Editing non significa riscrittura

O il vero ruolo dell’editor

Editing non significa riscrittura

Molti autori alle prime armi, o forse è meglio definirli autori che sperano in una pubblicazione con una casa editrice, sono terrorizzati dall’editing. Anche io, prima di informarmi e dopo un editing a brevissimi racconti pubblicati, ero nella stessa situazione.

La Delos Books, in effetti, tagliò la frase finale a un mio racconto, eliminando di fatto ciò che dava senso al resto della storia. Motivo? Era una frase a effetto, stratagemma già usato da molti partecipanti al concorso.

Ma in un racconto di genere di 2000 caratteri al massimo, se non si usano frasi finali a effetto, come si crea una storia valida?

Edizioni XII, in un racconto di 200 caratteri, fece di peggio, trasformando il mio racconto-barzelletta in una storia che non significava più nulla.

Tempi andati, storie dimenticate. L’esperienza insegna, dopo tutto.

Che cosa fa un editor?

Interviene sul testo? Certo che sì.

Il problema, quando si scrive, è che molti errori, molte lacune possono sfuggire all’autore, che un occhio esterno – e valido – riesce a cogliere. E non parlo della correzione di bozze, che è l’ultimo passo della revisione di un manoscritto.

  • La trama è riconducibile ai famosi 3 atti? C’è un inizio, uno svolgimento e una conclusione, come nei temi scolastici? Nel corso di editing che sto seguendo si è accennato alle non-storie, il cui termine dice tutto su ciò che i poveri lettori dovranno cibarsi.
  • Ci sono salti repentini da una scena all’altra nello stesso capitolo?
  • Viene rispettato il punto di vista? I salti di soggetto, da un personaggio all’altro, sono sempre “dietro l’angolo”.
  • I personaggi sono vivi, realistici, hanno il giusto peso nella storia?
  • E i dialoghi? Sono ben costruiti? Si capisce chi parla? Mi capita talvolta di non capire chi stia parlando e non per colpa delle virgolette mancanti.

Un altro lavoro dell’editor riguarda la scrittura: lo stile, il registro linguistico, l’uso appropriato o meno di parole ed espressioni.

L’obiettivo è quindi indirizzare l’autore verso la giusta strada per migliorare la sua storia.

L’editing da 4 soldi

Trovarsi intere frasi o interi periodi depennati senza alcuna spiegazione. Trovare interventi che stravolgono lo stile dell’autore.

L’editing professionale

Mi piace considerarlo come un vero aiuto affinché il romanzo funzioni alla perfezione e non tradisca le aspettative dei lettori.

L’editing non deve scatenare rabbia nell’autore, ma far capire dove il romanzo è debole, dove apportare interventi sullo stile e sul linguaggio, dove sono necessarie integrazioni e dove è bene tagliare.

Una caratteristica importante dell’editing, che avevo già conosciuto anni fa in un articolo di un editor e che ho riscontrato nel corso che sto seguendo, è che l’ultima parola spetta sempre all’autore.

Non so quali siano i limiti di quest’affermazione: ma se si parla di editing, si sottintende che il manoscritto sia stato già accettato da una casa editrice. Dunque grossi problemi non dovrebbero essercene. Nulla, almeno, che un buon editing non possa risolvere, insieme al lavoro dell’autore.

Editing non significa riscrittura

Il termine inglese editing ha molti significati, fra cui “revisione” appare quello più appropriato. To edit è anche e soprattutto “modificare”, “apportare modifiche”.

E l’editing, la revisione dunque, può «comportare modifiche anche sostanziali alla precedente stesura del testo», citando dal dizionario Treccani.

Questo dovrebbe far tremare gli autori? No, anzi, dovrebbe far loro capire che la prima stesura del romanzo è soltanto una bozza, la forma imperfetta dell’opera scritta.

All’editor spetta scoprirne le imperfezioni, consigliando l’autore su come eliminarle.

11 Commenti

  1. Andrea Perin
    giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 9:06 Rispondi

    Ciao Daniele,
    forse te l’avevo già scritto: se il miglior editor di Mondadori vuole stravolgere un mio racconto prima della pubblicazione a me va benissimo… incasso e ne scrivo un altro. E quando mi ricapita? :-)

    Ho collaborato con più editor per alcuni miei libercoli auto-pubblicati. Penso che sia un po’ come il sesso, dipende con chi lo fai… un fatto personale insomma.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 15:06 Rispondi

      Se un tuo racconto arriva alla Mondadori, puoi stare tranquillo che grossi problemi non ce ne saranno, quindi nessuno stravolgimento :)
      Anche io penso che l’editing dipenda dall’editor: ognuno ha la sua esperienza e le sue competenze.

  2. Orsa
    giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 11:44 Rispondi

    “Modificare e correggere”: secondo me l’editing andrebbe accorpato al lavoro del correttore di bozze. Anche questa figura è perfettamente in grado di consigliare, evidenziare lacune e incongruenze sfuggite all’autore. Non ha senso, opinione personale eh, affidare il manoscritto prima al correttore e poi al “modificatore”, è una filiera inutile perché forma e contenuti sono due facce della stessa moneta. Moneta che va pagata a un solo professionista. A proposito di monete… l’editing da 4 soldi va a braccetto con l’autore da 4 soldi :D

    • Daniele Imperi
      giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 15:08 Rispondi

      Se il correttore di bozze ha anche competenze di editing, allora sì.
      La correzione di bozze si fa alla fine, perché dopo l’editing l’autore deve intervenire sul testo, quindi potrebbero insorgere altri errori.

  3. Corrado S. Magro
    giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 14:44 Rispondi

    Un argomento “quasi” intrigante, una trama dall’ordito lineare, una struttura niente male, una esposizione pessima. Omesso perfino l’uso del dizionario del programma di testo: “sconosciuto”,
    word ultradecennale, obsoleto e mai messo a punto. Un immenso desiderio di interessare. Età: appena ventenne! Revisione impegnativa ma gratuita. Ho accettato la sfida constatato che non aveva i mezzi per impegnare professonisti. Ho un debole per i giovani se scorgo qualità ritenute valide. Vantaggio: un’esperienza umana tutto sommato positiva. Si collabora. Impegnato a rispettare l’originale, sottopongo i singoli capitoli in attesa di commento, approvazione o rifiuto. Che ne valga la pena? Non lo so. D’accordo con la Plantigrada, sempre vigile e attiva: bozze ed editing vanno a braccetto.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 15:10 Rispondi

      Eri tu il ventenne? O l’editor?

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 18:09 Rispondi

        Io l’editor. L’impegno è di attualità e ne avrò per un buon momento

    • Orsa
      giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 16:06 Rispondi

      Un saluto dalla Plantigrada :D

      • Corrado S. Magro
        giovedì, 27 Ottobre 2022 alle 18:12 Rispondi

        Grazie, ricambio cordialmente. Mi fa difetto un bel favo turgido di miele per attirarti da queste parti.

  4. Barbara
    mercoledì, 2 Novembre 2022 alle 11:29 Rispondi

    Ci sono editing a cui purtroppo tocca sottostare, l’esempio di Andrea Perin qui sopra è corretto.
    Pur di pubblicare, e incassare, ho visto un uomo morire in cucina invece che in sala da pranzo, hanno tagliato un pezzo di frase (editing in prestampa, per questioni di spazio), stravolgendo gli eventi. Poca cosa nell’ampiezza della trama, però era una storia vera e la protagonista non c’è rimasta benissimo eh. :(

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 2 Novembre 2022 alle 11:38 Rispondi

      Dipende da cosa si intende per “stravolgere”, Mondadori o meno.
      Quel taglio avrebbe dovuto essere approvato dall’autrice: il taglio va giustificato, inoltre. Se quel taglio ha stravolto gli eventi, l’editor non sapeva il fatto suo.

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