why content marketing is not a sustainable strategy
Sembra una frase apocalittica, eppure la tesi di Mark non è sbagliata. Non è il primo a parlare di sovraccarico di contenuti. Oggi sono molti a puntare su strategie di content marketing per emergere, distinguersi, conquistare un loro spazio nei mercati online.
E il futuro cosa ci riserva? Come utenti, come fruitori di contenuti, dobbiamo saper scegliere l’informazione più utile, ma soprattutto quella più adatta alle nostre esigenze. E dobbiamo trovarla subito e ovunque siamo.
Come produttori di contenuti, come professionisti e aziende, dobbiamo spendere tempo e risorse per offrire al nostro pubblico materiale sempre in linea con le nuove tendenze, i nuovi bisogni, le nuove tecnologie che nascono.
Se nel 2009 pagavo i miei lettori 500 dollari a settimana, probabilmente oggi li sto pagando il triplo perché spinto a creare nuovi e migliori contenuti che attirino la loro attenzione. Mark Schaefer
Se pensate che online sia tutto gratis, vi sbagliate. Un’azienda che affida la sua presenza online a uno staff di professionisti sta investendo denaro per creare contenuti:
- copywriter che scrivono testi per il sito, il blog aziendale e le newsletter
- social media manager per creare strategie di marketing sui social media
- community manager per gestire i profili sociali e le comunità online
Voi leggete gratis, ma chi produce ciò che leggete e vedete vuole essere pagato per quel lavoro.
E i liberi professionisti?
Io non spendo una lira per produrre contenuti. Però c’è qualcosa di cui mi privo e che vale più del denaro: il tempo, speso per studiare e documentarmi, tenermi aggiornato, scrivere e gestire i miei profili sociali, creare relazioni.
Quanto ci costerà creare contenuti durante il “content shock”?
C’è chi non vede il futuro così nero. Tutti noi abbiamo creato delle nicchie di mercato cui rivolgerci, quindi non abbiamo nulla da temere. Ma anche una nicchia può saturare.
Nel luglio 2013, per fare un esempio, Qmee ha prodotto un’infografica per mostrare il volume di ciò che viene prodotto in rete in 60 secondi.
Quei dati non sono completi, soprattutto non sono aggiornati. Cosa manca? Io vedo i blog a hosting gratuito che risiedono su WordPress, ma non quelli che usano WordPress installato come me, e non vedo i blog su Blogspot e su altre piattaforme di blogging.
Quei numeri – numeri che esprimono il volume di contenuti online prodotti ogni minuto – sono molto più alti di quanto mostrato.
Quanto tempo spenderemo per leggere contenuti online?
I consumatori, da oggi fino alla fine del mondo, troveranno il tempo per cercare ciò che è importante per loro. Marcus Sheridan
Sì, è vero. Se ho bisogno di un’informazione, la cerco. Quello che non ha considerato Marcus è che 10 anni fa la cercavo in un calderone di informazioni pieno a metà, mentre oggi quel calderone rischia di far traboccare il contenuto.
Oggi ho bisogno di più tempo per trovare ciò che cerco?
No, oggi sono i produttori di contenuti che hanno bisogno di più tempo e risorse per farsi trovare. Ma è anche vero che i motori non restituiscono sempre risultati utili: in mezzo alla qualità c’è anche tanta spazzatura, molto più che nel passato.
Dal consumatore di prodotti al consumatore di contenuti
Oggi il cliente online va visto sotto un’ottica differente: prima di consumare il prodotto di un’azienda, deve consumare il contenuto che quell’azienda immette online. C’è un passaggio in più che deve compiere: apprezzare il contenuto e poi acquistare.
È su quel passaggio che noi produttori di contenuti dobbiamo concentrarci per l’arrivo del “content shock”: fare in modo che i nostri contenuti arrivino al cuore dell’utente.
Come emergere durante il “content shock”?
7 punti per vincere la saturazione dei contenuti
- Costruire una presenza online: non un sito, ché ora non serve più, ma una presenza completa che unisca sito+blog+newsletter+social media+eventi grazie a una comunicazione dedicata.
- Rendere leggibili e fruibili i contenuti: online abbiamo poco tempo per leggere la mole di informazioni che ogni giorno – ogni minuto! – viene prodotta. Possiamo trasformare l’esperienza di lettura dell’utente con una scrittura empatica e un’impaginazione professionale.
- Abbracciare il marketing della conversazione: dobbiamo comunicare direttamente ai nostri lettori, che possono diventare nostri clienti.
- Narrare il prodotto e il professionista: si parla tanto di storytelling, ma quanto si applica? Una storia vale più di mille parole accademiche.
- Parlare con l’email marketing: avvicinare i lettori a casa loro. Newsletter gratuite che fidelizzino il nostro pubblico.
- Raggiungere i clienti ovunque: è l’era del mobile, vero? Allora abbiamo bisogno di una comunicazione responsiva.
- Comunicare con creatività: i produttori di contenuti devono ripensare le vecchie strategie di content marketing e sperimentare le nuove narrazioni. Crossmedia e transmedia stanno invadendo i nuovi mercati.
L’era dei “leader di pensiero”
Per diventare dei leader di pensiero occorre distribuire continuativamente delle idee e dei contenuti che siano apprezzati dai clienti potenziali e di cui essi hanno bisogno per prendere le loro decisioni d’acquisto. In questo modo, aumentano le probabilità di essere scelti dai compratori e il prezzo, in questo caso, non rappresenta una barriera, poiché si è disposti a pagare di più. Marino Fadda in Il content marketing
Quello che dovete fare per ottenere risultati duraturi è trasformarvi in thought leader.
In persone la cui autorevolezza è riconosciuta in funzione della preparazione, competenza e capacità di innovazione che sono in grado di dimostrare. Ed è solo regalando la parte migliore di voi che riuscite a indurre naturalmente questo processo. Cristiana Tumedei in Fare brand con il blog
Io credo che in questi due brani estrapolati da altrettanti post sia racchiusa la soluzione al “content shock”. Alcune parole esprimono concetti su cui riflettere e lavorare:
- distribuire continuativamente idee e contenuti
- autorevolezza
- preparazione, competenza e capacità di innovazione
Un lavoro per supereroi? Di certo non un lavoro per tutti. Non siamo tutti innovatori, autorevoli, preparati, competenti, capaci.
Possiamo, però, provarci. Soltanto la storia potrà dirci se saremo riusciti nel nostro intento.
Quanto sei disposto a pagare per farti leggere?
La mia domanda non vuole essere provocatoria: in che modo, se davvero ci sarà saturazione di contenuti, riuscirai a farti leggere? A farti trovare? Come convincerai gli utenti a consumare i tuoi contenuti?