Il futuro della scrittura nel mondo dell’intelligenza artificiale

Il futuro della scrittura nel mondo dell’intelligenza artificiale

Da quando hanno iniziato a circolare in rete le prime piattaforme di intelligenza artificiale, molti ne hanno visto le potenzialità, altri il pericolo per chi vive di scrittura, altri ancora i limiti.

Via via sono nate altre piattaforme di IA, non solo per creare contenuti, ma anche illustrazioni e altro ancora.

Insomma, l’intelligenza artificiale è vista come la manna dal cielo che tutti aspettavamo e che finalmente ci consentirà di risparmiare tempo. Tempo che già avremmo dovuto risparmiare grazie a internet – ma che di fatto non è così, visto che la gente ha sempre meno tempo rispetto all’era predigitale.

Ma bando alle polemiche e torniamo al tema dell’articolo: quale sarà il futuro della scrittura nel mondo dell’intelligenza artificiale? Avrà un futuro la scrittura o sarà sempre più automatizzata?

Il correttore di bozze automatico è già una sorta di intelligenza artificiale, di automatismo, che ci permette di individuare gli errori più macroscopici: ma abbiamo visto che non è perfetto, che non riesce a scovare tutti gli errori. L’intervento umano è decisivo, fondamentale, irrinunciabile per la correzione delle bozze.

L’intelligenza artificiale è limitata dalla dipendenza dai dati

E lo dice lei stessa che “non può creare contenuti completamente scollegati dai dati esistenti”, per quanto sia enorme quest’insieme di dati.

Se ci sono informazioni errate fra quei dati, l’IA fornirà un testo con informazioni errate, come ho già dimostrato nel mio articolo del 16 marzo scorso. Oppure, peggio, non è in grado di creare testi veritieri, pur avendo a disposizione dati corretti.

La dipendenza dai dati è un grande limite per l’intelligenza artificiale, dipendenza che non può essere paragonata al limite del cervello umano o, più specificamente, al livello culturale di chi scrive.

Anche noi dipendiamo dai dati di cui siamo a conoscenza, anche noi siamo limitati dalla nostra cultura, ma, a differenza dell’IA, abbiamo altre “armi” a disposizione quando scriviamo un testo:

  • Sentimenti
  • Emozioni
  • Ideologie
  • Opinioni
  • Esperienze
  • Autocoscienza
  • Introspezione
  • Autocritica
  • Etica

Un insieme di caratteristiche che l’intelligenza artificiale non avrà mai e che ci consentono di scrivere testi – siano essi notizie, articoli, storie, descrizioni di prodotti, testi per siti, ecc. – che raggiungono una profondità tale (e un’indiscussa originalità) che un’IA non si sogna nemmeno.

Gli estimatori (soprattutto i creatori) di questa nuova tecnologia promuovono le piattaforme di intelligenza artificiale come un valido aiuto per chi scrive, facendo leva sull’enorme archivio di dati da cui possono attingere e sulla possibilità che l’IA impari man mano che crea testi.

Testi che, come dicono praticamente tutti, vanno poi rivisti dall’uomo. Testi che non possono essere definiti originali, perché l’origine si perde nei meandri dei byte generati dall’intelligenza artificiale.

Verità da sfatare sulla scrittura dell’intelligenza artificiale

Ho chiesto a Writesonic, una delle piattaforme di IA, quale sarà il futuro della scrittura nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Il risultato è stato un articolo di 900 parole ripetitivo alla noia, in cui l’IA non ha fatto altro che girare attorno al titolo che avevo proposto.

Vediamo alcuni passi.

L’AI è in grado di creare contenuti di alta qualità in modo rapido ed efficiente.

Non è vero. O, almeno, è vero soltanto in parte: per la velocità. Dunque la frase corretta è: L’intelligenza artificiale è in grado di creare contenuti di alta qualità in modo rapido ed efficiente.

Qualcuno potrebbe obiettare e sostenere che l’IA crea contenuti in modo efficiente: in effetti “efficiente” significa qualcosa “che risponde bene ai fini a cui dovrebbe servire”. Se il fine di chi usa l’IA è creare contenuti mediocri per far risparmiare tempo e denaro, allora sì: l’intelligenza artificiale è efficiente.

Le piattaforme di intelligenza artificiale come GPT-3 sono in grado di generare testo che può essere difficile da distinguere dal lavoro di un essere umano.

Dipende dall’essere umano. Se analizziamo i testi scritti da un’IA, non notiamo errori di sintassi e grammaticali. Ecco degli esempi:

L’intelligenza artificiale (AI) è una tecnologia che sta cambiando il modo in cui lavoriamo e viviamo. In particolare, sta rivoluzionando il settore della scrittura.

I contenuti generati dall’AI diventeranno sempre più comuni e saranno utilizzati in una vasta gamma di settori.

Se sei uno scrittore, è importante prepararsi per il futuro dell’IA nella scrittura. Impara a utilizzare gli strumenti di scrittura automatica e a lavorare con tecnologie di intelligenza artificiale.

Che cosa notiamo?

Uno stile di scrittura piatto, senza alcuna emozione, senza alcuna tonalità, senza personalità. È tutta così la scrittura creata dall’intelligenza artificiale. Ho provato sia ChatGPT sia Writesonic e non ho visto alcuna differenza.

Gli strumenti di scrittura automatica possono essere utilizzati per scrivere articoli di notizie, descrizioni di prodotti e recensioni di prodotti.

Falso.

  • L’IA può scrivere notizie rimaneggiando quelle già presenti in rete.
  • La descrizione di un prodotto può determinarne la vendita: sicuri di farla scrivere a un’intelligenza artificiale?
  • La recensione di un prodotto è frutto dell’esperienza, dell’utilizzo di quel prodotto. Dunque come potrebbe scriverla un’IA?

Questi strumenti possono aiutare gli scrittori a risparmiare tempo e a creare contenuti di alta qualità in modo rapido ed efficiente.

D’accordo sul risparmio di tempo: in pochi secondi Writesonic ha prodotto un articolo di 933 parole. Ma non è un articolo di alta qualità, anzi è scarso e ripetitivo.

Gli scrittori che vogliono avere successo nell’era dell’AI dovranno sviluppare nuove competenze. Ad esempio, gli scrittori dovranno imparare a utilizzare strumenti di scrittura automatica e a lavorare con tecnologie di intelligenza artificiale.

Questa è bella. Le nuove competenze da assumere nel mondo dell’IA sono imparare a usare l’IA. Dà l’idea di una risposta pilotata.

Il futuro della scrittura sarà sempre più guidato dall’IA.

E cos’altro avrebbe potuto scrivere un’intelligenza artificiale? Come si suol dire, ognuno tira l’acqua al proprio mulino.

La scrittura dell’intelligenza artificiale è banale

Banale, sì: non trovo un termine più consono. Ogni volta che ho posto domande o dato delle indicazioni su cosa scrivere, l’IA ha sfornato un testo scontato, dozzinale anche, che chiunque, anche con poche cognizioni, potrebbe scrivere.

Se questi sono contenuti di alta qualità, mi domando come siano quelli mediocri. Finora l’unico “pregio” che ho riscontrato è stato darmi spunti per scrivere articoli contro l’intelligenza artificiale.

La scrittura dell’intelligenza artificiale è ripetitiva

Nel testo di quell’articolo di 933 parole l’IA ha ripetuto 3 volte la frase “gli scrittori umani avranno ancora un ruolo importante nel creare contenuti di alta qualità”.

Sebbene con piccole modifiche, ha ripetuto lo stesso concetto 3 volte:

Gli scrittori dovranno sviluppare nuove competenze e lavorare insieme all’IA per creare contenuti ancora più efficaci e personalizzati.

Inoltre, gli scrittori umani possono lavorare con l’AI per creare contenuti ancora più efficaci e personalizzati.

Lavora insieme all’IA per creare contenuti ancora più efficaci e personalizzati.

Ha inoltre ripetuto 3 volte “in modo rapido ed efficiente”. La parola efficiente è perfino ripetuta 5 volte.

Quale sarà il futuro della scrittura nel mondo dell’intelligenza artificiale?

Una scrittura sempre più spersonalizzata, atona, che produce contenuti scadenti. Se è questo che vogliamo, allora diamoci sotto: sfruttiamo l’IA per risparmiare il nostro tempo.

In fondo, per scrivere quest’articolo di 1200 parole mi sono occorse circa 3 ore. 400 parole ogni ora, quando all’intelligenza artificiale sono serviti appena 10 secondi per sfornarne lo stesso numero.

La scrittura è un’arte. E l’arte è pertinenza dell’uomo, non delle macchine.

9 Commenti

  1. Corrado S. Magro
    giovedì, 1 Giugno 2023 alle 10:07 Rispondi

    Sarei tentato di immergermi in uno sproloquio ma ho da fare. Stimo valido l’allarme lanciato dal genitore dell’AI che ci mette in guardia e a cui fanno valido eco tanti esperti. Senza osannare o demonizzare, l’AI si basa sul processo di iterazione “informazione versus comunicazione” che gestisce ogni forma di vita (umana, animale, vegetale …) nei suoi modi di esprimersi. Calza però le scarpette all’uncinetto del neonato. Le emozioni le sono estranee perché tutt’ora priva delle rispettive “sinapsi” virtuali ancora allo stadio “pre-cavernicolo”, soddisfacente per coloro (e sono tanti sopratutto nelle classi elitarie) che lo trovano su misura. Il pericolo, lo ripeto, sta nel suo nel suo impiego. I fisici misero a punto la fusione nucleare che presto divenne ordigno, spada di Damocle come potrà, sarà, è l’AI, ben più affilata e sospesa a un filo molto più tenue. Orwell fa scuola.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Giugno 2023 alle 13:09 Rispondi

      Sì, il pericolo dell’IA è nel suo impiego: se si vuole impiegarla per creare contenuti e, peggio, trame di storie – che devono provenire direttamente dall’autore – allora è senz’altro un pericolo.

  2. Orsa
    giovedì, 1 Giugno 2023 alle 14:12 Rispondi

    Ha ragione Corrado. È solo di ieri la notizia di un discorso interamente scritto da AI pronunciato al Senato da un senatore di Azione. Per provocazione, dicono.
    Quanto ci metteranno politici e legislatori a far legiferare o peggio far deliberare AI? Da più parti si è alzata la voce di un imminente pericolo per la democrazia e ieri addirittura ho sentito pericolo estinzione (a dirlo è stato uno dei padri di AI). Io non sono per il solito cliché tecnologia moderna = pericolo catastrofe, ma in questo caso non c’era molto da riflettere, questa cosa andava fermata subito. Dico andava perché ormai è già tardi. Io spero di non esserci quando accadrà 😅

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Giugno 2023 alle 14:18 Rispondi

      Non sapevo del discorso. In effetti, come ha fatto scrivere un discorso all’IA, può benissimo far proporre leggi o scrivere decreti.
      Pericolo estinzione? Cioè?

      • Orsa
        giovedì, 1 Giugno 2023 alle 14:27 Rispondi

        In una lettera firmata da 350 esperti, tra cui uno dei padrini di AI, si legge: “Mitigare il rischio di estinzione posto dall’intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità insieme ad altri rischi sociali come le pandemie e le guerre nucleari”. E lo scorso marzo ci aveva provato anche Elon Musk a chiedere uno stop agli sviluppatori. Ti invito a cercare le notizie online.

  3. Luciano Cupioli
    giovedì, 1 Giugno 2023 alle 16:12 Rispondi

    Musi ha parlato di regolamentare l’IA. Secondo lui è più pericolosa della cattiva produzione di automobili. Egli ha detto “Nel senso che ha il potenziale, tuttavia, e si può considerare piccola quella probabilità, ma non è banale. Ha il potenziale di distruggere la civiltà.” Io ho paura che la massa comoda possa sedersi e lasciare fare sempre più cose all’IA. Spero che le scuole insegnino, anzi impongano, di srudiare e fare le cose senza alcun aiuto, altrimenti le prossime generazioni finiranno per essere IAdipendenti, è allora si che potrebbe profilarsi l’abisso. Sosteniamo la scrittura vera, quella dell’IA è qualcosa che ci assomiglia, una brutta copia.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 1 Giugno 2023 alle 16:32 Rispondi

      Il pericolo è anche che si usi l’IA nelle scuole. Già è una piaga l’analfabetismo funzionale, ma se si automatizza anche la scrittura – e l’arte in generale – il cervello diverrà sempre più pigro.

  4. Luciano Cupioli
    giovedì, 1 Giugno 2023 alle 16:24 Rispondi

    Ho scritto Musi invece di Musk… ho fatto un errore perché sono umano e ho passato il test di Turing.

  5. Corrado S. Magro
    giovedì, 1 Giugno 2023 alle 21:33 Rispondi

    Un ricercatore del Politecnico di Zurigo, ai vertici delle istituzioni accademiche internazionali ha scritto la settimana scorsa più o meno quanto segue tradotto in italiano e in riferimento all’IA e alla sua influenza sul globale (robotica, sociale, medicina, scuola, ricerca, sicurezza eccetera): “Che il lavoro sarà un miraggio è una realtà, la domanda è cosa avverrà quando ciò accadrà quando accadrà”. E dove si cela la bomba a orologeria se non nella massa drogata da android, iPhone e varia? Durante un seminario (argomento: fit in job) ai quadri dirigenti di una realtà internazionale, il relatore, di mia diretta conoscenza, è stato confrontato due settimane fa con l’osservazione: Non possiamo permetterci due a cinque minuti ogni due ore per mettere in pratica i suoi metodi! Il relatore invita allora i presenti a deporre i telefonini sul suo tavolo ed estrae la statistica d’impiego quotidiano: tra 2 e 5 ore! per argomenti estranei al lavoro. Mi astengo da ogni commento! Si trattava di manager direttori (Dott., Ing., MBA, ecc.), pensate un po’ al gregge per trarne conclusioni.

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