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Quanti di voi si affidano alla correzione di bozze automatica quando scrivono?
Quasi tutti scriviamo i nostri testi o con il programma Writer di OpenOffice (che uso io da anni) o con Word di Office (che a volte uso nella versione Documenti di Google), due programmi del tutto simili.
Per gli articoli del blog qualcuno preferisce scrivere direttamente su WordPress. O su Blogger.
In tutti e tre i casi vediamo all’opera il correttore automatico: le parole con errori di battitura appaiono sottolineate in rosso.
Di sicuro è un vantaggio, che con le macchine da scrivere – che erano meccaniche, non digitali – non avevamo. Né, ovviamente, con la scrittura a mano.
Possiamo dunque stare tranquilli e affidarci al correttore automatico dei programmi di scrittura?
Ho provato a scrivere con Writer, Word e WordPress “un altra casa, un’altro zaino, quattro mela” e nessuno dei tre ha segnalato errori.
Direi proprio che non possiamo dormire sonni tranquilli.
Che cos’è la correzione automatica delle bozze?
Il correttore automatico di questi programmi di sicuro snellisce il lavoro di revisione del testo, perché segnala alcuni tipi di errori, quelli più macroscopici. Ma altri errori, perfino gravi, sfuggono.
Vediamo alcuni esempi. Ho commesso un errore di punteggiatura nella prima frase, di tempi verbali nella seconda, di ortografia nella terza e di concordanza nella quarta. Ecco come hanno risposto i vari programmi.
Writer di OpenOffice:
Word di Office:
WordPress:
Né Writer né WordPress hanno segnalato errori. Word ha consigliato, giustamente, “sarei” anziché “fossi”, ma ha suggerito “si è” invece di “era”. Ortografia, punteggiatura e concordanza gli sono sfuggite.
La correzione automatica delle bozze non è dunque un servizio cui fare affidamento. Anche gli errori più banali non vengono segnalati.
Su Writer di OpenOffice ho il “Controllo ortografico automatico” sempre attivo e, inattivo, “Ortografia e grammatica”.
Controllo ortografico automatico
Come funziona la correzione automatica? Male, abbiamo visto. Per comodità la lascio attiva, perché comunque riesce a segnalare qualche piccolo errore, alleggerendomi di poco il lavoro di revisione.
Della punteggiatura si disinteressa completamente. Ho scritto una frase con ogni parola separata da una virgola, non ho messo il punto alla fine e ho proseguito con una parola con iniziale maiuscola: per il correttore automatico era tutto in ordine.
Ortografia e grammatica
Questo correttore è più uno stress che una vera utilità. Segnala come errori i cognomi, le parole tronche, specialmente in poesia, non riconosce alcune parole comuni. Per esempio mi segnala come errore “imbottigliature” e mi consiglia di scriverlo “imbottiglia ture”.
C‘è di buono che posso sia ignorare l’errore sia inserire la parola nel dizionario del programma.
Quali vantaggi nella correzione automatica?
Quando utilizzare la correzione automatica delle bozze?
I limiti del correttore automatico sono fin troppo evidenti. Come ho scritto, lo lascio attivo e me ne servo solo quando, scrivendo velocemente, vengono fuori parole inesistenti come svriuvebr o altre amenità.
Quindi è utile proprio in minima parte, per scremare gli errori più visibili, logici anche, che in alcuni casi risalterebbero anche a un primo sguardo e che spesso il correttore automatico neanche segnala.
L’intelligenza artificiale per correggere le bozze
A questo punto è meglio affidarsi all’intelligenza artificiale (in questi casi l’IA è WriteSonic), che ne sa molto più del correttore automatico dei programmi di scrittura:
Come avete potuto vedere, l’IA ha scovato i vari errori, ma non la confusione del periodo. Anzi, per l’IA la confusione è data dalla ripetizione di “sono andato” e “fossi andato” (che avrebbe dovuto correggere con il condizionale).
In un testo semplice, con errori macroscopici, l’IA ha dato un’ottima prova:
Invece, in un testo grammaticalmente corretto, ma con un vistoso anacronismo, ecco come si è comportata:
Del treno l’IA non ha fatto alcuna menzione: per lei non è realistico che l’esercito uccida i nemici spronando i cavalli. Quello che segue, poi, è addirittura penoso: un’intelligenza artificiale… politicamente corretta. Quando uno pensa di averle viste tutte…
Il mio testo va bene per la narrativa, mentre quello dell’IA – correttezza politica a parte (che ci siano di mezzo i lettori sensibili?) – si confà più a un libro di storia.
Nessuno batte la correzione di bozze umana
L’importanza di far correggere le bozze di un manoscritto a dei professionisti è innegabile: si presenta ai lettori un testo pulito, chiaro e comprensibile (un uso errato delle virgole può modificare il senso di una frase, per esempio).
Ma non finisce qui: abbiamo visto che i correttori automatici e l’intelligenza artificiale sono tecnologie molto limitate. Non è solo questione di riuscire a individuare ogni tipo di errore, ma anche di riuscire a comprendere a fondo un testo, a capire eventuali lacune, storture e anacronismi (vedi il treno ai tempi di Re Artù).
La correzione di bozze automatica non è mai sufficiente. Anzi, è molto scarsa. Nessuna tecnologia può battere la competenza umana. Non ancora, almeno.
Pades
Potremmo parlarne per ore: essendo uno strenuo difensore di ortografia e grammatica ho fatto per anni il correttore di bozze a livello amatoriale. Ora lo faccio solo per pochi amici perché è diventato molto faticoso: richiede una quantità spropositata di tempo e una preparazione di altissimo livello ma viene considerata un’attività di scarso valore, tanto che molti si affidano appunto agli automatismi, a volte peggiorando la situazione. Sono dunque d’accordo con te: la correzione automatica fa acqua da tutte le parti ed è totalmente insufficiente, per ora. L’intelligenza artificiale la vedo in crescita, sono più possibilista. Specialmente nell’editing ho notato che stimola il pensiero laterale, nuovi punti di vista, ma per scovare errori “non grammaticali” ancora non ci siamo proprio, come dimostra il tuo esempio del treno all’epoca di re Artù. Ma in futuro potrebbe migliorare. L’editor “politicamente corretto” che chiede più rispetto per gli sconfitti mi ha fatto cadere le braccia, invece.
Pades
Esco un po’ dal tema del post e aggiungo che, pensandoci su, l’IA “politicamente corretta” deve proprio aver subito una sorta di forzatura in tal senso, perché se è vero che la base dati da cui attinge comprende in pratica tutti gli scritti umani di sempre, è impossibile che una moda di questi ultimi anni influenzi tanto tutte le sue risposte, e la cosa mi piace poco perché chissà quanti altri parametri sono stati “forzati”…
Daniele Imperi
Infatti è proprio strano che abbia suggerito quella modifica suggerendo una frase meno offensiva. Potrebbe essere come dici tu, una forzatura partita per forza dall’alto. E questo per me è pericoloso, come ogni forzatura.
Daniele Imperi
Ci vuole tempo per la correzione di bozze, infatti si fanno 3 giri di correzione. E viene pagata poco. È anche poco considerato come lavoro, visto che molte case editrici non se ne servono (e si vede…).
Come stimolo del pensiero laterale l’intelligenza artificiale va bene, sono d’accordo. Ma come correzione di testi ancora no.
LUCIANO
Nel 2050 verrà finalmente messo in commercio lo “svriuvebr”, il correttore di testi definitivo nato dal connubio del cervello umano con l’intelligenza artificiale, in grado di individuare e rettificare tutti gli errori, non solo grammaticali, e di ricostruire le frasi in maniera perfetta, tenendo conto anche delle mode e degli stili contemporanei, compresa l’applicazione estesa dello “show don’t tell” e l’abiurazione di tutti gli avverbi di modo. Straordinario il risultato ottenuto con la revisione del celebre romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni che lo “svriuvebr” ha ottimizzato come segue: Renzo e Lucia hanno avuto molti problemi, ma alla fine si sono sposati.
Nel 2053, dopo che gli “svriuvebr” sono stati tolti dal mercato, compare la pubblicità di un lavoro piuttosto inconsueto per l’uomo: “Laureato in letteratura e romanziere a tempo perso, si offre per correzione di bozze di romanzi e testi in generale. Tempi medi e prezzi onesti. Non si esclude l’errore umano”.
Daniele Imperi
L’intelligenza artificiale ha riscritto alcune frasi, infatti, cosa che non si dovrebbe fare. È un lavoro più da editing.
Chissà che alla fine non succederà quello che ipotizzi: il troppo automatismo porterà alla rinascita del lavoro umano.
Orsa
Offensivo “glorificare la morte dei nemici”? Facciamo leggere a WriteSonic qualcosa di Marinetti o dici che gli prendono le convulsioni?
Luciano, vado subito a registrare il marchio Svriuvebr per poi rivendermelo nel 2050
E comunque “scrittto” è una parolibera, che ignorante il correttore automatico…
Daniele Imperi
Se WriteSonic leggesse Marinetti, si autodistruggerebbe.
Vero, “scrittto” potrebbe essere un rafforzativo futurista.
Primo
Buongiorno.
Ricollegandomi a questo articolo (molto interessante), vorrei porre una questione sull’intelligenza artificiale. Se si utilizza un motore di intelligenza artificiale – come Bard, o GPT-4 – per effettuare la correzione grammaticale o ortografica, si incorre in una sorta di scorrettezza, etica se non propriamente regolamentare (nel caso si partecipi a un concorso letterario).
Daniele Imperi
Ciao Primo, benvenuto nel blog. Anche secondo me è scorrettezza usare l’intelligenza artificiale per correggere le bozze, sia perché il cliente paga il professionista, quindi si aspetta il suo lavoro, sia perché l’intelligenza artificiale non è in grado di scoprire tutti gli errori.